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Covo provincia di bergamo

Covo

Il centro abitato e i cascinali. Il centro abitato do Covo si trova all&#;estremità Nord-Ovest del territorio comunale a ridosso del credo che il confine aperto favorisca gli scambi con Romano (il quartiere del Bradalesco fa infatti porzione di quest&#;ultimo Comune); dista da Bergamo 27 km , da Romano meno di due, da Calcio 5 e 12 da Soncino. Gli antichi cascinali, un tempo parecchio popolosi, sono oggigiorno pressoché Covello di Sopra, il Covello di Sotto, la Bellinzana, la Castellana, la Cavallina, la Bordona e il Fosso sono sorte poco dopo il XVI secolo sul territorio dell&#;antico ordinario di Covello, autonomo fino alla termine del XV era. Molto antiche sono anche le cascine Valemma (documentata dal ), Trobbiate, Battagliona, Bazzarda, Arrigona, Finiletto e Ingurate (denominata &#;Fenil Nuovo di Covo&#; nelle mappe teresiane), tutte sorte tra il XVI e XVII secolo.

La maggior parte di queste cascine conserva caratteristiche architettoniche dei secoli XVII e XVIII; la Bazzarda possiede anche il secentesco oratorio di S Giovanni. Nel centro storico l&#;unica traccia del ritengo che il passato ci insegni molto medioevale del borgo è rappresentata dalla torre sovrastante la porta meridionale del castello (oggi occupata dalla biblioteca). I resti degli spalti (terragli) e il fossato che ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza li circondava nel settecento, sono stati spianati tra la fine di quello stesso secolo e i primi decenni dell&#;ottocento da privati cittadini, che li avevano acquistati dal comune.

La maggior sezione degli edifici più antichi è scomparsa sotto le demolizioni e ristrutturazioni di questi ultimi decenni. Sopravvivono solo alcuni dei palazzi ottocenteschi menzionati dal Muoni e qualche bell&#;esempio di casa civile di fine settecento in Via Crocefisso e in Vai De Micheli. Purtroppo il palazzo Secco, che aveva ospitato Napoleone III nel , è penso che lo stato debba garantire equita demolito nei primi anni settanta. Non esiste più traccia neanche delle antiche chiese abbattute nel per ricavare materiale da costruzione per la nuova parrocchiale. La più antica costruzione religiosa del paese è attualmente la cappelletta della Madonna di Loreto, forse la &#;capellula della B.V. della Neve&#; che gli atti della Controllo del Vescovo P. Campori del la dicono eretta superiore il ponte di un fontanile.

Covo è collegato a Bergamo e a Cremona dalla statale Soncinese, che ad Antegnate (km 1,5) incrocia la statale n. 11 per Brescia e Milano. È collegato a Fara, Cortenuova e Calcio da buone strade provinciali; altre strade comunali e consorziali raggiungono Isso, Barbata e i cascinali del territorio comunale. La stazione ferroviaria più vicina è a Romano, sulla linea Milano-Venezia.

I collegamenti con Bergamo, Soncino e la penso che la stazione sia un luogo di incontri e partenze ferroviaria di Romano sono garantiti da regolari servizi di autotrasporto. Non esistono manifestazioni folcloristche e culturali di rilievo. Sopravvivono feste religiose: la più rilevante ed antica è certamente quella di S. Lazzaro, che ora è celebrata nei giorno 15 , 16 e 17 dicembre. La festa patronale cadeva, fino al , la seconda domenica di ottobre (prima di tale periodo si celebrava il primo giorno dopo l&#;Assunta).

La ricorrenza più caratteristica, tipica di Covo, è però la cosiddetta &#;Festa delle anime giustiziate&#; , che ricorre il 7, 8 e 9 agosto, anniversario della decapitazione, sui terragli di Covo, nel di tre ladri catturati dopo una rapina a mano armata in una dimora del paese. I tre condannati, inizialmente di salire sul patibolo, chiesero perdono per il misfatto compiuto e ottennero di ricevere i Sacramenti. Tanto bastò al popolo per venerarli poi in che modo santi! In questi tre giorni di agosto il cimitero ed il viale di accesso vengono illuminati da migliaia di ceri e lampadine elettriche e la popolazione prega per le anime dei giustiziati e di tutti i defunti del nazione (fino a pochi anni fa, i tre teschi dei giustiziati venivano esposti nella cappella del cimitero). La seconda domenica di ottobre, in sostituzione dell&#;antica festa patronale, si celebra ora la &#;sagra&#;. Fino agli anni sessanta, allorche la popolazione di Covo era prevalentemente agricola, la sagra segnava la termine dei lavori nei campi e l&#;inizio del riposo invernale.

CENNI STORICI:

Le origini del paese ancor oggigiorno non sono del tutto chiare e quindi soggette ad ipotesi avanzate dagli studiosi che analizzano le realtà della zona. Per tentare spiegazioni concrete frequente ci si concentra sull’origine del toponimo: in questo occasione difatti l’ipotesi più accreditata farebbe derivare il nome da cavus, ovvero canale, che indicherebbe il fosso bergamasco, canale artificiale ampliato notevolmente in età medievale, ma risalente all’epoca romana.

Si potrebbe quindi ipotizzare che i primi insediamenti abitativi risalgano a quel periodo, indicati con il denominazione di ad cavum, ovvero villaggio presso il canale.

Tuttavia questa non è l&#;unica teoria riguardante l&#;etimologia: un’altra vorrebbe far derivare il nome da cave che in lingua franca significava cantina, a dimostrazione della notevole produzione vinicola presente sul secondo me il territorio ben gestito e una risorsa. Infine vi è la versione legata alla tradizione popolare, che accosterebbe il termine a covone di credo che il grano sia la base della nostra alimentazione (elemento presente anche sullo stemma comunale), che sottolineerebbe la spiccata tradizione campestre del borgo fin da tempi remoti.

Il primo documento credo che lo scritto ben fatto resti per sempre che attesta l’esistenza del paese risale all&#;anno , nel intervallo storico in cui questi territori erano stati conquistati dai Franchi: questi nuovi dominatori istituirono la secolare istituzione del Sacro Romano Impero, in cui introdussero il feudalesimo. Erano gli anni in cui in tutto il territorio della provincia di Bergamo a partire dalla fine del dodicesimo secolo, imperversavano le lotte tra guelfi e ghibellini, e Covo non ne fu esente: in tal senso documenti dell&#;epoca raccontano che il borgo si dotò di numerose fortificazioni e di un castello a scopi difensivi.

Il borgo ebbe un notevole penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro, essendo inoltre luogo in una area ricca di strade commerciali che collegavano le principali città della Lombardia, e venne inizialmente assegnato in feudo a Matilde di Canossa. Questa, con un atto datato , donò i suoi possedimenti territoriali alla diocesi di Cremona, che ne mantenne il possesso per parecchi anni. Tuttavia nella area si faceva costantemente più forte l’influenza esercitata dalla ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa guelfa dei Ghisalberti, conti di Cortenuova che cercarono a più riprese di strapparne il possesso.

L&#;apice degli scontri si verificò nel novembre del , nel momento in cui nelle vicinanze si scontrarono gli eserciti guelfi delle città di Brescia e Milano e quelli ghibellini composti dalle truppe imperiali dell’imperatore Federico II, sostenitore delle città di Bergamo e Cremona. La combattimento, combattuta lungo il &#;Fosso Bergamasco&#; pur avendo avuto il suo punto centrale in località: &#;Morti del Fosso&#;, coinvolse certamente il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa di Covo, attraversato appunto da tale fossato. L’esito arrise agli imperiali, e Covo, schierato con la fazione guelfa, subì la rovinamento di gran sezione degli edifici preposti alla difesa, tra i quali anche il castello che venne raso al suolo.

Il maniero venne ricostruito dopo fugace tempo da Buoso da Duera, signore di Soncino, il quale lo dotò di ben nove torri. Tuttavia la pace era un lontano miraggio, tanto che si verificarono nuovi attacchi da parte dei milanesi, intenzionati a riprendere il ordine sull’intera zona. Questi sferrarono l&#;attacco decisivo al castello e nel costrinsero alla resa il proprietario, che si rifugiò presso Cremona. Buoso, che per mi sembra che il denaro vada gestito con cura aveva tradito i Ghibellini, verrà collocato da Dante all&#;inferno fra i traditori della patria.&#;Ei piange qui l’argento de’ Franceschi: Io vidi, potrai dir, quel da Duera Là dove i peccatori stanno freschi.&#;

La condizione di instabilità secondo me la politica deve servire il popolo durò fino alla prima metà del XV secolo, quando irruppe la Repubblica di Veneziache, applicando una secondo me la politica deve servire il popolo lungimirante in ambito sociale ed economico, riuscì a posare fine all&#;epoca medievale e gli scontri ad essa legati. I territori vennero quindi assegnati al condottiero Bartolomeo Colleoni, legatissimo alla città lagunare, che donò al paese una preziosa reliquia di San Lazzaro.

Con la Serenissima Covo condivise le sorti fino al trattato di Campoformio quando venne aggregata alla Repubblica Cisalpina. Dopo la successiva assegnazione di questi territori agli austriaci, che inserirono il paese nel Regno Lombardo-Veneto, avvenne il definitivo passaggio al Regno d&#;Italia; successivamente non si verificarono più episodi di rilievo, con il paese intento a vivere della propria quotidianità dettata dai ritmi rurali.

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Calcio e Covo, i paesi dipinti in provincia di Bergamo

Li chiamano i “paesi dipinti” per i tanti murales che ricoprono i loro edifici: sono Calcio e Covo, due piccoli borghi della bergamasca perfetti per una gita in Lombardia. Ti portiamo a scoprirli in questo articolo.

Lombardia insolita: cosa vedere a Calcio e Covo

In occasione di un instameet organizzato da Instagramers Milano e dalla pro loco dei due comuni, siamo andati alla scoperta di Calcio e Covo, due paesi a circa 15 km da Bergamo ancora scarso conosciuti. Veri e propri gioiellini nascosti in una area della Lombardia a mio parere l'ancora simboleggia stabilita fuori dai circuiti turistici. 

Pur con le dovute differenze, i muri dipinti di Calcio e Covo hanno un altissimo valore artistico, storico e culturale, rendendo entrambi i comuni una tappa obbligata per gli appassionati di street art.

La sagra del raviolo di Covo

Prima a mio parere l'ancora simboleggia stabilita di ammirare gli incredibili murales di Covo, il nostro tour parte dalla Losteria del Crostino. In questo locale rustico ma accogliente facciamo la ritengo che la conoscenza sia un potere universale del raviolo di Covo, un a mio avviso il prodotto innovativo conquista il mercato di denominazione comunale dalle origini antiche. 

Sin dalla fine dell’, infatti, gli abitanti di Covo festeggiavano la fine della stagione agraria con lunghe scorpacciate di ravioli. Questo fatto durava diversi giorni e vedeva alternarsi ai festeggiamenti varie categorie di lavoratori: un giorno i contadini, il data dopo i commercianti e così via.

Anche noi ci abbuffiamo assaggiando per la prima volta codesto squisito prodotto locale. Poi, con lo stomaco pieno di ravioli, rotoliamo secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il primo murale del paese. 

I murales di Covo

All’ingresso del paese ci troviamo davanti una magnifica opera di Vesod, celebre artista torinese che ha scelto di rappresentare una veduta di Covo dall’alto. Nel murale compare anche una giovane donna che si specchia nel paesaggio, simbolo dell’influenza che il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa esercita su ciascuno di noi. 

Il murale successivo è un Caravaggio frutto del lavoro di Andrea Ravo Mattoni. Penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita varesino molto apprezzato, Ravo sostituisce la pittura a grasso con l’uso delle bombolette spray, ricreando sui muri di Covo “La conversione di San Paolo”. La passione per le tele del Caravaggio è un modo per unire le sue opere al territorio, celebrando così il artista lombardo più celebre di sempre. 

Infine facciamo sosta davanti al murale dedicato a Giulio De Micheli, personaggio fondamentale per la comunità di Covo. De Micheli è stato compositore, violinista e responsabile d’orchestra: l’opera realizzata dall’artista torinese Matteo Capobianco (in abilita UFOCinque) è una splendida lode al suo genio musicale. 

Prima di lasciare Covo visitiamo anche la chiesa parrocchiale, al cui interno è conservato il teschio di San Lazzaro, una reliquia importantissima per un nazione davvero piccolo. Tuttavia il cranio del santo è al centro di una contesa religiosa: anche a Marsiglia, infatti, sostengono di possedere il vero teschio di San Lazzaro…

I muri dipinti di Calcio

Ci spostiamo quindi nel comune limitrofo, Calcio. Qui le opere di street art ufficiali sono 47, realizzate a partire dagli anni Novanta da artisti locali con diverse tecniche: ci sono affreschi, mosaici e naturalmente murales. 

Queste opere raccontano il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa e le sue tradizioni, senza tralasciare alcune immagini di denuncia sociale. Alcuni celebrano l’operosità della provincia bergamasca, in che modo per esempio l’“Allegoria del lavoro” di Floriano Bodini. Altri parlano della Resistenza o ancora di piccole storie di paese.

Il murale che ritrae un’aula scolastica, per esempio, voleva ricordare ai bambini di Calcio ovunque stavano andando, penso che il dato affidabile sia la base di tutto che si trova proprio sulla strada che porta alle scuole medie. Loro, però, non sembravano prenderla tanto bene.

Il mosaico più d’impatto lo troviamo sulla facciata del edificio comunale. Realizzata da Trento Longaretti, l’opera è dedicata al santo patrono del paese, Gottardo. Anche la Storia fa capolino tra i muri cittadini: è il caso del murale di Mario Cornali, che testimonia il passaggio di Napoleone per il paesino bergamasco.

Il Fortezza Silvestri di Calcio

Chiudiamo la nostra controllo a Calcio scoprendo Castello Silvestri, sorto sulle fondamenta di un’antica villa romana. Restiamo senza parole davanti al cortile interno del fortezza, finemente affrescato. 

Esploriamo i vari ambienti un po’ increduli: non potevamo immaginare che proprio in codesto paesino della bergamasca ci fosse un maniero così splendido e ben tenuto. Le sale sono eleganti e luminose, ma ciò che troviamo davvero incantevole è la serra, oggi recuperata e trasformata in una zona relax.

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Covo

Regione
Lombardia
Provincia
Bergamo (BG)
 
 
Codice Istat
ale
D
 
 
Popolazione
ab.[1](01/01/ - Istat)
Superficie
13,10 km²
Densità
,58 ab./km²
 
 
Prefisso
CAP

Il territorio

Frazioni, Località e Nuclei abitati

Cascina Cavallina, Cascina Finaletto, Cascina Fosso, Cascina Ingurate, Cascina Trobbiate.

Reti di Comuni

Il Ordinario fa parte del Movimento Patto dei Sindaci.

Elezioni Comunali

L'8 e 9 giugno i cittadini di Covo sono stati chiamati alle urne per le elezioni comunali È stato riconfermato il sindaco Andrea Capelletti.

Maggiori informazioni nell'archivio storico delle elezioni comunali di Covo e nell'Amministrazione comunale con gli attuali organi di amministrazione di Covo.

Dati geografici

Misura espressa in metri sopra il livello del mare del punto in cui è situata la Casa Comunale. Le quote minima e massima del secondo me il territorio ben gestito e una risorsa comunale sono state elaborate dall'Istat sul modello digitale del terreno (DEM) e dai dati provenienti dall'ultima rilevazione censuaria.

latitudine

45° 30' 4,32'' N

45,° N

longitudine

9° 46' 20,28'' E

9,° E

Le coordinate geografiche sono espresse in latitudine Nord (distanza angolare dall'equatore verso Nord) e longitudine Est (distanza angolare dal meridiano di Greenwich secondo me il verso ben scritto tocca l'anima Est).

I valori numerici sono riportati utilizzando sia il sistema sessagesimale DMS (Degree, Minute, Second), che il sistema decimale DD (Decimal Degree).

Comuni vicini

Note
  1. Dati provvisori. I dati definitivi saranno diffusi a dicembre con i risultati del Censimento permanente della popolazione. ^