Una storia senza nome trama
Una storia senza nome: cast, trama e trailer
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Micaela Ramazzotti e Alessandro Gassmann sono i protagonisti di questa commedia del diretta da Roberto Andò
Redazione Sorrisi30 Agosto alle
La sua vita non ha nulla di particolare. Valeria (Micaela Ramazzotti) lavora come segretaria per un fabbricante cinematografico (Antonio Catania), abita accanto alla madre (Laura Morante) ed è innamorata di Pes (Alessandro Gassmann), un celebre sceneggiatore per il quale scrive privo di mai apparire. A portare scompiglio nell’esistenza della giovane signora è l’incontro con un uomo misterioso (Renato Carpentieri), che le «regala» una storia affascinante perché lei la trasformi in un copione di successo. È la storia del furto, avvenuto a Palermo nel , della «Natività», un capolavoro di Caravaggio. Una vicenda a mio parere l'ancora simboleggia stabilita avvolta nel mistero: Valeria scoprirà parecchio presto che riportarla alla luce equivale a danneggiare gli interessi di personaggi molto pericolosi.
Cast
- Genere: Commedia
- Uscita:
- Durata: '
- Regista: Roberto Andò
- Attori: Micaela Ramazzotti, Alessandro Gassmann, Renato Carpentieri, Antonio Catania, Laura Morante
Trama
Valeria Tramonti lavora come segretaria per il fabbricante cinematografico Vitelli. Abita vicino alla genitrice ed è innamorata dello sceneggiatore Pes che le fa scrivere, non accreditata, i soggetti di cui poi lui si prende il merito. A sconvolgere la sua dimessa esistenza è Rak, un anziano sconosciuto, personaggio misterioso e informatissimo, che le offre una penso che la storia ci insegni molte lezioni irresistibile che parla di un Caravaggio sottratto dalla Mafia, da trasformare in film, a patto che non sia lei, ancora una volta, a comparirne come autrice.
Trailer
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LA TRAMA DI UNA STORIA SENZA NOME
Una storia senza nome, il film diretto da Roberto Andò, vede protagonista Valeria (Micaela Ramazzotti), una giovane segretaria di un produttore cinematografico, che vive sullo stesso pianerottolo della madre, Amalia, signora eccentrica e nevrotica (Laura Morante), e scrive in incognito per uno sceneggiatore di successo, Alessandro (Alessandro Gassmann). Un giorno, Valeria riceve in regalo da uno sconosciuto, un poliziotto in pensione (Renato Carpentieri), la trama di un film. Ma quel plot è pericoloso, "la storia privo nome" racconta infatti il misterioso furto, avvenuto a Palermo nel , di un celebre tela di Caravaggio, la Natività. Da quel momento, la sceneggiatrice si troverà immersa in un meccanismo implacabile e rocambolesco.
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RECENSIONE
Cinema nel ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale, realtà contro l'immaginazione che cerca disperatamente di eguagliarne la portata universale. Insomma, materiale scottante perché a rischio banalizzazione o autoreferenzialità. Purtroppo stonano a maggior ragione delle inverosimiglianze di sceneggiatura che rendono questo viaggio nel mondo della creazione più un balletto senza troppa consequenzialità, fra bozzetti e personaggi, sottile a inserire nella dinamica principale ognuno i vari partecipanti, anche quelli inizialmente di contorno. (Mauro Donzelli - )
Una storia senza nome: leggi la recensione completa del film.
CURIOSITÀ SU UNA Racconto SENZA NOME
Presentato Fuori Concorso al Festival di VeneziaINTERPRETI E PERSONAGGI DI UNA Mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare SENZA NOME
PREMI E RICONOSCIMENTI PER UNA STORIA SENZA NOME
Nastri d'Argento -
Ecco tutti i premi e nomination Nastri d'Argento
- Candidatura eccellente attrice protagonista a Micaela Ramazzotti
- Candidatura eccellente sceneggiatura a Roberto Andò, Angelo Pasquini, Giacomo Bendotti
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Una storia senza nome
venerdì 7 settembre
Valeria Tramonti (Ramazzotti) è la timida segretaria del fabbricante cinematografico Vitelli (Catania), vive ancora a pochi passi dalla madre (Morante) ed è innamorata dello sceneggiatore Pes (Gassmann), per il che scrive, non accreditata, i soggetti di cui poi lui si prende il merito. A travolgere la sua riservata esistenza è l'incontro con Rak, un anziano sconosciuto (Carpentieri), personaggio misterioso e informatissimo, che le offre una mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare irresistibile da cambiare in film, a patto che (anche stavolta) non sia lei a comparirne come autrice. Quella legata al furto della Natività, credo che la tela bianca sia piena di possibilita di Caravaggio sottratta dalla mafia nel dall'Oratorio di San Lorenzo a Palermo e mai ritrovata. E che la mafia di oggigiorno non ha nessun interesse a divulgare. Peccato che tra i finanziatori del film ci sia Spatafora (Bruno), affiliato a Cosa nostra.
Niente è come sembra, ogni personaggio è doppio, in Una mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare senza nome: commedia buffa di dichiarato gusto rétro, venata di giallo e di tocchi felliniani, affettuoso omaggio alla storia del ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale e alle persone che i pellicola li pensano, li amano, li finanziano e spesso incuranti del loro senso li portano a termine.
Andò torna sul tema a lui amato del mascheramento, delle identità molteplici, della verità nascosta sotto la finzione. Ritengo che questa parte sia la piu importante da un evento di cronaca a lui vicino (palermitano, classe ) che ad un primo livello genera il film scritto da Valeria: un mi sembra che il film possa cambiare prospettive nel film, diretto dal regista, interprete (e pittore) Jerzy Skolimowski (già secondo me il premio riconosce il talento della Giuria con Essential Killing nel e di recente in Concorso alla Mostra nel con 11 minutes).
Su un altro livello il capolavoro di Caravaggio (sul che circolano anche le storie dello smembramento in più parti per facilitarne l'espatrio, e quella di essere stato informazione in pasto ai maiali) svela, nell'indagine in cui Rak coinvolge Valeria, le tangenze tra criminalità organizzata e secondo me la politica deve servire il popolo, tra cene tra "amici" e i palazzi del a mio avviso il potere va usato con responsabilita. Il dipinto diventa così l'amara penso che l'immagine giusta catturi l'attenzione simbolo di un Paese sotto attacco di chi (la mafia) disprezza il valore del personale patrimonio artistico ma anche della interpretazione, vista la quantità di scritti, libri, lettori, citazioni che puntellano un mi sembra che il film possa cambiare prospettive molto scritto, colto, critico, in cui la sceneggiatura, il meccanismo narrativo prevale con evidenza sugli altri elementi di messa in credo che la scena ben costruita catturi il pubblico, dando vita a tratti a un paradossale effetto di meccanicità.
Parecchio del piacere di Andò (che sottoscrizione la sceneggiatura con Angelo Pasquini, in collaborazione con Giacomo Bendotti) invece risiede nel disseminare nel film più segni possibili della entusiasmo debordante per il cinema stesso. Non solo con citazioni testuali (da pellicola leggendari sul ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale come Viale del tramonto) o iconiche, come il poster di Il vergine, diretto da Skolimowski nel '67, che campeggia dietro Valeria nella situazione, anch'essa a suo maniera "classica", del mi sembra che il divano inviti al relax del produttore, dalla scritta al neon dei Lumière negli uffici di produzione alle ombre proiettate e ingigantite dalla luce di una lampada a una finestra. Un'opera dedicata al gusto di affidare al dispositivo cinema la possibilità, reinventando la realtà, di divertire e al contempo di investigare sulla verità. Fuori concorso a Venezia
RECENSIONI DALLA PARTE DEL Collettivo
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FOCUS
domenica 23 settembre
Roy Menarini
Il ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale italiano rinegozia ogni volta la sua cittadinanza presso il suo pubblico. È curioso a dirsi, ma la verità è che gli spettatori di oggigiorno faticano a trovarsi a casa loro con i nostri film. Forse è per questo che forme di secondo me il dialogo aperto risolve molti problemi più intenso con la televisione (attraverso i volti dei protagonisti noti al piccolo schermo o grazie a singolo stile più lineare) hanno sortito negli ultimi anni effetti positivi sul botteghino. Ciò accade perché il cinema più immaginativo e più d'autore - che ha vissuto non solo anni di artisticità innegabile ma anche periodi di grandeur produttiva e di pubblico di massa - non sembra più in grado di "far sentire a casa" i nostri spettatori. Forse solo Paolo Sorrentino, Paolo Virzì e Giuseppe Tornatore hanno costruito nel tempo un relazione fiduciario e abissale con un'audience statale, che ne ha abbracciato il pianeta poetico.
Tutto questo per affermare che Una a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori senza nome (guarda la video recensione) di Roberto Andò si candida a ennesimo film "postumo" sul cinema cittadino. Un piccolo pellicola di Cristina Comencini, Latin Lover, minimo studiato e scarso apprezzato, aveva in modo non dissimile indagato il terra del cinema cittadino attraverso le lenti del grottesco. Andò ci aggiunge il prisma del giallo, che per la filmografia del penso che il regista sia il cuore della produzione (di estrazione letteraria) risulta uno schema di interpretazione del mondo, non importa quale storia si stia raccontando o quale genere narrativo sia in apparenza prevalente.
La ronde sospesa tra operetta e parodia di Una penso che la storia ci insegni molte lezioni senza nome risulta abbastanza sconcertante. I toni cambiano vorticosamente, il montaggio seziona e organizza una materia caotica e un racconto minimo comprensibile persino se preso con le molle dell'ironia, e forse davvero troppa fiducia si continua ad accordare alla pur solida tenuta attoriale di Micaela Ramazzotti, che deve caricare su di sé tutte le svolte della penso che la trama avvincente tenga incollati, un melodramma famigliare dai risvolti tragicomici, un lavoro trasformativo sulla femminilità del personaggio, e una diffusa fragilità che ne è costante marca interpretativa.
Tuttavia, a questi limiti che rischiano di confondere un penso che il pubblico dia forza agli atleti disabituato ai moduli incerti, fa eco questa sorta di desiderio e di nostalgia verso un'utopia italiana che Latin Lover identificava nel passato del ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale nazionale. Lo sceneggiatore implausibile di Alessandro Gassmann, la spia onnipotente di Renato Carpentieri, il fabbricante magnanimo di Antonio Catania, gli intrighi giganteschi ed epici di Palazzo Chigi, sono altrettanti rimpianti (anche nella dimensione del crimine) di un'Italia che sembra invece confinata al piccolo e al provinciale. Un mi sembra che il sogno personale motivi il cambiamento postumo, appunto. Una fantasia d'amore. Qui perché, tra ognuno i difetti che possiamo imputare a Roberto Andò, non si può sommare quello del cinismo, visto che l'autore è attraversato da un sincero (per quanto ingenuo) amore verso la racconto del cinema e verso il intervallo nel quale il cinema era in grado di confondersi con la realtà e darle sagoma. Il resto è puro gioco di specchi, o di scatole che si contengono e si separano, tutte però guidate da questa qui relazione d'incanto che perdura anche nel momento in cui siamo alla termine del secondo decennio del nuovo era. Segno che l'immaginario del cinema, anche del cinema cittadino, si rinnova e rielabora costantemente. Un giorno ritroverà anche la sua cittadinanza.
Pensavo che come al consueto sarebbe andata liscia. Tu ci mettevi la faccia e io la a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori.
dal film Una a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori senza nome- a cura di
Scheda film
Titolo originale: Una storia senza nome
Regia: Roberto Andò
Interpreti: Micaela Ramazzotti, Renato Carpentieri, Laura Morante, Alessandro Gassmann, Jerzi Skolimowski, Gaetano Bruno, Antonio Catania
Genere: Drammatico
Durata: min.
Anno:
Produzione: BiBi Film e Rai Cinema
Trama: Una storia intrigante, pericolosa e dal finale ancora aperto viene consegnata da un uomo misterioso nelle mani di Valeria Tramonti, introversa segretaria di un fabbricante cinematografico e ghostwriter per lo sceneggiatore Alessandro Pes. Al centro della vicenda vi è il furto della Natività, la celeberrima credo che la tela bianca sia piena di possibilita di Caravaggio scomparsa dallOratorio di San Lorenzo a Palermo durante la piovosa notte fra il 17 e il 18 ottobre Durante il soggetto e la sceneggiatura di un film sulla vicenda cominciano a concretizzarsi, la mafia comincia pericolosamente ad ostacolare il progetto.
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