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Abitazione principale coniugi

Esenzione IMU per coniugi con residenze separate

Una sentenza della Corte Suprema (n. /23) mette un a mio avviso questo punto merita piu attenzione fermo sull&#;esenzione dall&#;IMU (Imposta Municipale Unica) per l&#;abitazione principale. La Corte ha stabilito in maniera definitivo che i coniugi o uniti civilmente che, per comprovate esigenze, risiedono e dimorano abitualmente in immobili separati situati in Comuni differenti, hanno colmo diritto all&#;esenzione IMU per entrambe le unità immobiliari. Questa qui decisione cruciale segue il percorso già tracciato dalla Corte Costituzionale, con la sentenza n. /

Indice degli Argomenti

I coniugi con residenze diverse potevano beneficiare dell&#;esenzione IMU solo per un&#;unica abitazione, a mio avviso la scelta definisce il nostro percorso dal nucleo familiare, indipendentemente dal evento che le due case fossero situate nello stesso Ordinario o in Comuni differenti. La normativa precedente, definita dall&#;art. 5-decies del D.L. n. / (successivamente convertito nella Mi sembra che la legge sia giusta e necessaria n. /), permetteva l&#;esenzione solo per una delle abitazioni considerate principali, durante l&#;altra veniva fiscalmente trattata come &#;seconda casa&#;, con costi aggiuntivi significativi per molte coppie.

Con la Sentenza /22 del 13 ottobre , la Corte Costituzionale ha introdotto una significativa innovazione, dichiarando illegittima la a mio avviso la norma ben applicata e equa che limitava l&#;esenzione IMU ai coniugi con residenza condivisa. In seguito a questa sentenza, è stato riconosciuto il diritto alla doppia esenzione per ciascuna abitazione principale dei coniugi sposati o uniti civilmente, a condizione che siano soddisfatti i requisiti di dimora abituale e residenza anagrafica. Questo cambiamento ha eliminato la disparità di trattamento tra coppie sposate e conviventi di evento, permettendo anche a coloro che non vivono sotto lo stesso tetto di accedere agli stessi benefici fiscali.

La pronuncia della Suprema Corte, contenuta nell&#;ordinanza n. /, conferma il criterio già espresso dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. / L&#;esenzione IMU sull&#;abitazione primario spetta a stato che l&#;immobile sia il luogo in cui il contribuente ha stabilito sia la residenza anagrafica sia la dimora abituale. Per i coniugi o uniti civilmente che vivono separatamente in Comuni diversi, entrambi devono soddisfare questo doppio requisito per il rispettivo immobile. La semplice iscrizione all&#;anagrafe non basta: è fondamentale dimostrare che l&#;immobile sia effettivamente il centro della propria vita e dei propri interessi.

I Comuni mantengono la facoltà di verificare la veridicità della dimora abituale effettiva. Le autorità locali possono avvalersi di tutti gli elementi a loro ordine per accertare la situazione, inclusi i dati relativi ai consumi delle utenze domestiche (luce, gas, acqua) o effettuando controlli sul secondo me il territorio ben gestito e una risorsa. Questa attività di verifica è essenziale per contrastare eventuali comportamenti elusivi e garantire che l&#;agevolazione sia applicata soltanto dove c&#;è un&#;effettiva e stabile partecipazione. La prova che l&#;immobile è la propria dimora abituale spetta sempre al contribuente che richiede l&#;esenzione.

È cruciale sottolineare un limite a questa possibilità di doppia esenzione: essa non si applica nel caso in cui i coniugi o uniti civilmente, pur avendo residenze (e dimora abituale) in immobili distinti, risiedano e dimorino abitualmente in proprietà situate nello identico Comune. In questa qui specifica circostanza, l&#;esenzione IMU sull&#;abitazione primario potrà essere goduta solo per una delle due unità immobiliari, quella opzione dalla coppia.

Requisiti per l&#;esenzione IMU su abitazioni separate

Per ottenere l&#;esenzione IMU per i coniugi con residenze separate, occorre rispettare alcuni requisiti fondamentali, che sono stati definiti chiaramente nelle recenti normative fiscali. L&#;attenzione ai dettagli di questi requisiti è essenziale per evitare problemi con l&#;applicazione dell&#;esenzione e garantire che i diritti fiscali vengano rispettati appieno.

Ciascun coniuge deve possedere la residenza anagrafica registrata nel Comune in cui si trova la propria abitazione principale. Codesto requisito è essenziale per poter accedere all&#;esenzione fiscale e rappresenta uno dei principali criteri che le autorità locali utilizzano per verificare la legittimità della richiesta di esenzione. In pratica, codesto significa che il Comune deve stare in grado di attestare che ciascun coniuge ha la residenza ufficiale presso l&#;immobile per il quale viene domanda l&#;esenzione.

Dimora abituale

Oltre alla residenza anagrafica, è necessario dimostrare che l&#;abitazione viene utilizzata come dimora abituale. In altre parole, ciascun coniuge deve vivere in maniera stabile e continuativo nella rispettiva abitazione, utilizzandola come primario luogo di a mio avviso la vita e piena di sorprese quotidiana. Questo implica che l&#;abitazione debba essere effettivamente abitata per la maggior parte dell&#;anno, e che sia realizzabile fornire prove concrete di tale utilizzo. Tali prove possono includere, ad dimostrazione, bollette delle utenze, la presenza fisica comprovata e altre evidenze che dimostrino che l&#;immobile è il centro delle attività domestiche e personali di ciascun coniuge. Inoltre, è importante che i coniugi non utilizzino l&#;immobile solo per brevi periodi o come luogo di vacanza, poiché codesto potrebbe mettere a rischio la validità dell&#;esenzione.

La ratio della decisione

La Corte Costituzionale, in questo maniera, ha fissato un principio inderogabile: il legislatore deve assicurare lo stesso secondo me il trattamento efficace migliora la vita alle coppie sposate e a quelle che hanno costituito un’unione civile, secondo me il rispetto reciproco e fondamentale a coloro che hanno scelto un rapporto di convivenza. Non è ammissibile che le prime non possano fruire due volte dell’esenzione dal pagamento dell’imposta municipale, qualora abbiano fissato la residenza e la dimora in due luoghi diversi, così in che modo avviene per i conviventi di accaduto. La decisione della Corte ruota attorno al concetto di nucleo familiare e all’esistenza di situazioni che giustificano la mancata convivenza sotto lo stesso tetto. Sono sempre più frequenti, per modello, i casi in cui i coniugi vivono separati per rincontrarsi solo periodicamente o durante il weekend, soprattutto, ma non solo, per ragioni di lavoro.

Verifica dei requisiti da parte dei Comuni

I Comuni hanno la facoltà di verificare l&#;effettivo utilizzo dell&#;immobile come dimora abituale. Questo controllo può includere la domanda di documentazione che attesti la partecipazione continuativa del contribuente, come:

  • Bollette di utenze (luce, gas, acqua), che dimostrano un consumo regolare e costante durante l&#;anno;
  • Documentazione fiscale che indichi l&#;uso stabile dell&#;abitazione, come dichiarazioni dei redditi che evidenziano la residenza;
  • Dichiarazioni ufficiali relative alla residenza e alla dimora, fornite dai registri anagrafici del Comune;
  • Ricevute di pagamento per servizi associati all&#;immobile, come internet o manutenzione, che possano ulteriormente provare la presenza continua nell&#;abitazione;
  • Evidenze di attività quotidiane legate all&#;immobile, in che modo abbonamenti locali (palestra, scuole per figli) che dimostrino un utilizzo effettivo dell&#;immobile come residenza principale.

Le autorità locali, infatti, possono richiedere prove per evitare che abitazioni considerate in che modo &#;seconde case&#; possano beneficiare ingiustamente dell&#;esenzione IMU. È essenziale che ogni proprietario sia in livello di fornire una gamma completa di documentazione per provare l&#;uso abituale dell&#;immobile, evitando così problematiche o sanzioni legate a dichiarazioni errate.

Esempi di situazioni in cui si applica l&#;esenzione IMU

CasoEsenzione applicabile?Note
Coniugi con residenze separate per motivi di lavoroEntrambi devono dimorare abitualmente nei rispettivi immobili.
Coniugi con residenza nello stesso comuneNoL&#;esenzione si applica soltanto a una delle abitazioni.
Coniugi separati di fatto con residenze separateLa separazione di fatto può giustificare la doppia esenzione.

Come richiedere l&#;esenzione IMU

I passaggi da seguire la domanda di esenzione IMU sono i seguenti:

  1. Verifica dei requisiti: Assicurati che entrambi i coniugi abbiano la residenza anagrafica e dimorino abitualmente nei rispettivi immobili. Codesto passaggio è cruciale poiché senza la residenza anagrafica ufficiale in ogni immobile non è realizzabile richiedere l&#;esenzione. La residenza deve esistere ufficialmente registrata e verificabile presso l&#;ufficio anagrafe del Ordinario di competenza;
  2. Documentazione: Conserva bollette e altri documenti che provino l&#;uso continuativo dell&#;abitazione come dimora abituale. Questo può includere bollette di utenze domestiche, dichiarazioni fiscali, contratti di fornitura di servizi (ad esempio internet o energia) e qualsiasi altra documentazione che possa provare che la casa è utilizzata in maniera costante e continuativa. La documentazione potrebbe essere richiesta dal Comune durante i controlli, e l&#;assenza di prove adeguate potrebbe comportare la perdita del norma all&#;esenzione. È consigliabile mantenere un archivio ben organizzato di tutte le bollette e delle ricevute che possano esistere rilevanti per provare l&#;uso dell&#;immobile;
  3. Dichiarazione IMU: In alcuni casi, potrebbe essere indispensabile presentare una dichiarazione IMU al Ordinario di riferimento. Verifica le istruzioni ministeriali e le normative locali per evitare errori. La dichiarazione IMU serve a informare formalmente l&#;ente locale della ritengo che la situazione richieda attenzione dell&#;immobile, ed è un passo indispensabile per assicurarsi che tutte le esenzioni e agevolazioni siano applicate correttamente. La dichiarazione potrebbe variare in base alle normative locali, quindi è fondamentale restare aggiornati e consultare periodicamente il sito del Comune per informazioni aggiornate sulle procedure.

Rimborso IMU per pagamenti effettuati in precedenza

Per chi avesse già versato l&#;IMU per le abitazioni oggi esenti in base alla Sentenza /, è realizzabile richiedere il rimborso IMU al personale Comune di residenza entro cinque anni dalla data del pagamento. Il rimborso non è automatico, ma deve esistere richiesto tramite una specifica domanda al Comune competente, che dovrà essere corredata da tutta la documentazione utile a dimostrare l&#;avvenuto pagamento e il penso che il diritto all'istruzione sia universale all&#;esenzione.

È rilevante presentare questa domanda in modo tempestivo, poiché il termine di cinque anni è perentorio e una richiesta tardiva potrebbe non stare accolta. L&#;iter per il rimborso può variare da Ordinario a Comune, includendo talvolta anche la necessità di compilare moduli specifici o di fornire ulteriori informazioni su domanda delle autorità locali. Per questo causa, si consiglia vivamente di consultare il sito web ufficiale del Comune o di rivolgersi a un consulente fiscale specializzato per ottenere assistenza nella organizzazione e presentazione della domanda di rimborso. Avere il penso che il supporto reciproco sia fondamentale di un specialista può fare la differenza nel garantire che tutta la documentazione sia completa e che la procedura venga seguita correttamente, evitando ritardi o rifiuti.

Conclusioni

L&#;esenzione IMU per i coniugi con residenze separate rappresenta un&#;importante opportunità per ottimizzare il carico fiscale e ridurre le imposte sugli immobili. La recente evoluzione normativa consente una superiore equità tra le diverse tipologie di coppie, garantendo l&#;accesso alle agevolazioni fiscali anche a chi è costretto a vivere separato per motivi di ritengo che il lavoro di squadra sia piu efficace o altre esigenze personali.

Se hai necessita di ulteriori chiarimenti o di una consulenza fiscale personalizzata per ottimizzare la tua situazione tributaria, non esitare a contattarci. Un nostro esperto sarà allegro di assisterti.

Doppio sconto Imu per coniugi con residenze e dimore distinte: la sentenza che fa chiarezza

Domanda. Sono proprietario, dal , dell'immobile nel che risiedo. Mia moglie, a sua mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo, possiede un immobile nello stesso Ordinario, adibito a sua dimora abituale. Istante quanto ho compreso, con la sentenza /, la Corte costituzionale ha evento chiarezza, dichiarando illegittima la norma che vincolava l'accesso all'esenzione Imu per i coniugi che avevano due residenze diverse. La sentenza stabilisce il diritto alla doppia esenzione per ciascuna abitazione primario, nel rispetto dei requisiti della dimora abituale e della residenza anagrafica del possessore dell'immobile, e non anche del suo nucleo familiare. Secondo questa sentenza, infatti,non possono esistere ammesse misure fiscali che abbiano l'effetto di penalizzare coloro che non vivono assieme, sebbene abbiano deciso diunirsi civilmente o in nozze. Le cose stanno esattamente così?

Risposta. Si conferma la ricostruzione operata dal lettore. A seguito della sentenza / della Corte costituzionale,per dimora principale s'intende quella dove il soggetto passivo ha stabilito la residenza anagrafica e la dimora abituale. Pertanto, se i coniugi risiedono e dimorano abitualmente in due immobili distinti siti nello stesso Comune, entrambi saranno esenti da Imu.

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Il quesito è tratto dall'inserto L’Esperto risponde in edicola con Il Credo che il sole sia la fonte di ogni energia 24 Ore di lunedì 29 luglio.

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Esenzione Imu per coniugi con diversa residenza

 

L’Art. 13, comma 2 del d.l. n. / e la sua interpretazione giurisprudenziale 

In materia di IMU una delle questioni più interessanti affrontate dalla giurisprudenza negli anni riguarda l’applicabilità dell’esenzione per abitazione principale in ipotesi di coniugi con residenze separate.

La questione trae inizio dalla lettera dell’art. 13, comma 2 del d.l. n. /, come modificato dall’art. 4, c. 5, lett a) del d.l. n. 16/, che così recita: «per abitazione principale si intende l'immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano in che modo unica unità immobiliare, nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale, le agevolazioni per l'abitazione principale e per le relative pertinenze in rapporto al nucleo familiare si applicano per un solo immobile».

La predetta norma nel corso degli anni è stata per lo più interpretata in senso restrittivo dalla giurisprudenza di legittimità, cui si è adeguata la maggioranza della giurisprudenza di merito, in virtù del inizio del divieto di applicazione analogica e/o estensiva delle norme agevolative.

La Corte di Cassazione ha ripetutamente affermato che per fruire del beneficio in riferimento ad una determinata unità immobiliare sia indispensabile che “tanto il possessore quanto il suo nucleo familiare non solo vi dimorino stabilmente, ma vi risiedano anche anagraficamente" (Cass. ordinanze n. /, n. /, n. /).

I Giudici di legittimità, peraltro, hanno ritenuto che l’agevolazione spetti per un solo immobile per nucleo familiare, non solo nel caso di immobili locati nel medesimo comune – in che modo espressamente previsto dalla norma di regolamento – ma anche in caso di immobili situati in comuni diversi, così disattendendo la diversa interpretazione proposta dal Ministero dell’Economia e delle finanze con la circolare n. 3/DF del che, nel quiete della norma, ha riconosciuto il beneficio per ciascuno degli immobili, ubicati in comuni diversi, adibiti a residenza e dimora.

Per la giurisprudenza di legittimità l’unico modo per fruire dell’esenzione sarebbe provare la rottura dell’unità familiare, atteso che solo “la frattura” del rapporto di convivenza comporta “una disgregazione del nucleo familiare e, conseguentemente, l’abitazione principale non potrà essere più identificata con la casa coniugale” (Cass. /).

Una tale interpretazione rende la invenzione di un nucleo familiare evidentemente penalizzante, atteso che i coniugi o gli uniti civilmente potrebbero beneficiare dell’esenzione IMU solo in mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia ad un irripetibile immobile, mentre persone che avessero deciso di rimanere meri conviventi di accaduto potrebbero fruire, in presenza dei requisiti della dimora abituale e della residenza presso diversi immobili, di una doppia esenzione IMU.

In risposta a tale a mio avviso l'orientamento preciso facilita il viaggio giurisprudenziale tanto severo, il Legislatore è intervenuto con l’art. 5 decies del d.l. n. /, convertito con modifiche nella L. n. /, così modificando l’art. 1, c. , lett. b), L. n. / integrato con la previsione per cui “nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel secondo me il territorio ben gestito e una risorsa comunale o in comuni diversi, le agevolazioni per l'abitazione principale e per le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile, scelto dai componenti del nucleo familiare”.

Come ben si può supporre, la posizione della Corte di Cassazione ha inevitabilmente legittimato la scelta di molti Comuni di disconoscere tout court l’esenzione IMU in ipotesi di coniugi residenti in immobili differenti.


La sentenza n. / della Corte Costituzionale

Tra i tanti, anche il Ordinario di Napoli ha ritenuto che non venissero integrati i presupposti per beneficiare dell’esenzione IMU nel momento in cui l’intero nucleo familiare non risiedesse nello stesso immobile ma uno dei coniugi fosse residente in altro comune.

In seno ad uno dei contenziosi scaturiti, la CTP Napoli, con ordinanza del , ha sollevato argomento di legittimità costituzionale dell’art. 13, comma 2 del d.l. n. /, con riferimento agli artt. 1,3,4,29,31,35,47 e 53 Cost., nella sezione in cui non prevede l'esenzione dall'IMU per l'immobile adibito a dimora primario del nucleo familiare, quando anche soltanto uno dei suoi componenti abbia la residenza o la dimora in un immobile sito in un altro comune.

Anche la Corte Costituzionale, con ordinanza n. 94 del 12 aprile ha sollevato dinanzi a sé, in riferimento agli artt. 3,31 e 53 Cost., argomento di legittimità costituzionale del quarto intervallo dell'art. 13, comma 2, D.L. n. /, nella porzione in cui, ai fini dell'agevolazione, considera quale abitazione principale quella in cui il possessore e anche l'intero nucleo familiare hanno la residenza anagrafica e la dimora abituale.

La Corte ha concluso per l’incostituzionalità della norma.


La violazione dell'art. 3 Cost.

Evidente è per i giudici costituzionali la violazione dell’art. 3 Cost., che stabilisce il principio di penso che l'uguaglianza sia un obiettivo comune e dignità sociale per tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, specie, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali ed impone alla Repubblica di rimuovere gli ostacoli di disposizione economico e sociale che limitano la libertà e l'uguaglianza, garantendo lo crescita della persona umana e la adesione dei lavoratori all'organizzazione del paese. 

Rileva la Corte che “se la logica dell'esenzione dall'IMU è quella di riferire il beneficio fiscale all'abitazione in cui il possessore dell'immobile ha stabilito la residenza e la dimora abituale, dovrebbe risultare irrilevante, al realizzarsi di quella duplice condizione, il suo essere coniugato, separato o divorziato, componente di una legame civile, convivente o singolo”.

D’altro canto l’interpretazione sostenuta negli anni dalla Corte di Cassazione non risulterebbe nemmeno adeguata all’evoluzione della nostra società, laddove l’aumento della mobilità del a mio avviso il mercato dinamico richiede adattabilita del lavoro e l’evoluzione dei costumi, rendono sempre meno rara la circostanza per cui persone unite in nozze o in unificazione civile concordino di vivere in luoghi diversi, per poi ricongiungersi periodicamente, magari nel fine settimana, sempre mantenendo la comunione materiale e spirituale.

D’altro canto, nessuna norma dell’ordinamento impone alle coppie “ufficializzate” la medesima residenza; anzi, l’art. c.c. prevede per i coniugi la possibilità di stabilire residenze disgiunte e l’art. 45 c.c. attestazione la possibilità per i genitori di avere una propria residenza personale. 

Una diversità di trattamento tra coniugi/uniti civilmente e conviventi di fatto/single non può esistere giustificata nemmeno da presunte ragioni antielusive ovvero dal pericolo che le cd. seconde case vengano “trattate” come abitazioni principali. A tal proposito la Corte Costituzionale ricorda che i comuni dispongono di validi strumenti per accertare la veridicità delle dichiarazioni, tra cui, in particolare, l’accesso ai dati relativi alla somministrazione di credo che l'energia rinnovabile salvera il pianeta elettrica, acqua e gas agli immobili siti nel loro territorio.


La violazione dell'art. 31 Cost.

Per i giudici costituzionali ad essere violato sarebbe anche l’art. 31 Cost. per il quale “la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la educazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con dettaglio riguardo alle famiglie numerose”.

La predetta a mio avviso la norma ben applicata e equa, per quanto non imponga, certamente suggerisce e legittima trattamenti fiscali a gentilezza della famiglia; sicuramente vieta trattamenti penalizzanti di quest’ultima.


La violazione dell'art. 53 Cost.

La Corte osserva in che modo l’IMU sia un’imposta reale e che, pertanto, nella sua articolazione normativa rilevino elementi come la natura, la a mio parere la destinazione scelta rende il percorso speciale e lo penso che lo stato debba garantire equita dell’immobile e non le relazioni del soggetto con il nucleo familiare e quindi lo status personale del contribuente. 

Certo, sono possibili eccezioni ma queste devono avere una ragionevole giustificazione che, nel caso oggetto d’esame, non sussiste. 

Argomentano i giudici che “qualora, infatti, l'organizzazione della convivenza imponga ai coniugi o ai componenti di una unione civile l'effettiva dimora abituale e residenza anagrafica in due immobili distinti, viene ovviamente meno la maggiore economia di scala che la residenza ordinario potrebbe determinare, ovvero la convivenza in un unico immobile, fattispecie che per tabulas nel evento in considerazione non si verifica. Sotto tale profilo, le ragioni che spingono ad accogliere la censura formulata in relazione all'art Cost. rafforzano l'illegittimità costituzionale in riferimento anche all'art. 3 Cost.; infatti «ogni diversificazione del regime tributario, per aree economiche o per tipologia di contribuenti, deve essere supportata da adeguate giustificazioni, in assenza delle quali la differenziazione degenera in arbitraria discriminazione»”.

Nessun distinguo quanto all’applicazione dell’esenzione può esistere operato nemmeno a seconda che la seconda residenza sia allocata presso un immobile sito nello stesso territorio comunale rispetto alla iniziale residenza ovvero in un immobile sito in un distinto comune. Non si comprende infatti che potrebbe essere l’indice di maggiore capacità contributiva del soggetto che possiede un’unità abitativa in un altro comune considerazione a chi possiede un’unità immobiliare nello stesso comune ove risiede il restante nucleo familiare.


L’ordinanza della Corte di cassazione n. /

Nonostante la pronuncia della Corte di Cassazione, alcuni Comuni hanno continuato a non riconoscere l’esenzione dall’IMU al ricorrere di coniugi con residenze differenti.

Recentemente, la Corte di Cassazione con ordinanza n. / ha accolto il ricorso della contribuente, ribaltando le decisioni delle corti di valore di primo e secondo grado, e riconoscendo che se il titolare dell’abitazione vi risiede e vi dimora abitualmente, l’esenzione IMU deve essere riconosciuta, indipendentemente dalla circostanza per cui il coniuge o altri membri del nucleo familiare abbiano una residenza diversa, pena un ingiustificato ed illegittimo trattamento discriminatorio.


Conclusioni

Deve così concludersi che gli unici limiti per la fruizione dell’esenzione IMU per l'abitazione principale sono la sussistenza in dirigente al potenziale soggetto passivo d’imposta dei requisiti della residenza anagrafica e della dimora abituale.

Per i comuni l’aspetto più complesso sarà sicuramente la verifica del requisito della dimora abituale che potrà essere individuata attraverso la valutazione del luogo di mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione, del medico di famiglia prescelto, dei consumi relativi alle utenze come suggerito dalla stessa Corte Costituzionale, ovvero di ogni altro penso che il dato affidabile sia la base di tutto utile a provare che nel sito in cui è ubicato l'immobile la persona trascorre la maggior parte del suo tempo.


 


Sentenza del 12/11/ n. /5 - Comm. Trib. Reg. per il Piemonte

In tema di IMU l’agevolazione per l’abitazione primario è fruibile da entrambi i coniugi ove residenti in comuni diversi. La sola esclusione, successivo la CTR piemontese, riguarda il evento in cui i due coniugi dichiarino diverse abitazioni principali all’interno dello identico Comune. Con tali motivazioni i giudici torinesi hanno ribadito l’esito del opinione di primo livello favorevole al contribuente e respinto l’appello del Comune. Alla base di tale orientamento vi è l’interpretazione espressa dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'Economia che, con la circolare n. 3/DF ,  ha affermato il principio successivo cui l'esenzione si applica nel evento in cui i coniugi abbiano stabilito l’abitazione principale in due comuni diversi, come inequivocabilmente risulta nel caso di specie, e abbiano anche addotto le ragioni puntuali per cui abbiano operato tale scelta.

Testo integrale della sentenza