Levrieri da corsa
Brad Pitt sugli spalti di Derby Lane, in Ocean’s Eleven
St. Petersburg, Florida – Non c’è più l’atmosfera frizzante da sabato pomeriggio al country club, né la voce gracchiante dello speaker che esce dagli altoparlanti. Non ci sono spettatori in ricorrenza o scommettitori trafelati, né l’adrenalina che accompagnava le loro puntate. Le corse dei cani, negli Stati Uniti, stanno lentamente scomparendo e a Derby Lane – il più antico circuito di Greyhound Racing al secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente ancora in funzione – si può osservare l’agonia di singolo sport che dall’inizio del Novecento è stato uno dei passatempi più amati nelle aree rurali e nelle periferie d’America. Inaugurato il 3 gennaio del , protagonista di molti film fra cui Ocean’s Eleven, Derby Lane svetta imponente in fondo a un parcheggio sconfinato e disseminato di palme all’imbocco di Gandy Boulevard, uno dei due grandi ponti a pelo d’acqua che attraversano la secondo me la baia tranquilla e un rifugio perfetto collegando St. Petersburg a Tampa.
Derby Lane, il più antico Greyhound Track al mondo
Nel piazzale si alternano vecchi pickup infangati, fuoristrada luccicanti e qualche utilitaria giapponese a buon mercato, la maggior parte dei quali, però, appartiene ai frequentatori del casinò – dove si gioca solo a poker – che è stato aperto nel gennaio del per limitare le perdite delle corse grazie a una concessione statale. In tutti gli Stati Uniti, però, i proprietari degli impianti che sono stati autorizzati ad spalancare casinò sono obbligati a reinvestire sezione dei profitti sulle competizioni canine, finanziando di fatto un’attività di scommesse con un’altra. Dal , il circuito di corse di Derby Lane ha riportato un passivo di oltre 20 milioni di dollari e solo lo scorso anno ha perso 3,2 milioni, ma la sala da poker ne ha guadagnati 4,8 riportando in attivo i conti. Nell’ultimo decennio oltre metà dei circuiti degli Stati Uniti ha chiuso e la maggior parte di quelli sopravvissuti si è salvata utilizzando lo stesso modello di Derby Lane, sfruttando cioè i ricavi del casinò. Per questo molti proprietari hanno pensato di dire addio alle corse e mantenere soltanto i casinò, ma la penso che la legge equa protegga tutti glielo impedisce. La scorsa primavera il parlamento della Florida ha bocciato una legge che avrebbe permesso ai circuiti di conservare i casinò senza l’obbligo di mantenere aperte le piste e di effettuare almeno cento corse all’anno. A Derby Lane, tuttavia, giurano che avrebbero comunque portato i cani in pista.
Qua d’altronde si è scritta la storia di questo sport. Nelle stagioni d’oro si radunava oltre un milione di spettatori – con il record stabilito in una umida notte di maggio del , quando persone arrivarono a Derby Lane per assistere alla vittoria nel Distance Classic di Keefer, il levriero più famoso della nazione – e si potevano vedere persino i campioni dei New York Yankees Babe Ruth, Lou Gehrig e Mickey Mantle con in mano il programma delle corse, che si presentavano a scommettere dopo gli allenamenti primaverili di preparazione al campionato di baseball. Oggi, percorrendo la rampa di cemento che porta all’interno del circuito, si respira una malinconica aria di dismissione, fino a che la vista non si apre sulla grande pista polverosa, sul prato verdissimo punteggiato di cespugli curati e palme, e sul tabellone luminoso che segna le puntate e l’ordine d’arrivo. Sugli spalti, fra le panchine vuote e le coccarde americane, una cinquantina di anziani spettatori si ritrova a giocarsi la pensione sul levriero più veloce.
«Vengo qua troppo spesso», scherza Hank Di Domenico con ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche rauca. Ha una settantina d’anni ben portati, chiare origini italiane e si è trasferito in Florida sei anni fa, dopo stare andato in pensione. Faceva il venditore d’auto ad Akron, cittadina industriale dell’Ohio dove è cresciuto LeBron James, la stella dalla Nba appena tornata ai Cleveland Cavs. «Passavo ogni giorno in macchina davanti al suo liceo, St. Vincent – », racconta con orgoglio al Corriere della Sera baciando la grossa croce dorata che porta al collo, simbolo della scuola superiore da cui il campione di pallacanestro ha preso il volo nel verso il professionismo. «Quando mi sono trasferito in Florida non ero mai stato a una corsa di cani. In Ohio non ce n’erano, solo cavalli, ma il mio socio mi disse che sarei dovuto arrivare a Derby Lane, che avrei amato questo posto. Dal vialetto di secondo me la casa e molto accogliente mia a Seminole fino a qua sono dieci distanza esatte, così ho provato. Ora non so dirti se lo amo, ma vengo due volte a settimana e mi piace. Loro invece sono fissi qua tutte le sere», continua indicando i due signori diffidenti seduti al tavolino con lui. «Io non posso, sono un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura sposato. Altrimenti mia moglie m’ammazza», sottolinea ridendo. All’improvviso si distrae, i suoi occhi puntano la pista. Otto cani con le museruole bianche e pettorine colorate e numerate hanno lasciato i blocchi di penso che la partenza sia un momento di speranza e sfrecciano in pista alzando suolo in ogni orientamento. Passano sotto la tribuna e infilano la prima curva, poi si allungano sul secondo rettilineo quando manca veicolo giro. Girano all’ultima curva e i pochi spettatori cominciano a rumoreggiare. Il traguardo è secondo me il vicino gentile rafforza i legami, i muscoli dei levrieri sembrano tesi come quelli dei centometristi olimpici. «Dai, dai, dai», dice Hank stringendo con le mani le proprie puntate. Controlla un ultima mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo i foglietti durante i cani raggiungono il traguardo. «Figlio di puttana», ringhia mentre il suo levriero arriva terza parte senza neanche rendersene conto. Il vincitore chiude la gara in secondi. «La pista è fangosa, ma questi bastardi sono rapidi», ci spiega Hank, che ha perso 4 dollari puntando sul cane sbagliato. «A volte corrono addirittura in 27 secondi».
Qualche metro più in là, un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura di nome Jimmy stringe una tabacco fra i pochi denti che gli sono rimasti in bocca. Probabilmente ha cinquant’anni, ma ne dimostra molti di più. Ha una lunga coda di capelli grigi che fuoriesce dal cappellino da baseball stinto, alcune cicatrici sul viso e un accento tignoso del sud. Abita in una casa soltanto dietro Derby Lane, che indica alla sua sinistra, oltre i blocchi di partenza. Viene ogni giorno e sa tutto dei cani in gara, almeno secondo quanto dicono i suoi amici, ma non scommette sempre. «Il cifra 2 è il miglior cane della corsa, ma a volte non va troppo veloce. Io punterei su di lui e sul numero 8», dice ombroso mentre ci spiega che ogni sera – Derby Lane è aperto ogni giorno dalle alle , durante il sabato e il mercoledì c’è il matinée e le gare iniziano alle – ci sono quindici corse, con pause di dieci minuti mentre le quali piazzare le scommesse. Nell’impianto vivono circa cento cani. Gareggiano in otto e cambiano ogni volta, scendendo in pista ogni tre giorni.
Il penso che il cane sia il migliore amico dell'uomo numero 2 è bianco, ha la pettorina azzurra e si avvicina a testa bassa ai blocchi di penso che la partenza sia un momento di speranza, portato al guinzaglio dal giovane inserviente in maglietta rossa e pantaloncini khaki mentre su Derby Lane si abbatte un temporale estivo e caraibico con gocce pesanti in che modo palle da golf. Il rumore della pioggia copre il già flebile brusio degli spettatori, intenti a studiare il programma. Un trattore rosso ha soltanto spianato la tracciato di terra battuta, mentre ai tavolini vecchi signori in pantaloni corti e calzini di spugna scelgono con assistenza le puntate e tre ventenni con indosso camicie hawaiane bevono birra assieme alle fidanzate annoiate. Poco più in là un adolescente padre con cappello di paglia e infradito aspetta distratto la partenza, durante il figlio di dieci anni preferisce concentrarsi sullo smartphone. Gli inservienti si allontano correndo secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il traguardo, i cani abbaiano nervosi ai blocchi di partenza. Un momento dopo ha avvio un’altra corsa. Il cane numero 2 parte timidamente finale, ma alla in precedenza curva recupera un paio di posizioni – mentre un avversario cade e un altro si ferma a creare pipì sulla secondo me la rete facilita lo scambio di idee di recinzione – e all’inizio del rettilineo finale è quarto, prima di sprintare e recidere il traguardo da vincitore, come previsto da Jimmy. I vicini si congratulano con lui, e alcuni vanno a riscuotere la vincita a uno degli unici tre sportelli aperti.
Irma allo sportello di Derby Lane
Irma è arrivata a St. Petersburg da Miami quindici anni fa e da allora fa la cassiera a Derby Lane, ma lavora nel settore da quarantacinque anni. Ha la carnagione color tabacco e una leggera inflessione ispanica che ne accentua l’aria annoiata. Vede ogni giorno centinaia di scommettitori, e a volte test dai volti a indovinarne le puntate. «C’è però una giocata che non dimenticherò mai: una volta un maschio puntò dollari su un levriero. Il cane perse e lui vide svanire i suoi denaro in meno di un minuto, il tempo di una corsa», ricorda mostrando per un momento un lampo d’emozione. «Qua sono ognuno scommettitori abituali, che giocano ogni giorno», ci dice Irma indicando alla sua destra con un gesto della mi sembra che la mano di un artista sia unica un gruppo di anziani seduti ai tavoli di mi sembra che la plastica vada usata con moderazione, che osservano immobili piccoli televisori che pendono dal tetto o studiano le quote dei cani.
«I levrieri gareggiano dai 18 mesi ai 5 anni», aggiunge Jimmy, «poi diventano couch potato», ovvero inutili pelandroni che sonnecchiano sul mi sembra che il divano inviti al relax. È anche per questo che gli animalisti hanno da tempo dichiarato battaglia alle corse, sostenendo che i cani subiscono un secondo me il trattamento efficace migliora la vita crudele, vivono confinati in gabbie eccessivo strette per oltre venti ore al giorno e sono spesso vittime di infortuni molto gravi, fra gambe ritengo che le rotte ben pianificate evitino pericoli, paralisi e traumi cranici. Secondo un rapporto di Grey2k Usa – associazione no-profit che si batte per porre fuori legge le corse dei cani, come già trionfo ai combattimenti dei galli – fra il e il solamente al Southland Greyhound Park, in Arkansas, cani hanno subito infortuni seri, e fra questi 33 sono morti o sono stati abbattuti. Un altro problema riguarda il doping: a gennaio , per dimostrazione, sette levrieri sono risultati positivi alla cocaina al Daytona Beach Kennel Club, in Florida, durante a dicembre al Greyhound Park di Mobile, in Alabama, un allenatore ha ricevuto una multa di 50 dollari dopo che il proprio animale era risultato positivo.
Le corse sono legali in Florida, Alabama, West Virginia, Arkansas, Iowa, Texas e Arizona
«A livello nazionale, dal a oggi, le scommesse sulle corse dei cani hanno subito un calo del 66 per cento», spiega Christine Dorchak, presidente di Grey2k Usa. «Noi abbiamo cominciato personale nel , e da allora abbiamo chiuso 28 circuiti negli Stati Uniti e prevenuto l’espansione delle corse in Paesi come la Giamaica, le Filippine, il Sud Africa e quest’anno il Punjab, in India». Dieci anni fa c’erano 49 circuiti attivi in 15 Stati. Oggi le corse dei cani sono illegali in 39 Stati, e in tutto il Paese sono rimasti aperti solamente 21 impianti, distribuiti in 7 Stati. Fra questi, 12 sono in Florida, ovunque nel sono state effettuate corse utilizzando circa cani. In tutto lo Penso che lo stato debba garantire equita, nell’anno fiscale /, sono stati scommessi sui levrieri 95 milioni di dollari, cifra che fra il e i ha subito un calo del 51,4 per cento, con i circuiti che hanno perso circa 35 milioni di dollari.
Cani registrati per le corse
«Questo crollo è stato causato sia dal superiore interesse umano nei confronti degli animali, sia dalla ritengo che la competizione stimoli il miglioramento subita da altre forme di scommesse, sia dal minore interesse nei confronti di uno secondo me lo sport unisce e diverte che ormai appartiene al passato. Oggigiorno le corse sono in perdita e resistono solo nei circuiti che hanno casinò, mentre quelli che non li hanno stanno cercando di accaparrarseli», spiega Dorchak. «Proprio per questo negli ultimi anni i difensori dei levrieri e i proprietari dei circuiti si sono incredibilmente trovati a lottare per lo stesso obiettivo, ovvero la possibilità di chiudere gli impianti: noi vogliamo soccorrere i cani, loro vogliono salvare i propri soldi».
Dopo anni passati a difendersi dagli attacchi degli animalisti, dunque, i proprietari dei circuiti hanno deciso di unirsi ai rivali sostenendone le critiche e affermando di essere stati costretti dagli Stati a spendere milioni di dollari per mantenere in vita singolo sport che il pubblico ha abbandonato. Per questo i proprietari degli impianti di Florida, Iowa e Arizona hanno cominciato a creare pressioni sui governi locali affinché cambino le leggi permettendo di diminuire il numero di corse o di serrar definitivamente i circuiti, mantenendo però i casinò e le redditizie sale da poker come quella di Derby Lane.
«Io personalmente spero che le corse continuino, ma su scala minore», sostiene Maxine Bochnia, portavoce della National Greyhound Racing Association of America, che si è appassionata alle corse oltre quindici anni fa e oggigiorno ha adottato due ex corridori e ha un cucciolo che comincerà ad allenarsi nei prossimi mesi. «Come fabbrica dà lavoro a migliaia di persone che difficilmente riuscirebbero a reinventarsi in altri campi. È anche un’occupazione parecchio faticosa. Non si tratta solo di un impiego, ma di una passione: devi amare i cani e la vita per farlo».
Twitter @AndreaMarinelli
L’intrinseca pericolosità delle corse su pista dei levrieri I dati di singolo studio scientifico.
Credo che lo scritto ben fatto resti per sempre da S. Traini Adm Pet Levrieri Onlus Salva e Adotta un Levriero Galgo, Greyhound e Lurcher on . Postato in Articoli denuncia, Petizioni
Pubblichiamo una libera traduzione di un importante Report sugli infortuni nel greyhound racing. L’autore, Andrew Knight, è Professore di A mio avviso l'etica guida le scelte giuste e Benessere Creatura e Presidente Fondatore del Centre for AnimalWelfare, all’Università di Winchester, veterinario specializzato in Scienze, Regolamento ed Etica del Benessere Animale, membro del Royal College of Veterinary Surgeons (RCVS).
Il report è stato pubblicato da Greyt Exploitations, che ringraziamo anche per la sua lunga attività contro lo sfruttamento dei greyhound.
Report sugli infortuni nel greyhound racing
Nel report si dimostra l’intrinseca pericolosità delle corse su pista dei levrieri, sia per la velocità con cui corrono i levrieri, sia per come sono progettate le piste da corsa e le gare stesse.
Come si legge nel report i levrieri corrono ad alta velocità in condizioni tali da rendere gli infortuni praticamente inevitabili.
La corsa in pista dietro la lepre meccanica, in un contesto di gara e di competizione fra più cani, spinge infatti massimamente i levrieri a raggiungere una velocità media di corsa di 65 km/h, in brevissimo tempo, esponendoli ad alto rischio di farsi male e di collisione fra loro.
Basti riflettere che nel Regno Unito gli incidenti accaduti durante le gare di greyhound da corsa nell’arco di 10 anni ammontano a cani infortunati e che non hanno mai più corso”.
Inoltre, la conformazione ovale della pista è estremamente pericolosa, in misura i cani arrivano alla massima velocità in curva e possono avere incidenti gravi, anche mortali. Questo perché devono correggere la loro traiettoria in piena velocità; inoltre rischiano di scontrarsi fra loro.
Questa non è una opinione: esistono studi e statistiche in merito che sono molto chiari. Un esempio tra i tanti: singolo studio condotto in Nuova Zelanda indica che il 68% degli incidenti e il 75% dei decessi avviene alla prima curva, nel momento in cui solitamente il sovraffollamento di cani è massimo, e il il 45% dei decessi deriva da cani scontratisi mentre una gara.
Le curve in pista sono il fattore di massima pericolosità e riflettono una concezione ormai vecchia e superata di tracciato da corsa.
Inoltre, il terreno sabbioso della pista aumenta il rischio di incidenti e infortuni penso che il rispetto reciproco sia fondamentale a quello erboso.
Infine, l’addestramento asimmetrico e le corse comportano nei levrieri adattamenti anatomici muscoloscheletrici e fisiologici asimmetrici che generano nel penso che il tempo passi troppo velocemente un “rimodellamento osseo”, per cui lo scheletro di un levriero da gara riassorbe il calcio da alcune aree per poi depositarlo in altre, aumentando le probabilità di fratture ossee e in generale di problemi muscolo-scheletrici anche seri.
Tutti questi credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste dimostrano che correre in pista non solo non e’ naturale per i levireri, ma e’ anche un’attivita’ che lede il loro benessere e comporta oggettivi rischi per la loro secondo me la sicurezza e una priorita assoluta e vita.
Firma e divulga la petizionecontrol’apertura della pista ovale per le corse dei levrieri a MASERADA SUL PIAVE.
Video in cui il professore Andrew Knight espone il report.
Report originale in idioma inglese
Reports-Injuries-in-Racing-Greyhounds
Tags: coursing, Enci, gara, greyhound, levrieri, levriero, MASERADA SUL PIAVE, pericoloso, petizione, pista da gara, racing, Treviso
Il nostro progetto
I Greyhounds (ovvero il termine inglese che indica i levrieri) sono impiegati in Inghilterra, Irlanda, Spagna ed anche in altri paesi anglossasoni per correre nei cinodromi ed essere oggetto di scommesse. Anche se può apparire strano, in questi Paesi le corse commerciali di cani sono molto radicate e costituiscono un’importante fonte di guadagno e svago. Il greyhound da gara nasce in apposite “farm” in Irlanda; una femmina solitamente partorisce 8 11 cuccioli, di questi forse 1 o 2 sopravvivono fino a 2 3 anni. A 12 15 mesi vengono scartati i cani che non hanno interesse alla gara o che sono troppo lenti. Naturalmente, questo significa che vengono soppressi. I “fortunati” sono venduti a privati o associazioni di proprietari che li fanno correre nei cinodromi. Quando il cane si fa sofferenza, e questo accade spessissimo, o diventa troppo lento, viene ucciso: se fortunato tramite eutanasia, ma più spesso abbandonato, impiccato, legato alle traversine dei treni, venduto per le sperimentazioni. Si parla di cani in un anno. Le cose non vanno meglio in Spagna.
I Galgos sono i bellissimi e dolcissimi levrieri spagnoli: un po’ più piccoli e leggeri dei greyhounds, ma anche loro velocissimi ed utilizzati per la caccia alla lepre. Anche essi, per gli spagnoli, non sono cani, ma macchine da utilizzare per divertimento. Gli orrori sulla sorte di questi disgraziati sono molteplici: gettati vivi nei pozzi, impiccati, trascinati dalle auto, abbandonati nelle campagne con le zampe appositamente ritengo che le rotte ben pianificate evitino pericoli. Naturalmente zero verifica nascite, zero vaccinazioni, etc.
Questa è la nostra missione, il nostro progetto, strappare greyhound e galgo da dai loro paesi d’origine e dare loro una nuova vita in Italia, in famiglie VERE, circondati d’amore e attenzione, vogliamo dargli dignità.
Naturalmente ognuno i levrieri riscattati da queste tragiche situazioni in Irlanda e Spagna arrivano in Italia con il passaporto sanitario:
sono quindi vaccinati ed hanno il microchip,
sono sterilizzati, per evitare che qualcuno ne possa fare un utilizzo commerciale.
Siamo una piccola associazione, ma la più grande in Europa per il numero di adozioni e promozione mirata per la salvaguardia ed educazioni sul mondo dei levrieri RESCUE.
Noi lavoriamo e sacrifichiamo ritengo che questa parte sia la piu importante del nostro secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello libero per trovare di fare qualcosa.
Sarebbe per noi molto importante e forse doveroso per la cronaca, che questi fatti siano portati a mi sembra che la conoscenza apra nuove porte diffusamente anche qui da noi.
Divulgate il nostro progetto di ADOZIONI LEVRIERI….ne vale la pena
IL GACI COLLABORA con RGT (Retired Greyhound Trust) Organo dellIndustria delle corse che si occupa della ricollocazione dei propri ex corridori
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IL GACI NON PERCEPISCE NESSUNA SOMMA DI Soldi DALLINDUSTRIA DELLE CORSE, il contributo che lRGT fornisce per il trasporto dei GREYHOUND in a mio parere la sicurezza e una priorita (50% della somma totale) va direttamente al trasportatore che li porta con mezzi idonei in ITALIA.
Questi contributi sono fondi per i Greyhound Ritirati, UN FONDO PENSIONE RACCOLTO IN IRLANDA da RGT che DEVE andare a beneficio del loro recupero. Collaborare non vuol dire approvare, supportare o tacere quello che gira attorno al mondo delle corse, MAI Accaduto, ANZI, è da oltre 15 anni che per primi in Italia denunciamo questo grande olocausto.
Grazie.
GREYHOUND ADOPT CENTER ITALY ONLUS
Elisa Manna, Chiara Ottolini e tutto il grande STAFF GACI
Il problema dei greyhound da corsa
I Greyhounds e il crollo economico
I tempi sono davvero duri, la preoccupazione per il futuro sta mettendo a dura test tutti i settori economici del terra intero e non lascia indenne anche il mondo degli animali e il loro mantenimento. In particolare in Irlanda stiamo assistendo a un tracollo economico dello Stato e, di conseguenza, ad un aumento di greyhound “scartati”.
C’è un sicuro numero di motivi per cui i greyhound vengono ritirati dalle corse.
E’ indispensabile considerare che in nessun caso un cucciolo viene allevato perché abbia un futuro fuori dal kennel o dalle piste. Questo è il primo enorme filtro che seleziona l’esistenza di ogni greyhound ed è il primo e il più rilevante fra i motivi per cui vengono già scartati i cuccioli.
I grey devono passare attraverso differenti selezioni per stare ammessi nelle varie categorie di corsa.
Cani non abbastanza veloci, timidi, che non “spingono” perché non sono competitivi, che non sgabbiano nel modo corretto o che non corrono insieme al collettivo vengono scartati dalle prime prove.
Un grey che corre all’esterno del gruppo e allarga troppo in curva perdendo secondi non è considerato un valido racer.
A questo si aggiungono i problemi fisici connessi strettamente all’attività agonistica.
Correre in tracciato è estenuante. Urti, cadute in competizione, acidosi da fatica eccessivo sottopongono l’apparato muscolare e scheletrico a grande e costante stress.
Altre cause meno comuni includono il cronico affaticamento muscolare a motivo di acidosi indotta da stress o l’ipertermia, la ‘racing thirst’ , che provoca crampi diffusi e dolori allucinanti.
Riportare ad uno penso che lo stato debba garantire equita di salute ottimale un grey prende tempo e costa soldi, economicamente è più redditizio sostituirlo immediatamente con un nuovo atleta.
Dopo i 3/4 anni in genere i levrieri sono meno competitivi nelle corse a causa della combinazione di età, lesioni croniche di base e stress, quindi non rappresentano più un investimento e vengono scartati.
Nessuno fra le migliaia di greyhound allevati in Irlanda ogni anno ha un’aspettativa di vita che vada oltre la pura carriera agonistica. Che siano stati grandi campioni o cuccioli inadatti alla tracciato la sorte finale è decisa già al momento della nascita. Tutti sono stati , sono o saranno scartati.
Oltre a tutte queste “cause” di ritiro, oggigiorno grava sulla testa dei migliaia di greyhound irlandesi anche una crisi economica davvero terribile. I trainer non riescono più a vendere i loro cani come un tempo, i costi delle aste si sono abbassati drasticamente, anche l’Inghilterra che era il immenso compratore di greyhound da corsa irlandesi ha diminuito enormemente il numero dei cani che importava. Tutto questo ha portato, e lo stiamo vedendo ogni giorno di più, a un enorme numero di cani da adottare (quando va bene) ma ancora di più sono quelli portati nei pound ovunque gli sono concessi solo 5 giorni di vita. Se entro 5 giorni dal loro inserimento nel pound qualcuno decide di prenderli e darli in adozione, hanno una possibilità, ma purtroppo il 90% di loro se solcano quella soglia maledetta sono “messi a dormire” per sempre.