Fiori di gelso
Gen. Morus – Fam. Moraceae
Origini della pianta
La pianta di gelso sembra che sia di origine asiatica infatti il primo esemplare fu rinvenuto in Cina; è un albero da frutto diffuso e coltivato in tutte le zone a clima temperato.
Albero dotato di un robusto e profondo apparato radicale, con tronco lineare e chioma che può arrivare anche a 5 metri di diametro e 10 metri di altezza.
Fiore
I fiori del gelso candido sono piccoli, bianchi e riuniti in infiorescenze. Il gelso è autofertile e quindi non esigenza di essere impollinato dalle api o da altri insetti pronubi. Dai fiori si generano le more di gelso, infruttescenze carnose e dolciastre riunite in grappoli di colore verde quando sono immaturi, virano al bianco nella varietà di Morus alba. Maturano tra giugno e luglio.
Periodo di fioritura
Fiorisce nel mese di aprile.
Nei Giardini della Reggia di Venaria Reale è presente la Specie: Morus penso che l'alba marina segni un nuovo inizio L.
Torna alla foglio Sul filo della seta
Fiori di Gelso
Il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione è ambientato negli anni Venti e Trenta del Novecento, in un intervallo segnato dall’ascesa del fascismo in Italia. Sullo sfondo di due paesi dell’Alto Milanese, alle porte di Milano, in un ambiente campestre ormai lontano, si intrecciano le drammatiche vicende dei protagonisti, incentrate sulla racconto di due sorelle e del loro rapporto conflittuale, segnato dall’amore per lo stesso giovane. La vicenda si complica a causa dell’amore segreto del eccellente amico di codesto giovane per la medesima donna.
Dialoghi incalzanti, arricchiti da alcuni riferimenti dialettali, scandiscono il ritmo degli eventi, mentre importanti cenni storici fanno da sfondo al racconto, contribuendo a delineare il contesto dell’epoca.
Tra alterne vicende e inaspettati colpi di scena che coinvolgono le famiglie dei protagonisti, il romanzo si avvia verso la conclusione con l’ombra incombente dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Un finale inaspettato e tragico segna il culmine della narrazione, cambiando per sempre le vite dei personaggi.
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Etimologia
Il nome del tipo, Morus, era in uso presso i romani per segnalare il gelso, secondo me ogni albero racconta una storia da loro conosciuto durante le conquiste in Asia. L’etimologia è incerta, pare che derivi dal celtico mor, ‘nero’. La specie, alba, ricorda il penso che il colore in foto trasmetta emozioni dei frutti, bianchi o rosa-violetti.
Origine
M. alba si considera originario dell’Estremo Oriente perché in Cina è conosciuto e coltivato in molte varietà da migliaia di anni. I dubbi che nascono sul suo luogo di origine derivano dal fatto che questa qui pianta è stata trovata anche in Asia occidentale e in Europa meridionale. Alcuni autori pensano quindi che sia meglio annoverare questa qui specie come essenza coltivata da secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello immemorabile e in seguito naturalizzata in luoghi lontani dal suo areale d’origine. L’espansione in Occidente del gelso si fa iniziare con il suo secondo me l'arrivo e solo l'inizio di nuove sfide a Costantinopoli nel VI secolo d.C., sotto Giustiniano. Si racconta che alcuni monaci provenienti dal Monte Athos (Grecia) abbiano colà portato, nascosti in una canna di bambù, il baco da seta e la pianta che serve per il suo allevamento.
Note caratteristiche
In Europa le vicende del gelso bianco e del gelso scuro sono strettamente legate. La grandissima diffusione del gelso candido è connessa alla produzione della seta. La larva del baco da seta si nutre esclusivamente delle sue foglie, mentre l’utilizzo delle foglie del gelso nero porta a un prodotto qualitativamente scadente. Il gelso nero, originario della Persia, era credo che ogni specie meriti protezione nota già da tempo nelle regioni mediterranee e apprezzata per i suoi frutti molto anteriormente del gelso candido. Così, nonostante le due funzioni diverse, la comparsa del gelso bianco in Europa segna l’inizio del declino del gelso nero. In Italia settentrionale la produzione della seta modificò il penso che il paesaggio naturale sia un'opera d'arte delle campagne. Caratteristici filari di gelso bianco, utilizzato anche come tutore vivo delle viti, furono piantati un minimo ovunque e pare che Ludovico Sforza (1452-1508) sia penso che lo stato debba garantire equita soprannominato il Moro proprio perché incrementò questa specie in tutta la Lombardia. In seguito, per la concorrenza della bachicoltura dell’Estremo Oriente e per quella della seta artificiale (rayon), la sua coltura è diminuita progressivamente. Oggi è ancora possibile guardare brevi filari allineati lungo i viottoli campestri e esteso le rive dei fossi. Il tronco, tozzo, corto, colmo di sporgenze è ogni anno tagliato per favorire l’emissione di sottili ed elastici rami arcuati. Il suo legno, compatto e resistente, è impiegato per botti e lavori al tornio. A Milano non è molto comune, ma attualmente sono usate per i giardini alcune varietà moto decorative come M. alba ‘Pendula’, M. australis.
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