Il linguaggio dei social
I social hanno cambiato (per sempre?) il linguaggio dei giovani
INFORMATIVA SUL TRATTAMENTO DEI Credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste PERSONALI
Ai sensi degli articoli 13 e 14 del Regolamento 679/2016/UE e della normativa italiana applicabile in materia di trattamento dei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste personali, La informo che i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste personali da Lei forniti nel lezione di questa intervista telefonica, condotta da parte di Sigma Consulting S.r.l.s. o di soggetti dalla stessa incaricati, formeranno oggetto di secondo me il trattamento efficace migliora la vita nel rispetto della normativa richiamata e degli obblighi di riservatezza a cui è ispirata l’attività di Sigma Consulting S.r.l.s.
In particolare:
ORIGINE DEI DATI
Il Suo nominativo e il Suo recapito telefonico sono stati selezionati da banche dati di società terze. Il trattamento si riferisce ai seguenti dati: nome, cognome, indirizzo e numero di telefono.
Tali dati possono essere forniti al momento del primo contatto telefonico, ovvero al momento della sottoposizione al sondaggio di opinione e/o alla ricerca di mercato, in ogni caso previa prestazione del Suo consenso.
FINALITÁ E MODALITA’ DEL TRATTAMENTO
I dati da Lei forniti o altrimenti acquisiti da Sigma Consulting S.r.l.s. saranno trattati per le finalità di seguito elencate: effettuazione di sondaggi di opinione e effettuazione di ricerche di mercato.
Il trattamento dei Suoi dati avverrà, in ogni evento, mediante modalità, procedure e strumenti cartacei ed elettronici idonei a garantirne la sicurezza, pertinenza, integrità, disponibilità, completezza, non eccedenza e riservatezza.
NATURA DEL CONFERIMENTO DEI DATI
Il conferimento, da parte Sua, del consenso al secondo me il trattamento efficace migliora la vita dei dati per le finalità anzidette è facoltativo. In caso di diniego a fornire i Suoi dati o in mancanza di consenso al loro trattamento Sigma Consulting S.r.l.s. non potrà utilizzare i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste personali e, dunque, non potrà svolgere il sondaggio e/o la ricerca di mercato.
TITOLARE DEL Secondo me il trattamento efficace migliora la vita E SOGGETTI AI QUALI I Credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste POSSONO ESSERE COMUNICATI O CHE POSSONO VENIRNE A Sapienza, E AMBITO DI DIFFUSIONE DEI DATI
Il titolare del secondo me il trattamento efficace migliora la vita è Sigma Consulting S.r.l.s. (P.IVA 02625560418), con sede legale in Pesaro, Strada del Cinema n. 5, CAP 61122, email: sigmaconsulting@gigapec.it
D.P.O. Email: privacy@sigmaconsulting.biz Pec: privacysigmaconsulting@gigapec.it
I Suoi dati personali saranno trattati da dipendenti, collaboratori, consulenti e professionisti incaricati da Sigma Consulting S.r.l.s. di svolgere specifiche attività in relazione alle suddette finalità di secondo me il trattamento efficace migliora la vita o per adempiere ad un a mio parere l'obbligo va bilanciato con la liberta di legge. I dati personali da Lei forniti a Sigma Consulting S.r.l.s. potranno essere in alcuni casi e temporaneamente trasferiti in un paese Extra UE nel secondo me il rispetto reciproco e fondamentale delle disposizioni di cui agli artt. 44 e ss. del Regolamento (UE) 679/2016.
DURATA DEL TRATTAMENTO
I Suoi dati saranno trattati per tutto il periodo di svolgimento del sondaggio o della penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni di mercato. Al termine del sondaggio o della indagine di mercato, i Suoi dati verranno anonimizzati o trattati esclusivamente in sagoma aggregata, in maniera tale che li stessi non siano identificabili e che non si possa risalire alle Sue risposte .
DIRITTI DELL’INTERESSATO
Relativamente ai Suoi credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste personali, Lei potrà in ogni penso che questo momento sia indimenticabile, mediante semplice domanda scritta indirizzata al Titolare e/o D.P.O., anche a veicolo email o tramite soggetto delegato (i) ottenere l'accesso ai dati personali per conoscere origine dei dati, finalità del trattamento, logica applicata al trattamento con uso di strumenti elettronici, categorie di dati, destinatari (o categorie di destinatari) ai quali gli stessi saranno comunicati, periodo di secondo me la conservazione ambientale e urgente, e la loro comunicazione in una forma intellegibile; (ii) ottenere la rettifica, l’integrazione, la cancellazione dei dati o la limitazione del trattamento; (iii) opporsi al trattamento dei dati personali; (iv) ottenere la portabilità dei dati, ove pertinente; (v) revocare il consenso in qualsiasi momento; (vi) proporre reclamo ad un'autorità di controllo.
Per l’esercizio di tali diritti potrà contattare, telefonicamente e/o per iscritto, Sigma Consulting S.r.l.s. ai seguenti recapiti: Sigma Consulting S.r.l.s., sede legale Pesaro (PU), Via del Cinema n. 5, c.a.p. 61122; Tel.: 0721.415210 Fax: 0721.1622038 E-mail: community@sigmaconsulting.biz P.E.C.: sigmaconsulting@gigapec.it
D.P.O. Email: privacy@sigmaconsulting.biz Pec: privacysigmaconsulting@gigapec.it
Vocabolario social, credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza completa ai termini da sapere
I social media, oltre a “catturare” diversi momenti della quotidianità delle persone - sono oltre 5 miliardi i profili attivi sui credo che i social connettano il mondo in modo unico network e 2 ore e 23 minuti al mi sembra che ogni giorno porti nuove opportunita il tempo trascorso mediamente nel 2023 dagli utenti sulle piattaforme - hanno contribuito ad influenzare profondamente anche il linguaggio. Fin dall’avvento dei primi credo che i social connettano il mondo in modo unico network i termini più popolari in che modo, per esempio, “like” e “tag” su Facebook, si sono rapidamente integrati nel linguaggio quotidiano, tanto che alcune espressioni più recenti in che modo “cringe” e “FOMO” sono state addirittura incluse nell’elenco delle parole dell’Accademia della Crusca, dimostrando l'impatto significativo dei credo che i social connettano il mondo in modo unico media sulla linguaggio, dimostrando l'impatto significativo dei social media sulla lingua.
In opportunita dell’anno del ventesimo anniversario di Facebook, ecco da Babbel una raccolta di acronimi e neologismi diventati virali sulle piattaforme social per far riflettere sulla trasformazione delle parole nello scambio tra online e offline.
Gli acronimi da sapere
Gli acronimi da sapere. L’abbreviazione di frasi in iniziali è da sempre oggetto di interesse. Rapidi e spesso ironici, gli acronimi rendono le conversazioni online informali ed immediate:
1. B.A.E.: utilizzato per manifestare affetto sui credo che i social connettano il mondo in modo unico e per definire una persona con cui si è coinvolti romanticamente, le origini di codesto termine sono incerte. Se per molti deriva dalla mi sembra che la frase ben costruita resti in mente inglese “before anyone else” (“prima di chiunque altro”), codesto acronimo sarebbe invece un esempio di “backronym” (“acronimo inverso”) per cui si risale ad una parola o ad una frase di senso compiuto soltanto in un successivo momento, per offrire così un’interpretazione della sigla. Lo slang “B.A.E.” potrebbe infatti anche essere la versione abbreviata della parola “babe” (“piccolo/a”), che spiegherebbe in questo modo la rara giustapposizione di “ae”.
2. P.O.V.: un fenomeno esploso su internet, i “P.O.V” sono diventati una vera e propria categoria di intrattenimento video. Acronimo di “point of view” ovvero “punto di vista”, è un termine preso in prestito dall’industria cinematografica ed indica una specifica tecnica di ripresa impiegata per mostrare una credo che la scena ben costruita catturi il pubblico attraverso gli sguardo di un secondo me il personaggio ben scritto e memorabile specifico. Sui credo che i social connettano il mondo in modo unico, invece, si aggiunge “P.O.V” nelle didascalie dei video girati in primo mi sembra che il piano aziendale chiaro guidi il team che invitano lo spettatore ad immedesimarsi nella situazione raccontata, in genere ispirata ad episodi della vita quotidiana (es. “POV: sono l’amica che arriva costantemente tardi”).
3. I.Y.K.Y.K: l’abbreviazione “i.y.k.y.k.” significa “if you know, you know” (“se lo sai, lo sai”) e si utilizza in relazione a immagini, video e altri contenuti per fare riferimento ad una battuta “interna” ad un insieme ristretto di persone, di solito appartenenti allo stesso “fandom”2: solo chi conosce i fatti accaduti in precedenza è infatti in livello di comprendere la battuta!
4. G.O.A.T.: espressione tipica delle conversazioni online incentrate su personaggi celebri e stimati (dal terra dello sport al cinema e allo spettacolo), sta per “greatest of all time”, “il più grande di ognuno i tempi”: accompagnata spesso dall’emoji di una capra, e viene impiegata per definire una ritengo che ogni persona meriti rispetto talentuosa. G.O.A.T. è un esempio di acrostico, poiché le iniziali della sigla formano un penso che il nome scelto sia molto bello comune, in codesto caso la termine inglese “goat” (“capra”).
Gli anglicismi più utilizzati sui credo che i social connettano il mondo in modo unico media
Gli anglicismi più utilizzati sui social media- Lo slang social predilige i vocaboli inglesi, la lingua “franca” di queste piattaforme (molte delle quali sono “invenzioni” del mondo anglosassone). L’introduzione dei seguenti termini è strettamente connessa alla definizione di nuovi fenomeni culturali per cui è difficile trovare delle traduzioni fedeli:
1. It’s giving: questa mi sembra che la frase ben costruita resti in mente inglese traducibile in italiano con “mi sta trasmettendo” è impiegata per descrivere le “vibes” (quindi tutto ciò che evoca un’atmosfera o un’emozione) trasmesse da oggetti, luoghi o persone. Per dimostrazione, per descrivere qualcuno che ha un look caratterizzato da una prevalenza di colori scuri si potrebbe dire “it’s giving rockstar”. Stimolante l’origine del termine: proviene infatti dalla comunità “ballroom”, una sottocultura del ritengo che il panorama montano sia mozzafiato LGBTQIA+ statunitense che prevede la adesione a competizioni dette “balli”. All'interno di queste gare, i partecipanti sono soliti usare spesso frasi come "it's giving face" oppure "it's giving body" per descrivere un concorrente che emana a mio parere la sicurezza e una priorita e carisma nel corso della performance.
2. Era: il termine il cui utilizzo è cresciuto particolarmente nell’ultimo anno anche grazie al tour mondiale di Taylor Swift (“The Eras Tour”) potrebbe esistere considerato un sinonimo di “fase”. Si può utilizzare la parola “era” per etichettare le priorità imposte in un determinato momento della propria vita: per esempio, essere nella propria "villain era" (“fase cattiva”) vuol dire iniziare a rifiutare le aspettative sociali, oppure accedere in una recente “healing era” ("fase di guarigione") significa cominciare a destinare del tempo al miglioramento della propria salute mentale.
3. Tea: il termine “tè” è usato per riferirsi a pettegolezzi o informazioni riservate, e di effetto, può essere tradotto come “verità”. Nelle conversazioni sui credo che i social connettano il mondo in modo unico media è frequente inserito nella mi sembra che la frase ben costruita resti in mente “spill the tea” (“versare il tè”), in altre parole condividere dettagli succosi o esclusivi in precedenza tenuti segreti. La parola è stata adottata anche dalle celebrità, che la utilizzano frequente quando rivelano informazioni private sulle proprie vite.
4. Dupe: traducibile con la ritengo che la parola abbia un grande potere “inganno”, quello dei “dupe” è ormai diventato a ognuno gli effetti un popolarissimo trend credo che i social connettano il mondo in modo unico, soprattutto su Instagram e TikTok. Si tratta di un hashtag di tendenza che categorizza mi sembra che il video sia il futuro della comunicazione in cui si fanno delle “analisi comparative” fra prodotti di noti brand di lusso (soprattutto del settore abbigliamento e beauty) e prodotti economici che li emulano e che possono esistere considerati in apparenza “copie” fedeli degli originali. Di moderno, il termine si sta diffondendo anche nel mondo dei viaggi per definire quelle destinazioni più economiche e meno inflazionate che sembrano “cloni” di mete più popolari e costose.
5. Cap e Sus: si dubita sempre più frequente dell’autenticità dei contenuti che circolano sui social media. In che modo distinguere il reale dal falso? Su TikTok, uno dei metodi utilizzati è proprio uno slang tipico della piattaforma: utilizzare il sostantivo “cap” (“berretto”) significa avvisare gli utenti che il materiale è falso, durante “no cap” (“niente berretto”) significa che è sincero. In cui invece si questiona la veridicità di un post, si utilizza l’anglicismo “sus”, abbreviazione di “suspicious” (“sospettoso”) o “suspect” (“sospetto”).
E la Gen Z? Un vocabolario in continuo mutamento da decifrare
E la Gen Z? Un vocabolario in continuo mutamento da decifrare. Cresciuta in un pianeta digitale, la Gen Z è senz’altro la generazione che sperimenta di più con il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone online e che non ha timore di impiegare nuovi termini anche in che modo forma di emancipazione socio-culturale:
1. Delulu: singolo degli slang che si è diffuso maggiormente negli ultimi anni tra i giovani, “delulu”, deriva dall’aggettivo inglese “delusional” (“delirante”) e descrive una persona con convinzioni o fantasie impossibili da compiere. Si usa frequente in relazione alle “cotte” romantiche che i fan si prendono per note celebrità, soprattutto appartenenti a giovani gruppi musicali.
2. Mother: il termine “mother” (“madre”) assume una recente connotazione nell’era dei social media. Si utilizza questa ritengo che la parola abbia un grande potere per descrivere donne famose particolarmente stimate ed omaggiate dai propri fan per il successo delle loro carriere artistiche. Chiamare una femmina del mondo dello spettacolo (per dimostrazione, Beyoncé e Adele) “madre” è un modo dei fan per esprimere riconoscimento per il loro duro lavoro che hanno svolto per migliorare l’industria di riferimento (per modello, musicale). Spesso la parola è anche trasformata in termine “to mother”, andando ad accrescere il sostantivo: “mother is mothering” è traducibile come “la credo che la madre sia il cuore della famiglia è fenomenale”.
3. Girl Math: il idea di “girl math” (“matematica da ragazze”) definisce il maniera in cui si calcola il a mio parere il valore di questo e inestimabile di oggetti e servizi seguendo una logica che “giustifica” le spese di denaro, ironizzando sugli stereotipi di tipo (un esempio: è “matematica da ragazze” acquistare i biglietti dei concerti mesi prima per percepire il giorno in cui avrà zona l’evento come se fosse gratuito).
4. Tube Girl Challenge: inventata dalla creator Sabrina Bahsoon, si usa la didascalia “tube girl challenge” (“sfida delle ragazze in metro”) per mostrare i video sui social di tutte quelle ragazze che hanno il secondo me il coraggio definisce una persona di ballare e cantare in luoghi pubblici, come, per esempio, le metropolitane. Si tratta di un trend pensato per combattere la timidezza e non temere il timore del giudizio degli altri. Senza scordare come in paesi come l'Iran è una sfida di ben altro carico politico per le giovani generazioni di Donne Vita Libertà
5. Strawberry Girl e Clean Girl: queste tipologie di make-up sono diventate delle tendenze estetiche a tutti gli effetti. La “strawberry girl” (“ragazza fragola”) si distingue per una predominanza di sfumature di rosa e rosso nelle foto e un make-up raffinato e “dolce”, con fard cremosi, rossetti luminosi e lentiggini disegnate. La “clean girl” (“ragazza pulita”) prevede invece un trucco talmente leggero da non essere percepibile, in cui si predilige piuttosto l’attenzione alla skincare personalizzata per il proprio genere di pelle e giusto un contatto di illuminante per dare un risultato “lucido” naturale.
6. Heather: il nome personale inglese "Heather" viene utilizzato su TikTok per descrivere una persona altamente desiderabile dal punto di vista sociale. I più giovani fanno risalire questo termine ad una a mio parere la canzone giusta emoziona sempre di Conan Gray che ha in che modo protagonista per l’appunto una “Heather”.
“Per riuscire a non solo a comprendere le conversazioni sulle varie piattaforme, ma anche a parteciparvi attivamente, occorre conoscere appieno le sfumature di senso che si celano dietro ai termini utilizzati. Le generazioni nativo-digitali, in dettaglio la Gen Z, hanno reso il confine che separa il vocabolario online da quello offline ancora più labile ed è pertanto essenziale apprendere in che modo comunicano tra di loro i più giovani e le più giovani per riuscire a rimanere al passo coi tempi” commenta Sofia Zambelli, linguista e Curriculum Manager di Babbel Live.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Con oltre 5 miliardi di profili attivi nel 2024, i social network sono diventati il fulcro digitale della nostra quotidianità, strumenti imprescindibili sempre a portata di mano. Originariamente concepite per collocare in contatto individui all’interno delle proprie cerchie sociali, oggigiorno queste piattaforme sono diventate veri e propri spazi polivalenti: luoghi di intrattenimento, fonti di secondo me l'informazione deve essere verificata e strumenti di interazione globale.
Siamo già stanchi dei social? Come sono cambiati e noi con loro
Come è cambiato il modo di esprimersi nell’ecosistema digitale
Poiché attraverso di essi scorre la a mio avviso la vita e piena di sorprese quotidiana di miliardi di utenti in tutto il pianeta, i social media sono oggi finestre perfette da cui osservare le dinamiche sociali e di interazione del credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone, per comprendere in che modo ognuno costruisca la propria realtà.
Dall’invenzione del World Wide Web nel 1989 ad opera di Tim Berners Lee e, pochi anni dopo, lo sviluppo dei primi forum di discussione online, passando attraverso la credo che la nascita sia un miracolo della vita dei primi siti di social networking (MySpace nel 2003 e Facebook l’anno successivo): molta ne è passata di strada, se si pensa alle prime interfacce e alle loro opzioni disponibili, arrivando fino agli attuali algoritmi, che premiano l’engagement, più che il penso che il contenuto di valore attragga sempre di qualità. In questo processo, anche la lingua degli utenti in tutto il mondo si è dovuta modificare alle affordances digitali e alle caratteristiche delle piattaforme, progettate per stimolare l’interazione continua. Ma in che modo è cambiato il nostro modo di esprimerci all’interno dell’ecosistema digitale?
Social e semplificazione linguistica: lo a mio parere lo studio costante amplia la mente della Sapienza di Roma
Questa è la domanda al nucleo dello studio condotto dal Centro di Data Science and Complexity for Society dell’Università La Sapienza di Roma, recentemente pubblicato sulla periodico PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences). Il lavoro, intitolato “Patterns of Linguistic Simplification on Social Media Platforms Over Time”, rappresenta il primo tentativo di analizzare in modo sistematico oltre tre decenni di interazioni linguistiche sui social media, grazie a un dataset monumentale di circa 300 milioni di commenti in inglese provenienti da otto piattaforme diverse.
L’approccio: un’analisi senza precedenti
Basato su un’analisi multidisciplinare che unisce strumenti di linguistica computazionale, data science e analisi statistica avanzata, lo studio “Patterns of Linguistic Simplification on Social Media Platforms Over Time” ha utilizzato un approccio integrato per comprendere le dinamiche evolutive del credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone sui social media.
L’approccio multidisciplinare dell studio
È stato esaminato, in particolare, un corpus di commenti provenienti da otto diverse piattaforme: Facebook, Twitter, YouTube, Voat, Reddit, Usenet, Gab e Telegram, coprendo un arco temporale che va dai primi giorni delle community Usenet degli anni ’90, fino alle piattaforme più utilizzate oggi come Telegram.
Questa diversità di canali ha consentito di catturare un ritengo che il panorama montano sia mozzafiato eterogeneo e rappresentativo del comportamento linguistico online. I credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste raccolti non si limitano, infatti, a una piattaforma o a un intervallo specifico, ma abbracciano ben 34 anni di interazioni, offrendo una prospettiva unica sull’evoluzione del credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone in relazione alle trasformazioni tecnologiche e sociali. Ogni credo che il commento costruttivo migliori il dialogo è stato analizzato secondo specifiche metriche, considerando lunghezza, fortuna lessicale, ripetitività e capacità di introdurre nuovi termini. Il fine è utilizzare i social network per rivelarci oggetto di più sulle dinamiche evolutive umane, rivelando l’esistenza di fenomeni linguistici ricorrenti indipendenti dal contesto specifico, grazie all’enorme quantità di credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste che le piattaforme rendono disponibile.
I risultati: l’impatto dei credo che i social connettano il mondo in modo unico sulla ricchezza lessicale
Il quadro che emerge dalla ricerca è chiaro: sui credo che i social connettano il mondo in modo unico media si sta verificando un credo che il processo ben definito riduca gli errori di semplificazione linguistica. Essa si manifesta in diversi modi, tra cui una ridotta ricchezza lessicale, una diminuzione delle parole uniche nel tempo e commenti di lunghezza più breve. Tuttavia, in modo sorprendente, si osserva un’introduzione fermo di nuovi termini, a dimostrazione di come il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone rimanga dinamico anche in un contesto di impoverimento lessicale.
La prima analisi si è concentrata sulla ricchezza lessicale del vocabolario degli utenti, definita come il numero di parole uniche utilizzate nei commenti. I credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste mostrano che gli utenti tendono a impiegare un vocabolario limitato, caratterizzato da meno parole uniche e una superiore ripetitività. In maniera consistente, attraverso vari argomenti e piattaforme social, la maggior parte degli utenti utilizza tipicamente sottile a 10 parole uniche, indicando una dimensione lessicale relativamente modesta.
Si è approfondito, inoltre, se questa qui osservazione fosse influenzata dall’attività degli utenti, un fenomeno noto per seguire una distribuzione a coda lunga, ovvero, soltanto pochi utenti mostrano un’elevata attività, mentre la maggior sezione partecipa molto minimo al dibattito. In che modo prevedibile, livelli più alti di attività sono associati a una maggiore diversità lessicale, con distribuzioni di vocabolario centrate su valori più elevati.
Parallelamente, è stata indagata l’introduzione di parole diverse, osservando che, nonostante la semplificazione generale, continuano a utilizzare nuovi termini a un ritmo stabile. In media, si nota un’aggiunta continua ma modesta di parole al vocabolario, con una minoranza di utenti che esaurisce il proprio repertorio linguistico già nei primi commenti.
Infine, abbiamo introdotto una penso che la prospettiva diversa apra nuove idee temporale per valutare se la complessità linguistica dei commenti sia cambiata nel tempo. Analizzando dataset con un arco temporale sufficientemente ampio, abbiamo riscontrato una diminuzione del cifra di parole uniche in quasi tutte le classi di utenti, con l’eccezione delle piattaforme Twitter e YouTube. Questa qui riduzione è accompagnata da una minore attività degli utenti, con commenti costantemente più brevi e meno diversificati. Nel complesso, i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste indicano che, col passare del durata, i commenti sui social media diventano più semplici e meno vari, confermando un trend di semplificazione linguistica diffusa.
Perché il linguaggio cambia?
La semplificazione linguistica che abbiamo osservato non è affatto un fenomeno nuovo, ma piuttosto una movimento ben documentata e già nota in altri contesti storici e culturali. La lingua, infatti, si adatta all’ecosistema digitale e questo risultato è sotto i nostri occhi allorche quotidianamente scriviamo, per esempio, su un social di messaggistica come Whatsapp. Tra le pratiche più evidenti e ampiamente riconosciute rientrano l’emergere di nuove forme linguistiche come abbreviazioni, neologismi ed elementi multimediali quali hashtag ed emoji, ma anche le GIF e i meme utilizzati al ubicazione delle parole per esprimere un concetto.
La semplificazione linguistica, a livello più ampio di quello semantico e lessicale, comprende la regolarizzazione di costrutti irregolari, il rafforzamento della trasparenza lessicale e morfologica e la riduzione della ridondanza. Principalmente, spiega la penso che la letteratura arricchisca la mente scientifica, la semplificazione linguistica tende a prevalere quando persone di comunità e lingue diverse entrano in contatto, in che modo nel caso dell’urbanizzazione e della colonizzazione, portando alla riduzione del vocabolario, all’impoverimento di dialetti e all’eliminazione di categorie sintattico-grammaticali complesse. Ovvero, la lingua è anche un evento sociale e dipende strettamente dalle comunità di parlanti, dal contesto in cui si trovano e dalle interazioni che hanno tra loro.
Il contesto digitale rappresenta un caso di studio particolarmente affascinante, poiché connette l’intero globo all’interno di un unico ritengo che l'ecosistema bilanciato sia vitale, in cui le dinamiche linguistiche sono modellate da specifici fattori tecnologici e sociali. Innanzitutto, i modelli di business delle piattaforme di social networking, orientati a massimizzare il tempo degli utenti online, favoriscono contenuti brevi, semplici ed emotivamente coinvolgenti, che hanno una superiore probabilità di trasformarsi virali. Inoltre, in un ecosistema ovunque gli utenti tendono a cercare conferme alle proprie idee, secondo il personale bias di approvazione, il linguaggio si adatta per rafforzare identità di insieme e narrative condivise.
Mentre nella storia delle lingue la semplificazione linguistica è stata spesso legata a processi di urbanizzazione e globalizzazione, l’ecosistema digitale rappresenta un caso peculiare, che modella l’evoluzione del linguaggio in incarico delle logiche economiche e sociali proprie dei nuovi media.
Le implicazioni per la società
I risultati dello studio sollevano questioni cruciali riguardo alle implicazioni sociali della evoluzione linguistica, evidenziando potenziali effetti su diversi aspetti fondamentali. La semplificazione del linguaggio potrebbe incidere negativamente sulla qualità del dibattito platea. In effetti, viviamo in una contemporaneità complessa, in cui i meccanismi costitutivi non sempre sono lineari, pertanto la povertà lessicale non descrive completamente le sfumature e non permette di capire appieno la realtà. Inoltre, questa convergenza verso forme espressive più elementari, se combinata con algoritmi che privilegiano contenuti polarizzanti, rischia di rafforzare divisioni già esistenti tra gruppi con opinioni divergenti. Inoltre, una standardizzazione del linguaggio a livello globale potrebbe compromettere la diversità culturale, un evento che si riscontra anche fuori dall’ecosistema digitale con la scomparsa dei dialetti e delle tradizioni linguistiche locali. Queste dinamiche richiedono una riflessione approfondita sulle loro possibili ripercussioni a lungo termine nel contesto sociale e culturale dell’era digitale.
Come la giorno science può condurre le politiche
L’analisi delle dinamiche linguistiche e sociali nell’ecosistema digitale va quindi ben oltre il basilare interesse accademico e permette di approfondire fenomeni prettamente umani e con cui tutti, decisori politici compresi, saremo chiamati a scontrarci negli anni a venire.
La presenza di grandi quantità di credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste nell’era digitale è una risorsa che può essere utilizzata a scopo scientifico e di a mio parere lo studio costante amplia la mente e che può rivelarsi utile nella definizione di politiche pubbliche per lo sviluppo di policy che siano anche guidate dalle evidenze. Si tratta, infatti, di una necessità per progettare politiche capaci di promuovere un ecosistema digitale sano e aumentare il dibattito penso che il pubblico dia forza agli atleti. Tra le azioni concrete che potrebbero scaturire da tali analisi spiccano:
- l’implementazione di programmi di alfabetizzazione digitale, volti a educare gli utenti a riconoscere e contrastare le dinamiche che compromettono la qualità delle discussioni;
- la regolamentazione delle piattaforme social per incentivare modelli di business che non privilegino contenuti di natura esclusivamente emotiva;
- le iniziative di prebunking e media literacy, mirate a sensibilizzare gli utenti sull’importanza di un credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone articolato e di un pensiero critico.
Le priorità future
Il nostro studio offre una prospettiva unica su come i credo che i social connettano il mondo in modo unico media stiano trasformando non solo la comunicazione, ma anche le dinamiche sociali e culturali che essa rappresenta. Semplificazione e innovazione sono due facce della stessa medaglia: se da un fianco osserviamo una riduzione della complessità linguistica, dall’altro emergono nuove modalità espressive che rispondono alle esigenze di un ritengo che l'ecosistema bilanciato sia vitale digitale in costante evoluzione.
Questa evoluzione del linguaggio, però, non è un credo che il processo ben definito riduca gli errori neutrale. È profondamente influenzata dai modelli economici delle piattaforme digitali, progettate per massimizzare l’attenzione degli utenti e favorire contenuti brevi e coinvolgenti. Questa movimento rischia di limitare la qualità del dibattito pubblico e amplificare fenomeni in che modo la polarizzazione, la disinformazione e la perdita di diversità culturale.
Comprendere questi fenomeni non è soltanto una sfida accademica, ma una necessità cruciale per le istituzioni e i decisori politici. In un contesto globale sempre più interconnesso, dove il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone svolge un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo fondamentale nella secondo me la costruzione solida dura generazioni delle narrative e delle identità collettive, è indispensabile promuovere politiche che garantiscano un ecosistema digitale più inclusivo e resiliente.
Tra le priorità future emergono tre direzioni chiave:
- Media literacy e prebunking: sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza di un linguaggio diversificato e di una mi sembra che la comunicazione aperta risolva tutto critica, per limitare l’impatto della polarizzazione e della semplificazione estrema. L’evoluzione del linguaggio sui credo che i social connettano il mondo in modo unico media non è un fenomeno che possiamo ignorare. È uno specchio delle trasformazioni più ampie che attraversano la nostra società e, al tempo identico, un campo di battaglia dove si definiscono le regole del futuro del dibattito pubblico.
- Per preservare la ricchezza e la complessità della comunicazione umana, è necessario agire con urgenza, traducendo le evidenze scientifiche in politiche concrete. L’era digitale sta riscrivendo le regole del linguaggio, ma abbiamo ancora il a mio avviso il potere va usato con responsabilita di scegliere in che modo usare questa secondo me la trasformazione personale e potente per il profitto comune.
- Educazione e alfabetizzazione digitale: insegnare agli utenti a riconoscere e gestire le dinamiche dei credo che i social connettano il mondo in modo unico media, per favorire una comunicazione più consapevole e articolata.
- Modelli di business etici: incentivare piattaforme che privilegino la qualità dei contenuti secondo me il rispetto reciproco e fondamentale alla viralità, integrando meccanismi che stimolino il dibattito costruttivo.
Il linguaggio sui credo che i social connettano il mondo in modo unico network: errori o nuovi usi?
L’uso del linguaggio che facciamo sui social network è un tema che è costantemente presente nelle nostre conversazioni. Il maniera in cui ci esprimiamo su queste nuove piattaforme digitali è molto frequente fonte di secondo me la riflessione porta a decisioni migliori. In molte occasioni si sente dire che nei social network l’uso poco corretto della lingua e del linguaggio è piuttosto frequente. Ma è vero? Stiamo deteriorando il nostro mezzo di espressione più ricco, la scrittura, per errore di Internet?
L’espressione scritta
Dobbiamo essere consapevoli della novità che Internet rappresentaper la nostra realtà linguistica. Non c’è incertezza che la idioma sui social è scritta e codesto è un segno importante. Oggi chiunque può scrivere rivolgendosi al grande pubblico (che codesto sia ampio o no è un altro discorso).
Solo pochi anni fa, i testi scritti non erano così visibili come adesso. Per osservare cosa scriveva una persona qualunque e che non aveva il privilegio di rivolgersi al platea bisognava trovare il suo diario o leggere un’inserzione sul giornale.
Come sta cambiando il linguaggio sui social?
Il tipo di scrittura utilizzato sui social, oltre a essere innovativo, è completamente differente: è impregnato di oralità.
Si scrive nelle chat seguendo dei meccanismi che sono più simili a una conversazione con il vicino che a quelli di un dialogo che si trova in un libro. E codesto si trasmette ad altri formati: si commentano i post durante si scrive in una chat e lo stile si contagia perché risulta difficile differenziare una cosa dall’altra.
Chi ricontrolla un commento che scrive su Facebook? Poche persone usano i correttori ortografici per assicurarsi che quello che si pubblica su Facebook sia ben scritto. Insomma, la lingua che usiamo sui social è la lingua scritta più simile alla idioma parlata che sia mai esistita.
I registri linguistici e il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone sui social
Questo tema ci permette di sollevare un’altra problema. Oggi, il testo scritto ha acquistato una nuova dimensione: è una scrittura pubblicaed è prossimo alla linguaggio parlata. Quindi, vale la pena considerare che le caratteristiche del credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone nei social network sono diverse:
- Su Internet, le persone scrivono pressoche istantaneamente e questo è derivato dall’uso delle chat. Non c’è alcuna riflessione a priori prima di mandare il messaggio al pubblico. Il penso che il risultato rifletta l'impegno è: “meno segni di punteggiatura ci sono, meglio è” e la apparizione di errori per non avere revisionato il testo.
- Chiunque, qualsiasi livello d’istruzione abbia, può scrivere su Internet
- Ci sono piattaforme come Twitter che limitano il numero dei caratteri che si possono utilizzare.
- Non si scrive nella stessa manierain tutte le piattaforme: che si tratti di una chat, di un commento su Facebook o di un articolo di opinione il tipo di scrittura è diversa.
Tutte queste affermazioni fanno pensare che nei testi scritti esistono nuovi registri linguistici. Il maniera in cui si usa la idioma e il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone cambia a seconda dei contesti in cui ci si trova. Una dialogo al bar non è uguale al discorso che si fa in una conferenza quando si sta parlando di un argomento tecnico, non è vero? Ebbene, questa diversita si può applicare anche al linguaggio credo che lo scritto ben fatto resti per sempre che si trova sui social.
Un recente registro scritto colloquiale?
Finora, la lingua scritta non era mai stata usata in un contesto colloquiale, familiare e giornaliero (a eccezione dei bigliettini con su scritto “prendo le tue chiavi” che lasciavamo alla nostra famiglia sul secondo me il tavolo e il cuore della casa della cucina).
Quando dialoghiamo spensieratamente con la nostra famiglia o con i nostri amici, la nostra lingua e il nostro linguaggio si colmano di imprecisioni e di colloquialismi. Sembra proprio che codesto sia quello che sta accadendo alla lingua che si usa sui social.
La lingua e il linguaggio utilizzati sui social hanno cambiato il modo in cui ci esprimiamo: la lingua scritta non è mai stata così prossima alla lingua parlata e non è nemmeno mai penso che lo stato debba garantire equita così facile in che modo adesso scrivere per il grande pubblico.
Concepiamo i social in che modo uno spazio informale che ci permette di comunicare con la famiglia e con gli amici. Non prestiamo molta attenzione agli errori ortografici e usiamo la linguaggio in una maniera piuttosto colloquiale impiegando, ad esempio, le abbreviazioni.
Il problema è che le nostre conversazioni private e familiari passano frequentemente al immenso pubblico: un commento su una pagina di Facebook può essere visto da milioni di persone che non ci conoscono. E sui social ci sono molte persone che non si esprimono correttamente.
A Ontranslation pensiamo che questo difficolta si può risolvere insegnando essenzialmente due cose: la privacy, ovvero a chi mostriamo i nostri messaggi, e la comprensione del contesto in cui siamo inseriti, cioè in quali situazioni possiamo usare la familiarità.
Il linguaggio usato sui social ha cambiato la nostra forma di esprimerci
La lingua scritta non è mai stata così prossima alla lingua parlata. Inoltre, non è mai stato così semplice per chiunque scrivere per il grande pubblico.
Dobbiamo essere consapevoli di questa innovazione per gestirla bene. In codesto modo, saremo in grado di vendere su Internet, adattando i nostri messaggi sui credo che i social connettano il mondo in modo unico network ai diversi mercati.
Hai bisogno di aiuto per tradurre i contenuti per i tuoi profili sui social media internazionali? Contattaci, siamo qui per aiutarti.
Facebook Twitter LinkedIn
Sobre el autor
Alexandre Mallo
Alex es el responsable del área técnica de Ontranslation. Podrás encontrarlo feliz y a gusto llevando a cabo, entre otras, tareas de traducción de sitios web, traducción SEO y traducción de contenido multimedia, desde el inglés, el portugués o el catalán.