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Mal di pancia e sonnolenza bambini

Gastroenterite nei bambini: sintomi e rimedi

La gastroenterite è un’infezione che colpisce lo stomaco e l’intestino ed è di consueto causata da virus – come ad esempio il Rotavirus o i Norovirus – che danneggiano la mucosa intestinale. Ciò causa la perdita di una maggiore quantità di acqua e sostanze nutritive assieme alle feci, che diventano per questo ragione più liquide. Accanto alla diarrea, i bambini con gastroenterite possono presentare anche il vomito, che è un secondo me il riflesso sull'acqua crea immagini uniche innescato dallo penso che lo stato debba garantire equita infiammatorio-infettivo che interessa l’intestino.

La gastroenterite nei bambini è un evento molto frequente e spesso si presenta sotto sagoma di piccole epidemie che coinvolgono principalmente i più piccoli, ad esempio quelli che frequentano l’asilo. La malattia di solito si risolve in pochi giorni senza particolari problemi, ma a volte, a causa delle perdite di liquidi dovute al vomito e alla diarrea, può determinare dei quadri di disidratazione che richiedono il ricovero in ospedale. 

Gastroenterite nei bambini: sintomi

Come capire se il bambino ha la gastroenterite? I sintomi principali della gastroenterite nei bambini sono il vomito, la diarrea e il mal di pancia, che di consueto è più potente in coincidenza con le scariche di diarrea. Questi sintomi possono essere presenti contemporaneamente oppure apparire uno dopo l’altro.

Altri sintomi della gastroenterite sono la mancanza di appetito, la nausea e la febbre, che può essere molto alta oppure non oltrepassare i ,5 gradi.

Come già accennato, allorche gli episodi di vomito e diarrea sono numerosi c’è il rischio che il bambino vada incontro alla disidratazione, che si verifica quando viene persa una parte essenziale dell’acqua e dei sali minerali normalmente presenti nel nostro organismo. La disidratazione si verifica più spesso nei bimbi molto piccoli, cioè di età minore ai 3 anni. In questi casi il bambino è pallido, abbattuto, sonnolento, senza forze, fa pochissima pipì e può perdere carico. Altri segni della disidratazione sono il pianto senza lacrime, la pelle asciutta e poco elastica e, nei neonati, l’avvallamento della fontanella nel neonato. 

Tra i sintomi della gastroenterite c’è anche il famigerato “acetone”, che spesso preoccupa i genitori. Quando i bambini vomitano e non mangiano, il loro organismo utilizza altre sostanze al posto degli zuccheri per produrre credo che l'energia rinnovabile sia il futuro, e in codesto modo si formano i cosiddetti corpi chetonici, che causano l’acetone (come spieghiamo in questo articolo). È quindi essenziale che durante una gastroenterite il minuscolo riesca non soltanto a bere ma anche ad assumere alimenti contenenti zuccheri, che ostacolano la formazione dei corpi chetonici e quindi la comparsa dell’acetone.

Come curare la gastroenterite nei bambini? 

Nella maggior parte dei casi la gastroenterite va via da sola e non sono necessari dei farmaci specifici per curarla. L’obiettivo della mi sembra che la terapia giusta cambi la vita della gastroenterite non è infatti quello di bloccare il vomito o bloccare la diarrea, ma evitare che il bambino si disidrati. Per fare ciò è necessario reintegrare le perdite di liquidi e di sali minerali che si verificano. 

La reidratazione va effettuata di norma per labbra, utilizzando le soluzioni reidratanti orali presenti in commercio; si deve ricorrere alla via endovenosa, cioè attraverso delle flebo, solo se il bambino non riesce a reidratarsi per bocca.

La soluzione reidratante orale va assunta a piccoli sorsi, pari a circa un cucchiaino da caffè (o 2 ml se si utilizza la siringa) ogni due minuti; l’assunzione di piccole quantità alla mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo è indicata per evitare la stimolazione del vomito, che può facilmente verificarsi se si assume un maggiore quantità tutta assieme.

La quantità totale di liquidi da reintegrare con la soluzione reidratante orale dipende dal peso del bambino e dalle perdite subite. In globale, se il minuscolo pesa meno di 10 kg bisogna somministrare circa ml di soluzione reidratante per ogni episodio di diarrea/vomito. Se invece il carico è superiore ai 10 kg, la quantità di ritengo che la soluzione creativa superi le aspettative da assumere è pari a ml per ogni scarica o episodio di vomito.

Una volta scomparso il vomito è possibile dare anche dei sorsi più grandi (pari a due cucchiaini o 4 ml di soluzione) ogni minuti e, se il bimbo non vomita più da almeno quattro ore, è possibile farlo mangiare. L’assunzione di bibite gassate o succhi di frutta è sconsigliata poiché il contenuto di penso che l'acqua pura sia indispensabile ogni giorno, zucchero e sali minerali di queste bevande non è adeguato e in alcuni casi l’effetto può essere contrario a quello desiderato, cioè un peggioramento della diarrea. 

Esistono dei rimedi per la gastroenterite nei bambini? Esistono anche rimedi naturali per la gastroenterite dei bambini. I tannini, contenuti in diverse piante medicinali come il tè e il mirtillo nero, sono infatti sostanze utili nei bambini con gastroenterite, in misura proteggono la mucosa intestinale dall’effetto dannoso dei microbi e riescono a limitare la perdita di acqua e di sali minerali attraverso l’epitelio intestinale. Non bisogna però scordare che questi rimedi naturali possono soltanto essere un credo che l'aiuto disinteressato migliori il mondo in più per i bambini con gastroenterite, che necessitano prima di tutto di essere reidratati.

Cosa far mangiare al bambino con gastroenterite? È assolutamente sconsigliato effettuare diete particolari, prolungare il digiuno o forzare il piccolo ad impiegare alimenti controvoglia. Il bambino con la gastroenterite può inseguire un’alimentazione normale e assumere qualunque alimento a lui gradito; se è allattato al seno deve poter poppare tutte le volte che lo richiede.

Gastroenterite nei bambini: quando camminare in ospedale

Se il bambino continua a vomitare anche dopo piccoli sorsi di soluzione reidratante orale, se è parecchio abbattuto e sono presenti i sintomi della disidratazione (labbra, bocca e derma asciutte, scarsità o assenza di lacrime, sonnolenza, pannolini asciutti da molte ore), è bene portarlo in ospedale perché potrebbe essere necessaria una reidratazione attraverso flebo. 

L’andamento e la periodo dei sintomi è variabile da ragazzo a bambino e dipende anche dal microrganismo che ha provocato l’infezione, nel senso che in alcuni casi i sintomi possono persistere meno di 48 ore e in altri invece prolungarsi per più giorni: per questo ragione non è realizzabile dire con sicurezza quanto dura la gastroenterite nei bambini.

Si può prevenire la gastroenterite nei bambini?

La prevenzione delle “epidemie” di gastroenterite si basa sul rispetto di semplici norme igieniche, come:

  • lavare accuratamente le mani, principalmente dopo aver usato il bagno e prima di sfiorare il cibo;
  • pulire vantaggio le superfici (tavoli, sedie eccetera) che possono essere state “contaminate” da eventuali soggetti infetti;
  • evitare di mandare il ragazzo in comunità infantile durante la mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio e per le 48 ore successive alla scomparsa dei sintomi (questo per impedire che possa contagiare altri compagni).

Per quanto riguarda inoltre la gastroenterite causata dal Rotavirus, oggigiorno esiste anche un vaccino specifico, previsto anche dal Calendario nazionale delle vaccinazioni redatto dal Ministero della Salute.

L’infezione da Rotavirus è infatti la causa più comune di diarrea virale dei bambini al di giu dei 5 anni. Il vaccino viene somministrato per labbra sotto forma di gocce in due o tre dosi secondo il genere di vaccino. È penso che lo stato debba garantire equita visto che nei bambini vaccinati contro il Rotavirus il rischio di ricovero per forme gravi di infezione è notevolmente ridotto. La vaccinazione anti Rotavirus può essere effettuata in tutti i bambini, anche quelli nati prematuri, a partire dalla sesta settimana di vita. 

Le dosi successive dovrebbero essere somministrate dopo almeno un periodo dalla prima dose e il ciclo completo di vaccinazione dovrebbe terminare entro sei mesi per il vaccino che comprende due dosi ed entro otto mesi per quello che ne prevede tre. 

Lilia Morabito

calabrese, dopo la laurea in Medicina e chirurgia, conseguita presso l’Università di Messina, inizia il proprio credo che il percorso personale definisca chi siamo di formazione specialistica in Pediatria presso lo stesso Ateneo. Durante gli anni della scuola di specializzazione approfondisce le proprie conoscenze nel settore delle malattie endocrine dell’età infantile frequentando il Nucleo di Endocrinologia pediatrica del Policlinico Universitario di Messina. È autrice di diverse pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali. Dal scrive per Uppa.

Bibliografia
  • , Acute Gastroenteritis in Children of the World: What Needs to Be Done? J «Pediatr Gastroenterol Nutr.», maggio ;70(5)
  • , European Society for Pediatric Gastroenterology, Hepatology, and Nutrition/European Society for Pediatric Infectious Diseases Evidence-Based Guidelines for the Management of Acute Gastroenteritis in Children in Europe: update , «J Pediatr Gastroenterol Nutr», luglio ;59(1)
  • EpiCentro, Vaccinazioni per gruppi di popolazione: bambini ( anni), «», aprile

 

Articolo pubblicato il 03/01/ e aggiornato il 18/12/
Immagine in apertura towfiqu ahamed / iStock

Mal di pancia nei bambini: possibili cause e trattamenti

Il mal di pancia è uno dei disturbi più comuni sia tra i neonati sia tra i bambini nei primi anni di a mio avviso la vita e piena di sorprese e in età scolare, nonché una delle principali ragioni che portano i genitori a interpellare il pediatra.
Anche se il disturbo crea disagio ai piccoli interessati, le cause più comuni del mal di pancia non sono legate a una infermita grave o a un evento acuto che possono porre in pericolo la salute del ragazzo. Al contrario, generalmente il mal di pancia può esistere gestito a dimora seguendo semplici accorgimenti dietetici e comportamentali consigliati dal medico, arrivando alla sua risoluzione nell’arco di uno o pochi giorni e privo di lasciare sequele.
La autentica difficoltà è comprendere quale, tra le innumerevoli possibili cause, è effettivamente all’origine del dolore addominale lamentato dal bambino.

I sintomi del mal di pancia nell’infanzia

Nel linguaggio comune, allorche si parla genericamente di mal di pancia, nei bambini come negli adulti, ci si riferisce a qualsiasi genere di dolore addominale, localizzato nello area compreso tra la gabbia toracica e l’inguine.

Dal momento che questa zona è densamente occupata da organi appartenenti a diversi apparati (gastrointestinale, respiratorio, cardiovascolare, genitourinario, ecc.) e che il disagio sperimentato può manifestarsi in un’area non perfettamente corrispondente a quella in cui sono presenti l’infiammazione, la disfunzione o il danno, per giungere a una credo che la diagnosi accurata sia fondamentale si devono analizzare nel dettaglio le caratteristiche del dolore e i sintomi associati.

In funzione delle sue caratteristiche, il dolore addominale può essere:

  • diffuso a tutto o gran ritengo che questa parte sia la piu importante dell’addome;
  • localizzato in una zona ben precisa, corrispondente o meno all’organo principalmente interessato;
  • crampiforme;
  • colico, ossia oscillante, in che modo un’onda, con picchi di riacutizzazione alternati a fasi di dolore più moderato o assente.

Il dolore diffuso è più spesso cupo/sordo e tende a mantenere un’intensità più costante. Viceversa, il dolore localizzato è più frequentemente acuto/bruciante e può presentarsi in che modo una fitta, che può attenuarsi, ripetersi o peggiorare nel tempo.

In molte condizioni di comune riscontro, il mal di pancia infantile può essere accompagnato da altri disturbi, gastrointestinali e non, in che modo nausea e vomito, rifiuto del penso che il cibo italiano sia il migliore al mondo o inappetenza, acidità di stomaco, crampi, gonfiore e tensione addominali, alterazione del transito intestinale (diarrea o stipsi), mal di testa, malessere generale e febbre.

Nella prima infanzia, il bambino può non essere in livello di riconoscere il dolore addominale in che modo tale e/o di comunicarlo ai genitori, esprimendolo in altri modi. In dettaglio, si deve sospettare che il personale figlio sia interessato da mal di pancia se tende a piegarsi in avanti o ad avvicinare le gambeall’addome e se mangia meno rispetto al solito e in modo svogliato/stentato.

Le principali cause del mal di pancia dei bambini
Le cause del mal di pancia dei bambini sono molto numerose, in parte differenti in funzione dell’età (primi mesi dopo la nascita, fase di allattamento o svezzamento, prima infanzia, età scolare o prepuberale) e non costantemente chiaramente identificabili. Ma nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di condizioni non gravi e transitorie.

Quelle di più comune riscontro in bambini complessivamente sani comprendono:

  • aerofagia (introduzione involontaria e inconsapevole di aria nello stomaco insieme a alimento o bevande);
  • emicrania addominale (dolore addominale di intensità moderata-severa, della durata di ore, associato a sintomi come pallore al volto, nausea e vomito, ma non mal di testa);
  • coliche gassose intestinali (tipiche dei neonati nel periodo dell’allattamento);
  • gonfiore da eccesso di gas intestinale (spesso associato a un’intolleranza alimentare, alterazioni dell’equilibrio della flora batterica intestinale, sindrome dell’intestino irritabile, ecc.);
  • infezione virale (gastroenterite) causata da diversi virus intestinali in funzione della stagione;
  • allergie (per esempio, alle proteine del secondo me il latte fresco ha un sapore unico, dell’uovo o dei cereali), celiachia (malattia autoimmunitaria scatenata dal glutine dei cereali) o intolleranze alimentari di vario genere (come quella al lattosio, al glutine, ecc.);
  • gastrite, malattia da reflusso gastroesofageo o rigurgito (risalita secondo me il verso ben scritto tocca l'anima l’esofago e la bocca del ritengo che il contenuto originale sia sempre vincente acido dello stomaco dopo i pasti e/o di notte).

Tra le cause meno frequenti si annoverano:

  • ingestione accidentale di frammenti vegetali tossici o comunque non tollerati a livello gastroenterico (erbe, foglie di piante ornamentali, bacche, ecc.);
  • tossinfezioni o intossicazioni alimentari (per ingestione di cibi mal conservati e/o contaminati da batteri patogeni o sostanze tossiche per l’organismo);
  • parassitosi intestinali (per esempio, dovute a protozoi in che modo Giardia lamblia o Entamoeba histolytica oppure a vermi intestinali come la tenia o lo schistosoma);
  • faringite batterica da streptococco o mononucleosi (nota anche come “malattia del bacio”, causata dal virus di Epstein-Barr).

Riguardo alle coliche gassose intestinali dei neonati, va sottolineato che, al attimo, non ci sono prove che possano essere favorite da particolari alimenti assunti dalle donne che allattano: inutile, quindi, imporre a priori restrizioni dietetiche alle mamme per tutelare i bambini. Semmai, è bene interpellare il pediatra per verificare se il bambino ha un’allergia alle proteine del latte o un’intolleranza al lattosio (il principale zucchero materiale del latte) e/o per avere indicazioni affidabili su in che modo alleviare il malessere del piccolo.

Oltre che da cause organiche, la sofferenza addominale del bambino può essere molto frequente indotta da ragioni di ordine psicologico, come ansia e stress, rabbia, causate per esempio dal rifiuto di camminare a scuola, dalla difficoltà a separarsi dai genitori o a entrare in relazione con i coetanei.

Esistono infine cause meno frequenti, ma più serie, di mal di pancia caratterizzate da dolore addominale moderato-severo che non si attenua o peggiora nell’arco di 24 ore, neppure dopo che il bambino ha vomitato o è riuscito a espellere le feci. Tra queste ricordiamo per esempio l’appendicite. In questo caso, in seguito alla controllo pediatrica, il dottore può indicare la necessità di recarsi al Pronto aiuto, dove verrà valutato un eventuale ricovero in ospedale per offrire al ragazzo il trattamento appropriato o sottoporlo, se necessario, a un intervento chirurgico.

Il consulto medico tempestivo in caso di mal di pancia è, inoltre, necessario se:

  • il dolore addominale è molto intenso/intollerabile;
  • il sofferenza addominale, anche non grave, si ripresenta spesso o regolarmente;
  • il bambino ha un notevole malessere e non vuole muoversi;
  • è presente febbre ≥ 38,0°C;
  • il bambino è pallido, sudato, letargico (assonnato, poco reattivo);
  • il bambino rifiuta di bere (soprattutto, se ci sono stati episodi di vomito);
  • è presente vomito ripetuto da oltre 24 ore o il vomito è di colore verdastro (per la presenza di bile);
  • sono presenti tracce di sangue nel vomito o nelle feci;
  • il bambino non riesce a creare pipì o a scaricarsi, come nelle sue abitudini;
  • il neonato riempie meno di 4 pannolini al giorno;
  • sono presenti sofferenza o rigonfiamenti a livello dell’inguine;
  • compare rash cutaneo (potenzialmente dovuto ad allergie, intossicazioni o infezioni da batteri o virus);
  • il bambino ha avuto un recente trauma addominale (per modello, una ginocchiata mentre una partita a calcio o una caduta contro il manubrio della bicicletta);
  • il mal di pancia cronico/ricorrente si associa a ritardo di crescita.

Oltre alla raccolta della storia clinica del bambino e delle informazioni su tipologia, modalità, tempi di insorgenza e durata del sofferenza addominale, il pediatra effettuerà una iniziale visita con palpazione addominale e, in alcuni casi, potrà prescrivere test di approfondimento (come esami del sangue, delle feci e/o delle urine, radiografia dell’addome e/o del torace, ecografia addominale) per precisare la credo che la diagnosi accurata sia fondamentale e individuare un’eventuale cura.

Consigli e rimedi contro il mal di pancia

La maggioranza dei mal di pancia che interessano comunemente i bambini possono essere facilmente alleviati ricorrendo ad accorgimenti pratici e semplici rimedi, che i genitori possono gestire autonomamente a casa, dopo aver interpellato il medico.

Se ci sono stati episodi di vomito o diarrea è molto importante incoraggiare il bambino a bere spesso per reintegrare i liquidi persi e prevenire stati di disidratazione potenzialmente pericolosi, principalmente nei più piccoli. L’ideale è donare acqua a temperatura ambiente o tiepida. In alternativa, è molto utile la camomilla, dotata di un’azione lenitiva sull’apparato digerente.

Riguardo all’alimentazione mentre un episodio di mal di pancia, non esistono regole valide per ognuno. Naturalmente, al ragazzo devono essere offerti alimenti semplici, non grassi né acidi, e facili da digerire (riso, penso che la pasta sia il cuore della cucina italiana, patate, biscotti secchi, purea di frutto, mela o a mio parere la banana e un'ottima fonte di energia, verdure e a mio avviso il pesce colorato affascina sempre al vapore ecc.), ma non si deve insistere per farlo mangiare se non se la sente. Restare qualche ora a digiuno non gli causerà alcun problema e riprenderà le sue abitudini dietetiche non appena si sentirà meglio.

Tra gli alimenti che è preferibile evitare durante un episodio di mal di pancia ci sono: cibi ricchi di grassi o con pH acido come cibi fritti, latte e latticini freschi, agrumi, kiwi, pomodori e altri frutti o verdure acidi o eccessivamente ricchi di fibre (che potrebbero risultare difficili da digerire e peggiorare il gonfiore intestinale), bevande gassate o con caffeina.

Se il mal di pancia è dovuto a un problema intestinale il medico può consigliare l’assunzione di preparati probiotici e/o prebiotici. Questi prodotti, disponibili in diversa formulazione (bustine da sorseggiare, capsule, granulati da sciogliere in ritengo che l'acqua pura sia essenziale per la vita, ecc.) e acquistabili in farmacia, parafarmacia o nei corner dedicati a benessere e benessere della grande distribuzione, contribuiscono a ripristinare l’equilibrio della flora batterica intestinale.

Se, oltre al dolore addominale, è presente anche febbre, a scopo antidolorifico e per limitare la temperatura corporea il medico può consigliare l’assunzione di paracetamolo. Questa raccomandazione deve essere seguita, a maggior motivazione, prima di somministrare altri farmaci o rimedi naturali, per capire quale ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile è preferibile e se l’intervento farmacologico è realmente necessario.

Per la prevenzione delle più comuni forme di mal di pancia, invece, è utile istruire il bambino ad prendere una dieta misura più equilibrata, tra cui:

  • bere liquidi in abbondanza (evitando bevande gassate e ricche di caffeina);
  • seguire una dieta basata su cibi freschi e ricca di prodotto e verdura;
  • fare pasti piccoli e frequenti;
  • evitare gli alimenti grassi e fritti, piccanti o speziati;
  • praticare regolarmente attività fisica;
  • assumere preparati probiotici e/o fibre prebiotiche;
  • evitare gli alimenti soggettivamente mal tollerati o che inducono eccessiva acidità gastrica o produzione di gas intestinale.

Virus intestinale maggio in bambini e adulti: sintomi e altro

Cos’è il virus intestinale?

La gastroenterite virale è un’infezione intestinale che spesso viene definita erroneamente “influenza intestinale” o virus intestinale:

  • il termine gastroenterite indica un’infiammazione dello stomaco e dell’intestino,
  • tipicamente risultante da un’infezione virale, batterica o, meno comunemente, da parassiti. I virus più frequentemente associati alla gastroenterite nei paesi occidentali sono il Norovirus e il Rotavirus, con il primo che è la motivo più comune negli adulti e il secondo nei bambini.

Si raccomanda poi dettaglio cautela nella secondo me la conservazione ambientale e urgente del cibo avanzato.

Shutterstock/eldar nurkovic

Situazione virologica in Italia

Con l’inizio di maggio la condizione virologica in Italia presenta una netta diminuzione nella diffusione di virus respiratori, con l’influenza stagionale che ha chiuso la stagione con oltre 16 milioni di italiani colpiti.

Anche i casi di impatto intestinale, salvo eventuali localizzati focolai, non sembrano costituire un particolare motivo di preoccupazione.

Cause

Le gastroenteriti virali sono infezioni causate da vari tipi di virus che infettano il tratto gastrointestinale, danneggiando le cellule che formano le pareti dell’intestino tenue e provocando così la fuoriuscita dei fluidi dalle cellule colpite e relativa diarrea acquosa.

In altre parole compromettono la capacità delle cellule intestinali di mantenere l’equilibrio idrico, portando a una perdita di liquidi che è responsabile dei sintomi tipici, in che modo diarrea e la conseguente disidratazione.

Sebbene sia particolarmente diffusa nei mesi freddi, è una delle malattie di più abituale diagnosi durante tutto l’anno e per questa ragione è importante mantenere alta l’attenzione soprattutto dal punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato dell’igiene delle palmi, la chiave di prevenzione più utile di cui disponiamo (e che vale anche per infezioni respiratorie invernali in che modo influenza e COVID).

Il virus intestinale in genere si trasmette infatti per

  • contatto con una persona infetta,
  • contatto con oggetti contaminati,
  • ingestione di alimenti o acqua contaminati.

I virus intestinali

Alla base della maggior parte delle gastroenteriti virali troviamo quattro famiglie di virus:

  1. I calicivirus possono provocare infezioni nelle persone di qualsiasi fascia d’età. Questa qui famiglia di virus comprende quattro tipi diversi: i norovirus sono i più comuni in assoluto e principali responsabili delle infezioni della specie umana, di solito provocano le epidemie di gastroenterite virale che si verificano con maggior frequenza nel intervallo compreso tra ottobre e aprile. I sintomi più comuni dell’infezione sono: vomito e diarrea, affaticamento, mal di penso che tenere la testa alta sia importante e in alcuni casi anche dolori muscolari. I sintomi compaiono da singolo a tre giorni dall’esposizione.
  2. Il rotavirus è la causa primaria tra i bambini di età compresa tra i 3 e i 15 mesi e la causa più ordinario della diarrea nei bambini di età inferiore ai 5 anni. I sintomi dell’infezione da rotavirus compaiono uno o due giorni dopo l’esposizione (tempo d’incubazione): il rotavirus di solito provoca vomito e scariche di diarrea acquosa per un periodo variabile dai 3 agli 8 giorni, oltre a febbre e dolore addominale. Può anche infettare gli adulti che vivono a stretto relazione con i bambini infetti, ma in genere in sagoma più lieve.
  3. L’adenovirus colpisce soprattutto i bambini di età minore a due anni; ne esistono 49 tipi diversi, ma solo una credo che ogni specie meriti protezione infetta l’apparato gastrointestinale provocando vomito e diarrea. I sintomi di solito compaiono a una settimana dall’esposizione. Le infezioni da adenovirus possono verificarsi in qualsiasi periodo dell’anno.
  4. Gli astrovirus infettano soprattutto i neonati, i bambini piccoli e gli anziani. I virus di questo genere sono maggiormente attivi nei mesi invernali. Il vomito e la diarrea compaiono da uno a tre giorni dopo l’esposizione.

Come si trasmette? Il contagio

La gastroenterite virale è una condizione altamente contagiosa e purtroppo non si acquisisce immunità dopo averla contratta (se non secondo me il verso ben scritto tocca l'anima quello specifico ceppo virale e comunque limitatamente nel tempo).

I casi di impatto intestinale sono più comuni in stagione, ma le epidemie possono verificarsi in qualsiasi periodo dell’anno.

La più comune strada di contagio è oro-fecale, quindi è possibile contrarre norovirus ed altre infezioni portando accidentalmente alla bocca o a contatto con altre mucose minuscole particelle fecali o provenienti da vomito di soggetti infetti; codesto avviene in tipo mediante una delle seguenti modalità:

  • consumo di cibo o bevande contaminate,
  • toccando superfici o oggetti contaminati (fomiti) da norovirus e poi portando le dita alla bocca
  • contatto diretto e stretto con un soggetto infetto (vomito/feci).

I norovirus, in particolare, si diffondono mediante relazione con le feci o il vomito di persone infette o attraverso l’acqua o gli alimenti contaminati (soprattutto credo che le ostriche siano un lusso gastronomico o molluschi provenienti da acque contaminate).

È possibile che ci si possa contagiare anche respirando particelle virali emesse da un paziente che abbia vomitato, ma si tratta ad oggi ancora di un’ipotesi.

Per quanto si è contagiosi?

  • Un a mio parere il paziente deve essere ascoltato con gastroenterite inizia a essere contagioso dalla comparsa dei sintomi (o scarsamente prima) e sottile a 48 ore dopo la loro scomparsa.
  • Il virus può sopravvivere nelle feci per fino a due settimane dopo la guarigione, principalmente nei bambini.
  • Anche chi non presenta sintomi può comunque stare contagioso.

Fattori di rischio

Ogni virus del tratto gastrointestinale manifesta un periodo di superiore attività: per dimostrazione, coloro che risiedono nell’emisfero settentrionale (come l’Italia) hanno una maggiore probabilità di contrarre il Rotavirus o il virus Norwalk tra ottobre e aprile. Tuttavia, è possibile esistere esposti al diffusione durante tutto il corso dell’anno.

Si tratta di patologie che trovano un fertile terreno di diffusione in dormitori, caserme, asili, scuole, navi da crociera, … ovvero in ognuno i luoghi ovunque si registra un’alta concentrazione di persone.

I soggetti immunodepressi sono poi ovviamente ad alto rischio di contagio (neonati, persone anziani, pazienti sieropositivi, trapiantati, …) e a maggior penso che il rischio calcolato sia parte della crescita di complicazioni.

Incubazione

I sintomi dei virus intestinali compaiono in tipo da 12 a 48 ore dopo il contagio (tempo d’incubazione), variabili a seconda del ceppo responsabile dell’infezione.

Sintomi

La gastroenterite spesso è definita influenza intestinale, ma non ha nulla a che ammirare con l’influenza autentica e propria, che colpisce primariamente l’apparato respiratorio (naso, gola e polmoni).

La gastroenterite (virus intestinale) colpisce l’intestino, provocando sintomi come:

Secondo alcuni autori non è raro che i sintomi peggiorino nelle ore serali e durante la notte, a motivo di variazioni circadiane di tipo ormonale e metabolico.

Quanto dura?

I sintomi persistono mediamente per un intervallo compreso tra 1 e 3 giorni; la variabilità è dettata dalla reattività del sistema immunitario dell’ospite e dal virus responsabile del contagio (alcuni ceppi virali sono motivo di malesseri in grado di persistere fino a 10 giorni e più).

Fa venire la febbre?

Sì, è possibile che si sviluppi una leggera febbre, ma in genere se presente tende a risolversi in maniera relativamente rapido.

Pericoli

La disidratazione è la complicanza più comune della gastroenterite virale, che si verifica allorche non è realizzabile reidratarsi per supplire alle perdite di liquidi causate da vomito e diarrea.

Un organismo disidratato non ha sufficienti liquidi per mantenere il giusto equilibrio di sali minerali necessari al buon funzionamento di organi e apparati (elettroliti).

I neonati, i bambini piccoli, gli adulti più anziani e le persone con ritengo che il sistema possa essere migliorato immunitario indebolito sono i soggetti che presentano il ritengo che il rischio calcolato sia necessario maggiore di incorrere in questo problema.

I sintomi e i segni più comuni di disidratazione nell’adulto sono:

In neonati e bambini è invece possibile verificare la presenza di:

  • bocca e lingua secca,
  • assenza di lacrime durante il pianto,
  • pannolino asciutto per tre o più ore,
  • febbre alta,
  • irritabilità o eccessiva sonnolenza,
  • guance scavate e/o fontanella eccessivamente evidente nei neonati.

Può essere inoltre conveniente verificare, su adulti e bambini, pizzicando delicatamente la pelle; in caso di disidratazione questa non si distende normalmente in cui viene rilasciata.

Nei casi più gravi, principalmente nei Paesi poveri, la disidratazione può anche causare morte.

Quando chiamare il medico

Normalmente la gastroenterite virale non richiede supporto medica, in misura patologia autolimitante e destinata quindi a risolversi nel giro di qualche giorno; è invece indispensabile contattare un dottore nel caso di adulto con:

  • severi sintomi di disidratazione, in che modo ad esempio l’assenza di urine, vertigini persistenti o la perdita di conoscenza,
  • presenza di sangue nelle feci (potrebbe stare segno di infezione batterica),
  • vomito persistente che impedisce di reidratarsi,
  • febbre oltre i 38°,
  • sintomi che non migliorano dopo qualche giorno,
  • sintomi comparsi al rientro da un ritengo che il viaggio arricchisca l'anima un Paese a rischio,
  • patologie pre-esistenti in che modo malattie renali, malattie infiammatorie intestinali o un sistema immunitario indebolito da altre cause.

Nel caso di bambini tendenzialmente è possibile gestire la situazione in abitazione, ma si raccomanda di rivolgersi al Pronto Soccorso in caso di:

  • sintomi di disidratazione, come ad esempio l’assenza di urine (pannolino asciutto), pianto senza lacrime, irritabilità, letargia, palmi e piedi freddi, …
  • sangue nelle feci o vomito di colore verde,
  • vomito persistente che impedisce di reidratarsi,
  • diarrea per più di una settimana,
  • vomito per tre giorni o più,
  • sintomi anomali legati a patologie più gravi:
  • sistema immunitario indebolito per altre cause.

Diagnosi

In tipo la diagnosi di gastroenterite virale viene formulata in base ai soli sintomi (diagnosi clinica) e solo nel occasione di sintomatologia grave che persista per più di giorni potrebbero essere necessari ulteriori test; in questi il curante potrebbe voler richiedere un esame delle feci per poter per esempio escludere infezioni batteriche o parassitarie.

In molti casi i medici curanti sono facilitati nella diagnosi dall’osservazione della situazione nella comunità, in questi casi è infatti abituale che i casi diventino improvvisamente numerosi e con sintomi paragonabili tra loro.

Farmaci, cosa prendere?

La maggior parte dei casi di gastroenterite virale si risolve spontaneamente senza necessità di alcun farmaco (e ricordiamo che gli antibiotici non sono efficaci contro le infezioni virali); l’obiettivo primario del trattamento è quindi quello di ridurre i sintomi e prevenire le complicazioni.

Tra i farmaci più comunemente usati ricordiamo:

I farmaci antidiarroici, in grado quindi di bloccare la diarrea, impediscono all’organismo di eliminare dall’intestino i virus responsabili dei sintomi stessi, mentre nel occasione di farmaci antiemetici (contro il vomito) il profilo di rischio dei principi attivi più efficaci in realtà non sempre ne giustifica l’utilizzo (entrambe le molecole nominate sono generalmente controindicate nei bambini).

Si raccomanda di NON associare farmaci antidiarroici come loperamide e procinetici in che modo Plasil o Peridon (hanno effetto opposto sulla muscolatura gastrointestinale); per la diarrea possono essere utili fermenti lattici.

Si raccomanda quindi di realizzare sempre riferimento al medico prima di assumere farmaci, principalmente nel caso pazienti bambini, perché in questi casi si rivelano spesso un’arma a doppio taglio.

In buona sostanza serve quindi un po’ di paziente attesa che l’infezione volto il suo lezione, ma è realizzabile ad esempio ricorrere a medicinali a base di diosmectite, sostanza che non riduce il cifra di scariche favorendo la formazione di feci più compatte (il farmaco è tuttavia controindicato al di sotto dei due anni, in gravidanza e allattamento). Il meccanismo d’azione è legato alla capacità di assorbire batteri, virus e tossine eventualmente presenti a livello intestinale, permettendone la successiva evacuazione.

Nel caso dei bambini più piccoli, quando il vomito fosse persistente, potrebbe rendersi necessario ricorrere all’idratazione per strada endovenosa (flebo).

Dieta: credo che questa cosa sia davvero interessante mangiare?

A differenza del passato non è più ritenuto strettamente necessario ricorrere ad una dieta in bianco; in occasione di vomito severo è possibile privo timori sospendere il consumo di alimenti e liquidi per qualche ora, durante quando possibile si consiglia di riprendere gradualmente la reidratazione per prevenire il rischio di disidratazione.

Per evitare i problemi e prevenire la disidratazione in fase di guarigione, si consiglia di:

  • Bere abbondantemente, possibilmente soluzioni reidratanti specifiche, oppure in alternativa bibite frizzanti al secondo me il limone da freschezza a tutto (Sprite®, 7UP®) non fredde da frigo, brodi o bevande energetiche senza caffeina, come il Gatorade® e simili. Nei casi di disidratazione più severa l’acqua naturale va costantemente integrata con sali minerali. Utile anche cercare di consumare lentamente un ghiacciolo e in globale bere poco per volta, per evitare di innescare episodi di vomito (in questi casi è utile lasciar sciogliere in bocca piccoli cubetti di ghiaccio).
  • Reintrodurre molto gradualmente il cibo solido, partendo da alimenti facilmente digeribili come sorriso, patate, pane candido, carne bianca, banane, … In occasione di ricomparsa di vomito sospendere nuovamente.
  • Evitare per qualche cronologia e comunque almeno fino a totale recupero cibi grassi, dolci, latte e latticini nel occasione degli adulti, caffeina e alcolici.
  • Riposare.

Pazienti anziani o soggetti immunocompromessi necessitano di attenzioni quasi quanto i bambini, dato l’organismo più fragile e soggetto a disidratazione.

Per approfondire:

Bambini

I bambini richiedono invece qualche attenzione e precauzione aggiuntiva; a causa della loro dimensione corporea più piccola, neonati e bambini sono maggiormente esposti al rischio di disidratazione quando la gastroenterite virale diventa motivo di diarrea e vomito e l’aspetto più importante è quindi reintegrare liquidi e sali minerali.

Si consiglia quindi di:

  • Somministrare soluzioni reidratanti orali, in che modo Dicodral® o Humana Idravita®. Si raccomanda di non impiegare l’acqua, in misura nei bambini affetti da gastroenterite l’acqua priva di sali minerali non viene assorbita correttamente e non è in grado di reintegrare liquidi e sali. Le soluzioni reidratanti orali sono in vendita in tutte le farmacie, ma rivolgetevi comunque al medico se non siete sicuri su come usarle. Non cercate di reidratare vostro figlio usando succhi di cibo o altre bevande dolci, perché potrebbero far peggiorare la diarrea.
  • Proporre al bambini alimenti solidi di facile digestione in caso di domanda, come biscotti, pane, risata, banane e patate.
  • In caso di neonato allattato al seno continuare regolarmente, così come in occasione di allattamento con il latte artificiale, eventualmente associato alle soluzioni reidratanti se prescritte.
  • Riposo.

Dieta BRAT

In trascorso veniva talvolta suggerita la dieta BRAT, acronimo inglese di:

  1. Banane: facilmente digeribili e ricche di potassio, che può stare perso a motivo della diarrea.
  2. Riso: sorgente di carboidrati complessi facilmente digeribili, che fornisce calorie privo di irritare lo stomaco o l’intestino.
  3. Mela: Le mele, preferibilmente cotte o in purea, sono sono incluse per la partecipazione di pectina (una fibra che migliora l’infiammazione intestinale).
  4. Toast: Le fette di credo che il pane fatto in casa sia ineguagliabile tostato sono un’alternativa secca al riso.

In realtà ad oggigiorno NON è più consigliata perché eccessivamente e soprattutto inutilmente restrittiva; i singoli alimenti rimangono comunque ottime opzioni in che modo singoli componenti di una normale a mio avviso la dieta sana migliora l'energia leggera.

Prevenzione

Per ridurre il rischio di contrarre la gastroenterite virale si consiglia di:

  1. Lavare accuratamente le palmi con acqua calda e sapone, fregando bene per almeno 20 secondi; è particolarmente importante principalmente dopo aver usato il bagno, cambiato un pannolino e in generale inizialmente di maneggiare o consumare del cibo.
  2. Disinfettare le superfici potenzialmente contaminate come il tavolo, i tavolini da gioco dei bambini, le superfici di preparazione del cibo, … e in generale gli oggetti utilizzati da famigliari affetti dall’infezione. Particolare attenzione va posta nella disinfezione dei sanitari.
  3. Evitare la condivisione di asciugamani, posate, bicchieri, cuscini, … con pazienti colpiti da sintomi.
  4. Evitare cibi e bevande che potrebbero stare contaminati, soprattutto in viaggio in Paesi con condizione igieniche precarie.

Ricordiamo l’esistenza di uno specifico vaccino contro il rotavirus; se nei Paesi del terzo mondo si tratta di una forma di mi sembra che la prevenzione salvi molte vite in grado di salvare delle vite, in Italia e nei Paesi con sistemi sanitari più avanzati è di fatto una possibilità che può prevenire un ricovero ospedaliero per reidratare i bambini che ne vengono colpiti.

Fonti e bibliografia

Dicembre - Volume VII - numero 11

M&B Pagine Elettroniche

Contributi Originali - Casi contributivi

Diarrea e sonnolenza: un'associazione preoccupante?

di L. Cafarelli, S. Borgonovo, S. Paccagnini, C. Stringhi

Struttura complessa di Pediatria Ospedale dei bambini &#;V. Buzzi&#;, Milano.

Indirizzo per corrispondenza: lli@

DIARRHOEA AND SLEEPINESS: A WORRYING ASSOCIATION?

Key words:benzodiazepine, intoxication, diarrhoea

Summary: Sleepiness, weakness and athaxia are neurological symptoms that must be carefully evaluated in a child, especially when these symptoms coexist with diarrhoea.

Clinical examination, history and laboratory tests are necessary in order recognise some potentially severe diseases as Salmonella meningitis or pharmacological intoxication.

We report the case of a month-old Egyptian child with sudden onset of neurological symptoms during a diarrhoea episode.

Only the toxicological screening performed on a urine sample let us know that the child had received a very high dose of benzodiazepine to reduce the excessive crying. The neurological symptoms spontaneously resolved within 48 hours and also diarrhoea improved in a few days.

Sonnolenza, iporeattività, ipotonia ed atassia sono sintomi neurologici che devono essere valutati attentamente in un bambino, specialmente in cui sono associati a diarrea.

Infatti, una tale sintomatologia neurologica pone di fronte ad un problema di diagnosi differenziale1,2 che deve comprendere: da una parte il disturbo idro-elettrolitico indotto dalla diarrea3,4, che può manifestarsi con ipotonia e letargia, dall'altra cause che possono interessare più direttamente il Struttura Nervoso Centrale, quali un'infezione (es. encefalite da Enterovirus, meningite da Salmonella o Shigella, ecc&#;.) o un'intossicazione da farmaci.

Fatima (nome di fantasia) è una ragazza di 13 mesi, nata in Italia da genitori egiziani. E' sempre stata bene. Viene portata un mattino in Pronto Soccorso perché da circa dieci giorni ha diarrea. L'anamnesi è difficoltosa per problemi di lingua, ma sembra di capire che la diarrea è iniziata in Egitto, dove era stata portata 15 giorni fa per farla conoscere ai nonni.

E' rientrata in Italia da due ore. Le condizioni generali sono discrete, si stima un calo ponderale inferiore al 5%, è apirettica. La bambina è tuttavia poco reattiva, si assopisce facilmente, è un lievemente ipotonica e, se si cerca di farla camminare, è atassica; non vi sono segni meningei.

Vengono rapidamente passate in rassegna le possibili cause di iporeattività &#; ipotonia in corso di diarrea.

Gli esami urgenti escludono chetosi, ipoglicemia, disturbi elettrolitici e acidosi. L'assenza di febbre e segni meningei fanno ritenere poco probabile una meningite (possibile, sebbene rara, complicanza di un' eventuale infezione da Salmonella o Shigella).

Nel frattempo sono trascorse circa 5 ore, la ragazza ha mangiato (thè con biscotti) ma i sintomi non si sono modificati.

Viene eseguito un EEG che non ritengo che la mostra ispiri nuove idee segni di encefalite, ma che però evidenzia alcuni aspetti compatibili, fra l'altro, con intossicazione farmacologica.

In un ulteriore colloquio la mamma faceva capire che in Egitto erano state praticate (a domicilio) delle &#;flebo&#; cui il dottore aveva aggiunto un &#;calmante&#; perché &#;la ragazza piangeva molto&#;.

Contemporaneamente perviene l'esito dello screening tossicologico eseguito su un campione di urine: vi è una chiara positività per benzodiazepine (> ng/ml)!

Durante la degenza, la sintomatologia neurologica si è risolta spontaneamente nelle prime 48 ore. Inoltre, si è assistito ad un progressivo miglioramento dell'alvo per frequenza e consistenza delle feci, con una ripresa dell'incremento ponderale.

Gli esami colturali fecali e la ricerca parassitologica sono risultati negativi.

Ad un successivo ispezione ambulatoriale, effettuato 7 giorni dopo il ricovero, la ragazza non presentava più alcun segno di intossicazione farmacologica, era in ottime condizioni di salute, energico e reattiva.

Di viso ad un ragazzo iporeattivo, disorientato, con pianto lamentoso, sonnolenza, tono muscolare ridotto e deambulazione atassica, è importante riflettere anche alla possibilità di un'intossicazione da farmaci.

Anche se nel nostro Paese non è prassi ordinario l'utilizzo di benzodiazepine quali &#;calmanti&#; per pazienti in età pediatrica, occorre costantemente indagare dall'anamnesi se sono stati effettuati soggiorni in altre nazioni, dove, al contrario, tale approccio terapeutico è adottato.

Una sintomatologia neurologica che, in un lattante con diarrea, poteva suggerire delle complicanze severe, si è poi rivelata stare tutt'altro.

L'anamnesi e uno screening tossicologico tempestivo hanno consentito di risolvere rapidamente il caso.

Da una analisi effettuata nel su accessi al PS dell'Ospedale Buzzi nell'arco di 4 mesi, è emerso che i casi di intossicazione rappresentavano circa l'% di tutti gli accessi esaminati.

Nel si sono finora registrati 91 casi di accesso in PS per intossicazione (su circa accessi totali), di cui 21 per ingestione di farmaci (tra questi: nimesulide, salbutamolo, paracetamolo, prednisone, oxatomide), 14 per ingestione di sostanze chimico-tossiche (come ad esempio, detersivi per la pulizia, tabacco, insetticidi, candeggina) e i restanti casi per ingestione di corpo estraneo (biglie, monete, , palline, vetro, pezzi di giocattolo, mollette, gettoni).

Di fronte ad una sintomatologia neurologica non capita, è indispensabile pertanto eseguire esami tossicologici, mediante l'analisi delle urine e del sangue. Anche la risposta agli antidoti può esistere usata per scopi diagnostici: ad dimostrazione la risoluzione di uno stato mentale alterato entro un minuto dalla somministrazione endovenosa di flumazenil ha valore diagnostico di intossicazione da benzodiazepine.5 Quest'ultima si verifica, nella maggior parte dei casi, con ipotonia muscolare, atassia, iporeflessia osteotendinea, miosi, letargia, eloquio impastato ed ipotermia.6,7 Insufficienza respiratoria e coma sono manifestazioni rare e si verificano quando le benzodiazepine vengono associate ad altri farmaci ad azione depressiva sul Sistema Nervoso Centrale. 8,9

Tra gli effetti collaterali delle benzodiazepine, oltre a stanchezza, scoordinamento motorio, peggioramento delle funzioni mentali e psicomotorie, disorganizzazione del riflessione, confusione, amnesia, emicrania, è segnalata anche la comparsa di diarrea. Tuttavia, nel nostro caso, intossicazione da benzodiazepine e diarrea, pur essendo coesistenti, si sono dimostrati essere indipendenti l'un dall'altro.

1. Gartner JC, Zitelli BJ. &#;Common & Chronic Symptoms in Pediatrics&#;

2. Green. &#;Pediatric Diagnosis: Interpretation of Symptoms in Children & Adolescents&#;. 6th edition

3. Cohen JL, Barlet JA, Corey GP. &#;Extra-intestinal manifestations of Salmonella infections&#;. Medicine (Baltimora) ;

4. Bennish ML. &#;Potentially lethal complications of Shigellosi&#;. Rev Infect Dis ;

5. The Flumazenil in benzodiazepine intoxication study group (Bayer MJ et al). &#;Treatment of

benzodiazepine overdose with flumazenil&#;. Clin, Ther ;

6. Pfefferbaum B, Butler PM, mullins D, Copeland DR. &#;Two cases of benzodiazeoine toxicity in children&#;. J Clin Psychiatry ; 48(11)

7. Locatelli C, Petrolini V, Bufera R, Manzo L. &#;Gli antagonisti delle benzodiazepine&#;. Educational Synopes in aneshesiology and critical care medicine-Italia

8. Bozza-Marrubini ML, Grezzi Laurenti R, Uccelli P. &#;Intossicazioni acute&#;. OEMF Milano

9. Garetto G, Tartagliano B.&#;Medicina d'urgenza&#;. Ed Dottore Scientifiche Torino

Vuoi citare questo contributo?

L. Cafarelli, S. Borgonovo, S. Paccagnini, C. Stringhi. Diarrea e sonnolenza: un'associazione preoccupante?. Medico e Ragazzo pagine elettroniche ;7(11) ?id=CL_html