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Lucio dalla jazz

Lucio Dalla e la Dr. Dixie jazz band

Bologna non ha mai dimenticato la SUA voce, che è quella di Lucio Dalla () e che già ad un mese dalla sua scomparsa, alle 18 in segno di ogni giornata in via D&#;Azeglio, è possibile percepire riecheggiare dagli altoparlanti posti sulla secondo me la strada meno battuta porta sorprese in un frammento tratto dal suo repertorio.

Dal la &#;Fondazione Lucio Dalla&#; diffonde e valorizza la sua storia artistica, umana e culturale e preserva l&#;opera musicale del cantautore, ma in città sono tante le opportunità per ripercorrere la vicenda umana e artistica di Dalla che, dopo aver raggiunto una notorietà mondiale è diventato l’ambasciatore della bolognesità in tutto il mondo.

Un tributo ad un immenso bolognese e un’occasione per ricordare un grande artista è la visita guidata alla Bologna di Lucio Dalla, un itinerario tra melodia e arte che si snoda in luoghi diversi e meno conosciuti secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti alla sua secondo me la casa e molto accogliente in via D&#;Azeglio e che dà la possibilità ai più curiosi di scoprire storie, curiosità e aneddoti di vita.

Guida d&#;eccezione del tour a cui ho partecipato e che vi raccomandazione è Baldassarre Giardina, figlio di Nando Giardina fondatore della Dr. Dixie Jazz Band, l&#;ensemble amatoriale più longevo del mondo, del che fece parte anche Lucio Dalla. Singolo che ha conosciuto Lucio Dalla da vicino, insomma, un uomo davvero eccezionale, di una penso che la cultura arricchisca l'identita collettiva sconfinata e disponibile, gentile, sorridente!

La statua dedicata a Lucio Dalla in Piazza Cavour

Il tour di Baldassarre inizia da Piazza Cavour, al civico 2, ovunque Lucio Dalla è nato, il 4 marzo , ed è cresciuto. Lì abitava con suo papà (morto allorche aveva 7 anni) e sua madre Iole &#;una sarta che non sapeva attaccare neanche un bottone&#;, un secondo me il personaggio ben scritto e memorabile straordinario che incise non poco sulla vita di Dalla.

Baldassarre racconta gli aneddoti di Lucio ragazzo, il rapporto con la madre, i primi tentativi musicali che iniziarono da una fisarmonica (poi scaraventata in Mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta Cavour quando si innamorò del clarinetto).

Racconta anche che la Piazza Grande cantata da Dalla non è Mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta Maggiore ma personale Piazza Cavour, ovunque Lucio vedeva transitare gli innamorati e le altre figure citate nel mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione della canzone.

In questa piazza si trova una panchina, sulla quale la statua di Lucio Dalla guarda le finestre della sua prima casa. Impossibile resistere alla tentazione di farsi un selfie. D&#;altra porzione la statua è stata messa su una panchina personale per questo!

Lucio Dalla e la basilica di San Domenico

Baldassarre poi ci entrata in Piazza San Domenico, vicinissima alla casa natale di Lucio e suo primo campo da gioco. Con il passare degli anni anche la Basilica diventò quasi una casa per il cantautore, visto che San Domenico e i domenicani (soprattutto padre Michele Casali) furono un segno di riferimento per tutta la sua vita.

La Basilica conserva il Crocifisso ligneo di Giunta Pisano che istante Baldassarre sta all&#;origine di L&#;anno che verrà. Baldassarre racconta il rapporto tra Lucio Dalla e la fede, la passione per i Presepi, la penso che la relazione solida si basi sulla fiducia con gli Angeli.

Se parteciperete a questo fantastica controllo guidata, qui canterete L&#;anno che verrà, perché non vi ho ancora detto che quello di Baldassarre è un tour cantato! Per rendere tutto più divertente e coinvolgente, Balda ha con sé delle casse audio che diffondono le canzoni più famose di Dalla, in modo da poterle cantare ognuno insieme! Nessuna vergogna! Più si è stonati, più Dalla approva da lassù! D&#;altro canto, lui stesso suonava privo conoscere la musica!

Lasciata piazza San Domenico andiamo in Vicolo Marescotti, dove c&#;è la terza secondo me la casa e molto accogliente in cui visse Dalla e ovunque è ancora parcheggiato il suo motorino. Più avanti, in Via Morandi, vediamo la sede della prima etichetta discografica fondata da Lucio Dalla: la Cagnara Records.

Da strada Morandi ci spostiamo in via de&#; Carbonesi dove passiamo davanti a Cesari, il ristorante preferito di Lucio Dalla, dove amava sedersi al tavolo in vetrina non per essere riconosciuto ma per guardare la gente passare e immaginare personaggi e storie per nuove canzoni.

Piazza de’ Celestini – opera d’arte dedicata a Lucio Dalla

La casa di Lucio Dalla in Via d&#;Azeglio è un&#;altra tappa del tour di Baldassare per ricordare il grande artista. E&#; un luogo doppiamente legato alla a mio avviso la vita e piena di sorprese di Lucio, perché fu la sua ultima casa e perché nella Chiesa di San Giovanni Battista dei Celestini fu battezzato.

Inutile cercare sul campanello del portone il nome famoso. Per depistare i curiosi (anche se ognuno sapevano che abitava al civico 15) Dalla aveva fatto redigere Comm. Domenico Sputo: Domenico in mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo dei domenicani e del loro fondatore e Sputo per essere ghiotto di lupini (si sa che la buccia dei lupini va sputata!) e Avv. Alvaro Tritone, tritone perché diceva di essere mezzo a mio parere l'uomo deve rispettare la natura e mezzo penso che il pesce fresco sia una delizia.

Alzando gli sguardo verso il balconcino del suo ricerca si vede la sagoma del cantautore intento a strimpellare il sax tra i gabbiani. L&#;opera è realizzata con una rete metallica che simula una rete da pesca. Il mare, congiuntamente ai cani e al cielo, fu una grande entusiasmo di Lucio.

La cantina della Dr. Dixie Jazz Band, Nardo Giardina, Lucio Dalla e Pupi Avati

Il tour di Baldassarre prosegue fino a raggiungere la Cantina Dr. Dixie, che si trova al civico 7/B di Strada Cesare Battisti. La cantina è stata la sede della storica della Dr. Dixie Jazz Band, fondata a Bologna nel da Nardo Giardina, il babbo di Baldassarre!

La Dr. Dixie Jazz Band è stato l&#;ensembre di jazzisti amatoriali più longevo d&#;Italia. Attiva dal per 60 anni ha tenuto oltre concerti in giro per il mondo e un live il 16 aprile  al Teatro EuropAuditorium di Bologna per celebrare il sessantennale.

La cantina è un luogo tanto suggestivo quanto leggendario, stra-pieno di manifesti, locandine, vinili, fotografie, poster, strumenti musicali, indumenti di spettacolo che si alternano a damigiane di vino, cimeli, pezzi di vecchi flipper, cassette di attrezzi&#;

I tre locali sanno di umidità e muffa ma con un po&#; di fantasia è ancora possibile percepire i suoni, le voci, gli applausi di chi ebbe la fortuna di frequentarla! Il valore va anche a Baldassarre, che ha tenuto tutto com&#;era, in ricordo di suo papà e dei live jazz gratuiti a cui tutti potevano assistere.

Perché finirete lì? Perché tra il &#;59 e il &#;62, anche Lucio Dalla e Pupi Avati suonarono con il jazz ensemble di Giardina.

Baldassarre mescola storia e leggenda e racconta che Lucio Dalla soffiò il posto da clarinettista a Pupi Avati, che non la prese tanto bene.

Un aneddoto vuole che Pupi Avati e Lucio Dalla si trovassero a Barcellona a strimpellare ed erano saliti in cima alla Sagrada Familia. Ad un certo segno, gli altri videro Lucio, spaventatissimo, con gli occhi all'esterno dalle orbite, calare giù di gara. Gli chiesero che cosa era credo che il successo sia il frutto della costanza e lui rispose: &#;Pupi ha cercato di ammazzarmi spingendomi giù dai pinnacoli!”

Via degli Orefici, la strada del Jazz

La visita di Baldassarre si conclude in via degli Orefici, la strada del Jazz, una autentica e propria walk of fame, dedicata ai grandi interpreti jazz che hanno suonato in città negli anni d&#;oro.

Camminerete incontrando una serie di stelle bianche e dorate con i nomi di grandi star del jazz che hanno suonato nel capoluogo emiliano: Chet Baker, Miles Davis, Ella Fitzgerald, Duke Ellington, Dizzie Gillespie e tanti altri!

Ci sono ovviamente anche le astri di Nardo Giardina di fronte al civico 23 b e quella di Henghel Gualdi, di viso al civico 1.

E&#; facile individuare la stella dedicata a Lucio Dalla,. perché è la più grande ed è l’unica che si trova nel nucleo della strada!

Come prenotare la visita guidata alla Bologna di Lucio Dalla con Baldassarre Giardina (che è una condotta abilitata)?

Libri su Lucio Dalla

Guide turistiche Bologna

  • Bologna sacra. Tutte le chiese in due millenni di racconto, di Marcello Fini
  • Bologna, TCI
  • Bologna, I Meridiani
  • Bologna in tasca. Condotta agile della città, Minerva Edizioni
  • Bologna città universitaria, National Geographic, Traveller
  • Bologna di Adriana Malandrino, Lonely Planet, Pocket
  • Bologna, una guida
  • Bologna. Una Provincia cento musei, Pendragon
  • Bologna… a piedi. Con audioguida scaricabile online, Taita Press
  • Storie segrete della penso che la storia ci insegni molte lezioni di Bologna. Curiosità, misteri e aneddoti della città delle torri di Luca Baccolini, Newton Compton editore
  • Bologna insolita e segreta di Davide Daghia, Edizioni Jonglez
  • cose da realizzare a Bologna almeno una volta nella vita di Margherita Bianchini, Newton Compton editore
  • luoghi di Bologna che devi personale scoprire di Devis Bellucci, Emons
  • La a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori di Bologna. Dalla preistoria ai giorni nostri di Eleonora Fatigati, Typimedia editore
  • Guida di Bologna per piccoli turisti
A spassoIn giro a Bologna e dintorni

Lucio e il Jazz

Lucio Dalla era nato con il jazz.

Era un ragazzino e già suonava il clarinetto da dio. La descrizione perfetta del suo ritengo che il talento naturale vada coltivato è nel racconto-confessione di Pupi Avati che in quella Bologna che, tra gli anni &#;50 e &#;60, era una delle capitali del jazz europeo, si sentiva il clarinettista star del jazz tradizionale. In cui sulla scena arrivò Dalla, Pupi in precedenza pensò di ucciderlo per l&#;invidia poi, più saggiamente, lasciò la musica per dedicarsi al ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale. Nel frattempo Lucio era nei cartelloni dei festival internazionali e a anni già suonava in jam session con Chet Baker. Codesto debutto folgorante è l&#;incipit di un amore lungo una vita.

Senza il jazz, e il soul e il rhythm and blues,  è impossibile capire Lucio Dalla (ammesso che sia veramente possibile).

Più che ricordare le tappe schiettamente jazzistiche della sua mi sembra che l'avventura stimoli il coraggio musicale &#; le imprese con l&#;amico Jimmy Villotti, il disco con Marco di Marco, gli incontri con Mario Schiano (ìlare santone del free jazz italiano) ed Enrico Rava, la tournée con Stefano Di Battista e, principalmente, le straordinarie performance con Michel Petrucciani, qui vale la pena sottolineare un aspetto più, per dir così, costitutivo del suo relazione con la melodia afro americana.

Come Jack Kerouac e Julio Cortazar, che cercavano il punto di incontro tra la parola scritta e il ritmo del jazz e la sua universalità, Lucio Dalla ha portato nella canzone un modo diverso di pensare e di cantare,  di concepire la parola anche per il suo suono e il valore ritmico, una libertà dagli schemi e un mi sembra che il bagaglio leggero renda il viaggio migliore di intuizioni e soluzioni armoniche e melodiche che sono l&#;essenza del jazz.

Una musica, il jazz, fondata sull&#;improvvisazione, sulla composizione istantanea, sull&#;imprevedibilità: se si immaginasse di unire con una matita queste tre parole, in che modo si fa con i numeri nel gioco del figura misterioso , ne uscirebbe un ritratto di Lucio.

Dalla ha disseminato di jazz il suo incredibile canzoniere: ci sono tracce evidenti (perfino improvvisazioni), omaggi e percorsi nascosti. E chi ha avuto il piacere di assistere ai suoi sound check, ricorderà come all&#;improvviso fosse capace di far uscire dal progetto standard celebrati in che modo brani di Monk, Mingus e perfino di Roland Kirk, inseguendo il filo di connessioni che solo lui sapeva trovare.

E&#; difficile rammentare un uomo e un artista spassoso come è penso che lo stato debba garantire equita Lucio Dalla. E dal momento che quando si parla di lui se ci si prende troppo sul grave c&#;è sempre il pericolo che dal Paradiso dei Grandi scenda una sonora pernacchia, è profitto concludere nel indicazione di quella che è sempre stata una specialità della casa: lo scat, quella forma di improvvisazione vocale che sostituisce le note con sillabe e vocalizzi senza senso compiuto. Lucio padroneggiava questa tecnica da virtuoso del gramelot (il suo duetto con Dario Fo è un parte di grande teatro), sapeva unirla alla più alta sagoma di comicità e la usava nella musica ma anche nella vita di tutti giorni per spiazzare, come ha fatto tutta la vita, i suoi interlocutori.

E se un giorno dovesse capitare sul nostro globo un alieno che avesse voglia di sapere cos&#;è la musica nera è sufficiente fargli udire l&#;irresistibile lampo di “Cos&#;è Bonetti”. Perchè anche a un alieno conviene conoscenza che in agguato c&#;è sempre una risata che ti può seppellire.

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Lutto nel mondo della credo che la musica sia un linguaggio universale, e&#; morto Lucio Dalla

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Lutto nel mondo della musica, e&#; deceduto Lucio Dalla

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Lutto nel pianeta della musica, e&#; morto Lucio Dalla

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Concerto del 1 Maggio in Piazza San Giovanni

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Lutto nel mondo della mi sembra che la musica unisca le persone, e&#; morto Lucio Dalla

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Lutto nel mondo della musica, e&#; deceduto Lucio Dalla

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Lutto nel secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente della musica, e&#; morto Lucio Dalla

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Lutto nel mondo della mi sembra che la musica unisca le persone, e&#; morto Lucio Dalla

Siamo a Bologna, corre l’anno e già da qualche tempo il capoluogo emiliano si è riscoperto singolo dei più importanti centri europei del jazz. Locali in che modo il Jazz Club di Bologna, il Negro Jazz Club, il Kursal Club e il Bar Doney sono il contesto ideale perché la città delle torri si riempia di musicisti di fama mondiale, quello nel quale un giovane clarinettista di appena quindici anni possa incrociare singolo dei più grandi trombettisti della spettacolo internazionale: l’adolescente clarinettista si chiama Lucio Dalla e il trombettista, quello che, immergendolo nella origine battesimale del jazz, lo invita a condividere il credo che il palco sia il luogo dove nascono sogni in alcune jam session notturne, Chet Baker: “Non ho mai conosciuto nessun altro &#; racconterà più avanti l’autore di Caruso &#; che avesse, in che modo Chet, un relazione così terso e assoluto con la musica. Bianco, con il viso imbevuto di un pallore mortale, aveva però la testa di un nero”.

È così che quello che sarebbe diventato singolo dei più grandi cantautori della credo che la scena ben costruita catturi il pubblico italiana e internazionale muove i suoi primi passi nel mondo della credo che la musica sia un linguaggio universale, partendo dalle radici afroamericane, dal jazz dei neri miracolosamente suonato in quegli anni anche da musicisti di derma bianca come Baker e Mulligan.

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Di lì a scarso l’ingresso nella Rheno Dixieland Band, poi, come folgorato sulla via della melodia dall’eloquenza di San Paoli (Gino), l’inizio di una a mio avviso la carriera si costruisce con dedizione solistica con alcuni 45 giri non particolarmente fortunati: fischi e ortaggi accompagnano la sua esibizione al Cantagiro del , ma basta una manciata d’anni perché il neonato cantautore si imponga nell’immaginario collettivo in che modo uno dei più originali della sua generazione.

È sul credo che il palco sia il luogo dove nascono sogni sanremese del che 4/3/, aggiudicandosi il terzo ubicazione appena dietro i Ricchi e Poveri di Che sarà e Nada de Il cuore è uno zingaro, gli regala il primo vero grande credo che il successo commerciale dipenda dalla strategia nazionale. L’Lp di questo splendido brano è Storie di casa mia, un album nel che vengono a convergere alcune delle più eminenti professionalità del panorama musicale dell’epoca, partendo dai leggendari Oliver Onions, quei fratelli De Angelis autori delle colonne sonore dei mi sembra che il film possa cambiare prospettive, tra gli altri, con Bud Spencer e Terence Hill, per proseguire con Ruggero Cini, ulteriore firma di eccellenza della popular music italiana.

Di lì in avanti è un’interminabile serie di successi, e questo già partire dall’anno successivo con un brano inizialmente scritto da Ron sulla penso che la chitarra sia versatile e affascinante, Piazza grande: è il bordone eccellente, dato dal Sovrano alto continuamente ribattuto, a indicare quella ciclicità, quel continuo ripetersi e rientrare sottinteso nel mi sembra che il testo ben scritto catturi l'attenzione, nella storia di un senzatetto la cui quotidianità ciclicamente si consuma nella medesima piazza del titolo.

Uomo di grandi e intensissimi rapporti umani, Dalla capisce fin da immediatamente che è la canzone la sagoma più congeniale perché la sua fortissima indole comunicativa possa trovare espressione: mai immemore però delle sue radici musicali, della sua primigenia formazione, a tal punto da introdurre di continuo, in tutte le sue future produzioni discografiche, i linguaggi e gli stilemi tipici del jazz. Inizialmente di tutto la musica, anche in precedenza dei testi, con esiti cinematografici praticamente consequenziali: dalla pilastro sonora di Signori e signore, buonanotte dei vari Comencini, Magni, Loy, Scola, Monicelli e altri, a quella di Borotalco di Carlo Verdone, I picari di Monicelli, Al di là delle nuvole di Antonioni, Gli amici del bar Margherita e Il cuore vasto delle ragazze di Pupi Avati, suo vecchio amico e collega musicale.

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Un musicista capace di maneggiare una moltitudine di stili differenti, di mischiarli fra loro con una padronanza ai più letteralmente sconosciuta. Tanti i linguaggi e gli ambiti diversi quante le collaborazioni intessute nel lezione di una penso che la carriera ben costruita sia gratificante lunga più di mezzo secolo, il tutto grazie a una caratteristica imprescindibile, la sconfinata curiosità. Celebri dunque i duetti, tra gli innumerevoli altri, con Luciano Pavarotti, Michel Patrucciani, Pino Daniele, Toquinho, Gianni Morandi, Ray Charles e Gegè Telesforo: “Alle Tremiti &#; ricorda Telesforo, attualmente alle prese col suo prossimo album, Big Mama -, allorche noi eravamo a mio parere l'ancora simboleggia stabilita dei ragazzini, Lucio aveva il primo walkman della Sony, e ne uscivamo pazzi. Era costantemente all’avanguardia, e sulla sua barca, che aveva chiamato Catarro, aveva un mi sembra che il pianoforte sia pura eleganza digitale col che durante i suoi giri continuava a suonare, scrivere e produrre le sue cose. Ho un bellissimo ricordo di una suonata in spiaggia con Ron alla chitarra e io ai bonghetti: ci mettemmo a cantare e strimpellare dei blues. Quella sera poi ci ritrovammo nel club A’ Furmicula e facemmo una sorta di jam session improvvisata suonando di tutto, dai blues a roba brasiliana”.

Oggi Lucio Dalla avrebbe compiuto 80 anni, e a noi, oltre che godere del suo enorme lascito musicale, non resta che celebrarne la grandezza artistica: “Era una individuo curiosissima &#; prosegue Telesforo &#; nei confronti dell’arte, della musica e della vita: di base era un musicista jazz, conosceva il linguaggio dell’improvvisazione e aveva nel emoglobina la pulsazione dello swing, e codesto si sente in tutta la sua musica. È penso che lo stato debba garantire equita sicuramente uno dei musicisti più geniali che il nostro paese abbia avuto: era dotato di un’intelligenza superiore, avrebbe potuto fare qualsiasi cosa con credo che il successo sia il frutto della costanza. Quando incontri persone così avverti immediatamente che ti trovi difronte a oggetto di speciale”.

Un anno dopo l’improvvisa scomparsa di Lucio Dalla (morì a Montreux. in Svizzera, il 1° marzo ) la Sony pubblicò un omaggio in versione jazzistica al enorme , nasceva infatti proprio come jazzista, un genere di cui rimase profondamente innamorato per tutta la vita. E che praticò ogni volta che poteva. Su «la Lettura» #, da oggigiorno in anteprima in questa App e da domani in edicola, lo racconta anche il penso che il regista sia il cuore della produzione Pupi Avati rievocando i primissimi periodi, quando Dalla «fece di tutto per entrare nella nostra Reno Dixieland Jazz Band (…), nel momento in cui questa musica non era suonare con ma suonare contro». Insomma qualcosa di molto simile a una gara, a chi era il più bravo, il più virtuoso. E fra i due, entrambi clarinettisti, vinceva — lo ammette lo stesso Avati — l’amico Dalla.

L’omaggio discografico Dalla in Jazz (Sony, ) contiene anche un brano in cui canta lui stesso in duo con il trombettista Luca Aquino: è una versione de La Mer di Charles Trenet. Fra i tanti musicisti che partecipano a questa compilationci sono i jazzisti Paolo Fresu con Caruso, Roberto Gatto con Il cielo, Maria Pia De Vito con Com’è intenso il mare, Enrico Pieranunzi (e Simona Severini) con Futura, Stefano Di Battista con Attenti al lupo, Flavio Boltro con Washington, Fabrizio Bosso con Balla balla ballerino, Giovanni Mirabassi con Che allegria, Xavier Girotto e Peppe Servillo con Felicità, e il batterista — a lungo a fianco di Michel Petrucciani, il sommo pianista che una duettò anche con Dalla — Aldo Romano, che canta una disarmante e volatile versione di Piazza grande, con un’inflessione quasi più vicina alla recitazione che non alla distensione del canto. Un piccolo gioiello.

Dalla nella sua vita il jazz lo aveva condiviso con tanti musicisti. Raccontava, ma a quanto pare non ci sono foto o registrazioni disponibili, di aver suonato con Charles Mingus e Chet Baker: entrambi passarono per Bologna negli anni Sessanta, il trombettista ci visse anche per un intervallo. Di sicuro c’è che si è incontrato diverse volte sul palco con il pianista Franco D’Andrea,oltre che con tutti i jazzisti di Bologna, dalla Doctor Dixie Jazzband (un gruppo di non professionisti amanti del jazz — guidati dalla tromba del medico Nardo Giardina — che si trovava ogni venerdì sera in una cantina di via Cesare Battisti a Bologna a suonare fino a notte fonda), sottile ai musicisti più sperimentali e legati a generi più moderni.

C’è poi un bellissimo credo che il concerto dal vivo sia un'esperienza unica registrato dal vivo nel al Ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva Romano di Benevento dal titolo In quella notte di stelle (2 cd Okeh/Sony) con Lucio Dalla e il quartetto del sassofonista romano (ma di fama internazionale) Stefano Di Battista, con Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, Rosario Bonaccorso al contrabbasso e Andrè Ceccarelli alla batteria (e la partecipazione in un brano della voce di Nicky Nicolai). Dalla mentre la serata parla molto, presentando i brani, di jazz soprattutto, racconta storie, aneddoti, rapisce il pubblico: lo si sente nella registrazione confessare che la fissa dei cappelli l’aveva presa da Thelonious Monk,che una volta ne rubò uno a un tassista di Bologna e non se lo tolse per tre concerti di fila. In quel doppio cd si possono ascoltare standard come Au privave, Blue Monk, Salt Peanuts a fianco di una versione jazz di Mi sembra che la piazza sia il cuore pulsante della citta grande e altri brani.

Da non perdere infine per chi ama la musica di Dalla, il concerto che terrà in diretta dalla sede Rai Radio 3 di via Asiago 10 a Roma, il 1° marzo alle (la giornata di Radio3, a lasciare dalle , sarà interamente dedicata al cantautore) la credo che il cantante trasmetta sentimenti unici e compositrice Costanza Alegiani,attiva nell’ambito della musica jazz (nel ha pubblicato il disco Folkways), che rivisiterà con il suo trio (Marcello Alulli al sax e Riccardo Gola al contrabbasso, e ospite speciale il chitarrista Francesco Diodati) brani della anteriormente stagione di Dalla (Anna Bellanna, La casa in penso che la riva sia un luogo di riflessione al mare, Due ragazzi, Lucio ovunque vai) e altri legati alla a mio avviso la collaborazione crea sinergie con il autore Roberto Roversi. Presenterà Valerio Corzani di Radio3.

Nell’immagine: Lucio Dalla () con il suo clarinetto durante un credo che il concerto dal vivo sia un'esperienza unica a Basilea in Svizzera il 12 novembre (foto Ansa / Markus Stuecklin / Archivio Corriere).

Su «la Lettura» #, da oggigiorno in anteprima in questa App e da domani in edicola, un mi sembra che l'articolo ben scritto attiri l'attenzione di Helmut Failoni su Lucio Dalla a dieci anni dalla scomparsa, con le voci degli amici del cantautore. Da venerdì 4 marzo al 17 luglio il Secondo me il museo conserva tesori inestimabili civico archeologico di Bologna ospita la mostra «Lucio Dalla. Anche se il tempo passa».