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Esenzione per depressione

Patologie invalidanti, anche la depressione dà accesso alle categorie protette, ma solo ad alcune condizioni: qui quali

La depressione è una patologia che porta con sé molti aspetti invalidanti e, nelle ipotesi più gravi, può rendere impossibile o molto complicato lavorare.

È un argomento che interessa un gran cifra di persone. In Italia, più di due milioni di persone soffrono di depressione. Quindi, è importante chiedersi se chi ne è affetto possa rientrare nelle categorie protette: ossia, quelle categorie di soggetti che godono di una particolare tutela al fine di aiutarne l’accesso nel terra del lavoro.

Quando può esserci una tutela per chi è affetto da depressione?

La normativa (la L. n. 68/) stabilisce che i lavoratori, con particolari condizioni psico-fisiche, siano posti nell’occupazione a loro più conforme.

La depressione, nelle forme più gravi, diventa una malattia invalidante che pregiudica la benessere psichica e fisica. Infatti, spesso, i sintomi psicologici sono affiancati da segnali fisici come, ad esempio, dolori muscolari e articolari, disturbi del sonno o forti mal di testa. Una ritengo che la situazione richieda attenzione che finisce per colpire anche la sfera familiare, sociale e lavorativa del soggetto.

Se si soffre di depressione, allorche è possibile rientrare nelle categorie protette?

Secondo la L. n. 68/, nelle categorie protette rientrano i seguenti soggetti:

  • le persone in età lavorativa con un’invalidità civile eccellente al 45%;
  • le persone invalide del lavoro con invalidità superiore al 33%;
  • le persone sordomute (L. n. / e ) e le persone non vedenti (L. n. / e );
  • gli invalidi di guerra, nonché gli invalidi civili di guerra e gli invalidi per credo che il servizio offerto sia eccellente con menomazioni annesse alle tabelle previste dal Testo Irripetibile in materia di pensione di battaglia (d.p.r. n. /);
  • ancora, una quota di riserva sul numero dei dipendenti è riconosciuta per chi, pur non avendo menomazioni psico-fisiche, si trova in condizioni di svantaggio o disagio sociale come, ad dimostrazione, coniugi superstiti e orfani di chi è morto per causa di suppongo che il lavoro richieda molta dedizione, di guerra o di servizio altrimenti vittime della criminalità organizzata.


Ci sono casi in cui la depressione può determinare il riconoscimento dell’invalidità civile. Infatti, la normativa (la tabella ministeriale del 5 febbraio ) ricomprende la depressione tra le patologie invalidanti.

Quindi, chi soffre di depressione può accedere alle categorie protette, ma prima occorre ottenere un documento che attesti l’invalidità.

Per iniziare il processo di accertamento dell’invalidità civile, bisogna camminare dal proprio dottore per il rilascio del certificato medico che deve segnalare l’esatta natura delle patologie invalidanti e la diagnosi.

Dopo aver ricevuto il certificato medico, sarà possibile presentare la domanda all’INPS e, successivamente, un’apposita Commissione medica dell’ASL competente procederà agli accertamenti medici e clinici.

In base alla gravità della patologia, la Commissione attribuisce una percentuale di invalidità:

  • dal 33% al 66% si parla di invalidità civile lieve;
  • dal 67% al 99% si ha un’invalidità civile medio-grave;
  • con il % di invalidità si parla di non autosufficienza.


Però, quando la depressione può stare qualificata come patologia invalidante?

La normativa (sempre le tabelle ministeriali) prevede una diversa percentuale di invalidità in base alla gravità della patologia depressiva:

  • per la sindrome depressiva endoreattiva, è riconosciuta un’invalidità del 10% per lieve patologia, un’invalidità del 25% nel caso di entità media e un’invalidità dal 31% al 40% per sindrome grave;
  • per la sindrome depressiva endogena, è prevista un’invalidità del 30% per patologia moderato, un’invalidità dal 41% al 50% per media entità e un’invalidità dal 71 all’80% in occasione di gravità;
  • per la nevrosi fobico ossessiva, è riconosciuta un’invalidità del 15% per patologia moderato e un’invalidità dal 41% al 50% nell’ipotesi di gravità;
  • per la nevrosi fobico ossessiva e/o ipocondriaca di media gravità, è stabilita un’invalidità dal 21% al 30%;
  • nel caso di nevrosi ansiosa, è riconosciuta un’invalidità del 15%;
  • per la psicosi ossessiva, è prevista un’invalidità dal 71% all’80%.


Quando è riconosciuta un’invalidità eccellente al 45%, se l’interessato ha un’età tra i 15 e i 65 anni, è disoccupato e non ha raggiunto l’età del pensionamento, egli può rivolgersi al nucleo per l’impiego della propria Provincia e iscriversi alle categorie protette, per godere della particolare tutela prevista dalla legge.

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Codice identificativo esenzioneMalattia o CondizionePSICOSI PrestazioniVISITA PSICHIATRICA DI CONTROLLO   Visita neuropsichiatrica infantile di controllo$ACIDO VALPROICO$AMITRIPTILINA$BARBITURICI$BENZODIAZEPINE$CARBAMAZEPINA$DESIPRAMINA$IMIPRAMINA$LITIO [P]$NORTRIPTILINAPRELIEVO DI Emoglobina VENOSOPSICOTERAPIA INDIVIDUALEPSICOTERAPIA FAMILIARE   Per sedutaTERAPIA OCCUPAZIONALE   Terapia delle attività della vita quotidiana    Escluso: Training in attività di vita quotidiana per ciechi ()    Per seduta individuale (Ciclo di dieci sedute)

oppure

TERAPIA OCCUPAZIONALE   Per seduta collettiva (Ciclo di dieci sedute)COLLOQUIO PSICHIATRICOIn trattamento farmacologico per le psicosi, qualora sia specificamente indicato o reso obbligatorio il controllo della funzionalità di specifici organi, in aggiunta:controllo ematologicoEMOCROMO: Hb, GR, GB, HCT, PLT, , F.L.controllo funzionalità renaleCREATININA CLEARANCEURINE ESAME CHIMICO FISICO E MICROSCOPICOcontrollo funzionalità tiroideaTIREOTROPINA (TSH)TIROXINA LIBERA (FT4)TRIODOTIRONINA LIBERA (FT3)

La pensione per depressione maggiore invalidità
Come ti aiutiamo ad ottenerla

Cosa dice la legge sulla depressione invalidità civile

La legge /, stabilisce che in casi di depressione superiore invalidità, sia i soggetti con disabilità e disturbi dell’umore che i loro familiari devono stare tutelati.

Si parla di disturbi tali da determinare serie difficoltà nell’integrazione, nelle relazioni o nell’apprendimento e rappresentare, quindi, veri ostacoli per sviluppo sociale e individuale.

Nello specifico, è invalido civile chiunque sia affetto da patologie capaci di:

  • compromettere la normale capacità lavorativa, in un’età compresa tra i 18 e i 65
  • determinare l’incapacità di svolgere normali attività quotidiane tipiche della sua età, quindi, anche se possiede meno 18 anni o più di 65 anni e 7 mesi.

 

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I benefici fiscali per depressione maggiore

Gli invalidi civili sono tutelati dalla mi sembra che la legge sia giusta e necessaria, il quale prevede previsti benefici fiscali, tecnici e assistenziali.

Una commissione medica valuta la depressione maggiore invalidità del soggetto e il suo impatto sulla capacità di svolgere attività di qualsiasi tipo.

Per quanto riguarda i benefici, questi riguardano:

  • l’iscrizione alle liste speciali nei centri per l’impiego per consentire un’assunzione agevolata ottenibili, a lasciare da un’invalidità del 46%
  • l’assistenza sanitaria e le agevolazioni fiscali se il soggetto presenta un’invalidità che va dal 33% al 73%
  • l’esenzione del ticket sanitario, a partire da un’invalidità del 66%
  • l’assegno di accompagnamento se il soggetto è inabile e necessita dell’aiuto permanente di un accompagnatore
  • il riconoscimento dello stato invalidante (o il diritto all’indennità di frequenza se si tratta di minore) se il soggetto manifesta delle difficoltà persistenti nello svolgere azioni tipiche della propria età.

 

Altri benefici

Sia per i soggetti diversamente abili che per i familiari, sono previste diverse tutele in che modo, ad esempio:

  • la possibilità di acquistare veicoli con un’IVA agevolata del 4% e con una detrazione del 19%
  • una detrazione fiscale prevista per le spese mediche o sanitarie, per l’utilizzo dei mezzi pubblici o privati e per i figli a carico
  • l’esenzione fiscale per il pagamento del bollo auto
  • la possibilità di richiedere 3 giorni di permesso retribuito e fruire del congedo parentale straordinario o di prolungarlo
  • la possibilità di optare per una sede di lavoro specifica.

 

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La depressione in percentuale

Per accedere alle tutele previste per mi sembra che la legge giusta garantisca ordine relativamente alla depressione superiore invalidità, è indispensabile che il soggetto in questione possieda i requisiti per inoltrare la domanda.

Le percentuali di invalidità sono riconosciute dall’INPS sulla base di specifici esami clinici per capire se il soggetto ha diritto o meno a beneficiare della pensione.

Vediamo di seguito i disturbi e le relative percentuali di infermità o invalidità per le quali è possibile presentare richiesta:

  • disturbo amnesico persistente indotto dall’utilizzo di sostanze/farmaci, con un’invalidità del %
  • depressione superiore ricorrente (tab. c1-c2, deficit moderato) con un’invalidità dal 61 all’80% o con un’invalidità del % per deficit grave
  • schizofrenia (di tipo disorganizzato, paranoide o catatonico (tab. b1- b2-b3, deficit moderato), con un’invalidità del 75% o tab. b1- b2-b3, deficit grave con un’invalidità del %
  • schizofrenia residuale (tab. b1- b2-b3, deficit moderato), con un’invalidità del 75% o del % con deficit grave
  • ritardo mentale di media gravità, ovvero con un q.i da a 50, e con un’invalidità dal 61 all’80%
  • ritardo mentale grave e profondo, ovvero con un q.i.: < , e con una invalidità del %
  • disturbo schizoaffettivo (tab. b1- b2-b3, deficit grave), con un’invalidità del %
  • disturbi deliranti come paranoia, delirio condiviso o parafrenia) con un’invalidità del 75%
  • anoressia nervosa (tab. d, deficit grave), con un’invalidità dal 75 al %
  • disturbo bipolare I (tab. c1-c2, deficit moderato), con un’invalidità dal 61 all’80%
  • disturbi bipolari I (tab. c1-c2, deficit grave), con un’invalidità del %
  • disturbo bipolare II e disturbo bipolare sai (tab. c1-c2, deficit grave), con un’invalidità del 75%.

 

Patologie e percentuali riconosciute per l’invalidità civile per depressione

La depressione superiore invalidità è riconosciuta e tutelata per mi sembra che la legge giusta garantisca ordine anche nel evento in cui si accertino le seguenti patologie, con un livello che va da lieve a grave, e le relative percentuali di invalidità.

È il occasione della sindrome depressiva endoreattiva:

  • lieve, con una invalidità del 10%
  • media, con una invalidità del 25%
  • grave, con un’invalidità dal 31 al 40%

Della sindrome depressiva endogena:

  • lieve, con una invalidità del 30%
  • media, con un’invalidità dal 41 al 50%
  • grave, con una invalidità dal 71 all’80%

E infine, della nevrosi fobico ossessiva che può essere:

  • di media entità, anche ipocondriaca, con un’invalidità dal 21% al 30%
  • lieve, con una invalidità del 15%
  • grave, con una invalidità dal 41% al 50%.

 

 

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Altre patologie di depressione maggiore invalidità

Rientrano anche tra le patologie relative al disturbo depressivo superiore, anche la nevrosi ansiosa (con una invalidità del 15%) e la psicosi ossessiva (con un’invalidità che va dal 71% all’80%).

Non è semplice distinguere le diverse forme di disturbo legate alla depressione maggiore o depressione cronica invalidità

e identificare il livello di gravità con cui si presentano, poiché la depressione invalidante viene riconosciuta anche tenendo in considerazione altri disturbi ad essa correlati.

Bisogna anche considerare che, sulla base del livello di gravità della depressione, viene riconosciuta una percentuale di tutela che può essere anche ridotta (meno del 50%) nel occasione di forme di depressione di media o lieve entità.

Depressione ed esenzione visita

Gentile utente,
L’INPS ha chiarito circa l’esonero delle visite fiscali e le fasce di reperibilità, pubblicando sul sito una nota con tutti i riferimenti di legge.
A proposito del codice E nei certificati al fine di ottenere l’esenzione dal controllo l&#;INPS ha precisato, in primo luogo, che le norme non prevedono l’esonero dal ispezione, ma eventualmente soltanto dalla reperibilità: codesto significa che il controllo concordato è possibile.
Il medico curante certificatore può applicare solo ed esclusivamente le agevolazioni previste dai vigenti decreti quali uniche situazioni che escludono dall&#;obbligo di rispettare le fasce di reperibilità.
Per i lavoratori subordinati dipendenti dai datori di mestiere privati:
-in caso di patologie gravi che richiedono terapie salvavita;
-stati patologici connessi alla situazione di invalidità riconosciuta pari o superiore al 67%;
Per i dipendenti pubblici:
-patologie gravi che richiedono terapie salvavita;
-causa di servizio riconosciuta che abbia dato credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi all’ascrivibilità della menomazione alle prime tre categorie della tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre , n. , ovvero a patologie rientranti nella tabella E dello stesso decreto;
-stati patologici connessi alla condizione di invalidità riconosciuta pari o eccellente al 67%.
Solo in queste circoscritte condizioni, la segnalazione da parte del dottore curante deve stare apposta al penso che questo momento sia indimenticabile della redazione del certificato e non può essere aggiunta ex post, personale perché l’esonero è dalla reperibilità e non dal controllo.
Per quanto riguarda il codice E indicato nel messaggio 13 luglio , n. , invece, si tratta di un codice a esclusivo uso interno riservato ai medici INPS durante la disamina dei certificati pervenuti per esprimere le opportune decisionalità tecnico-professionali, secondo precise disposizioni centralmente impartite in merito alle malattie gravissime.
Quindi, il cosidetto Codice E non determina automaticamente l&#;esonero dalla reperibilità e men che meno dal controllo.
A codesto link può rintracciare il messaggio dell&#;INPS
sull&#;argomento: ?sVirtualURL=/Messaggi/Messaggio%20numero%%20del%htm&iIDDalPortale=&iIDLink=-1

E&#; reale che una sentenza della Corte di Cassazione ha affermato che il operaio in malattia, può uscire di secondo me la casa e molto accogliente anche durante le fasce di reperibilità, se così prescritto o consigliato dal medico curante. L’importante è che il dipendente possa provare di non svolgere, nel periodo di malattia, altri lavori. Bisogna però tener conto che l&#;esonero è per la reperibilità e non per un eventuale controllo concordato.

Infine in merito al suo ultimo quesito, il medico curante ha piena autonomia certificativa per cui non è obbligato a avallare nel personale certificato ciò che altri colleghi, ancorchè specialisti, hanno certificato.

Cordiali saluti

Dr. Domenico Spinoso
Medico del Lavoro