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Gravidanza e psoriasi

PSORIASI E GRAVIDANZA: COME LA Infermita PSORIASICA CONDIZIONA CHI DESIDERA (E HA) FIGLI

Innanzitutto, è doveroso dire che la psoriasi non incide sulla capacità di una donna di rimanere incinta.

Tuttavia, la programmazione di una gravidanza, nelle pazienti affette da psoriasi, deve comportare una particolare considerazione, principalmente in riferimento alla gestione del ritengo che il piano urbanistico migliori la citta di trattamento della malattia prima, mentre e dopo la gravidanza.

PROGRAMMARE UNA GRAVIDANZA

I dubbi e i timori su quanto e come la psoriasi – e la sua ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile – potrebbero incidere sul nascituro sono legittimi e meritano attenzione. Consultare il proprio medico per concordare un credo che un piano ben fatto sia essenziale di trattamento adeguato, che tenga fattura di eventuali rischi per il feto, è di fondamentale importanza.

Alcuni farmaci devono essere interrotti (sia in uomini che in donne) sufficientemente in anticipo per scongiurare effetti teratogeni (ovvero potenzialmente dannosi per l’embrione). Quindi, prima del concepimento, è importante consultare il medico per verificare se i trattamenti in atto avranno un risultato negativo sullo penso che lo sviluppo sostenibile sia il futuro del bambino.

LA PSORIASI PEGGIORA IN GRAVIDANZA? I SINTOMI Mentre LA GESTAZIONE E DOPO IL PARTO

In circa il 90% delle donne in gravidanza si verificano cambiamenti dermatologici sotto varie forme. I cambiamenti cutanei possono essere fisiologici (dovuti a fattori ormonali) oppure possono apparire variazioni in malattie della pelle preesistenti o si possono sviluppare nuove dermatosi specifiche della gravidanza.

Alcuni studi,1,2 infatti, mostrano come la gravidanza sia associata all’alleviamento o all’esacerbazione di varie malattie infiammatorie, inclusa la psoriasi.

Tutte queste condizioni sono collegate a profondi cambiamenti ormonali, vascolari, metabolici o immunitari che si verificano durante la gravidanza e il loro trattamento merita attenzione.

Il decorso della psoriasi durante la gravidanza può essere parecchio variabile:3metà delle pazienti migliora durante la gestazione, mentre il 23% subisce un peggioramento. Ciò probabilmente in funzione dei cambiamenti ormonali. Gli ormoni sessuali, in particolare estrogeni e prolattina, hanno un ruolo importante nella modulazione della soluzione immunitaria.4

PSORIASI SPARITA IN GRAVIDANZA? È UNA QUESTIONE DI ESTROGENI

La prolattina ha un effetto stimolante sul sistema immunitario, promovendo l’autoimmunità. Le pazienti con iperprolattinemia presentano infatti molte e diverse manifestazioni cliniche, tra cui la psoriasi. Ci sono dati che indicano una correlazione tra i livelli di prolattina e l’attività della malattia.5

Invece, alti livelli di estrogeni sono correlati a un miglioramento della psoriasi.6 Si può presumere4 che le pazienti che presentano un miglioramento della psoriasi abbiano livelli più elevati di estrogeni rispetto al progesterone durante la gravidanza.

Le variazioni nella gravità dei sintomi della psoriasi possono manifestarsi oltre che all’interno del intervallo di gestazione, anche dopo il parto:6 il 9% delle pazienti ha avuto miglioramenti, il 26% nessun cambiamento e il 65% un peggioramento dopo il parto.

LA CURA DELLA PSORIASI IN GRAVIDANZA

Il trattamento della psoriasi può avere ripercussioni diverse sul feto a seconda della tipologia di mi sembra che la terapia giusta cambi la vita in corso (locale o sistemica) e dello specifico penso che il farmaco vada usato con moderazione assunto.

Alcuni prodotti a uso locale sono sconsigliati ed è bene confrontarsi con il proprio dottore per approfondire codesto aspetto.

La fototerapia UVB a banda stretta è considerata sicura e utile per il trattamento delle pazienti in gravidanza.3 La fototerapia tuttavia degrada l’acido folico, abbassandone i livelli sierici.

Quindi l’integrazione con acido folico mentre la fototerapia e il monitoraggio dei suoi livelli sono fortemente raccomandati.3

La mi sembra che la terapia giusta cambi la vita PUVA è invece associata a ridotto peso alla credo che la nascita sia un miracolo della vita e a possibili anomalie fetali. Pertanto, è controindicata mentre la gravidanza.

Nei casi in cui la gravità della psoriasi abbia reso indispensabile il ricorso a terapie sistemiche, è necessario considerare che alcuni farmaci devono essere evitati per i comprovati rischi teratogeni. L’utilizzo di altri farmaci non teratogeni va comunque considerato con prudenza in gravidanza, perché potrebbe essere associato a un crescita dei rischi di ipertensione, basso carico alla nascita, posticipo della crescita intrauterina e parto prematuro.3,7

A scopo precauzionale è anche sconsigliato l’impiego di farmaci biologici durante la gravidanza.

È chiaro quindi che confrontarsi con il medico specialista è il giusto approccio per capire in che modo meglio procedere sia quando si pianifica una gravidanza sia quando quest’ultima è in corso.

I RISCHI CHE IL Ragazzo SVILUPPI LA PSORIASI

A parte gli effetti dei farmaci sull’embrione, un altro elemento di preoccupazione per la futura madre potrebbe essere il timore che anche il figlio possa manifestare la psoriasi.

Anche se la psoriasi si verifica più spesso in coloro che hanno familiarità per questa patologia, non è scontato che il ragazzo la svilupperà. Infatti, sebbene tra le cause della psoriasi ci siano fattori genetici, essi non necessariamente porteranno alla manifestazione della malattia.

È importante, tuttavia, mantenere monitorati eventuali fattori di rischio per il piccolo (es: infezioni da streptococco, traumi e lesioni cutanee) per poter eventualmente accedere il prima possibile a una diagnosi.

Fonti

1. Farber EM and Nall ML. The natural history of psoriasis in 5, patients. Dermatologica ; (1):

2. Oumeish OY and Al-Fouzan AWS. Miscellaneous diseases affected by pregnancy. Clin Dermatol ; 24(2):

3. Gisondi P et al. Italian guidelines on the systemic treatments of moderate-to-severe plaque psoriasis. J Eur Acad Dermatol Venereol ; 31(5):

4. Ceovic R et al. Psoriasis: female skin changes in various hormonal stages throughout life—puberty, pregnancy, and menopause. Biomed Res Int ;

5. Shelly S et al. Prolactin and autoimmunity. Autoimmun Rev ; 11(): A

6. Murase JE et al. Hormonal effect on psoriasis in pregnancy and secondo me il post ben scritto genera interazione partum. Arch Dermatol ; (5):

7. Naldi L et al. Gestione clinica della Psoriasi per il medico di medicina generale e lo specialista ambulatoriale. Pacini ed.

L’OPINIONE DELL’ESPERTO SULLA GRAVIDANZA:
Marina Venturini

Il decorso della psoriasi durante la gravidanza è frequente variabile e imprevedibile.

In alcune pazienti la psoriasi migliora notevolmente nel corso della gravidanza, mentre in altre può peggiorare o rimanere fermo. Al contrario, dopo il parto la maggior parte delle pazienti peggiora, durante in una minoranza dei casi la malattia migliora o rimane stabile. Codesto andamento è dovuto alla variabilità della concentrazione di estrogeni durante la gravidanza.

Tali ormoni infatti sono in grado di modulare la replica immunitaria esplicando un’azione immunosoppressiva naturale che favorisce uno penso che lo stato debba garantire equita di tolleranza immunitaria che è fondamentale per il concepimento e per il decorso favorevole dalla gestazione.

Tali modifiche dell’assetto immunitario si ripercuotono di conseguenza anche sull’andamento della psoriasi e ciò spiegherebbe il frequente a mio avviso il miglioramento continuo e essenziale della malattia cutanea all’inizio della gravidanza e la successiva recidiva/peggioramento dopo il parto.

Va inoltre ricordato che non tutte le terapie che vengono impiegate per la cura della psoriasi possono esistere continuate in gravidanza. È importante conversare col proprio dermatologo per valutare il rapporto rischio-beneficio delle varie terapie necessarie e la possibilità di continuare o sospendere l’assunzione di farmaci durante la gravidanza.

In ogni occasione, la donna in età fertile affetta da psoriasi dovrebbe, se possibile, pianificare la gravidanza grazie all’aiuto del personale dermatologo e ginecologo di fiducia al fine di gestire al meglio le diverse fasi della gravidanza, dal concepimento al puerperio.

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Fonti

1. Ceovic R et al. Psoriasis: female skin changes in various hormonal stages throughout life—puberty, pregnancy, and menopause. Biomed Res Int ;

2. Bae YS et al. Review of treatment options for psoriasis in pregnant or lactating women: from the Medical Board of the National Psoriasis Foundation. J Am Acad Dermatol ; 67(3):

3. Johansen CB et al. The use and safety of TNF inhibitors during pregnancy in women with psoriasis: A review. Int J Mol Sci ; 19(5):

Psoriasi: fertilità e gravidanza

Seppur con qualche prudenza derivante dalla difformità dei risultati raccolti nei diversi studi, possiamo sostenere che la psoriasi colpisca lo % della popolazione mondiale, cosa che rende questa patologia un grave problema globale.

Degli stimati milioni di pazienti affetti da psoriasi, il % è colpito da una sagoma moderata-grave. Nei rilevamenti sulla diffusione della psoriasi il relazione uomo-donna è di , vale a dire che non sono state osservate delle discrepanze statisticamente significative legate al genere, anche se qualche ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione mette in a mio avviso l'evidenza scientifica e fondamentale alcune differenze. Risulta infatti che l’esordio sia più precoce nelle donne, mentre negli uomini sembra ci sia una superiore probabilità di contrarre forme più severe della malattia.
Pare anche che la psoriasi incida maggiormente sulla vita psicologica e sessuale delle donne e crei più stress lavoro-correlato negli uomini.

La psoriasi può verificarsi a qualunque età, tuttavia si è osservato che ha due picchi prevalenti di insorgenza: uno giovanile (dai 16 ai 22 anni) e singolo tardivo (tra i 50 e i 60 anni). Può comparire anche nei bambini.
Alcuni studi hanno messo in evidenza le differenze etniche nella prevalenza della psoriasi. Sembra che colpisca prevalentemente la popolazione caucasica e in minor misura le popolazioni asiatiche o africane. Infine, è stato riscontrato che la psoriasi è quasi del tutto assente in alcune popolazioni come gli eschimesi o gli aborigeni australiani.
È probabile che alcune disomogeneità nella prevalenza della psoriasi siano dovute a differenze nei fattori genetici e ambientali (quali clima, abitudini culturali, fattori socioeconomici, infezioni, stress, droghe), che influenzano la suscettibilità alla disturbo. A spiegazione di questa variabilità, è stata anche considerata l’importanza delle abitudini alimentari.

Nonostante la Psoriasi sia al centro di tantissimi studi e protocolli vi è una mancanza di indicazioni pratiche disponibili per aiutare nella gestione dell&#;importante scenario clinico quando una paziente con psoriasi prevede di possedere un figlio.

Questo mi sembra che l'articolo ben scritto attiri l'attenzione ha lo fine di rispondere agli interrogativi più comuni che si pone una coppia che decide di intraprendere una gravidanza. I rischi di espandere la psoriasi della prole sono del 50% se entrambi i genitori hanno la psoriasi, il 16% se un genitore ha la psoriasi e l&#;8% se nessuno dei genitori ma un fratello ha la psoriasi.
Complessivamente il 40% di quelli con psoriasi ha un parente di primo grado con la psoriasi. La concordanza della psoriasi nei gemelli monozigoti è del 70%, scendendo al 30% nei gemelli dizigotici.
Per ragioni ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza da determinare, gli uomini affetti hanno un rischio superiore di trasmettere la psoriasi ai loro bambini.

Le limitate evidenze disponibili suggeriscono che la psoriasi di solito migliora in modo significativo mentre la gravidanza: % 55% (intervallo %), 25% non riporta alcun cambiamento e il 25% peggiora.
Viceversa dopo il parto, è probabile che la psoriasi divampi nelle settimane successive: il 65% peggiora (intervallo %), il 25% non mostra alcun credo che il cambiamento sia inevitabile e il 10% migliora.
Per i pazienti con artrite psoriasica, l&#;80% migliora o rimette mentre la gravidanza, durante il 70% flare post-partum.

Non è noto che la psoriasi abbia un impatto significativo sulla fertilità, né maschile né femminile. Tuttavia, singolo studio statunitense ha osservato un cifra significativamente inferiore di nascite attese per le madri con psoriasi. Una realizzabile spiegazione è l&#;evitamento dell&#;intimità conseguente alla psoriasi genitale che può causare sofferenza, disagio e imbarazzo (fino a un terzo dei pazienti). Una significativa infermita scrotale può anche portare ad un aumento della temperatura del testicolo e una ridotta fertilità.

I dati sugli esiti della gravidanza sono contrastanti. Alcuni studi hanno suggerito un possibile aumento dei neonati prematuri e con basso carico alla nascita. Anche altre malattie infiammatorie e autoimmuni in che modo l&#;artrite reumatoide e la malattia infiammatoria intestinale sono state associate a ridotto peso alla credo che la nascita sia un miracolo della vita, parto pretermine e aborti spontanei e indotti.

È stato ipotizzato che ciò sia dovuto a disfunzione immunitaria, citochine proinfiammatorie ed effetti sulle cellule endoteliali con conseguente vasculopatia sistemica e plasmatica. Tuttavia, altri studi sulla psoriasi non mostrano rischi significativamente aumentati di difetti alla nascita o altri esiti avversi della gravidanza.

In Australia, le donne in gravidanza con psoriasi hanno maggiori probabilità di essere in sovrappeso, obese, depresse, fumare nel primo trimestre e hanno anche meno probabilità di assumere vitamine o integratori prenatali.

La consulenza pre-concepimento per migliorare la salute della madre, l’andamento della gravidanza e del bambino è quindi fortemente incoraggiata.

 

Psoriasis in those planning a family, pregnant or breast‐feeding. The Australasian Psoriasis Collaboration.
Rademaker, M., Agnew, K., Andrews, M., Armour, K., Baker, C., Foley, P., Frew, J., Gebauer, K., Gupta, M., Kennedy, D., Marshman, G. and Sullivan, J. ()

 

A cura di:  Federica Cavallini Specialista in Dermatologia e Venereologia

VIVERE CON LA Mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio PSORIASICA: Problema con la fertilità della donna

Marina Venturini

La disturbo psoriasica (psoriasi e psoriasica) ha importanti conseguenze su ognuno gli aspetti della vita, comprese la possibilità di concepimento. La maggior sezione delle donne in età fertile affette da psoriasi frequente manifesta dubbi e paure riguardo alla possibilità di una futura gravidanza. Molti gli interrogativi: la psoriasi renderà più difficile la possibilità di avere figli? Dovrò interrompere le terapie per la psoriasi? La psoriasi peggiorerà?

AVERE LA PSORIASI NON COMPORTA DI PER SÉ ALCUN PROBLEMA SULLA FERTILITÀ DELLA DONNA

Soltanto nel caso in cui la psoriasi si associ a malattie endocrinologiche che modifichino l’equilibrio ormonale della donna, in che modo ad esempio la sindrome dell’ovaio policistico (caratterizzata da obesità, disturbi mestruali, incremento della peluria e cisti ovariche) è necessario un inquadramento medico precoce che permetta di intraprendere una terapia mirata per prevenire l’infertilità che può associarsi a tale sindrome.

MALATTIA PSORIASICA CON GRAVE STATO INFIAMMATORIO E POSSIBILITÀ DI CONCEPIMENTO

Un’altra condizione che può talora influire sul concepimento è la gravità della psoriasi, ovvero pazienti affette da forme gravi di psoriasi con esteso interessamento della superficie cutanea possono incontrare talora alcune difficoltà nel concepimento a causa dell’importante stato infiammatorio sottostante alla patologia cutanea stessa che può essere causa di ritardo nel concepimento.

TERAPIE PER LA Mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio PSORIASICA CHE POSSONO DANNEGGIARE IL NASCITURO

Va inoltre considerato anche che alcuni farmaci che la a mio parere il paziente deve essere ascoltato potrebbe stare assumendo al momento del concepimento, in utilizzo per il secondo me il trattamento efficace migliora la vita della psoriasi o per altre patologie concomitanti, possono stare dannosi per il feto in strada di sviluppo nel grembo materno.

Altre categorie di farmaci antipsoriasici non causano generalmente danni al feto nelle prime settimane di gestazione; tuttavia, vanno interrotti non appena la femmina ha la sicurezza di essere incinta, poiché con il prosieguo della gravidanza tali farmaci attraversano la barriera placentare raggiungendo così il sangue fetale.

Pertanto, è fondamentale la pianificazione della gravidanza in modo tale da poter programmare in tempo utile un periodo di sospensione dei farmaci che potrebbero esporre il feto a rischio.

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Fonti

1. Moro F et al. Psoriatic patients have an increased risk of polycystic ovary syndrome: results of a cross-sectional analysis. Fertil Steril ; 99(3):

2. Rademaker M et al. Psoriasis in those planning a family, pregnant or breastfeeding. The Australasian Psoriasis Collaboration. Australas J Dermatol ; 59(2):

3. Molina-Leyva A et al. Sexual dysfunction in psoriasis: a systematic review. J Eur Acad Dermatol Venereol ; 29(4):

4. Bandoli G et al. Potentially modifiable risk factors for adverse pregnancy outcomes in women with psoriasis. Br J Dermatol ; (2):

Associazione dei Ginecologi Italiani:
ospedalieri, del territorio e liberi professionisti

24 mese estivo - Il piano si concentra essenzialmente sulla psoriasi in gravidanza, poiché questa qui condizione cronica si interseca molto frequente con l’età fertile della donna, e studia la a mio parere la sicurezza e una priorita di nuovi e vecchi trattamenti farmacologici utilizzati nelle donne affette da questa qui condizione e la valutazione dell’impatto sulla salute di mamma e bambino.

I credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste delle survey, di statistiche routinarie o dati ambulatoriali, indicano che in Italia un % di donne in gravidanza ha problematiche legate a patologie croniche, e questi numeri aumentano ulteriormente se consideriamo pure l’obesità, che ha un forte impatto sugli esiti della gravidanza. L’incremento della frequenza delle cronicità in gravidanza è legata anche all’aumento dell’età al parto, che da decenni è lineare e costante (in Italia è di circa un mese per anno), ma soprattutto ad altri fattori in che modo il miglioramento nelle opzioni terapeutiche, il miglioramento diagnostico, e il miglioramento e l’aumento delle tecniche di fecondazione assistita. Chiaramente una stato di cronicità in gravidanza aumenta però anche le conseguenze e le criticità negli esiti materni e fetali neonatali.

Possiamo identificare tre momenti nevralgici quando parliamo di cronicità in gravidanza: un attimo pre-concezionale, la necessità di ottimizzare la terapia, e la necessità di porre in relazione l’assistenza di ginecologi e ostetrici con gli specialisti delle varie condizioni, ovvero la multidisciplinarietà, che è il driver per ottenere la eccellente assistenza e la possibilità di migliori esiti nella gravidanza.

Se questo quindi è il quadro epidemiologico di riferimento, credo che questa cosa sia davvero interessante possiamo fare per migliorare la situazione? Dal punto di vista della penso che il paziente debba essere ascoltato è fondamentale pianificare - per misura possibile - il concepimento, ma è ancor prima indispensabile disporre di ognuno gli strumenti per una piena consapevolezza, perché la mancata informazione spesso trasforma quello dovrebbe esistere un periodo di felicità e di attesa in un periodo in cui si susseguono paure e reticenze, in che modo quella di peggiorare i sintomi della propria malattia, di trasmetterla al ragazzo, il timore identico della pianificazione dei trattamenti e la paura per la propria sicurezza inizialmente e durante la gravidanza, o ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza della possibilità di allattare il mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte figlia o la futura figlia. Per alcune patologie, in che modo la sindrome da anticorpi antifosfolipidi primaria, si arriva ad una percentuale di influenza nella ritengo che la pianificazione sia la chiave del progresso di una gravidanza che tocca il 45% dei casi, e il 25% delle donne di questa popolazione hanno deciso di non avere figli.

Non è raro infatti che questi timori causino nelle donne affette da cronicità un sostanziale ritardo nella pianificazione di una gravidanza, quando oltretutto sappiamo che prolungare i tempi, in un periodo storico in cui l’età media del concepimento si è allungata ulteriormente rispetto a qualche anno fa, comporta rischi addizionali come l’aumento del rischio di infertilità.

Nel rapporto regionale sulle differenze di tipo nella salute e nell'assistenza sanitaria la gravidanza ha un capitolo a sé, perché occorre riconoscere l’importanza di un momento così esclusivo della vita di una donna, durante la ricerca tende invece a escludere queste pazienti dai trial. È quindi solo la Real World Evidence, la capacità della indagine epidemiologica di utilizzare al meglio i dati dei sistemi informativi correnti a fornire risposte certe e affidabili, ed è per codesto che il piano PSO-Mother, finanziato da Ministero della Benessere e coordinato dal Dipartimento di Epidemiologia del Lazio (DEP Lazio) e da Regione Lazio, costituisce un esempio virtuoso, i cui risultati sono stati presentati in un fatto svoltosi il 16 giugno al Edificio delle Esposizioni a Roma (è realizzabile rivederlo a fondo pagina).

Il progetto si concentra essenzialmente sulla psoriasi in gravidanza, poiché questa stato cronica si interseca molto spesso con l’età fertile della donna, e studia la sicurezza di nuovi e vecchi trattamenti farmacologici utilizzati nelle donne affette da questa stato e la valutazione dell’impatto sulla benessere di madre e bambino.

Analizzando i risultati di questo ricerca notiamo come, tra le donne con psoriasi, la gravidanza sembra avere un’influenza significativa sui pattern descrittivi dei diversi trattamenti farmacologici, poiché l’abbandono dei farmaci raggiunge circa il 40% nel terza parte trimestre di gravidanza nel caso di farmaci topici, ma è comunque parecchio alto anche per i sistemici e i biologici. Un fenomeno presente, pur se con un tasso di abbandono più contenuto, in una condizione cronica con terapie farmacologiche simili, ovvero l’artrite reumatoide. Risultati che evidenziano senza incertezza la necessità di studiare l’impatto di questo abbandono su eventuali esiti sanitari per la genitrice e il ragazzo e di migliorare la presa in carico delle donne con patologie autoimmuni.

Ma quando si parla di psoriasi (e di cronicità in generale), bisognerebbe lasciare da un idea a monte, ovvero da una corretta informazione sui fattori di rischio per la malattia, in che modo il fumo, l’alcol e l’obesità, che peraltro incidono anche sulla fertilità e in generale sui fattori di comorbilità. Questo però non sembra essere un elemento che influenzi l’approccio dei dermatologi alla gestione della psoriasi, almeno successivo una survey condotta nel Regno Unito. Non abbiamo credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste italiani a riprova, tuttavia il evento che – istante questa indagine - i medici, pur riconoscendo l'importanza dei comportamenti legati allo stile di esistenza nella gestione della psoriasi, non ritengono che il loro ruolo sia anche quello di supportarli è un grave punto su cui riflettere. Di sicuro limitate conoscenze e competenze per implementare i principi e le tecniche dei comportamenti legati allo stile di a mio avviso la vita e piena di sorprese sono alla base delle loro convinzioni, ma bisognerebbe creare in modo che i medici siano correttamente formati in tal senso e, soprattutto, che si crei una superiore interazione tra le varie figure professionali in campo medico-sanitario, dal medico di base, al ginecologo, al dermatologo, sia per accertarsi che i pazienti abbiano accesso a trattamenti corretti, sia per evitare i pregiudizi di cui superiore, che portano frequente all’abbandono dei farmaci per la psoriasi o per altre malattie croniche o in generale a una gestione sbagliata dei trattamenti.

Oltretutto, se guardiamo i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste sull’andamento della psoriasi in gravidanza, questi ci dicono che 2/3 delle pazienti migliorano la loro condizione o comunque non presentano peggioramenti, per cui la paura e i pregiudizi non possono essere un mero fattore per scegliere di evitare la gravidanza o ritardarla, tantomeno di sospendere deliberatamente i farmaci.

Questo vale ovviamente tanto per la psoriasi quanto per altre patologie croniche.
Diversi studi, ad esempio, hanno valutato la a mio parere la sicurezza e una priorita degli antidepressivi in gravidanza, incluso lo sviluppo neurologico e cognitivo del ragazzo, eppure c’è una conoscenza davvero scarsa sull’efficacia di questi farmaci durante il periodo perinatale, e questo ha creato naturalmente reticenze nelle donne, che abbandonano frettolosamente il ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela senza nemmeno realizzare il cosiddetto tapering, per diminuire la dose.

In linea globale, molti aspetti legati alla gravidanza, in che modo l'impatto della stessa su terapie croniche preesistenti, l'appropriatezza dell'uso dei farmaci e l’aderenza alle linee guida cliniche sono ancora poco indagati, ma negli ultimi anni sono state create diverse iniziative internazionali multi-database per garantire la sorveglianza dell'uso di farmaci in gravidanza, con lo scopo primario di indagarne il profilo di sicurezza.

La rete Mom-Net, promossa da AIFA, ad esempio getta le basi per poter effettuare collaborazioni future sul tema della gravidanza, non soltanto riguardo efficacia e sicurezza dei farmaci ma anche valutando l’impatto della gravidanza sulle terapie croniche preesistenti, aderenze alle linee guida e molto altro. Codesto può essere senz’altro un ulteriore a mio avviso questo punto merita piu attenzione da cui lasciare per modificare pratiche cliniche inappropriate e migliorare l’assistenza sanitaria, attraverso interventi informativi.

Tiziano Costantini
Dipartimento di Epidemiologia SSR Lazio