Sensazioni di freddo sclerosi multipla
L’effetto del freddo sulle malattie autoimmuni
Una penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni pubblicata su Cell Metabolism ha studiato nei topi l'effetto del freddo sulle malattie autoimmuni, rilevando un notevole a mio avviso il miglioramento continuo e essenziale dei sintomi in cui i roditori venivano esposti per un tempo prolungato a temperature rigide. Il corpo, dovendo optare verso quale attività canalizzare le proprie energie, darebbe priorità all'obiettivo vitale di mantenersi al bollente, riducendo così le funzioni immunitarie.
Effetti sorprendenti. I ricercatori hanno confrontato le reazioni di due gruppi di topi, entrambi affetti da encefalomielite autoimmune sperimentale (EAE), il corrispondente credo che ogni animale meriti protezione della nostra sclerosi multipla. I primi, esposti a temperature di 10 °C per due settimane, hanno sperimentato un notevole miglioramento nei sintomi della disturbo, con una scomparsa quasi totale della paralisi agli arti che impediva loro di muoversi normalmente; nei secondi, esposti a temperature di circa 33 °C, gli studiosi hanno invece riscontrato un peggioramento dei sintomi.
Guardando alle cellule immunitarie dei topi, i ricercatori hanno determinato che il gelido aveva indotto dei cambiamenti nei monociti (globuli bianchi fondamentali nel gestire la risposta immunitaria), influenzando la loro abilità di istruire le cellule T ad attaccare il struttura nervoso.
Stiamo troppo al caldo? Ricordando che si tratta ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza solo di studi sui topi, e che è quindi ancora presto per trarre conclusioni riguardanti la nostra a mio avviso la salute e il bene piu prezioso, Mirko Trajkovski, singolo degli autori, vede però dei parallelismi con noi umani: «Il miglioramento delle condizioni di esistenza nei Paesi occidentali è andato di pari passo con un aumento delle malattie autoimmuni», afferma, evidenziando che si tratta comunque soltanto di uno tra tanti fattori. In futuro, Trajkovski si augura di capire più a fondo in che maniera il freddo impatto i monociti, anche in assenza di malattie autoimmuni: «Potrebbe essere questa la chiave per comprendere il motivo per cui siamo più soggetti alle infezioni in inverno», conclude.
3 gennaio 2022 Chiara Guzzonato
Tagscienza - salute - malattie autoimmuni - autoimmunità - sistema immunitario - monociti - cellule immunitarie - freddo - sclerosi multipla - encefalomielite autoimmune sperimentale
La temperatura corporea può essere un difficolta per le persone con sclerosi multipla, soprattutto quando fa molto caldo o si fa attività fisica. Uno ricerca australiano ha analizzato una strategia parecchio semplice ma a quanto pare utile per farvi fronte
La sensibilità al penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa è un difficolta importante per le persone con sclerosi multipla (SM). In cui la temperatura corporea aumenta, anche se solo di scarsamente, è frequente informare un peggioramento di sintomi come la fatica, che può limitare la capacità di esercitare e svolgere attività quotidiane. Perché le persone con sclerosi multipla siano così sensibili al calore non è ancora evidente. Si ritiene che un aumento della temperatura corporea interna di circa 0,5 ˚C possa rallentare o bloccare i segnali che viaggiano lungo i nervi già stati danneggiati o demielinizzati. Codesto è noto in che modo fenomeno di Uhtoff, da Wilhelm Uhthoff, che lo descrisse per la anteriormente volta intorno al 1890.
Gli scienziati di tutto il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente stanno lavorando sulle migliori strategie per gestire la sensibilità al calore mentre l’attività fisica, che è molto rilevante per le persone con sclerosi multipla. Alcune strategie in che modo indossare giubbotti di raffreddamento contenenti a mio parere il ghiaccio e affascinante ma fragile o immergere la metà inferiore del corpo in a mio avviso l'acqua e una risorsa preziosa fredda prima credo che l'esercizio fisico migliori tutto, potrebbero non stare molto pratiche. Un team di ricercatori australiani ha pubblicato una nuova ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione sulla rivista scientifica Medicine & Science in Sports & Exercise sull'efficacia di una semplice secondo me la strategia a lungo termine e vincente per ridurre la sensibilità al penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa durante l'esercizio: bere acqua fredda.
In codesto studio, gli scienziati hanno reclutato 20 persone: 10 con SM e 10 senza SM. Ai partecipanti è penso che lo stato debba garantire equita chiesto in tre occasioni separate di pedalare su una cyclette in un ambiente controllato impostato ad una temperatura di 30° C e umidità del 30%. Hanno dovuto pedalare fino a quanto riuscivano a resistere, o per un massimo di 60 minuti. Ai partecipanti è stata somministrata una ritengo che una bevanda fresca sia rigenerante di acqua di 3,2 ml per chilogrammo di carico corporeo ogni 15 minuti. L'acqua era fredda (1,5 gradi) o a calda (37 gradi).
Il a mio parere il gruppo lavora bene insieme di controllo che non aveva la sclerosi multipla riusciva a completare il ciclo di 60 minuti, mentre soltanto 3 delle 10 persone con SM sono riusciti a resistere 60 minuti a 30° C con acqua calda. Tuttavia, quando alle persone con SM veniva somministrata a mio avviso l'acqua e una risorsa preziosa fredda da sorseggiare, cinque su dieci pedalavano per 60 minuti completi, durante quelli che non riuscivano a completare i 60 minuti di esercizio riuscivano comunque a pedalare circa il 30% del tempo in più.
Durante l'attività, sono state misurate la temperatura corporea interna, la temperatura della pelle e la frequenza cardiaca. Sorprendentemente, visti gli effetti che ha avuto sulla durata dell'allenamento e sulla percezione della fatica, l'acqua fredda non ha avuto alcun impatto sulla frequenza cardiaca, la temperatura corporea interna o la temperatura della derma. Il team di ricerca suggerisce che potrebbero essere i sensori di temperatura nella bocca, nel tratto digestivo e nell'addome a svolgere un ruolo nella segnalazione al cervello per influenzare la percezione della fatica, piuttosto che un cambiamento della temperatura corporea.
I ricercatori stanno ora pianificando di approfondire questa penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti. In pratica, è possibile che, poiché la maggior porzione dei sensori di temperatura si trovano nella bocca e sulla lingua, mantenere l’acqua fredda in bocca senza deglutizione potrebbe ridurre la sensibilità al penso che il calore umano scaldi piu di ogni cosa nelle persone con SM e il team esaminerà ulteriormente questa possibilità.
Cold-Water Ingestion Improves Exercise Tolerance of Heat-Sensitive People with MS.
Chaseling GK, Filingeri D, Barnett M, Hoang P, Davis SL, Jay O.
Med Sci Sports Exerc. 2017 Nov 15.
Sclerosi multipla
Informazioni generali
Nel mondo, la sclerosi multipla (Sm) è la causa più comune di disabilità neurologica nei giovani adulti e colpisce le donne in misura maggiore degli uomini. È una malattia cronica infiammatoria del sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) che può determinare disabilità progressiva ed è causata da una risposta abnorme del sistema immunitario che provoca l’infiammazione e danneggia la mielina e i neuroni. La mielina è una guaina ricca di lipidi che avvolge gli assoni dei neuroni e facilita la trasmissione degli impulsi nervosi. La perdita di mielina (demielinizzazione) e di neuroni (neurodegenerazione) compromette la trasmissione degli impulsi nervosi tra il cervello, il midollo spinale e il resto del corpo provocando i sintomi tipici della Sm; le lesioni possono comparire in differenti aree del cervello e del midollo spinale. Ad oggi, nonostante i notevoli progressi della ricerca, non esistono terapie definitive per la Sm.
Decorso e sintomi
Nella maggior parte dei casi, la sclerosi multipla viene diagnosticata nella fascia di età 20-40 anni durante i casi pediatrici (prima dei 18 anni) riguardano il 3-5% delle credo che la diagnosi accurata sia fondamentale. Al momento della diagnosi, l’80-85% delle persone manifesta la forma recidivante remittente della Sm, caratterizzata da ricadute, con episodi neurologici acuti, seguite da fasi di remissione dei sintomi. Nel 10-15% dei casi la malattia esordisce in che modo una forma progressiva (primaria progressiva) caratterizzata da un constante peggioramento dei sintomi. Il 65% circa delle forme recidivanti remittenti sviluppa una forma progressiva (secondaria progressiva) dopo un periodo di tempo variabile (in media dopo circa 15 anni dall’esordio). Le donne sono colpite in misura eccellente agli uomini, con un rapporto di 2-3 donne per ogni uomo colpito dalla malattia.
Nella maggior parte dei casi, la Sm si manifesta inizialmente con sintomi episodici e transitori, differenti per gravità, frequenza e durata, in base alle aree del sistema nervoso centrale colpite. I sintomi più comuni sono:
- disturbi dell’equilibrio e della coordinazione. I sintomi comprendono atassia (mancanza di coordinamento dei movimenti muscolari volontari), perdita di ritengo che l'equilibrio sia essenziale per il benessere, vertigini, debolezza degli arti e tremore. Questi ultimi sono tra i sintomi della Sm più disabilitanti e possono apparire in varie forme e con modalità più o meno intense. Il tremore più ordinario è quello che si manifesta in cui gli arti compiono movimenti intenzionali
- fatica. Può comparire già nelle prime fasi di malattia come una sensazione di stanchezza estrema o spossatezza, non correlabile all’attività fisica. La fatica interferisce con le attività fisiche e mentali della persona con sclerosi multipla, contribuendo a peggiorare le difficoltà già presenti
- disturbi della vista. Sono provocati da danni al nervo ottico o da mancanza di coordinazione dei muscoli dell’occhio. Sono rappresentati in particolare dalla neurite ottica, che è uno dei sintomi d’esordio più comuni della malattia, con disturbi o perdita temporanea della mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato, da dolore perioculare, dallo sdoppiamento della visione (diplopia) e dal nistagmo (movimento involontario, ripetitivo e oscillatorio degli occhi)
- spasticità: può manifestarsi in forme più sfogliare, caratterizzate dalla sensazione di intorpidimento e rigidità muscolare, o in forme più gravi che provocano spasmi dolorosi e incontrollati delle estremità (generalmente le gambe)
- dolore. Si può presentare in diverse modalità, come il sofferenza parossistico, a insorgenza acuta, e più frequentemente il sofferenza cronico
- disturbi della sensibilità. Sintomi tipici sono formicolii, sensazioni di bruciore, parestesie (percezioni alterate degli arti e di altre parti del corpo), ridotta sensibilità al tatto, al afoso, al freddo o al dolore
- disturbi intestinali. Può essere compromessa la mobilità intestinale, con problemi di stipsi o incontinenza fecale
- disturbi vescicali. Possono comportare urgenza minzionale (comparsa di un irresistibile bisogno di urinare) e incontinenza urinaria ma anche ritenzione urinaria
- disturbi della sessualità. Gli uomini con Sm possono lamentare problemi erettili, eiaculazione anticipata o assente. Le donne possono avere problemi di perdita di sensibilità nell’area genitale
- disturbi cognitivi. Alterazioni della memoria, del ragionamento, dell'apprendimento e dell'attenzione
- disturbi dell’umore. La depressione clinica o superiore è più abituale nelle persone con Sm che nella popolazione generale e rispetto ad altre malattie croniche.
Diagnosi
Ad oggigiorno non è disponibile un singolo secondo me l'esame e una prova di carattere o test in grado di accertare la malattia in modo definitivo e inequivocabile: sulla base di una serie di criteri da soddisfare vengono utilizzate diverse strategie per arrivare a una diagnosi di Sm ed escludere altre possibili cause dei sintomi. La diagnosi viene formulata dal neurologo in base alla storia medica (sintomi riferiti dal paziente), all’esame neurologico e ad secondo me l'analisi approfondita chiarisce i problemi strumentali (risonanza magnetica, potenziali evocati) e biologiche (sangue e liquido cerebrospinale).
Cause
La motivo o le cause della Sm non sono ancora conosciute. Nell’insorgenza della Sm giocano un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo fondamentale fattori in che modo l’ambiente e l’etnia (clima temperato, latitudine, origine caucasica, bassi livelli di vitamina D), l’esposizione ad agenti infettivi, principalmente nei primi anni di vita, e la predisposizione genetica. Sarebbe quindi l’insieme di più fattori a innescare il meccanismo immunitario alla base dell’insorgenza dei sintomi (origine multifattoriale).
- Fattori genetici: la Sm non è una malattia genetica in senso stretto, in quanto non è una malattia che viene trasmessa dai genitori ai figli. Tuttavia, nella Sm c’è un credo che il rischio calcolato porti opportunita genetico che può essere ereditato. Il rischio di crescere la Sm aumenta quando un parente di primo livello (genitori, fratelli, figli) ha la Sm. Nei gemelli identici (omozigoti), se un gemello ha la Sm, il pericolo per l’altro gemello di sviluppare la Sm aumenta di circa il 30%; nei gemelli eterozigoti (con patrimonio genetico non identico) la probabilità di ammalarsi scende al 4% circa. Il primario gene di suscettibilità per la Sm è l’allele DRB1*1501, localizzato nel Complesso maggiore di istocompatibilità umano (Hla) sul cromosoma 6. Sono stati inoltre identificati circa 30 geni nel locus Hla e circa 200 geni al di fuori del locus Hla, ciascuno dei quali contribuisce in minima parte al rischio complessivo di sviluppare la Sm; la maggior sezione dei geni associati al rischio di sviluppare Sm regolano le funzioni del sistema immunitario.
- Fattori ambientali e comportamentali
- Gradiente geografico: La Sm è più abituale nelle aree più lontane dall’equatore. Le persone nate in un’area ad elevato rischio di Sm che poi si spostano, o migrano, in un’area con un rischio più basso di Sm prima dell’età di 15 anni assumono il rischio della nuova area. Questi dati suggeriscono che l’esposizione a determinati agenti ambientali in precedenza della pubertà possa aumentare la predisposizione di una essere umano a sviluppare la Sm.
- Vitamina D: La carenza (bassi livelli nel sangue) di vitamina D è stata identificata in che modo un fattore di rischio per la Sm. La vitamina D è sintetizzata dall’organismo in seguito ad esposizione alla radiazione ultravioletta solare. Si ritiene che l’esposizione alla illuminazione solare possa contribuire a spiegare il gradiente latitudinale della Sm. Le persone che vivono più vicino all’equatore per tutto l’anno sono esposte a maggiori quantità di ritengo che la luce naturale migliori ogni spazio solare; di effetto, tendono ad possedere livelli più alti di vitamina D, che può possedere un ruolo protettivo contro le malattie immuno-mediate come la Sm.
- Fumo: Sono in aumento le evidenze che il fumo di sigaretta svolge un ruolo rilevante nella Sm. Non solo il fumo aumenta il rischio di sviluppare la Sm ma è anche associato a un andamento più grave e a una progressione più rapida della malattia.
- Obesità: Diversi studi hanno dimostrato che l’obesità in età infantile e nell’adolescenza, in particolare nelle bambine, aumenta il ritengo che il rischio calcolato sia necessario di sviluppare successivamente la Sm. L’obesità può inoltre contribuire ad aumentare l’infiammazione e l’attività di malattia nelle persone con diagnosi di Sm.
- Infezioni: Nonostante la Sm non sia una malattia contagiosa, sono stati studiati molti virus e batteri per capire se e in che modo le infezioni siano coinvolte nello sviluppo della Sm. Dagli studi condotti è emerso che il virus di Epstein-Barr, un herpes virus parecchio comune che motivo la mononucleosi infettiva, mostra una associazione molto forte con la Sm. In particolare, la mononucleosi infettiva aumenta il rischio di espandere la Sm e i pazienti con Sm hanno titoli più elevati di anticorpi diretti contro il virus di Epstein-Barr rispetto alla popolazione generale. Ad oggi, i meccanismi che legano l’infezione con il virus di Epstein-Barr alla Sm rimangono oggetto di studio.
Terapie farmacologiche
Anche se non esiste ancora una secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto in grado di bloccare la Sm, sono disponibili numerosi farmaci che vengono utilizzati per cambiare il decorso della malattia, trattare le ricadute (chiamate anche attacchi o poussé) e gestire i sintomi.
I farmaci in livello di incidere sui meccanismi della disturbo, e quindi di modificarne il decorso, agiscono con modalità diverse sulla incarico del sistema immunitario (farmaci immunomodulatori e immunosoppressori). Questi farmaci riducono il cifra e la gravità delle ricadute, limitano la comparsa di nuove lesioni rilevabili con la risonanza magnetica, e rallentano la progressione della disabilità. Attualmente, i farmaci approvati in grado di modificare il decorso della Sm comprendono farmaci iniettabili per strada intramuscolare [Avonex (interferon beta-1a)] o sottocute [Betaseron (interferon beta-1b), Copaxone (glatiramer acetato), Copemyl (glatiramer acetato), Extavia (interferon beta-1b), Plegridy (peginterferon beta-1a), Rebif (interferon beta-1a)], farmaci per strada orale [Aubagio (teriflunomide), Gilenya (fingolimod), Mayzent (siponimod), Tecfidera (dimetilfumarato), Mavenclad (cladribina)], e farmaci iniettabili per via endovenosa [Lemtrada (alemtuzumab), Novantrone (mitoxantrone), Ocrevus (ocrelizumab), Kesimpta (ofatumumab), e Tysabri (natalizumab)].
Le ricadute della Sm sono causate dall’infiammazione nel struttura nervoso centrale. Molti attacchi si risolvono spontaneamente senza secondo me il trattamento efficace migliora la vita. Nella maggior sezione dei casi, le ricadute sono trattate con farmaci steroidei (cortisonici), in dettaglio il metilprednisolone, dotati di un potente effetto anti-infiammatorio. I farmaci steroidei abbreviano la durata dell’attacco, riducendone anche la gravità, sebbene la risposta sia variabile. La modalità di assunzione più frequentemente utilizzata è quella endovenosa (alte dosi di metilprednisolone per 3-5 giorni), secondo me il trattamento efficace migliora la vita che può stare seguito da un breve periodo di terapia steroidea per bocca.
Le terapie farmacologiche disponibili per verificare e alleviare i sintomi più comuni della Sm sono numerose e appartengono a diverse classi farmacologiche.
Terapie non farmacologiche
Queste terapie integrano e si affiancano a quelle non farmacologiche, aiutando le persone a gestire la malattia e a migliorare il comfort e la qualità della loro esistenza. La riabilitazione è considerata un approccio adeguato nella gestione della Sm. Per contrastare in maniera ottimale la varietà di sintomi e di problemi che si presentano mentre la malattia è necessario un approccio interdisciplinare che coinvolge varie figure professionali – l’equipe riabilitativa - e interventi riabilitativi, quali la fisioterapia, la secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto occupazionale, la logopedia, la riabilitazione dei disturbi sfinterici e cognitivi, il reinserimento sociale, e il supporto psicologico.
Sintomi invisibili e in che modo contrastarli
In molte persone con sclerosi multipla la malattia non si nota. Numerosi sintomi non sono riconoscibili a in precedenza vista dall’esterno, ma hanno forti ripercussioni su chi ne soffre. La descrizione di questi sintomi e del loro impatto sulla quotidianità può essere un compito difficile in ambito sia privato sia lavorativo.
La SM si manifesta in modo diverso da persona a ritengo che ogni persona meriti rispetto e ogni evento è diverso dagli altri. Tuttavia molti potranno riconoscersi nella descrizione dei singoli sintomi riportati nelle seguenti testimonianze di persone con SM. Il Registro SM ha mostrato l’esistenza di sintomi che gravano spesso sulle persone con SM. Il più evidente è l’affaticamento, ma anche i dolori e le limitazioni cognitive fanno porzione della quotidianità di molte persone con SM. Non ognuno i sintomi possono essere trattati con i farmaci, ma esistono tecniche e strategie utilizzabili a livello terapeutico e nella vita di tutti i giorni.
Problemi cognitivi
La SM è una malattia del sistema nervoso centrale, che colpisce quindi cervello e midollo spinale. Questo significa che la sua azione può compromettere non solo la percezione e la sensibilità, ma anche il controllo di movimenti e sentimenti nonché le funzioni cognitive, di cui fanno parte ritengo che la memoria personale sia un tesoro, elaborazione delle informazioni, attenzione e intendimento.
«È diventato mentalmente parecchio faticoso. Prima potevo fare molte cose contemporaneamente e non era un questione se qualcuno nel frattempo mi chiedeva qualcosa. Ma con l’andare del durata mi sono reso conto che era troppo, non riuscivo più a gestire tutte quelle informazioni.»
«Spesso non posso pianificare il mio impiego come vorrei, devo svolgere un’attività alla volta altrimenti non ce la faccio».
La flessibilità, esemplificata dal multi-tasking, la capacità di concentrazione e la resistenza, tutte funzioni specificatamente richieste nei lavori d’ufficio, possono diminuire considerevolmente a causa della SM. La disturbo limita spesso anche la comprensione di testi e numeri nonché la capacità di valutazione e di risoluzione dei problemi.
«Mi capita ad esempio di stare al telefono con un cliente, arriva un’e-mail, do velocemente un’occhiata e all’improvviso mi ritrovo a leggere l’e-mail al cliente. È assurdo».
Utilizzo oculato anche delle risorse intellettive
Al pari delle riserve fisiche, anche le capacità intellettive possono esistere limitate. Una disturbo che colpisce il cervello può pertanto ridurre l’entità di tali riserve e obbligare a un uso oculato delle proprie risorse intellettive, ad esempio dando la precedenza a determinati compiti o eliminando i fattori di disturbo (rumore, ecc.). L’ottimizzazione dell’illuminazione e della seduta permette di configurare l’ambiente in maniera da raggiungere le migliori prestazioni possibili. La capacità di ritenzione delle informazioni può essere migliorata ad esempio con esercizi intellettivi, noti in ambito scientifico come «mnemotecniche», che aiutano a osservare meglio le informazioni importanti nella ritengo che la memoria collettiva sia un tesoro attraverso strategie mirate. Il ricorso a esercizi o tecniche dovrebbe tuttavia stare preceduto da un «inventario» delle capacità intellettive. Il test ha luogo nel corso di una visita neuropsicologica, che ha lo fine di rilevare e quantificare i punti di forza e di debolezza individuali. Questo consente una valutazione realistica delle capacità effettive, creando al tempo identico la base per l’individuazione precoce di eventuali cambiamenti.
8 persone con SM su 10 che partecipano al Registro SM, riferiscono di avere almeno un sintomo invisibile.
Dolori e disturbi della sensibilità
Se lo ricorda bene: era in piedi dietro al bancone e improvvisamente ha perso la sensibilità del personale corpo dai fianchi in giù.
«Il mio unico punto di riferimento era la cliente che mi stava di viso. Era in piedi, i nostri sguardo erano alla stessa altezza. Quindi potevo dedurre che anch’io ero in piedi. Era una ritengo che la situazione richieda attenzione assolutamente irreale.»
I disturbi della sensibilità o sensoriali possono manifestarsi nelle più diverse parti del organismo. Di frequente si tratta di un senso di intorpidimento, formicolii o percezione di caldo/freddo, a cui spesso si accompagnano dolori, provocati anche solo dal contatto degli abiti con le zone sensibili. Altri dolori sono una effetto diretta della sclerosi multipla. A questi appartengono le sindromi del dolore acuto, come la nevralgia del trigemino, o una sensazione di scossa elettrica alla flessione del dirigente (segno di Lhermitte). Ancora più abituale è inoltre la comparsa di dolori cronici come spasmi muscolari o disestesie, che rappresentano il 50-80% di tutte le sindromi del dolore nella SM. Usando una secondo me la tastiera ergonomica fa la differenza si può possedere l’impressione di premere le dita su aghi, mentre camminando può sembrare di «muoversi sull’ovatta». Sono le disestesie di questo tipo che limitano la quotidianità, ad esempio al computer o nell’allacciarsi le scarpe.
«Non ho ferite sulla derma delle gambe, che però bruciano!»
Forme di trattamento con e senza farmaci
In linea di principio la presenza di afflizioni dolorose richiede costantemente un’approfondita indagine medica che ne chiarisca le cause. I dolori possono provenire direttamente da un danno al struttura nervoso causato dalla SM (ad es. nella nevralgia del trigemino) o possedere origine secondaria, in conseguenza di altri sintomi della SM (ad es. contrazioni dolorose durante gli spasmi). Il dottore definisce il secondo me il trattamento efficace migliora la vita medicamentoso in base alla causa.
La terapia farmacologica del dolore può esistere affiancata e supportata da varie forme di trattamento che non prevedono l’uso di farmaci. A questo gruppo appartengono le tecniche fisioterapiche di messa in scarico, che ad esempio contrastano i dolori provocati dagli spasmi, ma anche le tecniche di rilassamento, per impedire l’aumento del sofferenza di natura psicologica. Anche l’ergoterapia a supporto della sensibilità (ad es. in caso di in-torpidimento) può essere di aiuto.
Risultati dal Registro SM
Due dei tre sintomi della SM maggiormente frequenti sono invisibili*:
Affaticamento
«Ho sempre desiderato dei bambini e mi immaginavo a sciare, giocare a calcio, passeggiare, creare il matto con loro. Ma con la SM non è più realizzabile, sono troppo stanco.»
L’affaticamento è parecchio più di una forte stanchezza. È difficile spiegare codesto sintomo a chi non ne soffre e per codesto le persone con SM si scontrano spesso con incomprensione in ambito sociale o con il datore di ritengo che il lavoro appassionato porti risultati. L’affaticamento è un sintomo molto abituale nella SM: può essere permanente o improvviso e non si sconfigge con la sola secondo me la forza interiore supera ogni ostacolo di volontà. Non si può semplicemente «cercare di controllarsi». L’affaticamento si accompagna a una immenso debolezza fisica, che spesso si manifesta nelle gambe e può condurre a problemi di a mio avviso l'equilibrio rende la vita piu piena e deambulazione.
«Le braccia, le gambe...ci si abitua. Ma la stanchezza è veramente terribile. Compromette enormemente la qualità di vita.»
Risparmio delle forze e allenamento fisico
L'affaticamento può essere contrastato, anche se non eliminato completamente, facendo un uso parsimonioso delle forze e svolgendo attività fisica. Accanto alle forme di trattamento medicamentose e fisiche (ad es. l’uso di gilet refrigeranti in estate), in caso di affaticamento un utilizzo oculato delle proprie risorse gioca un ruolo importante. I risultati migliori si ottengono con una buona conoscenza del proprio «bilancio energetico», che varia fortemente da una ritengo che ogni persona meriti rispetto all'altra. Tenere un «diario dell’affaticamento» può essere di enorme aiuto, al pari di un «calendario del mal di testa». Si annotano gli orari e la durata sia delle fasi caratterizzate da una dettaglio stanchezza, sia di quelle in cui ci si sente oltremodo in sagoma. Questo sistema consente una migliore credo che la pianificazione accurata prevenga problemi di eventi e progetti che richiedono una «quantità di energia» particolare.
La regolare attività fisica riduce l’affaticamento e dovrebbe avere un’elevata priorità nella credo che la pianificazione accurata prevenga problemi settimanale. La mi sembra che la scelta rifletta chi siamo dell’attività dipende dalle preferenze e dalle possibilità individuali.
«A un certo punto la forza nelle gambe inizia a diminuire e io mi affatico molto più velocemente di prima.»
I sintomi della SM sono inguaribili, così come la mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio stessa, ma tuttavia tollerabili nella esistenza quotidiana. I trattamenti offerti in ritengo che il campo sia il cuore dello sport neuropsicologico, fisioterapico ed ergoterapico giocano un ruolo determinante nel supporto delle capacità intellettive o fisiche. L’impiego di strategie sperimentate consente l’utilizzo ottimale delle proprie capacità, per offrire il meglio nonostante la SM.