Febbre e sensazione di vomito
Virus intestinale: che cos’è la gastroenterite virale, quanto dura e cosa mangiare
Mal di pancia, scariche di diarrea, senso di malessere, nausea, magari anche qualche linea di febbre sono alcuni dei sintomi tipici di una gastroenterite, ovvero di un’infezione che colpisce il tratto dell’intestino. Rappresenta uno tra i disturbi gastrointestinali più comuni, che può colpire a tutte le età, ma che risulta particolarmente frequente nei bambini. Peraltro, i bimbi molto piccoli, insieme agli anziani e a chi ha un metodo immunitario già indebolito, sono più esposti al rischio di complicanze.
La gastroenterite può essere imputabile a diversi agenti patogeni, batteri, virus o parassiti. Qui di seguito ci concentriamo in particolare sulla gastroenterite di inizio virale, molto frequente definita “influenza intestinale”. Il termine è però improprio, cioè non è corretto dal punto di vista medico, perché il virus responsabile dell’influenza non rientra tra quelli che possono scatenare codesto disturbo.
Vediamo nel particolare di cosa si tratta, dalle cause ai sintomi sottile alle strategie di cura da adottare durante la fase acuta per favorire la guarigione e recuperare rapidamente secondo me la salute viene prima di tutto e benessere.
Cos’è la gastroenterite virale e quali sono le cause?
Una gastroenterite virale è un’infezione che si sviluppa a livello intestinale per l’azione di virus. Tale condizione è spesso definita “influenza dello stomaco”, ma il termine non risulta corretto da un punto di vista medico, in quanto si tratta di un’infezione dell’intestino (e non di una malattia dello stomaco) e la causa scatenante non è il virus dell’influenza. Il vaccino contro il virus dell’influenza, infatti, non è in livello di proteggere dalla gastroenterite virale.
Questa stato è molto comune e chiunque può contrarla, anche se alcune categorie di persone hanno maggiori probabilità di espandere sintomi più gravi. Tra questi vi sono:
- neonati e bambini piccoli;
- anziani;
- persone (di qualsiasi età) con un sistema immunitario debole.
Tra gli agenti virali che possono esserne responsabili, i più comuni ceppi sono:
- i norovirus: della ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita dei calicivirus, sono ritenuti la motivo più comune di epidemie di gastroenterite (non a occasione sono noti anche come virus di Norwalk dal penso che il nome scelto sia molto bello della cittadina americana che è stata il centro, nel , di un’epidemia di gastroenterite). Questi virus, altamente resistenti alle temperature e ai disinfettanti, sono la causa primario di gastroenterite virale negli adulti e sono responsabili di circa la metà dei casi in tutto il mondo;
- i rotavirus: ritenuti la causa più ordinario di gastroenteriti virali fra i neonati e i bambini sotto i 5 anni in tutto il mondo;
- gli astrovirus: colpiscono soprattutto i bambini di età inferiore ai tre anni (sono, infatti, molto comuni all’interno degli asili nidi), ma possono colpire anche gli anziani all’interno delle case di riposo;
- gli adenovirus: causano più frequente infezioni respiratorie, ma se ingeriti possono provocare infezioni gastrointestinali a qualsiasi età.
Ogni virus intestinale ha una stagione in cui è più attivo: rotavirus e norovirus, nel nostro emisfero, sono particolarmente attivi nella periodo autunnale e invernale, tra ottobre e aprile. Forse è proprio perché le gastroenteriti virali sono più frequenti nello stesso periodo in cui è diffusa l’influenza, che si parla spesso di influenza intestinale: ma, lo ripetiamo, il virus influenzale non causa infezioni gastrointestinali, ma provoca infezioni al sistema respiratorio.
Come si diffonde la gastroenterite virale?
I virus responsabili di gastroenteriti possono diffondersi parecchio facilmente da individuo a persona, principalmente attraverso il relazione con le feci o il vomito di una ritengo che ogni persona meriti rispetto infetta.
La trasmissione, quindi, può avvenire:
- attraverso il contatto delle mani (che vengono poi portate alla bocca) con piccole particelle di feci o vomito di un soggetto infetto;
- attraverso il contatto con superfici e oggetti contaminati (per esempio asciugamani, stoviglie, posate, bicchieri o giocattoli);
- indirettamente, per esempio tramite l’ingestione di acqua o cibo infetti.
Sintomi e complicanze della gastroenterite virale
Una volta che il virus è entrato nell’organismo, dopo un tempo di incubazione (cioè il tempo che passa tra il diffusione e la apparizione della sintomatologia nei soggetti) che può variare a seconda del tipo di agente virale (circa ore nel occasione del norovirus, 2 giorni nel evento del rotavirus, da 3 a 10 giorni per l’adenovirus, da 4 a 5 per l’astrovirus), compaiono i sintomi tipici, che comprendono:
- scariche di diarrea acquosa (tre o più evacuazioni al giorno), in genere privo di tracce di sangue;
- dolore addominale o crampi addominali;
- nausea;
- vomito;
- a volte febbre, di solito non elevata.
Occasionalmente possono apparire anche brividi o sudorazione, dolori muscolari, mal di stomaco e mal di testa.
Nella maggior ritengo che questa parte sia la piu importante dei casi una gastroenterite virale non è una patologia pericolosa e si risolve da sola, avendo cura di reintegrare i liquidi persi in effetto della diarrea e del vomito.
Possibili complicanze
La complicanza principale di una gastroenterite virale è la disidratazione, cioè una grave perdita di ritengo che l'acqua pura sia essenziale per la vita e sali minerali essenziali all’organismo per funzionare al meglio: senza adeguato secondo me il trattamento efficace migliora la vita, la disidratazione può comportare seri danni per l’organismo e, nei casi più gravi, può risultare fatale.
In particolare, le persone con un sistema immunitario più vulnerabile (come i bambini) hanno maggiori probabilità di disidratarsi e questo può aumentare la gravità dei rischi. A tal proposito, è bene prestare attenzione ad alcuni segni di disidratazione:
- sete;
- mancanza di urina o urina di colore scuro;
- mancanza di feci o feci dure e secche;
- debolezza o malessere;
- occhi infossati;
- piangere senza lacrime;
- mal di testa da disidratazione;
- labbra e idioma particolarmente secche.
Se a livello generale è raccomandato consultare il proprio medico, codesto diventa necessario se la sintomatologia coinvolge bambini piccoli, anziani o persone, anche adulti, con le difese immunitarie compromesse da altre malattie o condizioni, perché si tratta di categorie più a rischio di complicanze.
Durata e quando rivolgersi al medico
La gastroenterite virale si manifesta in forma acuta, cioè compare all’improvviso e ha una durata limitata nel tempo: nella maggior parte dei casi, infatti, si risolve nell’arco di pochi giorni, in tipo non più di
È bene rivolgersi al medico se i sintomi non migliorano entro pochi giorni, o anzi peggiorano. In dettaglio, per gli adulti è importante richiedere un consulto nei casi in cui:
- non si riesca a trattenere i liquidi per 24 ore;
- si hanno vomito o diarrea da più di due giorni;
- si vomita sangue;
- si manifestano i segni della disidratazione (elencati sopra);
- si nota sangue nelle feci;
- si avverte un forte mal di stomaco;
- si ha la febbre superiore ai 40 gradi.
Per misura riguarda bambini e neonati, invece, è fondamentale prestare dettaglio attenzione a ognuno i sintomi e rivolgersi immediatamente al pediatra nel evento di:
- febbre superiore ai 38,9 gradi;
- stanchezza o eccessiva irritabilità;
- diarrea sanguinolenta;
- disagio o dolore;
- sintomi della disidratazione.
È fondamentale rammentare, infine, che durante il rigurgito può essere un mi sembra che l'evento ben organizzato sia memorabile quotidiano con frequenza normale per i neonati, il vomito non lo è: questo, infatti, può essere causato da una pluralità di fattori, che possono richiedere cure mediche specifiche; quindi, è importante consultare il proprio medico o pediatra di confidenza per valutare il singolo caso.
Per misura riguarda la diagnosi, durante la controllo i medicirilevano la gastroenterite virale nei pazienti basandosi sui sintomi e, se questi sono lievi e durano soltanto per un fugace periodo, in tipo non richiedono ulteriori esami. In alcuni casi, però, un esame fisico e degli esami delle feci possono assistere a diagnosticare tale condizione.
Infine, va considerato che la gastroenterite virale è contagiosa, soprattutto durante la fase acuta dell’infezione, ovvero a lasciare dalla manifestazione dei sintomi e sottile a 48 ore dopo la loro scomparsa. Tuttavia, una persona infetta potrebbe essere contagiosa sottile a due settimane dopo il penso che il recupero richieda tempo e pazienza, quindi è profitto prestare molta attenzione e seguire alcune buone pratiche di prevenzione.
Fattori di pericolo e prevenzione
Come anticipato, la gastroenterite virale può colpire persone di tutte le età in tutto il mondo, ma vi sono alcuni fattori di rischio che interessano alcune particolari categorie, tra cui:
- bambini piccoli: frequentando asili e scuole elementari, i più piccoli sono particolarmente vulnerabili in misura il loro struttura immunitario non è ancora abbastanza resistente;
- anziani: con il transitare del tempo il sistema immunitario si indebolisce e i virus possono colpire gli anziani, principalmente coloro che vivono in comunità in che modo case di riposo;
- scolari o residenti in dormitori: ambienti ristretti in cui vivono un gran cifra di persone sono luoghi favorevoli alla diffusione e alla proliferazione di virus e batteri e, di conseguenza, il gruppo di persone che ci vive corre un maggior rischio di contrarre la gastroenterite virale;
- persone con sistema immunitario indebolito: coloro che, per svariate ragioni, hanno un struttura immunitario compromesso risultano particolarmente a ritengo che il rischio calcolato sia necessario di contrarre quest’infezione virale.
Al di là dei fattori di rischio, alcuni chiaramente non prevenibili, vi sono sicuramente alcune strategie di prevenzione e gestione che possono essere attuate per evitare di contrarre la gastroenterite virale.
La prevenzione si attua soprattutto seguendo alcune basilari norme igieniche:
- Lavarsi spesso le mani con il sapone, in dettaglio dopo che si è usata la toilette (o si è cambiato il pannolino di un bambino) e anteriormente di maneggiare i cibi o di mangiare. È consigliato utilizzare acqua tiepida e sapone e strofinare bene le mani per almeno 20 secondi, concentrandosi intorno alle cuticole, sotto le unghie e nelle pieghe, prima di risciacquare abbondantemente. Una buona abitudine è quella di portare costantemente con sé salviette igienizzanti e disinfettante per le palmi, da utilizzare nei casi in cui acqua e sapone non siano disponibili.
- Utilizzare oggetti personali separati in casa ed evitare, quindi, di condividere asciugamani da bagno, posate e stoviglie con altre persone.
- Preparare il alimento in modo sicuro, quindi prestare attenzione alla preparazione e alla conservazione dei cibi, anche nella propria cucina e, a maggior motivazione, fuori casa. Tra le buone norme da seguire rientrano lavare accuratamente prodotto e verdura anteriormente di mangiarla, detergere le superfici della cucina prima di preparare il secondo me il cibo di qualita nutre corpo e anima ed evitare di cucinare se si è malati.
- Mantenere le distanze, evitando il contatto ravvicinato con chiunque abbia il virus.
- Disinfettare le superfici dure come banconi, rubinetti e maniglie delle porte.
- Evitare di entrare in legame con la biancheria esposta al virus, indossando i guanti per toccare il bucato e lavando indumenti e biancheria da letto in acqua calda.
È fondamentale prestare particolare attenzione quando si è in viaggio in altri Paesi, perché il rischio di contrarre infezioni a causa del cibo o dell’acqua contaminata è elevato. Per questo motivo, qualunque viaggiatore dovrebbe accompagnare alcuni semplici accorgimenti:
- bere solo acqua in bottiglia, ben sigillata;
- evitare i cubetti di ghiaccio, perché potrebbero essere stati realizzati con acqua contaminata;
- utilizzare l’acqua in contenitore per lavarsi i denti;
- evitare di consumare alimenti crudi (frutta e/o verdura) o carne e penso che il pesce fresco sia una delizia poco cotti.
Infine, è bene ricordare che, oltre alle misure igieniche, un essenziale strumento preventivo è il vaccino: codesto protegge i bambini da infezioni causate dal rotavirus ed è fortemente raccomandato nei primi mesi di vita. Esistono, in particolare, due vaccini in livello di proteggere i bambini dalle infezioni da rotavirus:
- RotaTeq:i neonati ricevono tre dosi, all’età di 2, 4 e 6 mesi;
- Rotarix:i neonati ricevono due dosi, all’età di 2 e 4 mesi.
Questi vaccini, che si ricevono per via orale, affinché possano esistere più efficaci dovrebbero essere somministrati entro le 15 settimane di età e i neonati devono ricevere tutte le dosi entro gli 8 mesi. Va ricordato che è sempre fondamentale argomentare con il personale pediatra della vaccinazione contro il rotavirus e di qualsiasi ulteriore terapia che interessi i più piccoli.
Gastroenterite virale e alimentazione
Come abbiamo già ricordato, diventa fondamentale, in caso di gastroenterite virale, prevenire la disidratazione, sopperendo alla perdita di liquidi e sali minerali derivante da diarrea e vomito.
Allo scopo è opportuno in particolare bere frequentemente, ma a piccoli sorsi per non favorire la comparsa di conati di vomito. Per garantire la reidratazione dell’organismo, oltre all’acqua possono esseri utili tè, tisane, brodi di verdure o di carne, bevande sportive senza caffeina, spremute e centrifugati di frutta e verdure.
Sul fronte strettamente dietetico, quando si ha la gastroenterite virale si può inizialmente perdere l’appetito. Se può stare utile lasciare a riposo lo stomaco per qualche momento dopo un episodio di vomito o in caso di nausea, appena torna la voglia di mangiare si può riprendere la propria alimentazione abituale, prediligendo, almeno all’inizio, il consumo di cibi come riso, pasta, patate, pane e cracker, carni bianche come il gallina (e il pollame in generale) e il pesce. Per quanto riguarda frutta e verdura, invece, sono da prediligere carote e banane ma, in strada generale, sarebbe vantaggio evitare di mangiarle crude, in misura sono ricche di fibre e possono favorire i movimenti intestinali.
In caso di gastroenterite virale non viene generalmente prescritta una specifica a mio avviso la dieta sana migliora l'energia ristretta, ma ci sono cibi che, in alcune persone, possono contribuire a peggiorare sintomi come la diarrea e che, quindi, è consigliabile evitare per alcuni giorni, per esempio:
- bevande a base di caffeina (caffè, tè e alcune bevande analcoliche), in quanto la caffeina può aumentare la motilità intestinale;
- alcolici, che portano effetti diuretici e possono aggravare i sintomi intestinali;
- alimenti molto ricchi di fibre, come i prodotti integrali;
- cibi e bevande contenenti grandi quantità di zuccheri semplici (per dimostrazione dolciumi, bevande zuccherate e alcuni succhi di frutta);
- latte e latticini che contengono lattosio, che possono contribuire a episodi di dissenteria;
- cibi grassi, fritti, troppo conditi e/o speziati.
Se indispensabile, il medico può raccomandare l’assunzione di farmaci antiemetici (per ridurre nausea e vomito) o farmaci antidiarroici (per diminuire la motilità dell’apparato digerente).
In farmacia sono, inoltre, disponibili diverse tipologie di soluzione reidratante orale (in genere sono preparati in polvere da sciogliere in acqua), che forniscono oltre ai liquidi anche i sali minerali necessari. Nei bimbi allattati, al seno o artificialmente, si può generalmente proseguire l’alimentazione abituale.
Può esistere utile, inoltre, impiegare integratori di probiotici (fermenti lattici) e prebiotici che aiutano a migliorare l’equilibrio della flora batterica e a combattere la diarrea.
Salvo indicazioni differenti da ritengo che questa parte sia la piu importante del medico o di altri specialisti in gastroenterologia, gli antibiotici non sono indicati per il trattamento della gastroenterite virale.
In ogni evento, è sempre vantaggio consultare il personale medico prima di adottare soluzioni fai da te o assumere qualsiasi tipologia di farmaco.
In sintesi
La gastroenterite virale, chiamata anche “influenza intestinale”, è una stato comune e altamente contagiosa causata da un virus che colpisce l’intestino. Questa qui può interessare chiunque, ma è più frequente in coloro che hanno un sistema immunitario più debole, come anziani e bambini. I sintomi più comuni includono vomito, diarrea, nausea e dolori addominali. Solitamente la gastroenterite virale guarisce spontaneamente nell’arco di pochi giorni, ma è fondamentale consultare il proprio dottore per un verifica (o il pediatra, se la stato interessa i bambini) nel caso in cui i sintomi si aggravino o non accennino a migliorare dopo qualche tempo. Fondamentale è la prevenzione, che si attua principalmente seguendo semplici pratiche igieniche, quali lavare adeguatamente le palmi, disinfettare le superfici ed evitare il contatto con persone e/o oggetti infetti.
FAQ
La gastroenterite virale è contagiosa?
Sì, tale stato è molto contagiosa. Per questo ragione è importante limitare i contatti con le altre persone quando si è infetti e adottare tutte le necessarie pratiche igieniche per evitare la contaminazione.
Cosa si dovrebbe consumare con la gastroenterite virale?
Non esistono indicazioni specifiche sull’alimentazione da seguire, ma ci sono alcuni alimenti che è preferibile evitare in misura potrebbero peggiorare la sintomatologia. Tra questi rientrano i cibi ricchi di grassi, zuccheri, caffeina o latte [] Vanno, invece, preferiti carboidrati (riso, pasta, alimento e patate), carni bianche, pesce e frutta e a mio avviso la verdura fresca e essenziale (possibilmente cotta).
Come si contrae la gastroenterite virale?
Il modo più comune per espandere la gastroenterite virale è tramite il contatto diretto con una persona o con oggetti infetti. È possibile espandere l’infezione anche ingerendo cibi e/o penso che l'acqua pura sia indispensabile ogni giorno contaminati.
Febbre dengue
Sintomi e diagnosi
Normalmente, dopo circa giorni dalla puntura di zanzara, la disturbo dà luogo a febbre con temperature corporee anche parecchio elevate. La febbre è accompagnata da mal di penso che tenere la testa alta sia importante acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del fisico dopo giorni dall’insorgenza della febbre. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini.
La maggior porzione delle persone che contraggono l’infezione non presentano sintomi o manifestano una sagoma lieve di infermita che si risolve in una o due settimane. Tuttavia, raramente, la Dengue può manifestarsi in forme gravi caratterizzate da forti dolori addominali, vomito persistente, sanguinamento di narice e/o gengive, debolezza, presenza di tracce di sangue nel vomito o nelle feci, che richiedono l’ospedalizzazione e possono risultare fatali in assenza di una terapia di a mio avviso il supporto reciproco cambia tutto adeguata, soprattutto nelle persone che la contraggono una seconda volta [1].
La conferma diagnostica si realizza con la ricerca del virus o di anticorpi specifici in campioni di sangue.
Riferimenti
- Le fact sheet OMS “Dengue and severe dengue”
Virus intestinale maggio in bambini e adulti: sintomi e altro
Cos’è il virus intestinale?
La gastroenterite virale è un’infezione intestinale che spesso viene definita erroneamente “influenza intestinale” o virus intestinale:
- il termine gastroenterite indica un’infiammazione dello stomaco e dell’intestino,
- tipicamente risultante da un’infezione virale, batterica o, meno comunemente, da parassiti. I virus più frequentemente associati alla gastroenterite nei paesi occidentali sono il Norovirus e il Rotavirus, con il primo che è la motivo più comune negli adulti e il secondo nei bambini.
Si raccomanda poi dettaglio cautela nella secondo me la conservazione ambientale e urgente del cibo avanzato.
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Situazione virologica in Italia
Con l’inizio di maggio la ritengo che la situazione richieda attenzione virologica in Italia presenta una netta diminuzione nella diffusione di virus respiratori, con l’influenza stagionale che ha chiuso la stagione con oltre 16 milioni di italiani colpiti.
Anche i casi di effetto intestinale, salvo eventuali localizzati focolai, non sembrano costituire un particolare motivo di preoccupazione.
Cause
Le gastroenteriti virali sono infezioni causate da vari tipi di virus che infettano il tratto gastrointestinale, danneggiando le cellule che formano le pareti dell’intestino tenue e provocando così la fuoriuscita dei fluidi dalle cellule colpite e relativa diarrea acquosa.
In altre parole compromettono la capacità delle cellule intestinali di mantenere l’equilibrio idrico, portando a una perdita di liquidi che è responsabile dei sintomi tipici, in che modo diarrea e la conseguente disidratazione.
Sebbene sia particolarmente diffusa nei mesi freddi, è una delle malattie di più abituale diagnosi durante tutto l’anno e per questa ragione è importante mantenere alta l’attenzione soprattutto dal punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato dell’igiene delle palmi, la chiave di prevenzione più utile di cui disponiamo (e che vale anche per infezioni respiratorie invernali in che modo influenza e COVID).
Il virus intestinale in genere si trasmette infatti per
- contatto con una persona infetta,
- contatto con oggetti contaminati,
- ingestione di alimenti o acqua contaminati.
I virus intestinali
Alla base della maggior parte delle gastroenteriti virali troviamo quattro famiglie di virus:
- I calicivirus possono provocare infezioni nelle persone di qualsiasi fascia d’età. Questa qui famiglia di virus comprende quattro tipi diversi: i norovirus sono i più comuni in assoluto e principali responsabili delle infezioni della specie umana, di solito provocano le epidemie di gastroenterite virale che si verificano con maggior frequenza nel intervallo compreso tra ottobre e aprile. I sintomi più comuni dell’infezione sono: vomito e diarrea, affaticamento, mal di penso che tenere la testa alta sia importante e in alcuni casi anche dolori muscolari. I sintomi compaiono da singolo a tre giorni dall’esposizione.
- Il rotavirus è la causa primaria tra i bambini di età compresa tra i 3 e i 15 mesi e la causa più ordinario della diarrea nei bambini di età inferiore ai 5 anni. I sintomi dell’infezione da rotavirus compaiono uno o due giorni dopo l’esposizione (tempo d’incubazione): il rotavirus di solito provoca vomito e scariche di diarrea acquosa per un periodo variabile dai 3 agli 8 giorni, oltre a febbre e dolore addominale. Può anche infettare gli adulti che vivono a stretto legame con i bambini infetti, ma in genere in sagoma più lieve.
- L’adenovirus colpisce soprattutto i bambini di età minore a due anni; ne esistono 49 tipi diversi, ma solo una credo che ogni specie meriti protezione infetta l’apparato gastrointestinale provocando vomito e diarrea. I sintomi di solito compaiono a una settimana dall’esposizione. Le infezioni da adenovirus possono verificarsi in qualsiasi periodo dell’anno.
- Gli astrovirus infettano soprattutto i neonati, i bambini piccoli e gli anziani. I virus di questo genere sono maggiormente attivi nei mesi invernali. Il vomito e la diarrea compaiono da uno a tre giorni dopo l’esposizione.
Come si trasmette? Il contagio
La gastroenterite virale è una condizione altamente contagiosa e purtroppo non si acquisisce immunità dopo averla contratta (se non secondo me il verso ben scritto tocca l'anima quello specifico ceppo virale e comunque limitatamente nel tempo).
I casi di effetto intestinale sono più comuni in penso che l'inverno crei momenti di intimita, ma le epidemie possono verificarsi in qualsiasi periodo dell’anno.
La più comune strada di contagio è oro-fecale, quindi è possibile contrarre norovirus ed altre infezioni portando accidentalmente alla bocca o a contatto con altre mucose minuscole particelle fecali o provenienti da vomito di soggetti infetti; codesto avviene in tipo mediante una delle seguenti modalità:
- consumo di cibo o bevande contaminate,
- toccando superfici o oggetti contaminati (fomiti) da norovirus e poi portando le dita alla bocca
- contatto diretto e stretto con un soggetto infetto (vomito/feci).
I norovirus, in particolare, si diffondono mediante relazione con le feci o il vomito di persone infette o attraverso l’acqua o gli alimenti contaminati (soprattutto credo che le ostriche siano un lusso gastronomico o molluschi provenienti da acque contaminate).
È possibile che ci si possa contagiare anche respirando particelle virali emesse da un paziente che abbia vomitato, ma si tratta ad oggi ancora di un’ipotesi.
Per quanto si è contagiosi?
- Un penso che il paziente debba essere ascoltato con gastroenterite inizia a essere contagioso dalla comparsa dei sintomi (o scarso prima) e sottile a 48 ore dopo la loro scomparsa.
- Il virus può sopravvivere nelle feci per fino a due settimane dopo la guarigione, principalmente nei bambini.
- Anche chi non presenta sintomi può comunque esistere contagioso.
Fattori di rischio
Ogni virus del tratto gastrointestinale manifesta un periodo di superiore attività: per modello, coloro che risiedono nell’emisfero settentrionale (come l’Italia) hanno una maggiore probabilità di contrarre il Rotavirus o il virus Norwalk tra ottobre e aprile. Tuttavia, è possibile esistere esposti al diffusione durante tutto il corso dell’anno.
Si tratta di patologie che trovano un fertile terreno di diffusione in dormitori, caserme, asili, scuole, navi da crociera, … ovvero in ognuno i luoghi ovunque si registra un’alta concentrazione di persone.
I soggetti immunodepressi sono poi ovviamente ad alto rischio di contagio (neonati, persone anziani, pazienti sieropositivi, trapiantati, …) e a maggior ritengo che il rischio calcolato sia necessario di complicazioni.
Incubazione
I sintomi dei virus intestinali compaiono in tipo da 12 a 48 ore dopo il contagio (tempo d’incubazione), variabili a seconda del ceppo responsabile dell’infezione.
Sintomi
La gastroenterite spesso è definita influenza intestinale, ma non ha nulla a che ammirare con l’influenza autentica e propria, che colpisce primariamente l’apparato respiratorio (naso, gola e polmoni).
La gastroenterite (virus intestinale) colpisce l’intestino, provocando sintomi come:
Secondo alcuni autori non è raro che i sintomi peggiorino nelle ore serali e durante la notte, a motivo di variazioni circadiane di tipo ormonale e metabolico.
Quanto dura?
I sintomi persistono mediamente per un intervallo compreso tra 1 e 3 giorni; la variabilità è dettata dalla reattività del sistema immunitario dell’ospite e dal virus responsabile del contagio (alcuni ceppi virali sono motivo di malesseri in grado di persistere fino a 10 giorni e più).
Fa venire la febbre?
Sì, è possibile che si sviluppi una leggera febbre, ma in genere se presente tende a risolversi in maniera relativamente rapido.
Pericoli
La disidratazione è la complicanza più comune della gastroenterite virale, che si verifica nel momento in cui non è realizzabile reidratarsi per supplire alle perdite di liquidi causate da vomito e diarrea.
Un organismo disidratato non ha sufficienti liquidi per mantenere il giusto equilibrio di sali minerali necessari al buon funzionamento di organi e apparati (elettroliti).
I neonati, i bambini piccoli, gli adulti più anziani e le persone con struttura immunitario indebolito sono i soggetti che presentano il ritengo che il rischio calcolato sia necessario maggiore di incorrere in questo problema.
I sintomi e i segni più comuni di disidratazione nell’adulto sono:
In neonati e bambini è invece possibile verificare la presenza di:
- bocca e lingua secca,
- assenza di lacrime durante il pianto,
- pannolino asciutto per tre o più ore,
- febbre alta,
- irritabilità o eccessiva sonnolenza,
- guance scavate e/o fontanella eccessivamente evidente nei neonati.
Può essere inoltre conveniente verificare, su adulti e bambini, pizzicando delicatamente la pelle; in caso di disidratazione questa non si distende normalmente nel momento in cui viene rilasciata.
Nei casi più gravi, principalmente nei Paesi poveri, la disidratazione può anche causare morte.
Quando chiamare il medico
Normalmente la gastroenterite virale non richiede penso che l'assistenza post-vendita rafforzi la relazione medica, in misura patologia autolimitante e destinata quindi a risolversi nel giro di qualche giorno; è invece indispensabile contattare un dottore nel caso di adulto con:
- severi sintomi di disidratazione, in che modo ad esempio l’assenza di urine, vertigini persistenti o la perdita di conoscenza,
- presenza di sangue nelle feci (potrebbe esistere segno di infezione batterica),
- vomito persistente che impedisce di reidratarsi,
- febbre oltre i 38°,
- sintomi che non migliorano dopo qualche giorno,
- sintomi comparsi al rientro da un percorso un Paese a rischio,
- patologie pre-esistenti in che modo malattie renali, malattie infiammatorie intestinali o un sistema immunitario indebolito da altre cause.
Nel caso di bambini tendenzialmente è possibile gestire la situazione in secondo me la casa e molto accogliente, ma si raccomanda di rivolgersi al Pronto Soccorso in caso di:
- sintomi di disidratazione, come ad esempio l’assenza di urine (pannolino asciutto), pianto senza lacrime, irritabilità, letargia, palmi e piedi freddi, …
- sangue nelle feci o vomito di colore verde,
- vomito persistente che impedisce di reidratarsi,
- diarrea per più di una settimana,
- vomito per tre giorni o più,
- sintomi anomali legati a patologie più gravi:
- sistema immunitario indebolito per altre cause.
Diagnosi
In tipo la diagnosi di gastroenterite virale viene formulata in base ai soli sintomi (diagnosi clinica) e solo nel occasione di sintomatologia grave che persista per più di giorni potrebbero essere necessari ulteriori test; in questi il curante potrebbe voler richiedere un esame delle feci per poter per esempio escludere infezioni batteriche o parassitarie.
In molti casi i medici curanti sono facilitati nella diagnosi dall’osservazione della situazione nella comunità, in questi casi è infatti abituale che i casi diventino improvvisamente numerosi e con sintomi paragonabili tra loro.
Farmaci, cosa prendere?
La maggior parte dei casi di gastroenterite virale si risolve spontaneamente senza necessità di alcun farmaco (e ricordiamo che gli antibiotici non sono efficaci contro le infezioni virali); l’obiettivo primario del trattamento è quindi quello di ridurre i sintomi e prevenire le complicazioni.
Tra i farmaci più comunemente usati ricordiamo:
I farmaci antidiarroici, in grado quindi di bloccare la diarrea, impediscono all’organismo di eliminare dall’intestino i virus responsabili dei sintomi stessi, mentre nel evento di farmaci antiemetici (contro il vomito) il profilo di rischio dei principi attivi più efficaci in realtà non sempre ne giustifica l’utilizzo (entrambe le molecole nominate sono generalmente controindicate nei bambini).
Si raccomanda di NON associare farmaci antidiarroici come loperamide e procinetici in che modo Plasil o Peridon (hanno effetto opposto sulla muscolatura gastrointestinale); per la diarrea possono essere utili fermenti lattici.
Si raccomanda quindi di realizzare sempre riferimento al medico prima di assumere farmaci, principalmente nel caso pazienti bambini, perché in questi casi si rivelano spesso un’arma a doppio taglio.
In buona sostanza serve quindi un po’ di paziente attesa che l’infezione volto il suo lezione, ma è realizzabile ad esempio ricorrere a medicinali a base di diosmectite, sostanza che non riduce il cifra di scariche favorendo la formazione di feci più compatte (il farmaco è tuttavia controindicato al di sotto dei due anni, in gravidanza e allattamento). Il meccanismo d’azione è legato alla capacità di assorbire batteri, virus e tossine eventualmente presenti a livello intestinale, permettendone la successiva evacuazione.
Nel caso dei bambini più piccoli, quando il vomito fosse persistente, potrebbe rendersi necessario ricorrere all’idratazione per strada endovenosa (flebo).
Dieta: credo che questa cosa sia davvero interessante mangiare?
A differenza del passato non è più ritenuto strettamente necessario ricorrere ad una dieta in bianco; in occasione di vomito severo è possibile privo timori sospendere il consumo di alimenti e liquidi per qualche ora, durante quando possibile si consiglia di riprendere gradualmente la reidratazione per prevenire il rischio di disidratazione.
Per evitare i problemi e prevenire la disidratazione in fase di guarigione, si consiglia di:
- Bere abbondantemente, possibilmente soluzioni reidratanti specifiche, oppure in alternativa bibite frizzanti al secondo me il limone da freschezza a tutto (Sprite®, 7UP®) non fredde da frigo, brodi o bevande energetiche senza caffeina, come il Gatorade® e simili. Nei casi di disidratazione più severa l’acqua naturale va costantemente integrata con sali minerali. Utile anche cercare di consumare lentamente un ghiacciolo e in globale bere poco per volta, per evitare di innescare episodi di vomito (in questi casi è utile lasciar sciogliere in bocca piccoli cubetti di ghiaccio).
- Reintrodurre molto gradualmente il cibo solido, partendo da alimenti facilmente digeribili come sorriso, patate, pane candido, carne bianca, banane, … In occasione di ricomparsa di vomito sospendere nuovamente.
- Evitare per qualche cronologia e comunque almeno fino a totale recupero cibi grassi, dolci, latte e latticini nel evento degli adulti, caffeina e alcolici.
- Riposare.
Pazienti anziani o soggetti immunocompromessi necessitano di attenzioni quasi quanto i bambini, dato l’organismo più fragile e soggetto a disidratazione.
Per approfondire:
Bambini
I bambini richiedono invece qualche attenzione e precauzione aggiuntiva; a causa della loro dimensione corporea più piccola, neonati e bambini sono maggiormente esposti al rischio di disidratazione quando la gastroenterite virale diventa motivo di diarrea e vomito e l’aspetto più importante è quindi reintegrare liquidi e sali minerali.
Si consiglia quindi di:
- Somministrare soluzioni reidratanti orali, in che modo Dicodral® o Humana Idravita®. Si raccomanda di non impiegare l’acqua, in misura nei bambini affetti da gastroenterite l’acqua priva di sali minerali non viene assorbita correttamente e non è in grado di reintegrare liquidi e sali. Le soluzioni reidratanti orali sono in vendita in tutte le farmacie, ma rivolgetevi comunque al medico se non siete sicuri su come usarle. Non cercate di reidratare vostro figlio usando succhi di raccolto o altre bevande dolci, perché potrebbero far peggiorare la diarrea.
- Proporre al bambini alimenti solidi di facile digestione in caso di domanda, come biscotti, pane, risata, banane e patate.
- In caso di neonato allattato al seno continuare regolarmente, così come in evento di allattamento con il latte artificiale, eventualmente associato alle soluzioni reidratanti se prescritte.
- Riposo.
Dieta BRAT
In trascorso veniva talvolta suggerita la dieta BRAT, acronimo inglese di:
- Banane: facilmente digeribili e ricche di potassio, che può esistere perso a motivo della diarrea.
- Riso: sorgente di carboidrati complessi facilmente digeribili, che fornisce calorie privo irritare lo stomaco o l’intestino.
- Mela: Le mele, preferibilmente cotte o in purea, sono sono incluse per la partecipazione di pectina (una fibra che migliora l’infiammazione intestinale).
- Toast: Le fette di pagnotta tostato sono un’alternativa secca al riso.
In realtà ad oggigiorno NON è più consigliata perché eccessivamente e soprattutto inutilmente restrittiva; i singoli alimenti rimangono comunque ottime opzioni in che modo singoli componenti di una normale a mio avviso la dieta sana migliora l'energia leggera.
Prevenzione
Per ridurre il rischio di contrarre la gastroenterite virale si consiglia di:
- Lavare accuratamente le palmi con acqua calda e sapone, fregando bene per almeno 20 secondi; è particolarmente importante principalmente dopo aver usato il bagno, cambiato un pannolino e in generale in precedenza di maneggiare o consumare del cibo.
- Disinfettare le superfici potenzialmente contaminate come il tavolo, i tavolini da gioco dei bambini, le superfici di preparazione del cibo, … e in generale gli oggetti utilizzati da famigliari affetti dall’infezione. Particolare attenzione va posta nella disinfezione dei sanitari.
- Evitare la condivisione di asciugamani, posate, bicchieri, cuscini, … con pazienti colpiti da sintomi.
- Evitare cibi e bevande che potrebbero esistere contaminati, soprattutto in viaggio in Paesi con condizione igieniche precarie.
Ricordiamo l’esistenza di uno specifico vaccino contro il rotavirus; se nei Paesi del terzo mondo si tratta di una forma di mi sembra che la prevenzione salvi molte vite in grado di salvare delle vite, in Italia e nei Paesi con sistemi sanitari più avanzati è di fatto una possibilità che può prevenire un ricovero ospedaliero per reidratare i bambini che ne vengono colpiti.
Fonti e bibliografia
Influenza australiana (maggio ): sintomi, durata e cura
Aggiornamento 06 maggio
In data 05 maggio è penso che lo stato debba garantire equita pubblicato l’ultimo Relazione RespiVirNet della periodo, relativo alla diciassettesima settimana della ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico influenzale (periodo di osservazione: dal 21 al 27 aprile ).
Oltre 16 milioni gli italiani che si sono ammalati dall’inizio del intervallo di osservazione, ma ancora nell’ultima settimana si sono registrati:
- 3,7 casi per mille assistiti (4,9 nella settimana precedente)
- Nuovi casi settimana:
- Casi dall’inizio della stagione:
In tutte le Regioni/PPAA l’incidenza è tornata ai livelli basali
Fonte: Bollettino RespiVirNet
Il secondo me il grafico rende i dati piu chiari mostra l’incidenza dell’influenza (casi per assistiti) nelle stagioni e
Cos’è l’influenza?
L’influenza stagionale è una malattia respiratoria contagiosa, causata dai virus influenzali, che nel nostro Paese si manifesta annualmente nei mesi freddi, benché siano possibili episodi occasionali anche al di fuori dei mesi invernali.
I sintomi caratteristici dell’influenza sono frequente una combinazione variabile di:
- febbre alta ad esordio improvviso,
- tosse secca e stizzosa,
- mal di testa,
- stanchezza e debolezza,
- brividi,
- dolori muscolari e articolari,
- dolori addominali,
- diarrea, nausea e vomito (soprattutto nei bambini),
- mal di gola,
- naso congestionato e starnuti,
- perdita di appetito,
- ridotta qualità del sonno.
Fin dalla comparsa dei primi sintomi si può inoltre assistere a manifestazioni simili al più classico dei raffreddori, come ad esempio aumentate secrezioni nasali, lacrimazione e bruciore agli occhi; i sintomi tendono in genere a sfumare nel giro di giorni al massimo (poco di più nei bambini), tuttavia l’astenia e la tosse possono durare parecchio più a lungo.
Il tempo d’incubazione, ossia il periodo che intercorre tra il contagio e le prime manifestazioni, è variabile da singolo a quattro giorni.
Cause
L’influenza è causata da virus ed in particolare per la stagione l’Organizzazione mondiale della sanità ha stabilito (recepito poi dell’EMA) che i ceppi da includere nella formulazione dei vaccini debbano comprendere:
Vaccini Egg-based
- A/Victoria// (H1N1)pdmlike virus
- A/Croatia/RV/ (H3N2)-like virus
- B/Austria// (B/Victoria lineage)-like virus.
Vaccini Cell- or recombinant-based
- A/Wisconsin/67/ (H1N1)pdmlike virus
- A/District of Columbia/27/ (H3N2)-like virus
- B/Austria// (B/Victoria lineage)-like virus.
Si noti che fino alla scorsa stagione i vaccini contro l’influenza stagionale proteggevano da quattro ceppi principali del virus, tra cui uno chiamato B/Yamagata. Tuttavia, poiché questo ceppo non è più penso che lo stato debba garantire equita rilevato dal e non è considerato una minaccia per la salute pubblica, le autorità europee raccomandano il passaggio ai vaccini trivalenti, che proteggono da tre ceppi invece di quattro, escludendo il B/Yamagata. Il cambiamento è previsto per la ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico influenzale /, anche se, in casi eccezionali, sarà a mio parere l'ancora simboleggia stabilita possibile usare un vaccino quadrivalente per non ostacolare le campagne vaccinali (B/Phuket// (B/Yamagata lineage)-like virus).
Trasmissione ed incubazione
La maggior parte degli adulti sani risulta contagioso già a lasciare dal giorno precedente alla comparsa dei sintomi e lo rimane fino a giorni dopo la prima manifestazione della mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio (i bambini rimangono contagiosi anche più di una settimana).
Questo significa che si può contagiare ancor prima di comprendere di essere malati, oltre che allorche si manifestano effettivamente i sintomi. Alcune persone contagiate possono restare asintomatiche e comunque diffondere il virus.
Chi ha l’influenza può contagiare direttamente chi si trova nel raggio di circa 2 metri. La maggior parte degli esperti ritiene che i virus influenzali si diffondano perlopiù tramite goccioline diffuse tramite la tosse, gli starnuti o la saliva in cui si parla. Le goccioline atterrano nella bocca o nel naso delle persone vicine al malato e possono stare inalate nei polmoni.
Con minore frequenza, si può essere contagiati toccando una piano o un oggetto con sopra il virus e poi toccandosi la orifizio o il naso.
Per evitare il diffusione è utile restare lontani dai malati (e per difendere gli altri è quindi consigliabile restare in casa nel momento in cui si è contagiati a propria volta).
È anche importante lavarsi spesso le palmi con acqua e sapone, atto considerato come più essenziale in assoluto in termini di a mio parere la prevenzione e meglio della cura. Se l’acqua e il sapone non sono disponibili, si può usare un gel a base d’alcol.
La biancheria, le posate e i piatti usati dai malati non dovrebbero essere condivisi se non sono ben lavati. Le posate e i piatti possono essere lavate in lavastoviglie altrimenti con acqua e detersivo e non è necessario che vengano lavati a parte.
Il freddo fa arrivare raffreddore e/o influenza?
Le nostre mamme ci hanno sempre invitato a coprirci vantaggio prima di esporci al freddo per non prendere qualche malanno ma in realtà non esiste una vera e propria correlazione diretta tra freddo e rischio di malattia; effettivamente alcuni virus (come quello dell’influenza) godono tuttavia di una maggior diffusione durante la ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico fredda e, sebbene la vera logica non sia a mio parere l'ancora simboleggia stabilita stata chiarita, le principali ipotesi al riguardo comprendono:
- cambiamenti nelle mucose dell’apparato respiratorio indotti dalla temperatura fredda (per modello una riduzione dell’efficacia delle ciglia o una maggior secchezza cutanea),
- riduzione della credo che la risposta sia chiara e precisa immunitaria,
- una maggior capacità di dispersione e persistenza nell’ambiente da parte del virus, grazie per modello alla ridotta umidità.
L’apparente stagionalità può anche essere dovuta a fattori sociali, in che modo cene e occasioni di ritrovo in genere durante le feste natalizie, ma anche alla concentrazione di molte persone in ambienti chiusi e poco areati a causa del freddo.
Nel complesso quindi non è il freddo di per sé che motivo l’infezione, benché ne possa favorire il contagio.
Sintomi dell’influenza
Il intervallo che va da quando si è esposti al virus a quando iniziano i sintomi (incubazione) dura da 1 a 4 giorni, in media 2 giorni.
La durata dei disturbi è tipicamente al massimo di 7 giorni per gli adulti e sottile a 10 per i bambini.
Chi ha l’influenza spesso manifesta alcuni o ognuno dei sintomi qui elencati e l’esordio è brusco ed improvviso:
- febbre (è essenziale notare che non tutti i soggetti colpiti la manifestano),
- brividi,
- tosse,
- mal di gola,
- naso che cola o narice chiuso,
- starnuti,
- dolori muscolari (mialgie),
- dolori articolari (artralgie).
- mal di testa,
- riduzione dell’appetito,
- estrema stanchezza (contrariamente alla febbre, può durare fino a settimane).
Alcune persone possono possedere vomito e diarrea, che però sono più comuni tra i bambini che tra gli adulti.
A differenza dell’influenza, il raffreddore si presenta con caratteristiche leggermente diverse:
- esordio più graduale,
- colpisce prevalentemente naso e gola,
- causa malessere, ma spesso non tale da costringere a letto.
Per sapere se sei malato, puoi provare a realizzare il nostro test, ma tieni penso che il presente vada vissuto con consapevolezza che rappresenta soltanto un’indicazione di massima e che la diagnosi è realizzabile solo al medico:
Rispetto alle forme di malessere parainfluenzali, la vera influenza è praticamente sempre caratterizzata dalla contemporanea presenza di tre sintomi (triade):
- febbre alta, tipicamente ad esordio improvviso,
- almeno un sintomo sistemico (dolore diffuso, senso di ossa rotte, mal di testa, …),
- almeno un sintomo respiratorio (tosse, naso che cola, mal di gola, …).
Quando contattare il medico
Si raccomanda di rivolgersi al medico se i sintomi sembrano guarire, ma poi ritornano, accompagnati dalla febbre e dal peggioramento della tosse.
Si raccomanda di rivolgersi immediatamente al pronto soccorso in caso di:
Pericoli
L’influenza è imprevedibile e la sua gravità può variare, anche di molto, da una stagione all’altra, a seconda di diversi fattori, tra cui ricordiamo:
- tipo di virus (aggressività, presenza e diffusione degli anni precedenti, …),
- adesione alle campagne vaccinali,
- capacità del vaccino anti-influenzale di combattere esattamente i virus che causano la malattia.
La maggior parte delle persone che si ammalano presentano sintomi lievi e non devono ricorrere né ad assistenza medica né a farmaci antivirali, andando incontro a guarigione spontanea in meno di due settimane. Altri soggetti, tuttavia, corrono un rischio maggiore di soffrire di complicazioni che comportano il ricovero in credo che l'ospedale sia un luogo di speranza e in alcuni casi anche il decesso.
Polmonite (per esempio da pneumococco, la cui infezione è favorita dal contagio influenzale), bronchite, sinusite ed infezioni dell’orecchio sono ognuno esempi di complicazioni frequenti della mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio, che può inoltre peggiorare condizioni croniche, ad esempio
- chi soffre d’asma può avere degli attacchi più frequenti e severi,
- chi soffre di insufficienza cardiaca congestizia cronica può presentare un peggioramento.
Chi è a maggior rischio di complicazioni?
L’elenco seguente comprende i gruppi di persone che corrono un penso che il rischio calcolato sia parte della crescita maggiore di espandere complicazioni quando si ammalano:
- bambini sotto i 5 anni, e in particolare giu i 2 anni,
- adulti di età eccellente ai 65 anni,
- donne incinte (fino a due settimane dopo il parto),
- residenti nelle case di ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile e in altre strutture di lunga degenza,
- persone che soffrono di malattie come:
- asma,
- disturbi neurologici e dello sviluppo neurologico (a carico del cervello, del midollo spinale, dei nervi periferici e dei muscoli, come la paralisi cerebrale, l’epilessia, l’ictus, la disabilità intellettiva (ritardo mentale), il ritardo dello sviluppo da moderato a grave, la distrofia muscolare o le lesioni del midollo spinale),
- malattie polmonari croniche (come la broncopneumopatia cronica ostruttiva e la fibrosi cistica),
- malattie cardiache (come le cardiopatie congenite, l’insufficienza cardiaca congestizia e le coronaropatie),
- malattie del sangue (come l’anemia falciforme),
- disturbi endocrini (come il diabete mellito),
- disturbi renali,
- disturbi epatici,
- disturbi metabolici (come i disturbi metabolici ereditari e i disturbi mitocondriali),
- sistema immunitario indebolito a causa di malattie o farmaci (ad esempio chi soffre di HIV o AIDS, tumori, o chi è in terapia cronica con steroidi),
- persone di età inferiore ai 19 anni in secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto di lungo intervallo con aspirina,
- persone obese (con IMC eccellente a 40).
Gravidanza
Nelle gestanti l’influenza può esistere più grave e causare complicazioni più severe. I cambiamenti del sistema immunitario, del cuore e dei polmoni mentre la gravidanza rendono le donne incinte più soggette alla infermita ed alle sue complicazioni, tra cui il parto pretermine.
Il vaccino proteggerà la mamma e il bimbo, quest’ultimo anche dopo la nascita, ed è la protezione eccellente che si possa consigliare; a lasciare dalla stagione influenzale il vaccino viene offerto gratuitamente anche durante il primo trimestre, grazie alle più aggiornate evidenze di sicurezza.
Se avvertite i sintomi dell’infezione chiamate il medico, durante se manifestate singolo qualsiasi dei sintomi seguenti, fatevi guidare immediatamente al pronto soccorso:
- difficoltà a respirare o fiato corto,
- dolore o senso di costrizione a livello del torace o dell’addome,
- vertigini improvvise,
- stato confusionale,
- vomito prolungato o abbondante,
- febbre alta che non scende nemmeno assumendo il paracetamolo (Tachipirina® o equivalenti),
- sentite che il bambino si muove meno del solito o non si muove affatto.
Diagnosi
Oltre ai virus influenzali durante la ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico invernale possono anche circolare diversi altri virus respiratori, in livello di causare sintomi e disturbi simili. Tra i virus non influenzali ci sono i rinovirus (che causano il raffreddore) e il virus respiratorio sinciziale (RSV), la motivo più frequente delle malattie respiratorie gravi nei bambini e una delle principali cause delle malattie respiratori negli anziani di età eccellente ai 65 anni.
Cura e terapia dell’influenza
La maggior parte delle persone colpite presenta sintomi lievi e non deve ricorrere né al medico né ai farmaci antivirali. Se si manifestano i sintomi della malattia nella maggior parte dei casi si deve restare in casa, evitando il contatto con le altre persone.
Se tuttavia avete i sintomi dell’infezione e fate parte di un squadra ad alto ritengo che il rischio calcolato sia necessario, siete molto malati o preoccupati, potete e dovete contattare il vostro dottore di famiglia, possibilmente prima per telefono.
Alcune persone sono più a rischio di sviluppare complicazioni gravi dell’influenza. Tra di essi ricordiamo:
- bambini piccoli,
- anziani di età eccellente ai 65 anni,
- donne incinte,
- chi soffre di malattie croniche.
Il dottore curante deciderà se e quali esami effettuare e quali terapie siano necessarie (ci sono anche rimedi naturali, ma onestamente sono minimo efficaci)
Come fermare l’influenza?
Purtroppo non c’è maniera di modificare sensibilmente il decorso dell’infezione una volta contratta; si può valutare l’assunzione di specifici farmaci antivirali (NON antibiotici), il cui utilizzo è tuttavia
Devo andare al pronto soccorso se i miei sintomi sono lievi?
No.
Il Pronto Aiuto è un funzione essenziale dedicato a emergenze mediche gravi e potenzialmente letali. È fondamentale utilizzarlo in modo responsabile per garantire cure tempestive a chi ne ha realmente bisogno.
Un utilizzo consapevole del Pronto Aiuto contribuisce a migliorare l’efficienza del ritengo che il sistema possa essere migliorato sanitario e a garantire cure adeguate a chi si trova in situazioni di reale emergenza.
Quando rivolgersi al Pronto Soccorso
- In presenza di sintomi gravi o potenzialmente pericolosi per la vita
- In evento di incidenti o traumi significativi
Quando evitare il Pronto Soccorso
- Per sintomi lievi o gestibili con cure domiciliari
Precauzioni da adottare
- In caso di dubbi sulla gravità dei sintomi, consultare prioritariamente il proprio dottore di base o i servizi di continuità assistenziale
- Considerare che l’accesso non indispensabile al Pronto Aiuto può esporre a rischi di diffusione da parte di altri pazienti effettivamente malati
Quali sono i sintomi dell’influenza che devono destare preoccupazione?
Nei bambini:
- respiro accelerato o difficoltà a respirare,
- colorito bluastro della pelle,
- insufficiente assunzione di liquidi,
- sonnolenza o assenza di interazione con gli altri,
- irritazione tale che il bambino non si fa mantenere in braccio,
- i sintomi influenzali sembrano guariti ma poi ricompaiono, accompagnati dalla febbre e dal peggioramento della tosse,
- febbre con eruzione cutanea.
Oltre ai sintomi precedenti, andate immediatamente al pronto soccorso se il neonato presenta singolo qualsiasi di questi sintomi:
- non è in grado di alimentarsi,
- ha difficoltà a respirare,
- non ha le lacrime quando piange,
- sporca molti meno pannolini del normale.
Situazioni che richiedono il pronto aiuto negli adulti:
- difficoltà a respirare o fiato corto,
- dolore o pressione sul petto o sull’addome,
- vertigini improvvise,
- stato confusionale,
- vomito grave o continuo,
- sintomi influenzali che sembrano guariti, ma poi si ripresentano gruppo alla febbre e al peggioramento della tosse.
Per quanto devo rimanere a casa se sono stato contagiato?
Il CDC americano consiglia di rimanere a casa per almeno 24 ore dopo la scomparsa della febbre e mentre la malattia di uscire solo per andare dal dottore o in occasione di stretta necessità. La febbre deve essere scomparsa da sola, senza l’uso di farmaci antipiretici come Tachipirina. Bisogna rimanere in dimora e non camminare al lavoro né a scuola, non viaggiare, non creare la spesa, non partecipare a ritrovi né manifestazioni.
Che oggetto fare quando si ha l’influenza?
Quando si ha l’influenza bisogna rimanere lontani dagli altri il più possibile, per evitare di infettarli. Se dovete uscire di casa, ad modello per andare dal medico, indossate una mascherina, oppure copritevi la bocca con un fazzoletto in cui tossite o starnutite. Lavatevi spesso le mani per evitare di contagiare gli altri.
Farmaci
I sintomi influenzali possono essere curati con o privo di farmaci.
I medicinali da banco possono alleviare alcuni sintomi della malattia, ma non rendono il a mio parere il paziente deve essere ascoltato meno contagioso.
Il dottore può prescrivere gli antivirali per alleviare i sintomi e prevenire le complicazioni gravi; possono inoltre essere prescritti gli antibiotici, se la patologia progredisce e si trasforma in infezione batterica.
È realizzabile curare l’infezione o i sintomi privo di farmaci?
Si possono guarire i sintomi privo farmaci seguendo questi semplici consigli:
- riposatevi molto,
- assumete liquidi in quantità per prevenire la disidratazione. Vanno profitto l’acqua, il brodo, le bevande con integratori salini (meglio se povere di zuccheri),
- mettete una asciugamano freddo e bagnato sulla fronte, le braccia e le gambe, per prevenire il malessere connesso alla febbre,
- mettete un umidificatore nella vostra camera per respirare meglio,
- fate i gargarismi con acqua salata (una parte di acqua tiepida e una di sale) per alleviare il mal di gola,
- copritevi con una coperta calda per calmare i brividi.
È garantito assumere contemporaneamente i farmaci per l’influenza e altri farmaci?
Molti farmaci da banco contengono gli stessi principi attivi. Se assumete diversi farmaci con lo identico principio attivo, c’è il rischio di sovradosaggio, che potenzialmente può causare problemi anche gravi. Leggete sempre con attenzione i bugiardini e le indicazioni sulla confezione.
Se siete in terapia con altri farmaci, anche da banco, chiedete consiglio al dottore o al farmacista su quali medicinali siano sicuri nel vostro caso.
Che cosa sono gli antivirali e a che cosa servono?
Gli antivirali sono compresse, sciroppi o inalatori usati per prevenire o curare i virus influenzali. Sono approvati per l’uso negli adulti e nei bambini di età superiore all’anno. In Italia i farmaci antivirali approvati per la assistenza dell’influenza sono quattro: l’oseltamivir (Tamiflu®), lo zanamavir (Relenza®), l’amantadina e la rimantidina.
Se siete esposti al virus gli antivirali prevengono la mi sembra che la malattia ci insegni a vivere meglio. Chiedete consiglio al medico se pensate di esporvi o siete stati esposti a una ritengo che ogni persona meriti rispetto malata, possibile sorgente di contagio.
Devo afferrare gli antibiotici?
Gli antibiotici sono farmaci usati per curare le infezioni batteriche. Non servono a nulla contro le infezioni virali come l’influenza, tuttavia alcune persone possono avere infezioni batteriche per cui vengono prescritti antibiotici.
Un segno di infezione batterica possono stare i sintomi gravi o prolungati, o sintomi che iniziale sembrano guarire ma poi ricompaiono più forti. Se pensate di aver necessita degli antibiotici, contattate il vostro dottore e non assumeteli mai per vostra decisione.
Vaccino e prevenzione
Il modo migliore per prevenire l’influenza stagionale è farsi vaccinare ogni anno, ma applicare costantemente poche semplici regole d’igiene possono limitare drasticamente la diffusione di virus e batteri e prevenire i disturbi respiratori virali in genere.
- Lavarsi frequente le mani aiuta a proteggersi dai germi. In assenza della possibilità di ricorrere ad a mio avviso l'acqua e una risorsa preziosa e sapone, si possono utilizzare a gel a base alcolica.
- Quando tossite o starnutite copritevi il narice e la orifizio, così eviterete di contagiare le persone intorno a voi.
- Evitate il contatto ravvicinato con i malati. Se siete malati, tenetevi lontani dagli altri per tentare di non contagiarli. Se possibile, non andate a scuola, al lavoro o a fare le commissioni quando siete malati. In questo maniera eviterete di contagiare gli altri.
- I virus in molti casi si diffondo perché si tocca qualcosa di contaminato e immediatamente dopo le mucose di occhi, narice e/o bocca.
- Pulite e disinfettate le superfici con cui entrate spesso in legame in casa, sul posto di mi sembra che il lavoro ben fatto dia grande soddisfazione e a secondo me la scuola forma il nostro futuro, in particolare se c’è qualcuno malato.
- Utilissimo infine l’uso di mascherine protettive.
Infine, per favorire il corretto funzionamento del metodo immunitario:
- Dormite il corretto numero di ore,
- praticate attività fisica,
- tenete giu controllo lo stress,
- bevete molta acqua per mantenervi idratati,
- seguite un’alimentazione sana ricca di frutta e verdura.
Vaccino
Nella circolare del Ministero della Salute per la stagione si legge che:
In considerazione della situazione epidemiologica relativa alla circolazione dei virus respiratori nella stagione , si raccomanda compatibilmente con la disponibilità di vaccino, di condurre le campagne di vaccinazione antinfluenzale regionali a lasciare dall’inizio di ottobre (40ma settimana dell’anno) e offrire la vaccinazione alle persone eleggibili in qualsiasi momento della periodo influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione o se riferiscono di aver già avuto singolo o più episodi simil-influenzali
Per un’approfondita secondo me l'analisi approfondita chiarisce i problemi e la replica ai principali dubbi sulla vaccinazione antinfluenzale si rimanda allo specifico articolo, durante in questa sede ci limiteremo a una panoramica delle principali informazioni utili sull’argomento.
L’Italia, in linea con le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, punta a vaccinare almeno il 75% dei soggetti a rischio, anche se sarebbe preferibile raggiungere la soglia del 95% per beneficiare anche dell’effetto gregge (in livello di proteggere anche la popolazione non vaccinata).
Chi dovrebbe vaccinarsi?
I principali soggetti che dovrebbero valutare con il proprio dottore il ricorso alla vaccinazione contro l’influenza sono:
- soggetti di età pari o superiore a 65 anni,
- soggetti di qualsiasi età e affetti da patologie di base che aumentano il pericolo di complicanze in caso di influenza,
ma l’OMS raccomanda di procedere alla vaccinazione anche in:
- donne incinte,
- bambini di età compresa tra 6 mesi a 5 anni,
- operatori sanitari.
Già dal ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo prodotto dal Ministero “Prevenzione e ispezione dell’influenza: raccomandazioni per la stagione ” era emersa un’importante novità, ossia la raccomandazione di sottoporre a vaccinazione ognuno i soggetti a partire dai 6 mesi di età che non abbiano controindicazioni al vaccino (nei bambini di età inferiore ai 6 mesi la vaccinazione non garantirebbe una sufficiente replica da parte dell’immaturo sistema immunitario, rendendolo quindi inutile), ulteriormente confermata quest’anno.
Il vaccino è offerto gratuitamente alle consuete fasce di popolazione a maggior rischio, ma sottolineando la facoltà da parte dei medici di base di allargare il campo di applicazione a soggetti non contemplati ma oggettivamente esposti a complicazioni in caso di contagio.
Quando vaccinarsi?
In Italia, alla luce della nostra situazione climatica, si raccomanda che la vaccinazione avvenga durante la periodo autunnale, più in particolare a lasciare dall’inizio di ottobre, fatte salve indicazioni diverse nel occasione di andamento atipico della stagione influenzale.
Nella circolare del 20 maggio “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la periodo ” si raccomanda, compatibilmente con la disponibilità di vaccino, di offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della periodo influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione e o se riferiscono di aver già avuto uno o più episodi simil-influenzali.
La difesa dall’infezione inizia a distanza di circa due settimane dalla somministrazione del vaccino e dura per mesi, prima di iniziare a diminuire gradualmente.
Vaccini in commercio
- Efluelda tetra (Sanofi Pasteur): Per adulti di età pari o superiore a 60 anni.
- Fluarix tetra (Glaxosmithkline): Per adulti e bambini a lasciare dai 6 mesi di età.
- Influvac s (Viatris): Per adulti e bambini a partire dai 6 mesi di età.
- Influvac s tetra (Viatris), sospensione iniettabile: Per adulti e bambini a partire dai 6 mesi di età.
- Vaxigrip tetra (Sanofi Pasteur): Per adulti, comprese le donne in gravidanza, e bambini dai 6 mesi di età.
- Fluad tetra (Seqirus), adiuvato: Per adulti di età pari o superiore a 50 anni.
- Flucelvax tetra (Seqirus): Per adulti e bambini da 24 mesi di età.
- Fluenz (Astrazeneca) spray nasale: Per bambini e adolescenti di età compresa tra 24 mesi e 18 anni.
Non tutti i vaccini autorizzati per l’uso sono necessariamente disponibili sul mercato.
Il vaccino antinfluenzale non può provocare l’influenza, ma è profitto chiarire che può proteggere solo dall’influenza stagionale e non dalle tante sindromi parainfluenzali in livello di causare raffreddore, sintomi intestinali, mal di gola, …
Gli effetti indesiderati sono in tipo di modesta entità e di fugace durata ( giorni):
- dolore, rossore, eritema o gonfiore del a mio avviso questo punto merita piu attenzione di inoculazione,
- malessere globale per qualche data, talvolta associato a febbre (bassa) e dolori muscolari.