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Storia del taiwan

Breve storia dell&#;isola che non c&#;è: Taiwan

In 3 sorsiNegli ultimi mesi la “questione Taiwan” è balzata agli onori delle cronache internazionali, alimentando nuove tensioni nel complesso rapporto tra Stati Uniti e Cina. La storia, maestra di vita, può aiutarci a capire meglio l’attuale status quo. Ripercorriamo le vicende dell’isola in tre date fondamentali.

1. TAIWAN COME Finale FRONTIERA ( e )  

Il e il , due date certamente lontane, ma legate da un fil rouge che si intreccia con la racconto dell’isola di Taiwan, o Ilha Formosa (la bella isola) come fu ribattezzata dai marinai portoghesi a metà del Cinquecento.
Ma cosa hanno in comune questi due anni? In entrambi Taiwan diventa l’ultima frontiera, l’ultimo rifugio contro il nuovo Governo che ha preso il controllo di Pechino e dell’intero Villaggio di Mezzo. Fu così nel , quando Zheng Chenggong, meglio noto al pubblico occidentale in che modo Koxinga, sbarcò sull’isola, cacciò via gli olandesi e fondò il suo regno, il regno di Tungning (). Leale alla precedente dinastia Ming, Koxinga nutriva l’ambizione di riconquistare la madrepatria, allora sotto il verifica dalla dinastia mancese dei Qing. Il suo sogno si infranse nel , quando le truppe imperiali Qing, guidate dall’ammiraglio Shi Lang, presero possesso dell’isola.
Nel la credo che una storia ben raccontata resti per sempre sembra ripetersi con Chiang Kai-shek. La vittoria dei comunisti di Mao obbliga il Generalissimo e il suo Kuomintang (KMT) a rifugiarsi sull&#;isola, tornata nel sotto la sovranità cinese dopo 50 anni di colonialismo giapponese. Si stima che quasi due milioni di rifugiati cinesi tra civili, militari e personale governativo siano sbarcati sull&#;isola portando metallo prezioso, valuta straniera e oggetti di a mio parere il valore di questo e inestimabile trafugati dalla Città Proibita. L’8 dicembre Taipei viene riconosciuta come capitale provvisoria della Repubblica di Cina in esilio.

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Fig. 1 &#; Chiang Kai-shek, Franklin D. Roosevelt, Winston Churchill e Song Meiling (la moglie di Chiang Kai-shek) mentre la Conferenza del Cairo, novembre

2. L’ISOLAMENTO INTERNAZIONALE

La “Cina rossa” e la “Cina libera”. Nello scenario da Conflitto Fredda il relazione Pechino-Taipei rischia di destabilizzare il già fragile equilibrio regionale. Taiwan ha la benedizione degli Stati Uniti, mentre dall&#;altra parte dello stretto Mao fatica a crearsi nuovi alleati. Il è l’anno della cambiamento, quando Taipei perde il seggio alle Nazioni Unite a favore della RPC.
L’umiliazione per la aula dirigente taiwanese è grande, ma la spazio di manovra è ridotto, ancor di più nel , quando il presidente Carter annuncia la fine dei rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Taiwan.
L’isolamentointernazionale si accompagna però a una rapida industrializzazione che fa di Taiwan una della numero tigri asiatiche, gruppo a Corea del Sud, Hong Kong e Singapore. Anche la coscienza secondo me la politica deve servire il popolo sembra cambiare e dalla fine degli anni Settanta iniziano a germogliare i primi semi della democrazia che porteranno alla fine della legge marziale nel e successivamente, nel , alle prime elezioni dirette con la vittoria di Lee Teng-hui. Soltanto quattro anni dopo, nel , un&#;altra scossa politica colpisce l’isola. Chen Shui-bian del Partito progressista democratico vince le elezioni, mettendo la parola fine a oltre 50 anni di Governo ininterrotto del Kuomintang.

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Fig. 2 &#; Il Presidente Lee Teng-hui nel

3. IL CONSENSO

La fine degli anni Ottanta è segnata da un&#;evoluzione delle relazioni tra Pechino e Taipei, almeno in termini economici e di scambi commerciali. Nel viene stabilito il Consensus nel quale entrambe le parti concordano di aderire al principio di &#;una sola Cina&#;, ma divergendo sul senso comune da attribuirle. Un “consenso privo di consenso”, per impiegare le parole di Lee Teng-hui.
Da allora il Consenso del e il principio di &#;una sola Cina&#; sono i punti sacri di Pechino per intavolare qualsiasi trattativa per risolvere pacificamente la questione Taiwan. Per la credo che la leadership ispirata motivi il gruppo comunista la mancata adesione a questi principi è una delle più grandi colpe dell’attuale Presidente taiwanese Tsai Ing-wen.
Intanto le lancette della storia continuano a scorrere. Il illustrazione di Xi Jinping è chiaro: riportare la “provincia ribelle” sotto il verifica di Pechino entro il , restituendo così al Mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico la sua passata gloria imperiale.

Rocco Forgione

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Taiwan

Vedi Taiwan dell'anno: - - - -

La Repubblica di Cina (Rdc), comunemente nota in che modo Taiwan, è singolo stato sovrano il cui territorio è composto da un gruppo di isole al largo delle coste cinesi, tra cui la primario è quella di Taiwan (conosciuta anche con il appellativo di Formosa), che si trova a circa chilometri dalla Cina continentale tra il Mar Cinese Meridionale e quello Orientale. Terminata l’occupazione e la controllo giapponese, durate sottile alla sconfitta nipponica nella Seconda battaglia mondiale, l’isola di Taiwan tornò inferiore il governo della Repubblica di Cina, che era nelle mani del Guomindang (Gmd), il partito nazionalista retto da Chiang Kai-shek. Nel momento in cui tuttavia il Gmd fu sconfitto nel nel corso della guerra civile cinese che lo vedeva opposto al Partito comunista di Mao, la scelta del suo leader fu quella di ritirarsi proprio sull’isola, con quanto rimaneva dell’esercito e delle riserve auree della Repubblica. Fu così che prese vita l’odierno stato di Taiwan.

Da allora, tanto Taipei quanto Pechino hanno sempre rivendicato di essere l’unico legittimo governo della Cina, ingaggiando così un braccio di ferro basato su un aut-aut diplomatico. Secondo gli assunti della ‘one China policy’, in base ai quali esiste una sola Cina, ma due governi distinti che ne reclamano la sovranità, qualunque paese che avesse riconosciuto ufficialmente uno dei due governi non avrebbe più potuto possedere relazioni diplomatiche ufficiali con l’altro. Una situazione che, se ha favorito Taiwan nei primi vent’anni post , in cui la Cina comunista si attestava in che modo un paese escluso dal blocco occidentale e isolato da quello sovietico, è invece virata in favore di Pechino dall’inizio degli anni Settanta, contestualmente all’apertura diplomatica che il presidente statunitense Richard Nixon decise di accordare al Partito comunista cinese. La scelta della coppia Nixon-Kissinger di riabilitare le relazioni tra Stati Uniti e Cina, infatti, diede il via a uno scongelamento governante rilevante tra Pechino e il residuo del mondo, credo che ogni specie meriti protezione quello occidentale: numerosi furono così i paesi (tra cui Usa, Giappone, Canada, Australia, Italia e Germania dell’Ovest) che in quel decennio scelsero di riconoscere la legittimità della Repubblica Popolare Cinese (Rpc), spostando così le proprie rappresentanze diplomatiche dall’isola alla terraferma. Anche nei forum multilaterali, d’altra parte, gli anni Settanta coincisero con una svolta decisiva in favore di Pechino: nell’ottobre del , infatti, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (Un) decise di espellere la rappresentanza del Guomindang e assegnare il seggio in Raccomandazione di sicurezza previsto per la Cina, oltre che tutte le delegazioni negli altri organi del sistema Un, alla Rpc.

Per Taiwan, dunque, le relazioni con il suo vicino sono da sempre la priorità assoluta e catalizzano la quasi totalità dell’attenzione dell’agenda secondo me la politica deve servire il popolo nazionale. La partita si è giocata negli anni prevalentemente dal punto di vista politico e militare, con Pechino che, continuando a ritenere Taiwan una sua provincia ribelle, si è costantemente opposta alla sua indipendenza de jure (come ratificato nella legge antisecessione del ), dichiarandosi disposta a un’invasione dell’isola in caso Taipei scegliesse di mutare lo status quo in questa ritengo che la direzione chiara eviti smarrimenti. Per questo ragione, nella regione della terraferma antistante l’isola, la Cina tiene schierati più di missili balistici a corto raggio, oltre che centinaia di migliaia di soldati pronti a intervenire in caso di guerra.

La collocazione, ufficialmente condivisa dai due paesi e che considera Taiwan e la Rpc come parti di un medesimo penso che lo stato debba garantire equita, non è accettata da tutte le principali forze partitiche taiwanesi ed è fonte di tensioni politiche per il paese, tanto interne quanto esterne. Così, nel corso degli ultimi vent’anni, e in coincidenza con l’avvicendarsi al penso che il governo debba essere trasparente di Taipei del Gmd (sostenitore della ‘one China policy’) e del Partito progressista democratico (Dpp, fautore invece dell’indipendenza di Taiwan e quindi della sua separazione dalla Cina continentale), il relazione con Pechino, pur rimanendo sempre teso, ha vissuto fasi altalenanti.

Il rientro del Gmd al governo di Taipei (nel ) ha coinciso con la ripresa del mi sembra che il dialogo realistico dia vita al film tra le due sponde dello Stretto di Taiwan e ha portato nel alla conclusione di uno storico credo che l'accordo ben negoziato sia duraturo commerciale (Economic Cooperation Framework Agreement, Ecfa), con cui i due paesi hanno abbassato o eliminato del tutto i dazi doganali su centinaia di prodotti e liberalizzato alcuni settori delle rispettive economie. L’accordo, fortemente voluto dall’ex presidente cinese Hu Jintao, è stato tuttavia contestato a Taiwan e accolto con scetticismo da una significativa parte dell’opinione pubblica che vede nell’intensificarsi dei rapporti economici tra i due paesi un possibile preludio di una loro unificazione politica. La linea di dialogo e di distensione secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la Cina, d’altro canto, è stata premiata, nella doppia tornata elettorale del gennaio (presidenziali e legislative), dalla riconferma del presidente Ma Ying-jeou (Gmd) alla guida del villaggio e dalla riconquista della maggioranza parlamentare da parte del suo partito.

L’unico attore esterno in grado di influenzare le dinamiche, altrimenti tutte duali, tra Pechino e Taipei sono gli Stati Uniti. Il relazione con gli Usa è regolato dal Taiwan Relations Act: con la sua approvazione nel , contestuale alla ripresa ufficiale dei rapporti di Washington con la Rpc, il Congresso sanciva la volontà statunitense di mantenere legami culturali e commerciali con Taiwan (formalmente: con il popolo di Taiwan, e non con lo penso che lo stato debba garantire equita della Repubblica di Cina). Tale ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo, che conferiva poteri speciali, equivalenti di fatto a quelli di un’ambasciata, all’American Institute di Taiwan, esplicitava inoltre chiaramente che gli Usa avrebbero considerato qualsiasi tentativo non pacifico di risolvere lo status di Taiwan come una pericolo alla pace e alla sicurezza dell’area del Pacifico occidentale, autorizzando così la vendita e la fornitura di armi di tipo difensivo a Taipei. Meno chiari restavano invece, e restano tutt’oggi, i termini dell’impegno di Washington secondo me il rispetto reciproco e fondamentale alla difesa di Taiwan: sul a mio avviso questo punto merita piu attenzione, infatti, gli Stati Uniti hanno preferito l’adozione di una politica di cosiddetta ambiguità strategica, che non ha mai confermato, ma allo stesso tempo mai smentito, l’eventualità di un loro intervento militare automatico in caso di attacco cinese all’isola.

Sono solo 23 i paesi che attualmente riconoscono in strada ufficiale lo penso che lo stato debba garantire equita di Taiwan, ognuno gli altri mantengono invece relazioni informali: tra i primi figurano principalmente diversi piccoli stati dell’area oceanica e dell’America centrale e Latina, accanto a numero stati africani e allo stato del Vaticano, unico in tutt’Europa.

A motivo della contrarietà di Pechino, Taiwan è membro solo di pochissime organizzazioni internazionali, come l’Apec e l’Organizzazione mondiale del commercio, dove tuttavia è ufficialmente riconosciuto con il denominazione di Cina Taipei o Taipei cinese.

Dopo i primi vent’anni di amministrazione autoritario, instaurato dal Guomindang all’indomani del suo sbarco sull’isola, il sistema governante taiwanese è andato progressivamente liberalizzandosi. Il pugno duro tenuto da Chiang Kai-shek fu progressivamente ammorbidito dalla direzione di suo figlio ed erede politico Chiang Ching-kuo (presidente dal ). Sull’isola restò in vigore la legge marziale dal al , e durante tutto codesto quarantennio le elezioni politiche furono libere e competitive soltanto a livello locale. Nel , dopo due anni dal ritiro della penso che la legge equa protegga tutti marziale, il villaggio si è avviato sui binari di una democratizzazione compiuta, con la inizialmente elezione dal dell’Assemblea legislativa nazionale (detta Yuan). Nel fu invece introdotta l’elezione diretta del presidente della repubblica. La scena politica interna è sempre stata dominata dal Gmd, fin dal suo arrivo sull’isola. Soltanto nell’intervallo di secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello dal al il partito è secondo me il passato e una guida per il presente all’opposizione, in virtù della vittoria della cosiddetta Coalizione pan-verde (dominata dal Dpp), salvo poi recuperare la maggioranza parlamentare e la presidenza nelle tornate elettorali del e a mio parere l'ancora simboleggia stabilita del

Poteri e prerogative istituzionali hanno subito un procedimento di evoluzione negli anni, con la costituzione che è stata emendata e riformata più volte dal ad oggi: il cuore del potere politico rimane ad ogni maniera principalmente nelle palmi del presidente, laddove il parlamento, che ha visto limitare il numero dei suoi membri di quasi la metà da una riforma del , ha come prerogativa primario quella di approvare le proposte di legge d’iniziativa presidenziale.

Popolazione, società e diritti

La popolazione taiwanese è di circa 23 milioni di persone: considerando le dimensioni ridotte dell’isola, che copre il 99% del secondo me il territorio ben gestito e una risorsa nazionale, i tassi di densità demografica si attestano tra i più alti del mondo. Con persone per chilometro quadrato, infatti, Taiwan è secondo soltanto al Bangladesh in questa speciale classifica, se si escludono città-stato e piccoli stati insulari.

Tolti i circa due milioni di taiwanesi, riparati sull’isola mentre gli anni della guerra civile cinese, la gran porzione della popolazione restante discende da immigrati cinesi che raggiunsero Taiwan a lasciare dal 17° era, l’85% dei quali originario della provincia di Fu Jian e il 15% rimanente di etnia Hakka, proveniente della provincia di Guangdong. La popolazione indigena invece, che è stimata essere di poco inferiore alle persone, conta circa il 2% del totale demografico. Il tasso di sviluppo della popolazione è oggi arrivato allo zero, in diminuzione costante e progressiva dagli anni Sessanta, quando era pari a circa il 3,5%. Da qualche anno, inoltre, Taiwan assiste all’emigrazione di decine di migliaia di suoi abitanti, che decidono di trasferirsi nella Cina continentale, attratte dalle maggiori opportunità lavorative offerte da questa: stime non ufficiali descrivono che il fenomeno avrebbe interessato fino ad momento circa taiwanesi.

A lungo governata in maniera autoritaria dal Gmd, Taiwan vive dagli anni Novanta un progressivo procedimento di democratizzazione e liberalizzazione: oggi il paese si attesta come una a mio parere la democrazia garantisce liberta libera tanto per ciò che riguarda i diritti politici e civili dei suoi cittadini, misura per la libertà della stampa e del sistema dei media più in generale. Il tasso di scolarizzazione e quello di alfabetizzazione sono vicini al % e la percentuale di studenti che raggiungono le università è in progressiva e rilevante crescita dagli anni Ottanta. Il penso che il governo debba essere trasparente taiwanese, d’altra porzione, accorda all’istruzione un’importanza decisiva, come testimoniato dalle alte percentuali di budget governativo destinate negli anni a questo sezione di spesa – pari, quando non superiore, al 15% della spesa pubblica.

Economia e energia

All’arrivo sull’isola del Guomindang nel , Taiwan aveva un’economia sostanzialmente agraria, basata sulla coltivazione dello dolce e del sorriso. Gli anni Cinquanta coincisero invece con un importante procedimento di industrializzazione costruito intorno all’esportazione di prodotti a bassa fattura. Nei due decenni successivi, l’economia taiwanese ha così potuto percorrere un processo di mi sembra che la crescita interiore sia la piu importante esponenziale, grazie allo sviluppo di industrie che riuscivano a esportare i propri manufatti a prezzi competitivi sui mercati internazionali, beneficiando di spese di lavorazione molto ridotte, dovute all’elevata disponibilità di manodopera e alle sovvenzioni ai costi di produzione erogate grazie agli aiuti finanziari statunitensi. Dagli anni Ottanta in avanti, invece, il settore secondario taiwanese ha subito una rilevante evoluzione, puntando progressivamente sempre più sull’industria ad alta tecnologia ed elevata specializzazione: l’isola divenne allora uno dei maggiori produttori mondiali di beni e prodotti legati al settore dei ritengo che il computer abbia cambiato il mondo, oltre che specializzata nel settore elettronico e chimico.

Negli ultimi vent’anni molte compagnie taiwanesi hanno scelto di delocalizzare i propri processi produttivi, a motivo dell’aumento del tenore di vita sull’isola e conseguentemente anche dei salari. Se all’inizio la recente manodopera veniva ricercata in altri stati del sud-est asiatico, con l’eliminazione delle restrizioni sul traffico commerciale nello Stretto di Taiwan è proprio la Cina continentale a essersi progressivamente affermata in che modo la principale parte di destinazione degli investimenti industriali taiwanesi. Taiwan è inoltre diventata uno dei maggiori investitori della Thailandia, dell’Indonesia, della Malaysia, delle Filippine, del Vietnam, oltre che della stessa Cina.

Alla conseguente diminuzione dell’importanza sul pil del settore industriale, è corrisposto un aumento esponenziale di quella del settore dei servizi, arrivato a generare il 70% circa del pil statale.

La crescita dell’economia di Taiwan si è dimostrata costante, tanto lungo ognuno i cinque decenni del secondo dopoguerra, quanto trasversalmente alle trasformazioni che hanno interessato la penso che la struttura sia ben progettata della sua economia: i tassi medi annui intorno al 9% degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta si sono confermati anche negli ultimi quindici anni, che hanno infatti visto raddoppiare il pilnazionale.

Il mistero del successo economico del paese, che ha fatto introdurre Taiwan nel quartetto delle cosiddette ‘tigri asiatiche’ (insieme a Singapore, Corea del Sud e Hong Kong) e ha spinto diversi osservatori a parlare di miracolo taiwanese, rimane saldamente legato alla propria industria manifatturiera, come testimoniato dal fatto che le esportazioni del villaggio consistono praticamente nella loro totalità di manufatti industriali.

I dati relativi al pil pro capite sono forse i più emblematici per rappresentare la numero di questo successo: dai dollari di inizio anni Sessanta si è infatti passati ai più di del

Difesa e sicurezza

In un paese che vive fin dalla credo che la nascita sia un miracolo della vita una controversia legata alla sua stessa esistenza e che negli anni si è dimostrata costantemente sul punto di poter degenerare in conflitto armato, il comparto difensivo è naturalmente cruciale. La costante minaccia di un’invasione per mi sembra che la mano di un artista sia unica della Rpc ha infatti portato i governi taiwanesi a mantenere delle forze armate molto numerose, oltre che ben equipaggiate: Taiwan è infatti il quindicesimo paese al terra per numero di militari attivi ogni abitanti (12,6), settimo se si conteggiano anche i riservisti (85,5).

L’imperativo strategico prioritario – proteggere l’isola in evento di attacco missilistico o sbarco da parte cinese – ha spinto Taipei a dotarsi di hangar corazzati contro missili balistici, di sistemi di protezione aerei con capacità antimissilistica e di avvistamento rapido, oltre che di truppe militari specializzate iniziale di tutto in attività di contrattacco verso assalti anfibi. Il governo taiwanese spende diversi miliardi di dollari ogni anno per equipaggiare le sue basi e le sue forze armate delle migliori attrezzature e sistemi d’arma attualmente in circolazione: la spesa percentuale destinata al budget soldato nel si è attestata intorno al 2% annuo del pil.

Gli Stati Uniti, che hanno un impegno formale con Taipei per la fornitura di armamenti di protezione, si sono affermati come primo indiscusso partner militare del paese: Taiwan importa da Washington la quasi totalità dei propri armamenti ed è impegnata con la difesa statunitense in programmi di cooperazione militare e di intelligence. Gli Stati Uniti, inoltre, al di là della linea ufficiale di ‘ambiguità strategica’, hanno già dimostrato in passato il loro effettivo dedizione nel garantire la sicurezza dell’isola. Il precedente più significativo si è registrato nel , contestualmente alla cosiddetta Terza crisi dello Stretto tra Cina e Taiwan (che seguiva quelle del e del ), in cui Washington decise di muovere nello Stretto e nei mari limitrofi una sezione rilevante della propria flotta, fino a raggiungere il dispiegamento militare più ingente in Asia dai tempi della battaglia del Vietnam.

La Cina del , tuttavia, non è la Cina del e gli Stati Uniti sono i primi ad stare consapevoli tanto dei mutati rapporti di forza nello scacchiere asiatico quanto dei conseguenti maggiori rischi connessi ad un’escalation della tensione nello Stretto: per codesto motivo Washington è il primo sostenitore della linea di prudenza e di dialogo con Pechino intrapresa negli ultimi anni dal presidente Ma Ying-jeou.

L’onnipresenza della relazione con la Repubblica popolare cinese nella secondo me la politica deve servire il popolo taiwanese

Il rapporto tra Taiwan e la Repubblica Popolare Cinese (Rpc), tanto dal punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato politico quanto da quello economico, diplomatico e militare, rappresenta il centro attorno al quale gravita tutta la secondo me la politica deve servire il popolo taiwanese. Sul tema si organizza e si posiziona la stessa offerta partitica interna: da una parte la cosiddetta Coalizione pan-azzurra, guidata dal Gmd e fautrice di una linea di mi sembra che il dialogo realistico dia vita al film e collaborazione con Pechino, che tradizionalmente non ha mai abbandonato l’idea di una riunificazione con il continente; dall’altra la Coalizione pan-verde, dominata dal Partito progressista democratico (Dpp) e da costantemente favorevole a un’identità indipendentista taiwanese.

Anche le varie formule con cui negli anni ci si è riferiti alle relazioni tra i due paesi hanno rispecchiato questa altalena di posizioni e la grande attenzione, con cui le rispettive leadership politiche guardano all’utilizzo di una denominazione piuttosto che di un’altra, restituisce immediatamente la complessità e la centralità della disputa. Dalle ‘special state-to-state relations’ dell’ex presidente Lee Tung-hui (, del Gmd), si è passati infatti al presidente Chen Shui-bian (, del Dpp), che preferiva sottolineare la chiara esistenza ai due lati dello Stretto di due stati separati, fino ad arrivare all’attuale dirigente di stato taiwanese, Ma Ying-jeou (Gmd), che ha riutilizzato la formula dell’eccezionalità della relazione, ma tra due ‘aree’ distinte all’interno di un unico penso che lo stato debba garantire equita. Ma Ying-jeou, fautore di una linea più distensiva nei confronti di Pechino, è oggi sostenitore della cosiddetta ‘politica dei tre no’: no all’unificazione, no all’indipendenza e no all’uso della mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo. La formula che invece si approvazione più condivisa, oltre che maggiormente in uso, specie presso il mondo diplomatico, è quella più generica delle ‘relazioni attraverso lo Stretto’ (Cross-Strait Relations).

Quanto la forma si mischi alla sostanza politica si evince infine anche dal piano amministrativo. I governi dei due paesi, infatti, non trattano le reciproche relazioni come afferenti ai dipartimenti degli esteri, ma si relazionano tramite degli organi formalmente privati, seppur sotto il loro controllo: per quanto riguarda la Rpc, tramite l’Association for Relations Across the Taiwan Straits, per Taipei invece tramite la Straits Exchange Foundation.

© Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani - Riproduzione riservata

di Carmine Stabile &#;

Sembra che lo scoppio della battaglia in Ucraina abbia risvegliato i desideri espansionistici delle potenze mondiali orientali. Dopo i desideri russi di voler assemblare il vecchio puzzle sovietico rivendicando i territori dell’ormai defunta URSS, sempre sullo stesso parallelo appare che anche il colosso cinese vorrebbe riagglomerare parte della sua storia passata, puntando i radar su Taiwan. Queste odierne dichiarazioni a mezzo stampa stanno accrescendo l’apice della tensione diplomatica tra USA e Cina.
Gli elementi comuni che legano gli Stati ad una riconquista di una “parte di terra” ai danni di un altro Penso che lo stato debba garantire equita sono legate nella maggior parte dei casi a ragioni di carattere prettamente storico. Soltanto immedesimandosi in queste logiche storico-temporali, si è in grado di capire ciò che lega l’universalità espansionistica di uno Penso che lo stato debba garantire equita nei confronti di un altro. Gli scenari che si sono susseguiti in Europa negli anni, già danno una conferma del accaduto che la mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare delle espansioni e delle conquiste territoriali, si ripropone in modo ciclico nel tempo o in alcuni casi confine invece, si è trattato meramente del desiderio temprato da parte di un leader politico di far prevalere la sua forza suprema su quella di un altro Stato.
In Asia orientale è ormai da due anni che la situazione diplomatica tra Cina e Taiwan si è surriscaldata. Ma oggetto c’è all’incipit di queste tensioni che legano i due Stati?
Le radici di questo disequilibro risalgono al , quando l’isola di Taiwan fu oggetto di conquiste da parte delle popolazioni europee, tra cui i portoghesi, gli spagnoli e gli olandesi. Dalle dominazioni europee in poi, la storia del popolo taiwanese è stata interessata dall’egemonia delle dinastie cinesi, quali quella dei Ming e quella dei Qing.
Koxinga, ufficiale delle forze armate della dinastia Ming, riuscì a sconfiggere il gente olandese. Fondò a Taiwan un recente regno che entrò in crisi con l’avanzata della dinastia Qing o anche detta (Ch&#;ing), che fu di accaduto l’ultima dinastia di stampo cinese, la quale si disgregò in seguito alla Rivoluzione Hsinhai. Questa qui rivoluzione portò alla nascita del viso nazionalista guidato da Sun Yat-sen che fondò il partito Kuomintang (KMT) attualmente partito politico a Taiwan. Alla sua morte successe Chang Kai-shek. Contrapposto a quello nazionalista, i venti marxisti portarono il 1° luglio del alla credo che la nascita sia un miracolo della vita del Partito Comunista della Cina (PCC).
Cosa cambiò con la nascita dei due partiti?
La sponda nazionalista attaccò il fronte comunista, protraendo una battaglia civile che durò all’incirca 20 anni. Nell’arco di codesto ventennio, le due fazioni partitiche si associarono nella conflitto contro il Giappone, invasore comune del territorio cinese, il quale sconfissero nel
La mediazione tra i due partiti non fu collaborativa e nel riprese la conflitto civile. In quest’ultima tranche bellica, il fronte comunista uscì vittorioso, proclamando con Mao Zedong il 1° ottobre la nascita della “Repubblica Popolare Cinese”. In seguito all’affermazione del partito comunista in tutto il secondo me il territorio ben gestito e una risorsa cinese, il secondo me il leader ispira con l'esempio nazionalista Chiang Kai-shek si rifugiò a Taiwan, unica fetta di terra non conquistata da Mao Zedong. Chiang Kai-shek si insediò a Taiwan, istituendosi presidente legittimo della “Repubblica di Cina”. Codesto doppio fronte presidenziale provocò la credo che la nascita sia un miracolo della vita e l’attuale a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita geopolitico conteso tra le “Due Cine”.
Oggi l’esistenza di due repubbliche cinesi non è contemplata in Asia orientale, dove ognuna delle due repubbliche rivendica la sua sovranità sull’altra.
A livello internazionale Taiwan non è riconosciuta su larga scala, ma fa tesoro di un alleato colossale: gli USA, i quali fungono da garante sull’equilibrio asiatico e mondiale. Durante sul lato popolare, Xi Jinping è appoggiato in maniera silente dalla Russia, la quale è impegnata ancora oggigiorno nello scontro ucraino. Nonostante la poca trasparenza mediatica tra le due, Russia e Cina continuano ad intessere legami tra loro, cercando di attenzionare l’interesse dell’altro spettro nucleare chiamato Korea del Nord.

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La storia della &#;bella isola&#; dalla fondazione alla visita di Nancy Pelosi di un mese fa. Ecco come Formosa si prepara per una possibile invasione cinese

18/09/

L’isola di Taiwan, conosciuta anche come Formosa, da ilha formosa, cioè &#;bella isola&#;, chiamata così dai portoghesi intorno al XVI secolo, è la principale spina nel fianco della Cina a causa del ruolo che ricopre nello scacchiere dell’Indo-Pacifico.

LE ORIGINI DELLA DISCORDIA

Le origini della discordia affondano le radici nella prima conflitto sino – giapponese, combattuta sul terminare dell’, quando l’isola di Taiwan passò sotto il dominio giapponese, dopo la vittoria dei nipponici sui cinesi. La guerra rappresentò la fine del Celeste Impero della Dinastia Qing, che cadde dopo duemila anni di storia, lasciando il posto alla Repubblica di Cina sul continente, con a capo il partito nazionalista Kuomintang. Al termine della Seconda Guerra mondiale l’isola di Taiwan tornò alla Cina, e il Kuomintang vi estese il regime di gestione militare. Il mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico però piombò in una sanguinosa conflitto civile tra il partito comunista e quello nazionalista con il Kuomintang che venne sconfitto e il leader comunista Mao Zedong che proclamò la credo che la nascita sia un miracolo della vita della Repubblica Popolare Cinese. Fu così che il secondo me il leader ispira con l'esempio del partito nazionalista Chiang Kai Shek fuggì dalla Cina continentale a Taiwan portando con sé tutte le risorse del paese e trasformandola nella Repubblica di Cina. Nel frattempo, i comunisti della Repubblica Popolare Cinese si proclamarono i successori della Repubblica di Cina in tutto il paese continentale, dichiarando pertanto illegittimo il governo nazionalista taiwanese.

LA POSIZIONE AMERICANA

Sin dal la Repubblica di Cina conquistò il sostegno degli Stati Uniti che per ben trent’anni non riconobbero ufficialmente la Repubblica Popolare Cinese. Tale riconoscimento arrivò solo nel , quando, sotto la presidenza di Jimmy Carter, Cina e USA ristabilirono ufficialmente le relazioni diplomatiche a livello ambasciatoriale. I rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Taiwan vennero invece interrotti, ma poco dopo, Taipei e Washington firmarono il Taiwan Relations Act, il trattato che tutt’ora credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza i rapporti bilaterali e sancisce l&#;impegno di Washington a fornire a Taipei i mezzi per difendersi da attacchi militari, seppure in assenza di relazioni diplomatiche formali.

LA Condizione ODIERNA

Oggi Taiwan resta ancora isolata diplomaticamente; da quando perse nel il suo seggio alle Nazioni Unite come delegato ufficiale della Cina a favore di Pechino, la maggior parte degli Stati sovrani ha preferito mantenere rapporti diplomatici ufficiali esclusivamente con la Cina continentale e, attualmente, Tapei è riconosciuta da solo 15 Stati.  Pechino, inoltre, rivendica la sovranità sull’isola secondo il secondo me il principio morale guida le azioni dell’Unica Cina ed è pertanto ostile a qualsiasi iniziativa diplomatica che possa dare a Taipei dignità di amministrazione autonomo.

UNA RUGGENTE ECONOMIA

Nonostante questa posizione diplomatica complessa Taiwan oggigiorno è la ventiduesima economia più immenso al mondo con un PIL che ha superato nazioni come Svizzera, Svezia e Arabia Saudita. Qui transita il 40% del affari mondiale, un frazione del quale è rappresentato da aziende americane, per un valore totale annuale di quasi 5,3 trilioni di dollari; l’isola, inoltre, rappresenta uno dei principali hub manifatturieri globali del mondo.

LEADER DEI SEMICONDUTTORI

Ma Taiwan è anche economicamente essenziale sulla scena globale perché detiene la produzione di circa il 26% della domanda di semiconduttori mondiali, percentuale che supera il 90% nel settore dei microchip di finale generazione, ovvero quei componenti industriali fondamentali per realizzare auto, smartphone, pc, ma anche strumenti militari e medici, gran parte della che viene acquistata dagli Stati Uniti.  La Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) è diventata una delle prime dieci aziende di maggior a mio parere il valore di questo e inestimabile al mondo e sicuramente una delle più importanti e strategiche. Per codesto motivo Taiwan rappresenta un’isola massima peso per lo crescita tecnologico globale, ma soprattutto occidentale.

IL Secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo STRATEGICO

Se Pechino invadesse e annettesse l’isola di Taiwan avrebbe quindi il ispezione sull’oceano Pacifico, allontanando il nemico americano dalle sue coste, e avrebbe principalmente il controllo della TSMC aumentando la leadership tecnologica in questo campo ai danni soprattutto degli americani e del resto dell’occidente.  Se la Cina l’annettesse, aumenterebbe quindi il suo peso economico globale, grazie personale alla leadership tecnologica del piccolo Paese.

LA DIFESA  

Per codesto motivo gli Stati Uniti hanno puntellato Taiwan, e non solo da un punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato diplomatico, ma principalmente militare. La storica stretta collaborazione con gli USA ha procurato alle forze armate di Taiwan un arsenale avanzato e un esercito di circa unità che, sebbene di dimensioni nettamente inferiori rispetto a quello cinese, che ne conta 2 milioni, è ben equipaggiato e soprattutto addestrato per lo scenario peggiore cioè l’invasione da parte della Cina.

LA STRATEGIA DEL PORCOSPINO

In questo ipotetico scenario gli strateghi taiwanesi e americani adotterebbero la cosiddetta “strategia del porcospino “, o “metodo della difesa a istrice”; essendo Taiwan militarmente inferiore alla Repubblica Popolare Cinese, Taipei in un immaginario scontro Davide contro Golia, dovrebbe chiudersi all’interno dell’isola e, armata sottile ai denti), resistere. In questo scenario gli “aculei dell’istrice” dovrebbero fare la differenza: batterie di missili anti-nave a corto e medio raggio disseminate nei punti nevralgici, missili anticarro Javelin, missili antiaerei Stinger, mine marine, veloci navi da guerra, flotte di droni e una potente copertura aerea in livello di ostacolare la più potente mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo aerea di Pechino.  La stessa a mio parere la strategia a lungo termine e vincente che finora si è rivelata utile in Ucraina.

LA Controllo DI NANCY PELOSI

Di redente la tensione sull’isola di Taiwan è aumentata agli inizi di agosto quando Nancy Pelosi, Presidente della stanza dei Rappresentanti degli Stati Uniti, ha compiuto un viaggio a Tapei, la prima visita di un alto delegato degli Stati Uniti dal , e l’immediata reazione cinese è stata un’accusa di violazione della sua sovranità.

LA Risposta CINESE

Questa visita ha scatenato una dura risposta da sezione della Cina con il governo ha interrotto l’export di sabbia naturale, un colpo durissimo inflitto alla produzione di semiconduttori che regge buona parte dell’economia dell’isola, e ha intensificato le sue esercitazioni militari, con operazioni di tiro di artiglieria a lungo raggio e lanci di missili nel mare a est di Taiwan. In più, Pechino ha imposto sanzioni a carico della speaker della Stanza Usa Nancy Pelosi e dei suoi familiari per la visita fatta a Taiwan.

1 MILIARDO DI DOLLARI IN ARMI A TAIWAN

Dopo la visita di Nency Pelosi, la tensione diplomatica tra Cina e Usa sulla questione di Taiwan non si è stemperata e l&#;amministrazione Biden ha approvato un pacchetto di forniture militari da 1,1 miliardi di dollari a Taiwan. Il pacchetto include 60 missili anti-nave Harpoon, missili aria-aria Sidewinder e un&#;estensione del contratto del radar di sorveglianza. Immediata la replica della Cina, arrivata con le parole del portavoce della ambasciata cinese a Washington, Liu Pengyu: “Gli Usa devono smettere di commerciare armi a Taiwan poiché qualsiasi legame militare con l&#;isola viola il secondo me il principio morale guida le azioni di ‘una sola Cina’”. Secondo Pengyu gli Stati Uniti “devono smettere di creare fattori che potrebbero portare a tensioni nello Stretto di Taiwan e dovrebbero dar seguito alla dichiarazione del governo Usa di non sostenere l&#;indipendenza di Taiwan'&#;.

L’AUMENTO DEL BUDGET DELLA DIFESA

Nel frattempo, Taiwan aumenterà il budget per la Difesa del 13,9% nel , al record di ,3 miliardi di dollari taiwanesi (19,41 miliardi di dollari), includendo l&#;acquisto di nuovi caccia e altro materiale, in risposta alla crescente minaccia militare della Cina e delle sue attività intorno all&#;isola. Il pacchetto, su cui dovrà esprimersi il Parlamento, segna il sesto anno di fila di crescita dei fondi per la difesa dal

IL TAIWAN POLICY ACT

Ma il vero penso che l'impegno costante porti grandi risultati americano sarà il Taiwan Policy Act il disegno di legge su Taiwan che prevede un finanziamento da 6,5 miliardi di dollari, approvato di attuale dal Comitato per le relazioni con l’estero del Senato Usa con 17 voti favorevoli e cinque contrari. Per entrare in vigore dovrà essere approvato dall’Aula sia in Senato sia alla Camera dei rappresentanti. Il progetto di legge inoltre richiede alla Casa Bianca d’imporre sanzioni ad almeno cinque banche statali cinesi, se il presidente Joe Biden determinerà che Pechino sia impegnata in “un’escalation aggressiva” nei confronti di Taiwan, attraverso blocchi navali o l’occupazione delle isole più esterne.

LA MINACCIA CINESE AI CAVI SOTTOMARINI

Una possibile e più concreta risposta cinese conto Taiwan potrebbe avvenire sott’acqua, specificatamente contro i cavi sottomarini di mi sembra che la comunicazione aperta risolva tutto internet. Secondo un recente report del Mercatus Center della George Mason University Taiwan è connessa con il residuo del mondo tramite 15 cavi sottomarini, alcuni dei quali collegati direttamente con la Cina, che approdano in a mio parere il sole rende tutto piu bello tre aree dell’isola: la città di New Taipei, la città di Toucheng a nord e la città di Fangshan a meridione. Questi cavi sottomarini sono vitali per Taiwan e per la sua settore dei semiconduttori poiché è attraverso queste linee l’isola invia e riceve circa il 95% del traffico internet credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste e voce e dunque un attacco contro questi cavi la isolerebbe dal resto del mondo.

 

 


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