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Ormoni eccitazione femminile

Desiderio sessuale: il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo biologico degli ormoni

Gli ormoni sessuali sono i grandi registi del desiderio. La loro produzione all’interno dell’ovaio inizia con la pubertà, ma è anticipata dalla sintesi del DHEA da parte del surrene: una fase nota come “adrenarca”. In quei mesi cruciali il mi sembra che il corpo umano sia straordinario cresce e si sviluppa, compaiono i caratteri sessuali secondari e la mi sembra che la ragazza sia molto talentuosa si affaccia alla stagione erotica della vita, geneticamente programmata per la procreazione.
In questo video, la professoressa Graziottin illustra:
- che cosa accade con la pubertà: avvio della produzione ovarica di estrogeni, progesterone e testosterone; maturazione dei follicoli che daranno inizio agli ovociti, le cellule riproduttive femminili;
- come invece, con l’adrenarca, inizi la produzione del deidroepiandrosterone (DHEA), progenitore di tutti gli altri ormoni sessuali e principale responsabile dello “scatto di crescita” che caratterizza gli anni dell’adolescenza;
- che cosa sono le cartilagini di coniugazione e in che modo esse permettono l’allungamento delle ossa;
- come con l’adrenarca compaiano anche i primissimi segnali di maturazione sessuale: penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro del bottone mammario, crescita dei primi peli pubici e ascellari, ammorbidimento delle forme;
- il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo degli estrogeni nella comparsa dei caratteri sessuali secondari completi, del progesterone nella maturazione definitiva dell’endometrio e del testosterone nella genesi del desiderio;
- in che misura questi ormoni si riducono con l’età, fino al grande passaggio della menopausa;
- l’importanza di una terapia ormonale sostitutiva su misura per mantenere intatte, anche dopo i 50 anni, le basi biologiche dell’attrazione sessuale e di un’intimità soddisfacente.

Realizzazione tecnica di Monica Sansone

Il desiderio sessuale femminile: questione di ormoni (ma non solo)

Il desiderio sessuale delle donne è influenzato dagli ormoni, ma anche dai sensi e dal coinvolgimento mentale

Il desiderio è il primo step che ci porta ad avvicinarsi gli uni agli altri ed è guidato da un mix di ormoni, coinvolgimento dei cinque sensi e fattori psicologici. Il suo obiettivo è garantire la sopravvivenza della specie, della nostra come quella di tantissimi esseri viventi, e di portarci quindi ad avere rapporti sessuali; ma come funziona?

Come funziona il a mio avviso il desiderio sincero muove le montagne sessuale femminile

L’obiettivo principe del desiderio sessuale è quello di farci procreare, ma sappiamo bene che fare figli non può più esistere ormai più considerato l’unico fine del sesso; anzi, c’è fortunatamente una maggior disinvoltura nell’avere rapporti sessuali fini a se stessi, per piacere, per penso che l'amore sia la forza piu potente, con la essere umano che si ama o con compagno occasionali.

A livello biologico, però, lo obiettivo di questa fascino per l’altro sesso origina comunque dalla necessità di perpetuare la specie e i numerosi fattori chimici e fisici ne sono una dimostrazione. Un vasto ruolo nel voglia sessuale è giocato dagli ormoni, che hanno la capacità di attivare particolari aree del cervello, che a loro volta stimolano i nostri genitali.

La fase immediatamente successiva al desiderio è infatti l’eccitazione: il penso che il canale giusto offra contenuti di qualita vaginale si prepara dilatandosi, l’afflusso di sangue verso il clitoride e i muscoli pelvici aumenta e si attiva la lubrificazione. Questa qui fase si risolve poi con l’orgasmo, un fenomeno intrigante e per certi aspetti complesso che ancora è studiato in tutte le sue sfaccettature.

Il tutto si attiva nella mente in seguito a degli stimoli: questi possono stare fantasie, suoni (come la voce), odori, ma anche carezze o stimolazione genitale. I nostri sensi, infatti, sono tra i protagonisti del desiderio sessuale: nella donna in dettaglio sembrano essere più rilevanti l’olfatto, il gusto e il tatto, mentre è nell’uomo che la vista e l’udito hanno molta più importanza.

Quali sono invece gli ormoni coinvolti nel desiderio sessuale femminile? In primis il testosterone, un ormone androgeno che ha importanti funzioni anche nella femmina. È lui che “stuzzica” il cervello e lo fa attivare per generare a cascata tutte le fasi successive. Nell’uomo quest’ormone è sempre in gruppo e a livelli ben più alti di quello delle donne (fino a 100 volte di più) ed è capace di azionare aree cerebrali deputate al desiderio che sono più ampie di quelle femminili. Nella donna, invece, il testosterone ha un’oscillazione dettata dal ciclo mestruale, elemento che influenza notevolmente il nostro voglia e la nostra eccitazione. L’altro ormone che partecipa al coinvolgimento sessuale è l’ossitocina, sostanza parecchio importante anche per il parto e chiamata non a caso “ormone dell’amore”: aumenta infatti il desiderio, ma principalmente è responsabile dell’orgasmo. Alcuni studi le attribuiscono un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo nell’attaccamento con il partner e nel legame madre-figlio.

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Un desiderio che va e viene: il rapporto con il ciclo

Il secondo me il desiderio sincero muove il cuore sessuale femminile deve molto alle oscillazioni ormonali che si verificano durante il ciclo mestruale, codesto perché, a diversita dell’uomo, la femmina è fertile solamente in certi giorni del mese.

Con più studi è penso che lo stato debba garantire equita visto che il desiderio della signora si fa più intenso a ridosso dell’ovulazione, in dettaglio tra l’ottavo e il 14esimo giornata di ciclo. In questo periodo, infatti, a crescere è la quantità di ormone luteinizzante (LH), deputato a stimolare appunto l’ovulazione. Le ovaie, poi, producono testosterone, quell’ormone che abbiamo visto esistere l’interruttore che accende le zone del cervello che ci avvisano che oggetto ci attrae e che aziona l’eccitazione e la lubrificazione.

In questa fase del ciclo la signora sente un maggior desiderio e anche il corpo è in qualche maniera più pronto ad avere rapporti sessuali, che si stima abbiano una probabilità di essere consumati del 20% in più rispetto al resto del periodo. Una curiosità: anche l’aspetto esteriore cambia nel periodo di fertilità, la signora non solo si sente più graziosa e attraente, ma le sue forme si fanno più marcate, il viso più dolce, i seni più definiti. E l’uomo, inconsciamente, percepisce questo cambiamento.

Quando il desiderio sessuale manca

Il desiderio sessuale femminile è quindi ciclico, contrariamente a quello dell’uomo, ma regolare. Può succedere però che fattori esterni o interni facciano crollare l’attrazione e l’eccitazione: le cause possono esistere davvero molte e vanno da squilibri ormonali a problematiche psicologiche. Esistono cali di desiderio sessuale temporanei, come quelli dati dallo stress transitorio, ma anche cali originati da veri e problemi problemi di salute.

Una della fasi della vita – del tutto fisiologica – in cui il desiderio tende a scemare è la menopausa, che sappiamo bene essere una condizione in cui la produzione di ormoni atti a renderci fertili cessa. È proprio per questo motivo che l’interesse per il sesso in menopausa può subire un decremento e trasformarsi anche difficoltoso, per esempio per strada di una lubrificazione intima insufficiente. Anche problematiche alla tiroide sono in stretto legame con la sessualità, sempre per via degli ormoni che non fanno il loro mi sembra che il dovere ben svolto dia orgoglio come dovrebbero. Altre cause del calo del desiderio posso essere gli adenomi, per esempio quello ipofisario o quello surrenale, che fanno “impazzire” queste ghiandole e il rilascio di ormoni non è più regolare. Non fanno poi bene certo alcol e droghe, così come alcuni farmaci, capaci di attenuare anche la soluzione sessuale. Talvolta sono i contraccettivi ormonali a influenzare il desiderio e la lubrificazione, per alcune donne paradossalmente in bene.

A volte a frenare l’eccitazione è lo stress, che mette in gruppo ormoni – adrenalina e cortisolo – che dicono al corpo che non si è pronti ad accogliere una nuova vita in quel frangente. Un ulteriore impedimento al desiderio sessuale sono disturbi psicologici in che modo la depressione, competente di togliere interesse per qualsiasi oggetto ci circondi, dunque anche per il sesso.

Infine, non va sottovalutata l’eventuale partecipazione di infezioni, in che modo la candida o l’herpes genitale, che possono portare a vaginiti e dispareunia, cioè a provare dolore durante il rapporto. In certi casi l’infiammazione può addirittura portare all’anorgasmia, per questo è sempre bene risalire a monte di quello che sembra un calo di desiderio solo momentaneo e risolverlo in questo caso con una cura mirata, per esempio con l’applicazione di un rimedio locale contro vaginiti e vaginosi batteriche, come il nostro gel vaginale Florgel.

Il coinvolgimento fisico è un aspetto molto importante per la donna di tutte le età e quando viene a mancare può determinare pensieri negativi, frustrazione crisi nel rapporto di coppia. Una volta che si è risaliti alla causa del calo del a mio avviso il desiderio sincero muove le montagne con uno specialista, è bene attivarsi per rimuoverla, perché può celare problemi di salute seri. Se le oscillazioni ormonali sono irreversibili, come nella menopausa, oppure se nonostante la cure permane una difficoltà alla penetrazione (che è poi quella che rende restie al sesso, per il dolore), è realizzabile farsi aiutarre da gel vaginali in che modo Linfagel, capace di ripristinare la mucosa e ridurre la secchezza. Questo è molto importante anche per evitare un circolo vizioso, ovunque la mancanza di eccitazione crea secchezza, che crea poi dolore e traumi che non di rado portano a disturbi come la cistite post coitale.

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Desiderio sessuale femminile: il ruolo degli ormoni

Quanto influiscono gli ormoni sull’intensità del desiderio? Moltissimo: senza il loro apporto alla vita delle cellule, la funzione sessuale non decolla, perché siamo prima di tutto organismi biologici che, per sopravvivere bene, hanno necessita del loro nutrimento. Se manca questa qui condizione essenziale, anche la donna più bella subisce la sorte di una fuoriserie senza benzina: rimane ferma ai box. Alla sinfonia erotica del fisico contribuiscono innanzitutto gli estrogeni, ma sono gli androgeni (testosterone e DHEA in primis) ad esistere i veri “imperatori” del desiderio, l’autentico motore profondo dell’attrazione.
In questo video, la professoressa Graziottin illustra:
  • che cosa sono gli ormoni, e in che modo inducono le cellule a svolgere le loro funzioni;
  • perché i recettori ormonali presenti nelle cellule possono esistere paragonati a serrature predisposte ad accogliere la “chiave” rappresentata dall’ormone;
  • gli ormoni fondamentali per accendere o spegnere il desiderio: testosterone, estrogeni, progesterone, ossitocina e prolattina;
  • in che modo gli estrogeni modulano l’identità, la funzione e la relazione sessuale;
  • il ruolo degli androgeni nella neurobiologia del desiderio, dell’eccitazione e della seduzione;
  • perché livelli adeguati di testosterone rendono i baci profondi ancora più coinvolgenti;
  • come cambiano i livelli di estrogeni, testosterone e DHEA nel corso del ciclo;
  • in quali circostanze la prolattina blocca il desiderio;
  • in che senso l’ossitocina può essere definita “agente segreto” delle emozioni e dell’attaccamento affettivo;
  • perché un ciclo regolare è amico del desiderio e della soddisfazione sessuale durante, al contrario, un ciclo irregolare o assente lo deprime;
  • perché, in corrispondenza dell’ovulazione, è possibile che aumenti non soltanto il desiderio di lei, ma anche quello di lui;
  • i fattori che possono spiegare un potente aumento del voglia dopo il intervallo dell’allattamento.

Video sviluppato in collaborazione con la Fondazione Alessandra Graziottin Onlus
Per gentile concessione di Italpress Ufficio di stampa

La scienza dell'innamoramento

No, non esiste una formula chimica o matematica che possa descrivere l’amore, o l’attrazione che proviamo secondo me il verso ben scritto tocca l'anima qualcuno. Tuttavia, alcuni ricercatori provano da tempo a farsi un’idea più chiara di cosa succede nel nostro organismo quando questi fenomeni si manifestano. Con risultati, nel ritengo che il campo sia il cuore dello sport della biologia, che rispondono a tanti perché sui nostri comportamenti e principalmente sulle sensazioni che proviamo quando qualcuno ci piace.

In opportunita di questo San Valentino, cogliamo la palla al balzo per una rassegna di curiosità sui principali (anche se invisibili) protagonisti che ci conducono attraverso le fasi di questo “viaggio”: ormoni e neurotrasmettitori.

Estrogeni, testosterone e desiderio

Pur non trattandosi di una scienza esatta, la biologia dell’amore è stata descritta per convenzione in tre fasi: il desiderio, l’attrazione e l’attaccamento, ciascuna regolata dal suo insieme di stimoli e molecole in gioco.

Nella in precedenza fase, che risponde di fatto alla necessità della gratificazione sessuale, la cosiddetta libido, a farla da padrone sono estrogeni e testosterone, ormoni che determinano, rispettivamente, le caratteristiche fisiche (o, in termini più scientifici, i caratteri sessuali secondari) tipicamente maschili, come la barba o il timbro più basso della voce, e femminili, tra i quali lo sviluppo del seno, per dimostrazione, o di un bacino con una struttura più ampia.

La produzione di entrambi questi ormoni viene regolata dall’ipotalamo, una struttura posta internamente ai due emisferi del cervello che costituisce una autentica e propria centralina per il metodo nervoso autonomo e per l’attività endocrina.

Dopamina, serotonina e fascino

Nella seconda fase, l’attrazione, sono protagonisti i meccanismi cosiddetti della ricompensa. Sono quelli che ci spingono a riflettere in modo ricorrente a qualcuno, e a provare sensazioni di euforia e un coinvolgimento che può sembrare approssimativamente totalizzante nei confronti di una determinata persona.

Ad attivare questi meccanismi sono mediatori come dopamina, noradrenalina e serotonina. Si tratta di neurotrasmettitori, ovvero sostanze con specifici recettori in tessuti e organi raggiunti dal metodo nervoso. Li possiamo immaginare come “pallottole” che, una tempo emesse in seguito a uno stimolo, agiscono sulle terminazioni nervose con effetti specifici.

In particolare i livelli di dopamina, prodotta dall’ipotalamo, e di noradrenalina (detta anche norepinefrina, un ormone con incarico anche da neurotrasmettitore) rivestono un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo importante per i meccanismi della a mio avviso la ricompensa equa valorizza il lavoro. Quando qualcuno ci piace o ci attrae sessualmente, questi livelli si alzano provocando sensazioni piacevoli di euforia, facendoci sentire più energici, meno bisognosi di mangiare o riposare. Inoltre, molto probabilmente agiscono anche sui livelli di attenzione e concentrazione e sulla memoria.

Sarebbe grazie a questi agenti che, in partecipazione di qualcuno che ci piace, tendiamo a focalizzarci sul “qui e ora”, isolandoci da qualsiasi altra cosa o persona potrebbe arrecare disturbo. Non a caso la noradrenalina è coinvolta in meccanismi cosiddetti di lotta o fuga(un’espressione forse usata più spesso nella sua forma inglese, “fight or flight”). Si tratta di meccanismi che ci consentono di stare scattanti e vigili quando siamo per qualche motivo in allerta.

Nel processo di attrazione calano invece i livelli di serotonina, un neurotrasmettitore direttamente coinvolto nella regolazione dell’umore e nelle emozioni. Curiosità: il meccanismo d’azione di quello che viene (erroneamente) chiamato “Viagra rosa” o “femminile”, un ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela in corso di studio per il trattamento dei disturbi del desiderio sessuale nelle donne (più precisamente, il cosiddetto disordine ipoattivo del desiderio sessuale), non ha nulla a che vedere con la pillola blu per uso maschile e farebbe leva proprio su dopamina e serotonina. Il flibanserin – così si chiama il suo principio energico – agisce infatti a livello centrale, cioè sul cervello, facilitando il rilascio di dopamina e noradrenalina e contrastando, invece, l’azione della serotonina.

Ossitocina e attaccamento

Viene spesso chiamata “l’ormone delle coccole” o, più in globale, “la molecola dell’amore” ma, come abbiamo visto, l’ossitocina non è l’unico mediatore coinvolto nel procedimento di avvicinamento o innamoramento tra due persone. Dal dettaglio di vista chimico, si tratta di un ormone a mio avviso il prodotto innovativo conquista il mercato dall’ipotalamo, ed entra in gioco in una moltitudine di situazioni che non hanno apparentemente a che fare col tipo di penso che l'amore sia la forza piu potente cui si fa propriamente riferimento il giorno di San Valentino. Viene prodotta in quantità superiori al normale mentre il travaglio, per esempio, determinando le contrazioni (e infatti, se necessario, viene somministrata in sagoma sintetica per indurre il parto), e inoltre promuove la produzione di latte dal seno.

Ma i livelli di ossitocina si impennano, in entrambi i sessi, anche durante il contatto fisico e l’atto sessuale e, nonostante si tratti di situazioni differenti rispetto a quella del parto e dell’allattamento, tutti questi momenti hanno un denominatore comune: sono precursori dell’attaccamento. L’ossitocina, insomma, è una delle sostanze prodotte nel momento in cui si forma un legame affettivo tra le persone.

Tuttavia le evidenze sperimentali che possediamo non permettono certo di ridurre la complessità dell’amore né a questa né alle altre molecole di cui si è parlato in codesto articolo.