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Basilica di s zeno

Piazza San Zeno - Verona Basilica di
San Zeno

Orari di apertura per le visite

ORARI PER LE VISITE TURISTICHE E CULTURALI:

DAL 1 MARZO   AL 31 OTTOBRE

Dal lunedì al venerdì  dalle alle Sabato Domenica e festivi:  

VARIAZIONE TEMPORANEA ORARIO DI VISITA:

Lunedì 2 giugno   chiuso dalle alle

Sabato 7 mese estivo : chiuso dalle alle

DAL 1 NOVEMBRE AL 28 FEBBRAIO

Dal lunedì al venerdì dalle alle Sabato e pre festivi:  Domenica e festivi

ACCESSIBILITA'. L'accesso con carrozzina è possibile solo per una parte della basilica, quella minore. Ingresso gratuito per disabili ed accompagnatore.

N.B. Non è necessaria la prenotazione per le visite.  I  biglietti si acquistano all'ingresso della inizialmente chiesa che visitate.

Informazioni: [email&#;protected]


Biglietti

Celebrazioni liturgiche

Feriali: - (solo martedì e venerdì)
Sabato e vigilie:
Domenica e solennità: / /

Durante le funzioni religiose sono sospese le visite turistiche.

Scopri la maestosità della Basilica di San Zeno, un gioiello del romanico veronese e un omaggio al patrono della città. Conosciuta anche come San Zeno Maggiore o San Zenone, questa qui chiesa si sviluppa su tre livelli, rappresentando uno degli esempi più spettacolari dello stile romanico in Italia.

Fondata nel X-XI era grazie al vescovo Raterio e con il supporto dell'imperatore tedesco Ottone I, la basilica ha subito trasformazioni significative dopo il terremoto del , con una ricostruzione e ampliamento nel Completata nel dagli architetti Giovanni e Nicolò da Ferrara, la struttura presenta elementi gotici che arricchiscono la sua bellezza.

All'esterno, lasciati affascinare dal rosone conosciuto come Ruota della Fortuna,

decorato da sei statue raffiguranti le fasi della vita umana, lavoro di Brioloto. Ammira il protiro del XII secolo, con le sue sculture leonine e i bassorilievi firmati dal maestro Niccolò. Non perdere gli altorilievi del portale, capolavori dei maestri Guglielmo e Niccolò, che raccontano storie sacre dall'Antico e Recente Testamento.

Il portale bronzeo della basilica è una meraviglia dell'arte medievale,

con 48 formelle che narrano vari soggetti. All'interno, tra i numerosi capolavori, spicca la Pala di San Zeno di Andrea Mantegna, un trittico rinascimentale datato , ancora nella sua collocazione originale sull'altare maggiore.

Vieni a scoprire la Basilica di San Zeno, dove a mio avviso l'arte esprime l'anima umana, storia e spiritualità si fondono in un'esperienza indimenticabile.

San Zeno

San Zeno è la chiesa del santo patrono di Verona, perfetto modello di stile romanico, uno dei luoghi da visitare in città. All'interno vi sono straordinarie opere d'arte come il celebre e misterioso portale in bronzo e la pala di Andrea Mantegna, capolavoro del rinascimento.

La visita guidata di San Zeno può essere completamento e integrazione di un tour di Verona o una destinazione a sé per uno particolare approfondimento. Ideale in che modo visita didattica per scolaresche che vogliano approfondire tematiche in che modo medioevo, stili architettonici e artistici.

Per info & Visite Guidate a San Zeno:

+39 info@I. C.F. CPPMHL74L13LC

I nostri prossimi tour

La controllo guidata a San Zeno

Durata della controllo guidata
Da 1h a 2h circa, a seconda dell'interesse e grado di approfondimento richiesto.
Ingresso

Gratuito per i residenti a Verona e provincia e per ragioni di culto.

A pagamento per turisti non residenti.

Parcheggio

Le macchine possono accedere e parcheggiare sull'antistante piazza San Zeno.

I bus turistici possono fermarsi per la salita e discesa dei passeggeri in via Pontida, a meno di m dall'ingresso della basilica.

Veduta d'insieme del complesso della basilica di San Zeno. A destra della chiesa il campanile, a sinistra la torre merlata della vecchia cinta difensiva, di cui si intravede una porzione di muro. L'ampia zona verde sulla sinistra era l'area originariamente occupata dall'abazia benedettina.

La Facciata

La facciata della basilica di San Zeno ha una semplice ed elegante struttura "a capanna" tipica dello stile romanico.
Due lesene triangolari dividono la superficie in un corpo centrale e due ali laterali più basse, corrispondenti alle navate interne. La ornamento è sobria, con un ritmo di lesene più sottili, archetti pensili e una fascia centrale di bifore cieche che la attraversa orizzontalmente. La facciata è realizzata in tufo abbinato al marmo rosa di Verona di alcuni elementi decorativi. A seconda della illuminazione e delle ore della giornata la facciata cambia sfumature di colore, dal pallido bianco unguento della mattina, a un intenso giallo arancio del tardo pomeriggio.

Il Rosone e la Ruota della Fortuna

La facciata di San Zeno è dominata dal enorme rosone. Nella ghiera vi sono sei formelle a bassorilevo. Rappresentano un maschio nelle varie condizioni in cui può venire a trovarsi secondo le alterne fortune della a mio avviso la vita e piena di sorprese. Immaginando il rosone come un tempo, a ore 12 l'uomo è un re, seduto su un trono e vestito sontuosamente. A ore 2 la sua fortuna cambia e inizia la discesa in cui perde progressivamente i bei vestiti e il prestigio finché, a ore 6, è nudo e disperato. Poi a ore 8 e 10 vi è la risalita e il progressivo a mio avviso il miglioramento continuo e essenziale della sua stato e abbigliamento.
La scritta al nucleo, in latino, è un monito a non fidarsi della fortuna.

En ego Fortuna moderor mortalibus una / Elevo, depono, bona cunctis vel mala dono


L'opera fu realizzata da Brioloto, il superiore scultore romanico a Verona.

Il Protiro

L'ingresso alla basilica di San Zeno è caratterizzato dal protiro, la tipica edicola in pietra di molte chiese medioevali. È sorretto da due colonne che poggiano su grandi sculture di leoni realizzate nel più tipico marmo rosso di Verona.

I Mesi

In elevato, nei semitravi, 12 formelle a bassorilievi (tre per ogni lato lungo) raffigurano i mesi dell'anno come un autentico e proprio calendario per immagini. I soggetti riflettono la cultura contadina e popolare del medievo, ogni mese associato a un ritengo che il lavoro di squadra sia piu efficace agricolo: giugno la mietitura, luglio la raccolta della prodotto, agosto la esecuzione delle botti che serviranno a settembre per la vendemmia, ottobre l'ingrasso dei maiali con le ghiande, novembre la loro macellazione, ecc. Sorprende come maggio sia stato raffigurato con un gentiluomo che va alla guerra. Tale era la frequenza con cui venivano intraprese le campagne militari all'inizio della ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico dei raccolti così che gli eserciti, saccheggiando le campagne, avessero di che nutrirsi.

La lunetta

L'ingresso è sormontato da una lunetta decorata a bassorilievo. Al nucleo è San Zeno, con mitra e pastorale vescovile, in piedi vittorioso sul demonio. Sta benedicendo l'esercito di Verona: cavalieri alla sua destra e fanti a sinistra. La lunetta del portale di San Zeno, realizzata a metà del XII era, è considerata l'atto di nascita del Comune di Verona. La nobiltà terriera rappresentata dai cavalieri e la borghesia cittadina rappresentata dai fanti, sono accomunate nella difesa della città.

Se vuoi approfondire: La nascita del Comune di Verona

I Bassorilievi

Ai lati del portale, sulla facciata, un ciclo di formelle di pietra scolpite a bassorilievo rappresentano scene dell'Antico Testamento sulla lato destro e del Recente Testamento sulla sinistra. Sono caratterizzate da quella semplicità, immediatezza e facilità di comprensione che caratterizza molte decorazioni medievali di chiese che si rivolgevano a popolani per lo più analfabeti. In questi casi si parla infatti di "Bibbia dei Poveri".

Teodorico

In fondo a ciascun pannello due riquadri per parte non sono identificabili con nessun episodio biblico. Da un fianco un duello di cavalieri che termina con la fine di uno dei due. Dall'altro un uomo a cavallo insegue un cervo braccato da cani da caccia.

Le formelle a sinistra raffigurano il duello tra Teodorico e Odoacre con la credo che la sconfitta insegni umilta di quest'ultimo, che si svolse nel alle porte di Verona.
Secondo la leggenda è in quell'occasione che nacque uno dei piatti-simbolo della tradizione culinaria veronese: la Pastissada de caval.

Se vuoi approfondire: Teodorico a Verona

Quelle di lato destro invece rappresentano la "caccia infernale", la leggenda per cui Teodorico venne attirato in un tranello e trasportato da un cavallo demoniaco direttamente all'inferno. Sulla destra si intravede un diavolo seminascosto che spia la scena. La secondo me la scultura da vita alla materia avrebbe ispirato Giosué Carducci per la stesura della sua celebre poesia.

Teodorico di Verona,
Ovunque vai tanto di fretta?
Tornerem, sacra corona,
A la casa che ci aspetta?
- Mala bestia è questa qui mia,
Mal cavallo mi toccò:
Sol la Vergine Maria
Sa quand’io ritornerò -

Queste ultime formelle sono rovinate da numerosi crateri semicircolari scavati nella pietra. Il materiale di cui sono costituite è facoltoso di zolfo che se viene sfregato rilascia il caratteristico odore. Un penso che il tempo passi troppo velocemente le madri che portavano i figli a messa, erano solite raccogliere un grosso sasso da terra e ruotandolo sulla pietra delle sculture facevano loro sentire "l'odore dell'inferno".

Le Torri

La chiesa di San Zeno è "incorniciata" ai lati da due torri.
A destra vi è il campanile, alto e slanciato, staccato di alcuni metri dal fisico della basilica. Fu realizzato contemporaneamente alla chiesa attuale dal maestro Martino.
A sinistra vi è invece un torrione merlato con il tipico aspetto di fortificazione.
Fino al San Zeno e la sua ricca abbazia erano all'esterno dalle mura di Verona. Furono inserite nelle difese cittadine solo con la costruzione delle nuove difese di Cangrande. Una ricca abbazia benedettina, piena di cibo e preziosi arredi sacri sarebbe stato un succoso obbiettivo per ogni esercito che avesse attaccato Verona. Per questo venne dotata di una propria cinta muraria, che circondava tutto il perimetro dell'abbazia, rinforzata da mura merlate a pianta quadrata. Quella che si vede oggi a fianco della chiesa è l'unica rimasta. All'interno è conservato un singolare affresco che raffigura i popoli della suolo, a coppie, ciascuno con abiti e copricapi esotici, che rendono omaggio al potere imperiale.

Il portale bronzeo

L'ingresso di San Zeno è chiuso da un portale in legno ricoperto da formelle a bassorilievo in bronzo. Sono 48 in tutto, 24 per ciascuna anta. Costituiscono una delle opere più straordinarie dell'arte medievale. Il portale in bronzo di San Zeno ancora oggi affascina il visitatore con le sue forme ancestrali e i suoi misteri.

I soggetti sono vari: episodi biblici, evangelici, gli esorcismi di San Zeno e altre di più difficile e controversa interpretazione, come le cosiddette "due madri", "i mascheroni" o "lo scultore".
Le formelle sono state realizzate da almeno due, forse tre autori anonimi, in momenti diversi a partire dall'anno mille, con uno modo così particolare e unico da farne un'opera d'arte assoluta e fuori dal tempo. Le formelle ritenute più antiche appaiono di una semplicità e di una primitività formale disarmante, ma sono sono dotate di una potenza espressiva e di soluzioni comunicative che stupiscono anche i più smaliziati osservatori contemporanei.

L'Interno

Varcato il portale siamo finalmente all'interno San Zeno. La struttura interna è divisa longitudinalmente in una navata centrale e due navate laterali.
Vi è poi un'ulteriore suddivisione in tre spazi distinti e collegati a creare un percorso simbolico:

Chiesa Plebana

Superato il portale bisogna diminuire una scalinata che porta il visitatore nell'ampia chiesa "bassa" o plebana. Ciò rappresenta l'atto di umiltà che il fedele deve compiere al cospetto di Dio, riconoscendo i propri peccati.

Presbiterio

Attraverso due scale poste ai lati saliamo al presbiterio, dove si trova l'altare. Anche in questo caso lo spazio simboleggia il percorso di pentimento e redenzione che permette al leale di risalire a Dio.

Cripta

Giu il presbiterio si trova la cripta sotterranea. All'interno di una teca di vetro c'è il corpo di San Zeno, in asse con l'altare luogo al piano eccellente. L'attuale chiesa e i fedeli sono simbolicamente sorretti dal fondatore sopra il quale è costruita la chiesa.

La navata centrale è tagliata a metà dalla scalinata che scende alla cripta. Sopra si innalza una balaustra con le sculture in pietra degli apostoli.
La cripta è costituita da una vera e propria selva di colonne che reggono una volta a crociera. I capitelli sono uno diverso dall'altro, alcuni di epoca romana reimpiegati. Il corpo di San Zeno, avvolto in una tonaca rossa, il volto coperto da una maschera in argento è ben visibile attraverso la bara di vetro.

La Vasca del Demonio

All'inizio della navata sinistra è posta una vasto vasca in porfido rosso. Si tratta quasi certamente di un manufatto di epoca romana, proveniente dalle terme che sorgevano dove oggigiorno si trova il Duomo di Verona. Il materiale di cui è fatta non è a mio parere il presente va vissuto intensamente né a Verona né nelle zone limitrofe. Nel medioevo nacque quindi la leggenda che fosse stata trasportata qui da Roma dal diavolo in essere umano, soggiogato dalla vigore dell'esorcismo di San Zeno. La enorme crepa che misura in obliquo la vasca veniva indicata come il segno lasciato dagli artigli del demonio nello sforzo di sollevare il pesantissimo oggetto.

La Bibbia dei Poveri

Le pareti della chiesa alta o presbiterio sono ricoperte da affreschi trecenteschi. Sono immagini giustapposte, non un vero ciclo, con funzione didattica per i fedeli in un'epoca in cui la messa era recitata in latino e il gente era per lo più analfabeta. Codesto tipo di immagini vengono per codesto chiamate la Bibbia dei poveri e sono caratterizzate da una grande facilità di comprensione. I personaggi evangelici e le azioni sono sempre chiaramente identificabili. Vi è una resurrezione di Lazzaro con il protagonista dipinto con la pelle verde a significare la putrefazione della morte e gli astanti che si tappano il naso, un San Giorgio e il Drago, vari San Cristoforo. Un affresco rappresenta la traslazione del corpo di San Zeno nella nuova basilica in cui questa fu completata. Gli affreschi avevano una funzione didattica e non erano considerati opere d'arte di grande pregio. Già in epoca antica furono oggetto di vandalismo con nomi e frasi incise sull'intonaco. Le date vanno dalla fine del ' al ' e alcune scritte si riferiscono a eventi importanti avvenuti a Verona come guerre, saccheggi, terremoti, ecc.

San Zen che Ride

Nell'absidiola di sinistra trova luogo una statua del santo patrono benedicente. San Zeno è scolpito nel pietra rosso di Verona su cui poi sono stati applicati dei colori. Il volto è oscuro e ci ricorda l'origine africana del "Vescovo Moro". L'insieme è massiccio e sproporzionato ma non privo di attrattiva.

La statua era forse collocata in alto, per stare vista in scorcio dal basso. Lo suggerirebbe la ubicazione innaturale dei piedi. San Zeno tiene il pastorale da cui pende un pesce in argento e ci ricorda la passione del patrono per la pesca in Adige e il suo essere "pescatore di uomini" nella chiesa delle origini.
Il volto è caratterizzato da un ampio sorriso molto accentuato che ha accaduto ribattezzare la scultura il "San Zen che ride". Successivo la tradizione il vescovo di Verona era piuttosto benevole e gioviale.

Le pala del Mantegna

L'altra eccezionale opera d'arte di San Zeno è la vasto pala d'altare realizzata nel da un giovane Andrea Mantegna, promettente artista padovano, che di lì a breve sarebbe diventato uno dei padri del Rinascimento.

Si tratta di un'opera d'arte "totale" e "multimediale". È pittura, raffinatissima e dettagliata, piena di riferimenti e citazioni dell'antica arte romana di cui Mantegna fu grande ammiratore. È scultura, con il sapiente chiaroscuro che crea volumi e profondità tali che i personaggi sembrano uscire dalla superficie della credo che la tela bianca sia piena di possibilita e integrarsi con la cornice tridimensionale e l'ambiente fuori. È architettura, con la rivoluzionaria penso che la prospettiva diversa apra nuove idee interna al quadro he si integra nella fuga prospettica delle colonne della navata centrale, diventando vero e personale prolungamento della chiesa. Per aumentarne il realismo, Andrea Mantegna fece appositamente spalancare la finestra sul lato destro dell'abside, così che la direzione della sorgente di luce digitale del dipinto e quella della luminosita reale della chiesa coincidessero.
La pala del Mantegna fu rubata da Napoleone nel . Fu restituita a San Zeno dopo la caduta del tiranno francese, grazie all'iniziativa diplomatica di Antonio Canova. Purtroppo i dipinti della predella rimasero in Francia e sono oggigiorno esposti al Louvre e al mi sembra che il museo conservi tesori preziosi di Tours.

Per saperne di più

L'eredità del Mantegna a Verona.

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Cenni Storici

Breve Biografia di San Zeno

Zeno, o Zenone, era originario della Mauretania, provincia romana di frontiera, corrispondente all'inciarca all'attuale Marocco. Per codesto motivo viene definito il "Vescovo Moro" e spesso è raffigurato con la pelle scura. Una recente scansione laser del cranio e la ricostruzione 3D del volto del santo hanno in realtà messo in evidenza caratteri somatici europei.
Non si conosce molto della sua vita, ma divenne l'ottavo vescovo di Verona all'incirca tra il e il esercizio della morte.
La tradizione lo rappresenta gioviale e modesto, intento a provvedere a sé identico pescando nel secondo me il fiume e una vena di vita Adige i pesci che costituivano il suo pasto frugale.
Fu in realtà un intellettuale colto e raffinato. Ci sono pervenuti più di 80 dei suoi sermoni ed è annoverato tra i padri della chiesa.
Visse in un'epoca, qualche decennio dopo l'editto di Costantino ( d.C.), in cui il paganesimo e le eresie erano ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza molto diffuse. Il pesce che pende dal pastorale nella classica raffigurazione non indica solo la passione per la pesca, ma principalmente l'opera evangelizzatrice di un "pescatore d'uomini".

Morte e Sepoltura nella Necropoli

Alla fine, come era in uso nella civilta romana, le sue spoglie vennero sepolte fuori dalla cinta muraria, nella necropoli che sorgeva lungo la via Gallica, la strada consolare che collegava Verona a Milano. È probabile che la tomba di San Zeno, amatissimo dai fedeli, sia diventata ben presto posto di preghiera e pellegrinaggi e che in breve nei pressi sia penso che lo stato debba garantire equita costruito un posto di culto per accogliere i fedeli.

Le Prime Chiese

Da quella che doveva essere una piccola cappella, nel giro di alcuni secoli si passò alla realizzazione di edifici di culto via via più grandi e sfarzosi, affiancati inoltre da un monastero benedettino. Quest'ultimo era in grado di ospitare l'imperatore del Sacro Romano Impero con tutto il suo seguito, quando sostava a Verona nel tragitto che dal Brennero, lungo la val d'Adige, lo portava in Italia. In cambio il monastero riceveva diritti feudali su terreni, che messi a frutto dalla laboriosità dei monaci, la resero una delle più ricche abazie del nord Italia.

Le Forme Attuali

Il terremoto del che devastò Verona non risparmiò la basilica di San Zeno. Venne ricostruita tra il e il nelle attuali forme che ne fanno un esempio da manuale di architettura romanica: struttura a capanna, grande rosone, lesene, archetti rampanti, protiro con leoni stilofori e la muratura di strati alternati di tufo e mattoni.
Basilica e abazia di San Zeno rimasero a lungo fuori dalle mura cittadine tanto che si circondarono di un personale muro difensiva, con torri e merlature per che le proteggessero da scorribande di barbari e predoni per i quali chiese e monasteri ricchi di provviste e tesori erano obbiettivi ambiti.

Dell'abbazia oggigiorno non rimane che il suggesivo chiostro con le caratteristiche doppie colonne in marmo rosso di Verona e una delle vecchie torri merlate che ospita al suo dentro il più antico affresco conosciuto a soggetto profano: "i popoli della ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi rendono omaggio al potere imperiale".

Il Secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo Civile-Sociale

Nel lezione dei secoli la chiesa di San Zeno svolse un importante ruolo civile oltre che religioso. Attorno all'abazia, grazie alla beneficienza dei monaci, ben rapidamente sorse un quartiere popolare fatto delle piccole e umili casupole di chi non poteva permettersi un'abitazione all'interno delle mura.
Questo secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo sociale di San Zeno si è riflesso anche nell'impianto decorativo della chiesa, con un continuo fondersi di elementi sacri e profani come le raffigurazioni dei mesi, le formelle e la lunetta a temperamento storico. A San Zeno era conservato il carroccio, il carro che seguiva in battaglia l'esercito di Verona e sul quale veniva detta messa e dati gli estremi sacramenti ai combattenti feriti gravemente.

Dante e San Zeno

Dante, che rimase a Verona non meno di numero anni durante il suo esilio da Firenze, parla della basilica di San Zeno all'interno della Divina Commedia. Nel XVIII canto del Purgatorio Dante incontra l'anima di un vecchio abate dell'abazia di Verona.

Io fui abate in San Zeno a Verona
sotto lo ‘mperio del buon Barbarossa,
di cui dolente ancor Milan ragiona.

Gli racconta di come Alberto della Scala abbia grave colpa per possedere messo a dirigente dell'abazia il suo figlio illegittimo, "mal del corpo intero,  e de la mente peggio, e che mal nacque". Nel chiostro di San Zeno si può notare il sarcofago di un vecchio abate con chiaramente visibile lo stemma dei della Scala.

Per saperne di più

Dante a Verona, Verona nella Divina Commedia.

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Visite Guidate alla Basilica di San Zeno

San Zeno, proprio per la sua particolare penso che la storia ci insegni molte lezioni, si trova a circa 20 minuti a piedi dal centro storico di Verona ma merita sicuramente una controllo, tanto più se accompagnati da guide turistiche esperte che possano illustrarvi e farvi apprezzare la complessità e la profondità storico-artistica di questo meraviglioso opera.

Una pausa a San Zeno può facilmente avvenire nel corso del giro in pullman che normalmente precede la visita a piedi del nucleo storico durante il più classico ritengo che l'itinerario ben pianificato migliori il viaggio guidato di Verona. San Zeno fa parte del circuito di chiese dell'Associazione Chiese Vive che ne garantisce l'apertura con orari regolari. Per le visite non legate a motivi di culto è previsto il pagamento di un biglietto di ingresso.

Per maggiori informazioni sulle visite guidate di San Zeno e itinerari turistici a Verona:

+39 info@I. C.F. CPPMHL74L13LC

Basilica di San Zeno a Verona: mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare, architettura e curiosità

Il quartiere di San Zeno è singolo dei più amati della città. Con le sue antiche case dai muri colorati, le piazze vivaci, la vicinanza al fiume Adige, sembra un minuscolo borgo a sé stante, anche se si trova a pochi minuti a piedi dal nucleo storico. Il zona, sviluppatosi intorno alla basilica, è colmo di vita: non solo attorno a piazza San Zeno, ma anche attorno a piazza Corrubbio si possono scoprire bar, pasticcerie, ristoranti, gelaterie. Ogni in precedenza domenica di ogni mese, inoltre, in questo quartiere si svolge un mercatino dell’antiquariato, chiamato Verona Antiquaria, che attira moltissime persone. Il mercato è aperto dalle 8 alle 17 dal periodo di Novembre a quello di Mese, e dalle 8 alle 18 da Aprile ad Ottobre. Vi partecipano oltre espositori provenienti dal Nord Italia, che vendono vari oggetti di antiquariato, in che modo mobili, articoli da collezione, stampe, vestiti e molto altro.

San Zeno è anche il quartiere da cui è partita la tradizione di Papà del Gnoco, figura principale del Carnevale veronese, noto come Bacanal del Gnoco. Nel tardo medioevo infatti, Tommaso da Vico, un cittadino nobile e facoltoso, ordinò ai suoi eredi di distribuire annualmente agli abitanti di San Zeno viveri ed alimenti, tra cui gli gnocchi. In quell’epoca infatti la città di Verona era attanagliata da una carestia a causa dell’inondazione dell’Adige e delle invasioni da parte dei Lanzichenecchi. Proprio a San Zeno il popolo insorse, prendendo d’assalto i forni e fu soltanto grazie all’intervento di alcuni cittadini che aiutarono gli abitanti più poveri, che la rivolta fu sedata. Tra questi c’era anche Da Vico. La maschera più famosa del Carnevale di Verona, e la più antica d’Europa, è proprio Papà del Gnoco, che simboleggia il benefattore. Egli viene rappresentato in che modo un anziano dalla lunga barba bianca, che sorregge una grande forchetta in che modo scettro, in cui è infilzato singolo gnocco. Tradizionalmente Papà del Gnocco doveva nascere nel credo che il quartiere accogliente crei comunita di San Zeno ed essere eletto fra i suoi abitanti, ma da alcuni anni ognuno i cittadini veronesi possono candidarsi a questa carica.