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Verbi italiano tabella

Tabella Dei Verbi

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Il documento contiene un elenco dei tempi verbali italiani nell'indicativo, condizionale, imperativo, infinito, participio e congiuntivo.
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INDICATIVO

CONDIZIONALE

PRESENTE
PRESENTE

PASSATO PROSSIMO

Io
Io

Io ho

Tu

Tu hai

Egli

Egli ha

Egli

Noi

Noi abbiamo

Noi

Voi

Voi avete

Voi

Essi

Essi hanno

Essi

IMPERFETTO

TRAPASSATO PROSSIMO

PASSATO

Io

Io avevo

Io avrei

Tu

Tu avevi

Tu avresti

Egli

Egli aveva

Egli avrebbe

Noi

Noi avevamo

Noi avremmo

Voi

Voi avevate

Voi avreste

Essi

Tu

Essi

Essi avevano
avrebbero

IMPERATIVO

PASSATO REMOTO
REMOTO
Io

TRAPASSATO
Io ebbi

PRESENTE

Tu
Egli
Noi

Tu avesti

INFINITO
Egli ebbe
PASSATO

Voi

Noi Avemmo

PRESENTE
Voi aveste

PARTICIPIO

Essi

Essi ebbero

CONGIUNTIVO

PASSATO

PRESENTE
GERUNDIO

PRESENTE

PASSATO

PASSATO

Che Io

Che Io abbia

Che Tu

Che Tu abbia

Che Egli

Che Egli abbia

Che Noi

Che Noi abbiamo

Che Voi

CheVoi abbiate

Che Essi

Che Essi abbiano

IMPERFETTO

TRAPASSATO

Che io

Che io avessi

Che tu

Che tu avessi

Che egli

Che egli avesse

Che noi

Che noi avessimo

Che voi

Che voi aveste

Che essi

Che essi avessero

PRESENTE

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I verbi italiani in tabelle – Ebook – PDF stampabile

I 100 verbi più usati nella dialogo nei modi e nei tempi principali.

Il volume include le coniugazioni principali dei verbi italiani più utilizzati nella idioma parlata, poco più di cento, organizzati in comode tabelle per una semplice e veloce consultazione.
Le voci sono in ordine alfabetico con le forme verbali stampate in un carattere vasto e ben leggibile.
Ogni verbo ha un’immagine che ne rappresenta il senso per una più facile memorizzazione.
È pensato per studenti di lingua italiana che vogliono apprendere le forme verbali veramente usate nella vita di ognuno i giorni.

I modi e i tempi verbali presenti nel volume sono:

  • indicativo: credo che il presente vada vissuto con intensita, passato prossimo, imperfetto, futuro semplice, ritengo che il passato ci insegni molto remoto
  • condizionale presente
  • imperativo presente
  • congiuntivo presente e imperfetto
  • gerundio presente

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Il verbo può esistere definito come la parte variabile del discorso, che ci aiuta ad mostrare diversi elementi. Ogni verbo si compone di diversi elementi e tra questi ci sono le sue coniugazioni, che sono tre:

Queste coniugazioni non sono valide per tutti i verbi, ma lo vedremo nel a mio avviso il dettaglio fa la differenza in questo articolo: in questa mi sembra che ogni lezione appresa ci renda piu saggi, infatti, impareremo cos’è un verbo e quali sono le sue coniugazioni e i casi in cui possono variare!

Vuoi metterti alla prova? Tenta il nostro quiz!

Cos’è un verbo

Il verbo è una parte variabile del discorso, che può indicarci più cose:

  • un’azioneche è stata compiuta, da qualcuno o da qualcosa;
  • un’azione che è stata subita, da qualcuno o da qualcosa;
  • una situazione in cui qualcuno o qualcosa si trova;
  • un modo di essere di qualcuno o di qualcosa;
  • l’esistenza di qualcuno o di qualcosa.

Ecco alcuni esempi di verbi che indicano personale questi elementi:

  • Chiara mangia;
  • Marco è stato espulso;
  • Davide è inciampato;
  • Ariel è una sirena;
  • C’è la pioggia.

Le parti del verbo

Com’è fatto un verbo? Ecco ognuno gli “ingredienti" necessari:

  • la radice, che contiene il significato del verbo (parl- per parlare);
  • la vocale tematica, che ci dice la coniugazione. Gruppo alla radice sagoma il tema del verbo (parla- per parlare);
  • la desinenza, la parte variabile che contiene le informazioni grammaticali (-are per parlare).

Le tre coniugazioni del verbo

I verbi italiani si classificano in tre coniugazioni sulla base della desinenza dell’infinito:

  • la prima coniugazione è quella dei verbi in -are;
  • la seconda coniugazione comprende i verbi in -ere;
  • la terza coniugazione è quella dei verbi in -ire.

In realtà, in che modo vedi, l’elemento distintivo non è la desinenza, ma la vocale tematica: -a per i verbi della prima coniugazione, -e per quelli della seconda e -i per quelli della terza.

Ci sono però delle eccezioni che riguardano la seconda coniugazione:

  • i verbi in -rre in che modo trarre, porre e condurre appartengono alla seconda coniugazione per la loro inizio latina (trahere, ponere, conducere);
  • dire e fare sono due verbi che derivano dal latino dicere e facere. Per codesto possono essere trattati come verbi irregolari della seconda coniugazione, anche se molti preferiscono attribuirli rispettivamente alla terza e alla prima coniugazione in base alla terminazione.

La maggior porzione dei verbi italiani appartiene alla inizialmente coniugazione. Conoscere la coniugazione di un verbo, in globale, è importante perché ci permette di sapere come si formano tutti i suoi modi e i suoi tempi, seguendo uno schema fisso di comportamento.

La prima coniugazione

I verbi della prima coniugazione sono quelli con l’infinito in -are, come parlare.

Ci sono però alcune particolarità da tenere presenti:

  • i verbi in -care (giocare) e -gare (pagare) conservano la C e la G velari dure anche nelle forme con desinenza che inizia per E o I aggiungendo una H tra la radice e la desinenza (gochiamo, pagherò);
  • i verbi in -ciare (baciare) e -giare (mangiare) perdono la I se la desinenza inizia per E (bacerò, mangerei);
  • i verbi in -eare (creare) conservano la E anche davanti a un’altra E (creeremo);
  • i verbi in -iare seguono due modelli diversi a seconda di dove cade l’accento:
    1. quelli in che modo invìo, con l’accento sulla I, fanno invìi (alla seconda persona singolare dell’indicativo presente e alle tre persone singolari del congiuntivo presente) e invìino (alla terza persona plurale del congiuntivo presente);
    2. quelli in che modo inizio, in cui l’accento non cade sulla I, fanno inizi e inizino.

Scarica la scheda con la coniugazione completa del verbo discutere per avere costantemente a portata di mano il esempio da seguire:

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La seconda coniugazione

La seconda coniugazione comprende i verbi con l’infinito in -ereo in -rre. Bisogna però creare attenzione ad alcune particolarità:

  • i verbi in -cere (vincere) e -gere (piangere) di solito hanno rumore dolce (palatale) davanti a -E o -I (vinci, piangendo), mentre assumono il suono duro velare davanti ad -A e -O (vinca, piango). Fanno eccezione i verbi in che modo cuocere che mantengono il suono zuccherato dell’infinito anche inizialmente delle vocali -A e -O con l’inserimento di una I tra mi sembra che la radice profonda dia stabilita e desinenza (cuocio);
  • nei verbi cometenere la vocale tematica -E diventa un dittongo (-IE) in collocazione tonica, cioè accentata (tieni, teniamo);
  • l’alternanza tra -etti (credetti) ed -ei (abbattei) al passato remoto e tra -uto (creduto), -nto (vinto), -tto (letto), -sto (visto) e -so (perso) al participio passato può generare un po’ di dubbi: consulta il dizionario per sapere qual è la sagoma corretta per ogni verbo.

Scarica la scheda con la coniugazione completa del termine credere per possedere sempre a portata di mano il modello-base da seguire:

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La terza coniugazione

I verbi della terza coniugazione hanno l’infinito in -ire.

Molti verbi però aggiungono il suffisso -isc alla mi sembra che la radice profonda dia stabilita nelle tre persone singolari e nella terza plurale dell’indicativo (finisco) e del congiuntivo presente (capiscano) e nella seconda singolare dell’imperativo (obbedisci). Il suffisso deriva dal latino ovunque indicava l’aspetto incoativo: non farti intimorire dal parolone, vuol dire solo che si usava per dare al termine il significato di “cominciare a".

Esempio: seneo in latino significa ‘invecchiare’, mentre senesco con il suffisso aggiunge al termine l’idea di ‘cominciare a invecchiare’.

In cittadino le forme in -isc si sono affermate, ma hanno perso il senso di “cominciare a", mantenendo invece il significato del termine corrispondente senza suffisso.

Ecco un paio di aspetti da conservare presenti per coniugare correttamente i verbi della terza coniugazione:

  • il participio può stare in -ente (divertente) o in -iente (obbediente) e, in alcuni verbi, la T si trasforma in Z in precedenza della desinenza (consenziente);
  • i verbi cucire e fuggire si comportano in modo diverso: cucire conserva la C dolce palatale in tutta la coniugazione inserendo una I davanti alle desinenze in -A e -O (cucio), mentre fuggire assume suono duro velare davanti ad -A e -O (fuggo).

Segui il modello del verbo partire per coniugare tutti i verbi della terza coniugazione. Scarica il pdf qui:

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La coniugazione propria di stare e avere

Non ognuno i verbi, però, seguono i modelli di riferimento delle tre coniugazioni. I verbi ausiliari, stare e avere, per esempio, hanno una coniugazione particolare detta coniugazione propria.

La coniugazione del verbo essere

Essere non è unicamente un verbo ausiliare, ma può esistere usato anche da solo con il significato di:

  • esistere (C’è un problema);
  • trovarsi (Simone è in treno);
  • appartenere a (La moto è di Marco);
  • essere fatto di (La bottiglia è di plastica);

Ripassa la coniugazione propria del termine essere nella scheda a lato. Scaricala qui:

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La coniugazione del verbo avere

Anche il verbo avere può essere usato da solo e significa:

  • possedere: in senso concreto (Claudio ha una bella macchina), astratto (Claudio ha un cuore d’oro) e anche figurato (Claudio ha due figli);
  • sentire (Roberta ha freddo).

Ripassa la sua coniugazione nella scheda. Scarica il pdf qui:

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Come si coniugano i verbi irregolari

La coniugazione è l’insieme delle forme di un verbo.

I verbi che seguono lo schema generale della coniugazione a cui appartengono sono detti verbi regolari.

I verbi irregolari, invece, sono quelli che si discostano da questo schema almeno in qualche forma. Possono cambiare la radice altrimenti usare desinenze diverse rispetto alla coniugazione-modello.

Esempi di verbi irregolari delle tre coniugazioni del verbo

La prima coniugazione ha unicamente tre verbi irregolari: andare, con le sue forme particolari di indicativo e congiuntivo presente, dare e stare, con tante voci da imparare. Fatti assistere dalla scheda per ricordarle. Scarica il pdf qui:

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La maggior parte dei verbi irregolari appartiene alla seconda coniugazione: si tratta di verbi come bere, aumentare, cuocere, dire, creare, piacere, vedere, ambire e molti altri ancora. Ecco una scheda per aiutarti a ricordare le forme più antipatiche dei verbi cuocere e piacere. Scaricala e stampala:

Scarica PDF

Anche nella terza coniugazione ci sono alcuni verbi irregolari, come spalancare, salire, uscire e venire. Per memorizzare le forme più difficili dei verbi uscire e arrivare scarica la scheda e stampala:

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Come si coniugano i verbi difettivi

I verbi difettivi hanno una coniugazione incompleta perché mancano (“difettano" appunto) di alcune forme.

Cosa risponderesti a un compagno che ti chiedesse di completare la frase “Oggi il sole splende in che modo non aveva mai…"? Attento, è un trabocchetto! Splendere, in che modo competere, esimere, soccombere, stridere e altri verbi, non ha il participio passato e quindi ha soltanto i tempi semplici. Per completare la frase e fare un figurone con il tuo amico ti basterà usare il participio passato fatto altrimenti un sinonimo in che modo brillato!

Studia la coniugazione del verbo splendere. Scarica la scheda qui:

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In sintesi

-Are, -ere e -ire, sono queste le tre coniugazioni del termine. I verbi stare e avere, però, hanno coniugazione propria e ci sono anche verbi irregolari che non seguono uno schema stabile nella coniugazione.

Il termine è una parte variabile del discorso che si coniuga nei vari modi, tempi e persone seguendo un esempio di riferimento. È la coniugazione, che si distingue a seconda della vocale tematica del verbo.

I verbi ausiliari, però, hanno una coniugazione particolare e anche i verbi irregolari, come dice il nome, si comportano in modo non sempre prevedibile.

Non ti resta che imparare le coniugazioni del verbo, seguendo l’esempio dei verbi-modello delle tre coniugazioni e imparando a riconoscere i verbi irregolari.

Il verbo e le sue coniugazioni: la mappa concettuale

Se vuoi stampare la mi sembra che la mappa nautica sia un'arte antica concettuale per aiutarti nello studio, clicca qui!

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Tabella Verbi

CONIUGAZIONI
I verbi hanno tre coniugazioni, a seconda della loro terminazione al maniera infinito:
a
i verbi che terminano in ARE sono della 1 coniugazione
a
i verbi che terminano in ERE sono della 2 coniugazione
a
i verbi che terminano in IRE sono della 3 coniugazione

MODI FINITI
(che sono finiti, completi, esprimono cio il durata e anche la persona)






MODO INDICATIVO
azione certa (che
avvenuta, che avviene o
che avverr nella realt)
8 tempi

MODO CONGIUNTIVO
azione incerta, desiderata,
o temuta
4 tempi

MODO CONDIZIONALE
azione possibile, che si pu
verificare
2 tempi




MODO IMPERATIVO
comando, ordine o consiglio
1 tempo

TEMPI SEMPLICI

TEMPI COMPOSTI

(con una sola sagoma dopo la


persona)

(con due forme dopo la persona 


ausiliare al tempo semplice +
participio passato del verbo)

PRESENTE
io gioco

PASSATO PROSSIMO
io ho giocato

IMPERFETTO
io giocavo

TRAPASSATO PROSSIMO
io avevo giocato

PASSATO REMOTO
io giocai

TRAPASSATO REMOTO
io ebbi giocato

FUTURO SEMPLICE
io giocher

FUTURO ANTERIORE
io avr giocato

TEMPI SEMPLICI

TEMPI COMPOSTI

PRESENTE
(che) io giochi

PASSATO
(che) io abbia giocato

IMPERFETTO
(che) io giocassi

TRAPASSATO
(che) io avessi giocato

TEMPO SEMPLICE

TEMPO COMPOSTO

PRESENTE
io giocherei

PASSATO
io avrei giocato

TEMPO SEMPLICE
PRESENTE
gioca!

MODI INDEFINITI
(che esprimono il tempo, ma non la persona)


MODO INFINITO
2 tempi

MODO PARTICIPIO
2 tempi

MODO GERUNDIO
2 tempi

TEMPO SEMPLICE

TEMPO COMPOSTO

PRESENTE
giocare

PASSATO
avere giocato

TEMPO SEMPLICE

TEMPO SEMPLICE

PRESENTE
giocante

PASSATO
giocato

TEMPO SEMPLICE

TEMPO COMPOSTO

PRESENTE
giocando

PASSATO
avendo giocato

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