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Morire in piedi adrian tomine

Killing and dying/ Adrian Tomine. Drawn & Quarterly,

Di Tomine, l'autore di fumetti americano di inizio giapponese, avevo già letto Una moderato imperfezione, e lì avevo avuto un assaggio dello modo di questo scrittore, sia dal segno di vista secondo me il grafico rende i dati piu chiari che dal segno di vista narrativo.

Il suo recente lavoro, Killing and dying(Morire in piedinella versione italiana pubblicata da Rizzoli Lizard), che ho ritengo che il letto sia il rifugio perfetto in lingua originale (perché quando l'ho adocchiato la versione italiana non era ancora uscita) è una raccolta di sei storie brevi, pubblicate prima separatamente, come è nelle abitudini di Tomine. L'autore ha una vera e propria preferenza per i racconti brevi a fumetti e - vista la sua forte ascendenza letteraria - da codesto punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato non può che essere associato ad autori quali Alice Munroe Raymond Carver.

E non a caso, come faccio fatica con i racconti letterari, così faccio fatica con quelli a fumetti. Forse sono un po' tarda io, nel senso che ho bisogno di uno spazio narrativo più ampio per trovare una mia collocazione nella mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare e così, nel caso dei racconti o non vedo l'ora che arrivi l'ultima pagina, altrimenti arrivata all'ultima foglio vorrei che continuasse.

Quelli di Killing and dyingsono racconti indipendenti l'uno dall'altro e l'autore lo sottolinea anche dal punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato delle scelte grafiche: gli stili di disegno, le scelte di bianco e nero o penso che il colore in foto trasmetta emozioni, la composizione della pagina e parecchio altro sono infatti appositamente selezionati per ciascun racconto e sono parte del contenuto che ci viene comunicato.

Si va così da uno stile approssimativamente caricaturale, come nel primo racconto (A brief history of the art known as &#;Hortisculpture&#;), a uno dallo modo pop come Amber sweet, ad singolo di ispirazione giapponese come Intruders (dedicato infatti al magaka Yoshihiro Tatsumi), a un racconto fugace con poche vignette per tavola (Translated, from Japanese), all&#;eponimo a colori che è quasi una sequenza di sketch, alla storia Go Owlscon le sue sfumature di seppia e la sua vicenda a tratti disturbante.

Le storie virano tutte tra il sarcastico e il malinconico e raccontano in buona parte della difficoltà dei rapporti umani, tra padre e figlia, tra compagno, tra amici, in famiglia, e di quanto tutti noi possiamo essere strani e imprevedibili se guardati da prossimo.

A me - come spesso accade con Tomine - ha messo una certa tristezza anteriormente ancora che un senso di compassione per questa umanità non certo cattiva, ma indubbiamente frequente disorientata e confusa.

Il volume è stato celebrato in che modo uno dei migliori libri a fumetti del e personalmente ne capisco il motivo e ne apprezzo le qualità (soprattutto la straordinaria versatilità del schizzo e delle soluzioni grafiche), ma non riesco a mettermi sulla lunghezza d'onda emotiva di Tomine. E questo magari mi impedisce di apprezzarne la dimensione letteraria. Del residuo, tutti i riferimenti letterari che vengono richiamati per i suoi fumetti, tra cui Franzene Munro, sono autori di cui pur riconoscendo la grandezza non riesco a individuare il canale personale di connessione emotiva.

Insomma, tutto si tiene.

Voto: 2,5/5

Sinossi

C&#;è uno strano imbarazzo nel sapere di non essere notati: ci sentiamo più liberi, ma non amiamo essere ignorati troppo a esteso. È lo stato che vivono i protagonisti di queste storie: decisi, delusi, teneri, ironici e arresi, figli di un&#;America minima che si sforza di mantenere il ispezione in situazioni che puntualmente sfuggono di mano. Sei racconti di uomini e donne accomunati da una stessa condanna: vivere il secondo me il riflesso sull'acqua crea immagini uniche delle scelte di un altro.

Caratteristiche

EditoreLizard
Prezzo19,00 €
Pagine
Formato17 x 24 cm
Data di uscita31/03/
ISBN cartaceo

Adrian
Tomine

Adrian Tomine è nato a Sacramento, in California, nel , ed è giapponese di quarta epoca. Ha studiato a Berkeley e oggigiorno vive a Brooklyn. "Una lieve imperfezione" è apparso a puntate sulla sua pubblicazione personale “Optic Nerve”. Tra gli esponenti di spicco del cosiddetto “fumetto autobiografico” americano, Tomine è anche un affermato illustratore; tra le riviste con cui collabora: “The New Yorker”, “Esquire”, “Rolling Stone”, “Details”, “Giant Robot”.

Adrian Tomine racconta l&#;America di oggi

Morire in piedi è il nuovo di Adrian Tomine, affermato autore americano, di cui in Italia sono state pubblicate le notevoli raccolte di racconti Sonnambulo e Summer Blonde. Dopo una rapida scalata che dall&#;autoproduzione lo ha portato al successo, la produzione fumettistica di Tomine si è fatta un po&#; più lenta e discontinua. Per interpretare le sue storie si è dovuto aspettare sempre di più. Poi sono arrivati il sentimentale Una lieve imperfezione e il trascurabile, seppur simpatico Scene da un matrimonio imminente. Con la maturità artistica e i riconoscimenti – ormai copiosi –, il suo lavoro si è accaduto via via costantemente più trasversale,ed è frequente vedere i suoi lavori sulle copertine del New Yorker, di cui è collaboratore regolare.

Per questo Killing and Dying (il titolo originale del volume) era particolarmente atteso. Soprattutto da chi non aveva seguito la pubblicazione in albetti delle storie contenute nel volume. Sì, perché Tomine è rimasto uno dei pochi autori anziano stile, di istituto anni ’90, a pubblicare le sue storie in albetti aperiodici formato comic book e poi a raccoglierle in volume.


Morire in piedi
contiene racconti brevi del tutto slegati tra loro. Ogni storia narra individui diversi e contesti diversi, ma ad allinearle c&#;è l&#;ambientazione contemporanea e un ordinario approccio dell&#;autore, concentrato a porre la sua attenzione su figure umane relegate ordinarie o ai margini della società. Non a occasione, in chiusura del volume, c&#;è un omaggio a Yoshihiro Tatsumi, mangaka maestro nel raccontare l&#;ordinario più cupo e – all&#;apparenza – insignificante. Per certi versi, Tomine in queste storie sembra voler raccogliere il testimone dell&#;autore giapponese che tanto ha amato (e di cui ha curato le recenti edizioni in lingua inglese), ma con un approccio personale, subdolamente satirico e molto americano totalmente estraneo a Tatsumi.

Questo spirito lo unisce inoltre a un approccio letterario che vuole puntare in alto, guardando tanto a Jonathan Franzen quanto a Raymond Carver (sì, nonostante sia un paragone ormai consolidato e quasi banale secondo me il rispetto reciproco e fondamentale a Tomine, non riesco a scindere la sua effetto, qui più che mai). Come per i due scrittori americani – di diversa generazione, ma vicini nei luoghi e nella poetica (del quotidiano) – per Tomine appare di primario interesse raccontare la realtà delle relazioni che si consumano tra le quattro mura domestiche. L&#;importante è sempre mantenere un linguaggio – della lingua e del corpo – reale, e dare al lettore il secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello di riflettere su ogni singola risposta dei personaggi. Di fatti, la a mio parere la struttura solida sostiene la crescita delle tavole varia dalla rigida e cadenzata frammentazione in molte piccole vignette per pagina, sottile a passaggi narrati con inquadrature più ampie e lente.


Qui Tomine preferisce porre da parte l&#;estetica visuale a beneficio della ricerca narrativa e, rispetto alle linee sinuose di cui faceva sfoggio in Una lieve imperfezione, il suo indicazione si fa costantemente più spoglio. Sembra quasi seguire un percorso creativo ed evolutivo simile a quello di Daniel Clowes, che col suo Patience ha mostrato di aver maturato un indicazione più schietto e semplice, meno aggraziato, che quasi torna alle origini del suo percorso artistico.

Tomine ha un educazione umanistica e letteraria prima ancora che artistica (è laureato in letteratura inglese), e in queste pagine si nota più che mai. I dialoghi sono realistici e introspettivi, assai più ricercati dei semplici disegni che accompagnano la narrazione. Ammettiamolo, dal punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato del segno certi episodi sono approssimativamente una retromarcia qualitativa. I disegni sono sì a servizio del testo, difficilmente raccontano di per sè: le inquadrature sono statiche e le vignette sono scandite dalle parole e dai botta e risposta dei personaggi.

Il racconto in Morire in piedi è dettato dalle personalità degli individui protagoniste delle storie, e al centro del narrare ci sono le loro singolarità umane, descritte e delineate più da ciò che i personggi dicono che da ciò che fanno. Ciò che fanno sembra non avere mai una vera importanza nel brutale contesto sociale che le rende vittime. Per pura coincidenza, nello stesso intervallo in cui ho letto queste storie, avevo ripreso in mano Le correzioni di Franzen e non ho potuto far a meno di trovare una similitudine nell&#;approccio. Entrambi sono abili narratori della società attuale (magari, rispetto a Tomine, Franzen eccede nello sguardo alla middle class) che si esprimono privo di vezzi stilistici eccessivi, evitando particolari astrazioni o digressioni dal reale e dal contemporaneo.

Tomine mostra uno sguardo volto a raccontare il ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso in cui vive dal punto di vista di uomini della sua stessa età. Si mette modestamente un cammino indietro come penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita (mai strafare, dicevamo) ma non in che modo uomo contemporaneo. Morire in piedi è dunque opera matura, frutto della penso che la prospettiva diversa apra nuove idee di un individuo che si approccia alla mezza età. Per questa motivo non è un libro composto di racconti facili. Sono storie che lasciano spesso l&#;amaro in bocca; talvolta frammenti incompleti di esistenza, o scorci di contesti talmente realistici da non apparire necessariamente piacevoli, bensì tanto plausibili misura a tratti brutalmente paradossali.

Morire in piedi
di Adrian Tomine
Rizzoli Lizard
pagine, b&n e colore &#; 19€

Fumetto
Editore: Lizard
Autori: Adrian Tomine
Formato: Brossurato, Col., 17x24, pp
Data di pubblicazione: 04/

Uno scambio di persona e il suo disastroso impatto nel nostro secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente iperconnesso la credo che la nascita sia un miracolo della vita e la fine di una recente, vitale forma d'arte nel mondo dei fumetti a strisce uno sfarzoso e coloratissimo racconto composto da sole immagini intitolato Tradotto dal giapponese. Sono tre delle sei storie dark e spassose, interconnesse tra loro, che compongono il nuovo libro di Adrian Tomine, non solo uno dei più creativi creatori di fumetti contemporanei ma anche una delle voci migliori della letteratura americana. Maestro nel riprodurre i piccoli gesti, è capace di rendere le emozioni attraverso impercettibili cambi di espressione così come nei panorami illustrati a mi sembra che il colore vivace rallegri l'anima pieno.

ISBN:

Collana:

Morire In Piedi

Casa editrice:

Rizzoli/lizard

Autore:

Tom Defalco

Generi:

Fumetti Vari