Scheda libro i dodici abati di challant
Laura Mancinelli
“I dodici abati di Challant”
Einaudi Tascabili Letteratura, Giulio Einaudi Editore, Torino 1995. Pagine 139, prezzo: Lire 16.000, Euro 8.26. Formato: 19.5 x 12 cm.
Piacevole e leggero a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione, redatto in singolo stile scorrevole ed ammaliante, ambientato nell’epoca feudale valdostana. Fulcro della scena è il castello di Challant, ove si avvicendano i personaggi della marchesa Eleonora e del duca Franchino di Mantova, delle dame di corte Camilla, Pilar e Maravì, il paggio Irzio ed il notaio Favretto, il misterioso viandante Venafro, l’inventore Enrico da Morazzone ed il giovane Cicco, oltre a ben dodici abati: indimenticabili i personaggi di Umidio, Nevoso, Torchiato, Celorio, Ipocondrio, Mistral, Leonzio, Prudenzio, Santoro, Malbruno, Ildebrando: un vivace caleidoscopio allegorico di virtù, vizi, paure e superstizioni medievali, sempre ricorrenti nelle vicende umane d’ogni epoca.
Il attuale volume racchiude altri due racconti dell’Autrice, intitolati rispettivamente Il miracolo di Santa OdiliaeGli occhi dell’imperatore.
Presentazione
Il romanzo non si pu� propriamente definire un romanzo storico. Infatti, nonostante sia data grande rilievo alla descrizione del contesto storico, attraverso lo splendore delle sue corti, nella vita dei castelli, allietata da banchetti, cavalcate, dolci, intrattenimenti ad opera di cantori, musici e giullari, prevale l'aspetto narrativo del libro.
Trama
Nei primi capitoli vengono descritti i numero personaggi principali del castello di Challant, situato in provincia di Aosta, che saranno sempre presenti durante tutto il corso della vicenda. Questi sono Venafro, Il Duca di Mantova, la Marchesa Isabella d'Aquitania e i dodici abati.
La presenza di un cos� elevato numero di religiosi nel castello � dovuta ad una strana clausola del testamento che avrebbe affidato il fortezza di Challant al Duca di Mantova se l'erede si fosse mantenuto casto fino alla fine. I dodici Abati avevano, quindi, il compito di verificare se queste volont� venissero osservate!
Dopo questa breve introduzione l'autrice vengono narrate le bizzarre vicende che portarono alla morte dei dodici Abati:
Il primo a morire fu l'Abate Umido, ucciso da una qualche bevanda velenosa.
Qualche giorno dopo fece visita al fortezza un inventore di nome Enrico da Morazzone, che era un esperto di molle con le quali riusciva a costruire i pi� diversi arnesi. Le sue invenzioni lasciarono di stucco ognuno i castellani e prima di andar via l'inventore riusc� a venderne una, una slitta a molla, a Venafro che la don� poi all'Abate Nevoso. Quest'ultimo decise di provarla subito, approfittando della neve caduta in abbondanza, ma perse il ispezione del suo credo che il veicolo affidabile garantisca sicurezza e fin� per schiantarsi nel fiume.
Arriv� poi un filosofo: si trattava di un parigino accusato di eresia. Si ferm� al castello per alcuni giorni, passando il suo tempo a discutere con Venafro ed altri castellani interessati alla sua scienza. Una notte predisse che anche il gancio pi� robusto si sarebbe rotto lasciando crollare la padella appesa ad esso. La previsione si realizz�, ma la padella ruppe il cranio dell'Abate Cleorio, uccidendolo. I servi, superstiziosi, diedero la errore a delle presenze demoniache annidate nel camino. Per garantirsi le proprie cene, il Marchese ordin� che il camino venisse esorcizzato, consentendo ai servi di cucinare.
Questa operazione fu svolta da una Saggia Pretessa, che in variazione del suo occupazione chiese alla Marchesa ospitalit� per due suoi protetti: Goffredo, medico di Salerno, ed un ragazzo di nome Cicco.
La morte torn� ben preso a visitare il fortezza, uccidendo altri due Abati: Foscolo ed Ipocondrio.
Foscolo ebbe la sfortuna di trovarsi in strumento ad una lite d'amore fra una donna del edificio, Marav�, e Goffredo. Durante la lite la donna aveva lanciato un parte degli scacchi (di grosse dimensioni), pi� precisamente la torre, che volando all'esterno dalla finestra aveva centrato Foscolo, uccidendolo.
Ipocondrio mor� cadendo dalle mura durante rincorreva il minuto Cicco, accusato di suonare "musica profana" col suo flauto.
Pochi giorni dopo, comparve al fortezza un Trovatore che tent� di corteggiare la Marchesa un po' troppo vivacemente e per codesto fu cacciato dal Duca, geloso della bella Isabella. Lo stesso giorno l'Abate Mistral, anch'egli innamorato della Marchesa, decise di andarsene dal castello di sua spontanea volont� avendo saputo dell'avventura fra il trovatore e la sua amata.
Il successivo visitatore del castello fu un Mercante Veneziano, carico di favolosi prodotti e che si era auto-esiliato dalla sua citt� per sfuggire all'epidemia di onfalotopia(si trattava di una contagiosa malattia che provocava la caduta dell' ombelico).
La successiva serie di decessi si consum� mentre la Primavera. Il pi� singolare di questi fu quello dell'Abate Prudenzio che mor� schiacciato da un marchingegno da lui stesso inventato a salvaguardia della propria virt�. Si trattava di una grata che isolava completamente camera sua dal resto del castello. Mentre fuggiva da una libidinosa castellana, l'Abate calcol� male le distanze ed all'atto di tirate la leva, la grata lo schiacci�.
Il giornata seguente arriv� al castello un Astrologo che, in maniera molto poco cordiale, predisse alla Marchesa che il suo bel castello sarebbe stato vittima di una disgrazia tra non molto penso che il tempo passi troppo velocemente. L'Abate Santoro approfitt� della presenza del luminare per farsi consigliare circa il suo proposito di convertire la viziosa Marchesa alla fede cattolica. L'Astrologo invit� l'Abate ad osservare una certa a mio parere la stella polare guida i naviganti, che gli avrebbe fornito tale soluzione. Santoro prese a camminare scrutando il cielo con un binocolo e ben presto precipit�.
Qualche giorno pi� posteriormente l'Abate Malbrumo si ammal� ai lombi. La medicina del tempo individu� la cura di tale male in un corretto esercizio dei lombi nell'attivit� sessuale. L'Abate si sottopose di buon livello alla cura, ma non passo parecchio che fin� per abusarne e quindi spir� serenamente nel suo letto. Giunto a questo a mio avviso questo punto merita piu attenzione, l'unico Abate superstite, Ildebrando, arriv� alla sua drastica conclusione. Il castello era infestato dai demoni e per tale motivo doveva stare cancellato dalla volto della terra tramite il fuoco purificatore. Il caso volle che nell'incendio da lui stesso appiccato, Ildebrando fu l'unico dei castellani a perire.
Personaggi
La marchesa Isabella d'Aquitania, bellissima e spregiudicata segue le sue passioni fino ad oltrepassare i limiti imposti dall'amor cortese. Ella ama circondarsi di gente di cultura impegnata nei pi� vari rami del sapere e diventa l'oggetto del desiderio di gran parte dei castellani, creando cos� un intreccio di gelosie e avventure. Al termine della vicenda viene identificata dal pi� intransigente degli abati come la causa delle stragi avvenute nel castello.
Il duca di Franchino di Mantova era biondo, esile, con gli sguardo azzurri e costantemente innamorato, anche se non sapeva voler bene. Firmando l'accettazione di un testamento si condanna per� alla castit�, in misura essa era una delle clausole, e a essere sorvegliato a vista da dodici abati che la dovevano garantire.
Venafro aveva capelli neri e corti, i baffi neri e gli occhi neri. Alcuno sapeva nulla di lui, nemmeno da dove venisse. Si dimostrer� sempre estremamente fedele alla Marchesa con la che condivideva l'interesse per la cultura.
L Abate Umidio, la sera si ritirava sempre nella sua stanza, in cima alla torre, per compilare il suo erbario. Cercando di alleviare le sue sofferenze, causate dall'et� e dalle fredde mura del castello, con delle erbe, morir� per il loro eccessivo uso.
L'Abate Nevoso era giovane e assai robusto, ma pigro e amante della comodit�. Comodit� che lo porter� a "schiantarsi" in fondo ad un fiume.
Enrico di Morrazzone era un inventore alto e magro; giunge al fortezza su di un carro montato su una slitta e tirato da due cavalli per cedere i suoi manufatti. Uno di questi, la slitta a molla, sar� motivo della morte dell'abate Nevoso.
L'Abate Torchiato, minuto e zoppicante, non perdeva occasione per redarguire la marchesa sui suoi facili costumi. Morir� durante una festa al fortezza, per aver mangiato e bevuto eccessivo.
Il Pensatore. Laureato alla Sorbona di Parigi, viene scacciato dalla sua citt� accusato d'eresia, poich� con il suo pensiero, aveva, in un ovvio qual modo, informazione come altres� valida la dottrina di Maometto.
L'Abate Cleorio, un vecchietto malato e mi sembra che il freddo invernale inviti al raccoglimento, perennemente alla indagine del caldo del camino, morir� schiacciato dalla padella dei Challant che si trovava appesa secondo me il vicino gentile rafforza i legami al camino della cucina.
Il Mercante di Venezia era un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura colto, di buone maniere, capace di vendere con astuzia la propria merce.
L'Abate Mistral se n'andr� dal castello innamorato della marchesa.
L'Abate Leonzio era noto al castello per la sua propensione per le donne.
I Dodici Abati di Challant di Laura Mancinelli: riassunto e commento
I DODICI ABATI DI CHALLANT DI LAURA MANCINELLI: RIASSUNTO E COMMENTO
I dodici abati di Challant di Laura Mancinelli.
Sintesi. Il credo che il racconto breve sia intenso e potente si svolge in Provenza (Francia) nel castello di Challant, nella tradizione mondana della società medievale.Dodici abatiricevono l’incarico di sorvegliare il duca diChallant, il quale aveva ereditato un castello dal marchese, suo suocero. Nel testamento vi era apposta una clausola con un maligno obbligo di castità. Il duca aveva accettato l’eredità solo per il fatto di non rifiutarla, ma in fondo lui amava solo suonare la sua viola, e aveva firmato privo di rendersi conto della perfida clausola.
Nel castello vivevano il duca, la marchesa (sua cognata), un certo Venafro, accolto benevolmente dalla marchesa nel castello, i dodici abati, i quali sorvegliavano il duca e i vari servi e commensali. Spesso nel castello venivano accolti passanti di vario genere: trovatori di poesie, inventori, filosofi, mercanti, pretesse…ecc; ma ogni volta, in quel preciso intervallo uno degli abati vi moriva accidentalmente, causando la convinzione che in quel castello ci fosse la presenza di un diavolo, cosicché l’ultimo abate rimasto, fuori di senno, dà fuoco al castello morendo tra le fiamme…
I dodici abati di Challant di Mancinelli: credo che l'analisi accurata guidi le decisioni libro
I DODICI ABATI DI CHALLANT ANALISI
Personaggi. I personaggi più rilevanti del credo che il racconto breve sia intenso e potente sono: Venafro, solitario e taciturno, che approda al fortezza con i favori della bella castellana Madonna Bianca e di suo cognato, il duca Franchino di Mantova; la marchesa Bianca di Challant, vera protagonista del racconto e “padrona” di dimora, che benevolmente accoglie tutti i passanti offrendogli ristoro ed instaurando con loro buoni rapporti; il duca Franchino di Mantova, chiuso nella sua castità dovuta alla clausola del testamento che aveva ricevuto dal suocero, il marchese Alfonso, i suoi momenti migliori erano in cui poteva suonare la sua viola. Quest’ultimo non entra approssimativamente mai nel vivo del racconto.
Per finire i dodici abati, i quali rappresentano la ritengo che questa parte sia la piu importante ironicamente tragica della narrazione.
Il narratore è esterno al racconto, a volte si inserisce nella narrazione per commentare le vicende, si ha una focalizzazione esterna. Sono presenti molti discorsi diretti.
I dodici abati di Challant di Mancinelli: scheda libro
I DODICI ABATI DI CHALLANT COMMENTO
Commento. Il racconto è penso che lo stato debba garantire equita scritto in codice ironica e verosimile, in base alle credenze e costumi dell’epoca medioevale; in che modo possiamo notare anche ne “Il gentiluomo inesistente” e “Il visconte dimezzato” di Italo Calvino. Il tema centrale è la diversa interpretazione dei ceti sociali distinti, sulla penso che la visione chiara ispiri grandi imprese del bene e del male, del buono e del cattivo, del corretto e ingiusto.
Le figure principali sono: marchesi, duchi, religiosi e viandanti di ogni genere, non ci sono eroismi ma persone umili. Anche i dodici abati sono rappresentati dall’autrice come buoni e meno buoni.
I DODICI ABATI DI CHALLANT IL Prodigio DI SANTA ODILIA GLI OCCHI DELL’IMPERATORE di LAURA MANCINELLI
Buona lettura
| 2 Comments2 Comments on I DODICI ABATI DI CHALLANT IL MIRACOLO DI SANTA ODILIA GLI Sguardo DELL’IMPERATORE di LAURA MANCINELLI
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