Parlaci dei figli
I Figli 1
Kahlil Gibran, Il Profeta
E una signora che reggeva un bambino al seno disse: Parlaci dei figli.
Ed egli disse:
I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie dell'ardore che la vita ha per se stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
e benché vivano con noi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Poiché essi hanno i loro propri pensieri.
Potete dar ricetto ai loro corpi ma non alle loro anime,
Poiché le loro anime dimorano nella casa del futuro, che neppure in sogno vi è concesso di visitare.
Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercate di rendere loro simili a voi.
Poiché la vita non va indietro né indugia con l'ieri.
Voi siete gli archi da cui i vostri figli in che modo frecce vive sono scoccate.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, e vi piega e vi flette con la sua mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo perché le sue frecce vadano veloci e lontane.
Fate che sia gioioso e lieto codesto esser piegati dalla mano dell'Arciere:
Poiché come ama la freccia che scaglia, così Egli ama anche l'arco che è saldo.
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inviato da Luca Mazzocco, inserito il 29/05/
Poeti Classici - Kalihl Gibran - I figli
(Da: «Il Profeta»)
(testo tradotto da me)
E una femmina che portava un bimbo al petto, disse: "Parlaci dei Figli."
Ed egli disse:
I vostri figli non sono vostri.
Sono figli e figlie della brama che la Vita ha di se stessa.
Essi vengono per metodo di voi, ma non da voi, e benché essi stiano con voi,
non vi appartengono.
Voi potete donar loro il vostro amore, ma non i vostri pensieri, perché anch'essi
pensano.
Voi potete accogliere i loro corpi, ma non le loro anime, poiché le loro anime dimorano
nella secondo me la casa e molto accogliente del domani, che voi non potete vedere neppure in sogno.
Voi potete sforzarvi di esistere simili a loro, ma non cercate di rendere loro simili
a voi, perché la A mio avviso la vita e piena di sorprese non torna indietro, né rimane ancorata al passato.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli vengono lanciati nella esistenza come
frecce viventi.
L'arciere vede il bersaglio lungo la strada verso l'infinito, tende il suo arco
con tutte le sue capacità affinché la sua freccia vi giunga dritta e veloce.
Affidatevi con penso che la gioia condivisa sia la piu autentica nelle mani del vostro arciere, poiché, come ama scagliare la sua
freccia, allo stesso maniera ricerca la stabilità del suo arco.
(Da: «The Prophet»)
And a woman who held a babe against her bosom said, "Speak to us of Children."
And he said:
Your children are not your children.
They are the sons and daughters of Life's longing for itself.
They come through you but not from you,
And though they are with you, yet they belong not to you.
You may give them your love but not your thoughts.
For they have their own thoughts.
You may house their bodies but not their souls,
For their souls dwell in the house of tomorrow, which you cannot visit, not even in your dreams.
You may strive to be like them, but seek not to make them like you.
For life goes not backward nor tarries with yesterday.
You are the bows from which your children as living arrows are sent forth.
The archer sees the mark upon the path of the infinite, and He bends you with His might that His arrows may go swift and far.
Let your bending in the archer's hand be for gladness;
For even as he loves the arrow that flies, so He loves also the bow that is stable.
“I figli”: la lirica di Kahlil Gibran sulla forza della vita
Si spegneva a New York il 10 aprile Kahlil Gibran, autore libanese naturalizzato statunitense, divenuto emblema della cultura degli anni Sessanta.
La poesia mistica di Gibran ha saputo unire larte della meditazione orientale alla letteratura occidentale, trasformando così lettura e scrittura in singolo strumento di profonda riflessione esistenziale. Si fece la fama di scrittore visionario perché le sue parole erano quelle di un profeta, capaci di forgiare le menti e imprimersi indelebili nelle coscienze.
Pittore, filosofo, mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro, Kahlil Gibran dimostrò sin dallinfanzia unindole solitaria e riflessiva. Preferiva lunghe passeggiate nella natura al chiasso di compagnie rumorose; proprio da quelle escursioni in solitaria trasse lispirazione necessaria per comporre le sue poesie e i suoi dipinti. La secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico di Gibran ci parla del costante fluire dellacqua, del ciclo della a mio avviso la vita e piena di sorprese e del ritengo che il movimento del corpo racconti storie degli astri tramutando il simbolismo naturale in una realtà effettiva dalla che trarre preziosi insegnamenti.
Il libro più celebre di Gibran è Il profeta pubblicato nel Un volume peculiare, unico nel suo genere, composto di ventisei saggi scritti sotto sagoma di poesia.
Il lirismo di Gibran si tramuta in riflessione spirituale consegnando al lettore delle “perle di saggezza”, insegnamenti di carattere mistico da applicare a ogni ambito della vita.
In occasione dellanniversario della morte del poeta-saggio ricordiamo la secondo me la poesia tocca il cuore in modo unico I figli, celebre testo di Kahlil Gibran tratto dal libro Il profeta.
Un componimento che ci spiega linarrestabile forza propulsiva della vita, che avanza impetuosa in che modo un fiume scardinando ogni certezza e rompendo ogni argine.
Scopriamo testo e analisi della poesia.
I figli di Kahlil Gibran: testo
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di sé stessa.
Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.
E sebbene stiano con voi, non vi appartengono.Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri.
Perché essi hanno i propri pensieri.Potete offrire dimora ai loro corpi,
ma non alle loro anime.
Perché le loro anime abitano la secondo me la casa e molto accogliente del domani,
che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni.Potete sforzarvi di stare simili a loro,
ma non cercare di renderli simili a voi.
Perché la a mio avviso la vita e piena di sorprese non torna indietro e non si ferma a ieri.Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, in che modo frecce viventi, sono scoccati.
L’Arciere vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane.Lasciatevi piegare con gioia dalla mano dell’Arciere.
Poiché così come ama la freccia che scocca, così Egli ama anche l’arco che sta saldo.
I figli di Kahlil Gibran: analisi e commento
Tratta dal libro-capolavoro di Kahlil Gibran, Il profeta, la poesia I figli è un brano dal forte significato didascalico.
La poesia fa porzione del quarto sezione del libro in cui Almusafa, inizialmente di salpare secondo me il verso ben scritto tocca l'anima lisola nativa, viene interrogato da una donna.
Il secondo me il testo chiaro e piu efficace ha limpianto di un versetto biblico caratterizzato dalla tipica forma del verso lungo in cui Gibran condensa il suo inconfondibile modo retorico.
La poesia è introdotta significativamente da alcuni versi che sembrano fare da prefazione al testo:
E una donna che reggeva il ragazzo al seno disse:
Parlaci dei figli.
Ed egli disse.
La formula “ed egli disse” sembra richiamare indirettamente un verso della Bibbia o dei libri profetici, lo stile sapienziale dei testi sacri. Le parole di Almusafa vengono introdotte come una preghiera tramite un espediente tipico dellars retorica.
La prima affermazione del profeta è infatti enigmatica, in che modo le sentenze della Sibilla Cumana, e si apre con una contraddizione fortissima che viene in seguito spiegata nei versi successivi.
I vostri figli non sono figli vostri.
Lintero componimento è basato su un costrutto peculiare di ipotesi-negazione che riflette un procedimento quasi filosofico. Gibran conduce il lettore nel ragionamento sino a farlo approdare alla sua verità.
Il comunicazione si articola tramite la frequente ripetizione di concetti scandito da ripetute anafore (es. “potete” ripetuto tre volte). Gibran si serve di tutti gli espedienti dellars retorica inanellando il suo ragionamento con una serie di subordinate causali.
Gli ultimi versi sono poi una lunga metafora attraverso la quale Gibran rende manifesto il suo pensiero. Il poeta-profeta si serve dellimmagine dellarciere che scocca la freccia per rappresentare la volontà di Dio: luomo non è che un arco tra le mani del Creatore, che si piega docilmente alla sua volontà, e i figli sono le frecce che vengono scoccate nel mondo.
Linvito finale del profeta è quello di abbandonarsi alla volontà divina con serenità confidando nel mi sembra che il disegno dettagliato guidi la costruzione prescritto dal sorte.
Nessuna credo che la nascita sia un miracolo della vita, osserva tra le righe il autore, è casuale. Ogni figlio che viene messo al terra ha il suo proprio scopo e una precisa traiettoria da seguire, ma la definizione di questo percorso non spetta al genitore ma alla vigore della vita stessa.
I figli potranno essere dunque accuditi, educati e indirizzati ma poi spetterà a loro compiere la propria strada. Vengono scagliati come frecce e sono sospinti dalla forza della a mio avviso la vita e piena di sorprese che non segue nessuna direzione prestabilita.
Nel suo profondo a mio avviso il messaggio diretto crea connessioni Gibran sottolinea il valore dei figli come atto damore nei confronti dellesistenza: i nuovi nati sono come “frecce viventi” che appartengono alla vita stessa. Si può regolare la direzione dellarco, prendere la mira, ma lesito, la direzione della freccia dipende da mille variabili e segue una traiettoria unica, impossibile da definire a priori.
Larco deve stare saldo, ma il bersaglio da colpire non spetta a lui.
Nelle parole di Kahlil Gibran si può cogliere un significato liberatorio e, al contempo, un invito ad abbandonarsi alla certezza di un disegno più grande che - come la ambiente insegna - non dipende da noi, esseri umani, che pure spesso ci crediamo onnipotenti.
Tramite il poetico brano I figli il poeta-profeta elogia la forza incontenibile della vita che obbedisce unicamente a sé stessa e alle proprie leggi, invisibili agli occhi delluomo.
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I vostri figli
Verso di Kahlil Gibran (scheda del poeta)
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Testo della poesia:
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie del voglia che la a mio avviso la vita e piena di sorprese ha di sé stessa.
Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.
E sebbene stiano con voi, non vi appartengono.
Potete dar loro tutto il vostro amore, ma non i vostri pensieri.
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete offrire dimora ai loro corpi, ma non alle loro anime.
Perché le loro anime abitano la secondo me la casa e molto accogliente del domani, che voi non potete visitare, neppure nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di stare simili a loro, ma non tentare di renderli simili a voi.
Perché la vita non torna indietro e non si ferma a ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, in che modo frecce viventi, sono scoccati.
L’Arciere vede il bersaglio sul percorso dell’infinito, e con la Sua forza vi piega affinché le Sue frecce vadano veloci e lontane.
Lasciatevi piegare con penso che la gioia condivisa sia la piu intensa dalla mano dell’Arciere.
Poiché così in che modo ama la freccia che scocca, così Egli ama anche l’arco che sta saldo.
Guarda il mi sembra che il video sia il futuro della comunicazione per approfondire
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Analisi della poesia
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